LA PRIMAVERA ARABA
by Alberto Bellini
Artwork: sara e agnese
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الربيع العربي
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Si chiama cosi nel senso della rinascita, in questo caso le rivolte in Libia, Tunisia, Egitto e Siria dopo 20 anni di oppressione.
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Non esiste un’unica rivolta araba, ma una serie di movimenti popolari, collocati in altrettanti diversi contesti sociali, economici e politici.
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PAESI DIRETTAMENTE INTERESSATI ALLE RIVOLTE:
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TUNISIA,
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EGITTO,
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LIBIA,
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BAHRAIN,
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YEMEN,
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SIRIA
Altri paesi che non vengono toccati direttamente ma ne sono comunque interessati:
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MONARCHIA DEL GOLFO,
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TURCHIA,
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IRAN,
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ISRAELE,
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TERRITORI PALESTINESI.
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La rivolta cominciò il 17 dicembre 2010, in seguito alla protesta estrema del tunisino Mohamed Bouazizi, che si diede fuoco per protestare contro il sequestro della sua merce da parte della polizia. Questo gesto innescò l’intero moto di rivolta tramutatosi nella cosiddetta Rivoluzione dei Gelsomini*
https://www.youtube.com/watch?v=z9EDDlE_GAgl
Per le stesse ragioni, un effetto domino si propagò ad altri Paesi del mondo arabo e della regione del Nord Africa.
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CAUSE DELLE PROTESTE
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La disoccupazione
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la crescita del prezzo dei generi alimentari e la fame.
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la violazione dei diritti umani
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Corruzione
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cattive condizioni di vita.(in molti di questi paesi le condizioni erano molto dure, di povertà estrema.)
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l’assenza di libertà individuali.
Sia l’instabilità portata dalle proteste nella regione mediorientale e nordafricana, sia le loro profonde implicazioni geopolitiche, attirarono grande attenzione e preoccupazione in tutto il mondo.
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SCOPO
Portare o riportare le tradizioni del mondo arabo al potere.
Alcuni di questi moti, in particolare in Tunisia ed Egitto, hanno portato a un cambiamento di governo, e sono stati identificati come rivoluzioni.
DIFFUSIONE RAPIDA :
L’utilizzo di social network come Facebook e Twitter per organizzare, comunicare e divulgare determinati eventi è stato molto diffuso, a dispetto dei tentativi di repressione statale (no motore ricerca).
https://www.youtube.com/watch?v=evdJff_F7dg
Video manifesto!!!
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TUNISIA:
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17 dicembre 2010
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RIVOLUZIONE DEI GELSOMINI
Proprio in Tunisia iniziarono le rivolte della primavera araba quando il tunisino Mohamed Bouazizisi diede fuoco per protestare contro il sequestro della sua merce da parte della polizia.
Questa rivoluzione portò a una crisi politica, si sono succeduti diversi governi e al potere sono arrivati gli islamici, i quali non sembrano, però, avere scatenato una campagna repressiva delle libertà delle donne o avviato una islamizzazione della società, bensì hanno solamente alzato la percentuale delle tasse che i tunisini non riescono a sostenere.
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EGITTO:
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25 gennaio 2011
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RIVOLUZIONE DEL NILO
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846 morti
Questa rivoluzione rappresenta un vasto movimento di protesta che ha visto il succedersi di episodi di disobbedienza civile, atti di contestazione e insurrezioni.
La scintilla della rivolta si fa risalire quando al Cairo un uomo si dà fuoco, sulla scia di quanto accaduto in Tunisia al venditore ambulante Mohamed Bouazizi, divenuto simbolo della contestazione tunisina.
La protesta esordisce il 25 gennaio, quando venticinquemila manifestanti scendono in piazza, nella capitale, per chiedere riforme politiche e sociali, sul modello della “rivoluzione del gelsomino” messa in atto in Tunisia. La manifestazione si trasforma poi in scontro aperto con le forze dell’ordine, con tumulti che hanno lasciato sul terreno quattro vittime, tra cui un poliziotto.
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LIBIA:
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15 febbraio 2011
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50.000 civili uccisi
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2000 soldati uccisi
In Libia è in corso una guerra civile da quando è morto il colonello Gheddafi, è una guerra di tutti contro di tutti, che ha diviso il Paese, con due capitali, Tripoli e Tobruk, due parlamenti e due governi. (prima guerra civile)
A complicare la situazione, nel 2015, sono arrivate nel Paese le truppe dell’ISIS, che hanno occupato alcune città in cui hanno conquistato alcuni edifici governativi e preso possesso dell’ospedale, della radio e della tv locale.
https://it.sputniknews.com/blogs/201705304480759-primavere-arabe-fallite/
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SIRIA:
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26 gennaio 2011
Il 26 gennaio Ali Akleh ad Amman si diede fuoco, cospargendosi di benzina, in segno di protesta contro il governo siriano.
A fine gennaio su Facebook vennero invocate manifestazioni in tutto il Paese dopo la preghiera settimanale islamica contro la monocrazia, la corruzione e la tirannia, nella prima giornata della collera del popolo siriano e della ribellione civile in tutte le città siriane.
l 10 febbraio Damasco (capitale della siria) aprì definitivamente ai social network, e dopo cinque anni fece cadere il divieto che ne prevedeva l’oscuramento. La decisione di eliminare le limitazioni dimostrò la fiducia del governo nell’uso della Rete. Secondo l’opposizione, la libera accessibilità ai social network sarebbe stato un tentativo delle autorità siriane di contrastare attività sediziose contro il regime.
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Published: Dec 13, 2018
Latest Revision: Dec 13, 2018
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