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PLANISFERO DELLE PAROLE CLASSE 2^B

  • Joined May 2024
  • Published Books 0

INDICE

  • Creatori del libro

  • Parole del vocabolario personale

  • Introduzione generale al lavoro

  • Foto e introduzioni lavoro del planisfero delle parole

  • Conclusione scritta dal professor Citterio

  • Bibliografia

  • Ringraziamenti

2

CREATORI DEL LIBRO

 

Libro a cura di Aglaia Brigatti e Matilde Izzo

Con la collaborazione degli alunni della 2^B della scuola secondaria di primo grado dell’istituto Don Zeno Saltini aiutati dal professore Marco Citterio ideatore di tutto il lavoro

3

TUTTE LE PAROLE DEL VOCABOLARIO PERSONALE

 

 

A

Anima

Antologia 

Analogia

Algebra

Accezione

Audace

Anafora

Allitterazione

Affascinante

Amore

Alludere

 

4

Arroganza

Alibi

Antagonista

Apatico

Alchimista

Accanirsi

Accanimento

Allegoria

Avidità        

Astronomia

Agio                                                                                  Atomo

Accordo

Alacre

Alacremente 

Adescare         

 

5

B

Bello 

Bellezza

C

Calco

Clausola

Castità

Casa

Cultura

Concordanza

Campestre

Cosmo                                                                             Contrappasso 

Comicità

Commedia

Commozione 

Compassione

 

6

Consapevole

Consapevolezza 

Conoscenza

Cuore

Castigo

Compassione

Concordanza

Concavo

Convesso

Canone 

Classico

Competenza

Confidenza

D

Desinenza

Desiderio

Demiurgo

 

7

Discernere  

Disastro

Disinvolto

Duttile 

Dittatura

Disciplina

E

Etimologia

Eresia

Educazione

Esauriente

Esausto

Esortare

Endecasillabo

Effimero

Empatia

Ex libris

 

8

Empireo 

Equivoco

Esemplare

Esplicito

F

Fascino

Fonosimbolico

Famiglia

Firmamento

Fraintendimento

Foiba

G

Gerarchia

Gentilezza

Gineceo

Galassia

 

9

H

I

Ironia

Indizio

Ipotesi

Iperbole

Idiomatico

Ideale

Invettiva

Ideologia

Implicito

impetuoso

Incalzante

Ingenuo

Ingenuità

J

K

 

10

L

Limare

Lacuna

Lussuria

Libertà

Leggere 

M

Meditazione

Movente

Millantare

Magari

Metrica

Mite

Maschera

Misericordia

N

 

11

O

Ossimoro

Onomatopea

Orgoglio

Origine

Oriente

Onnisciente

Ostentare

Olocausto

Ordito

Originale

P

Parabola

Psiche

Paradosso

Parafrasi

Prosa

 

12

Preghiera

Podista

Passione

Persona

Pietà

Perspicace 

Purezza

Pedissequamente

Q

R

Rispetto

Radice

Rito 

Rituale

Reticenza

Rete

Rispetto

 

13

Remissività

S

Semantica

Sarcasmo

Suspense

Sonetto

Sinestesia

Scocciare

Superbia

Spirituale

Shoah

Speranza

Sintassi 

Scaccomatto

T

Teocrazia

Tradizione

 

14

Traduzione

Tessitura

Trama

Tautologia

U

Umiltà

Umorismo

V

Volgare

Verso

Virtù

vergine

W

X

Y

Z

Zero

 

15

LISTA PERSONA-PAROLA

Beretta Federico-Originale

Brambilla Nicolò-Bellezza

Brigatti Aglaia-Libertà

Casati Elisa-Empatia

Corno Margherita-Amore

Dewar Lorenzo-Origine

Freggi Sebastiano-Trama

Giuliani Daniel-Famiglia

Giussani Mattia-Ideale

Izzo Matilde-Passione

Lorenzin Alice-Anima

Maggio Lorenzo-Gentilezza

Memoli Christian-Burocrazia

Rossi Francesco-Casa

Sala Jacopo-Originale

Simak Sofia-Amore

16

Simoneschi Andrea-Bellezza

Tripi Emanuele-Famiglia

Valenti Camilla-Libertà

Valenza Bianca-Conoscenza

Varallo Pietro-Antologia

Villa Mirko-Consapevole

Zanisi Stella-Desiderio

Zanotto Matteo-Universo

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INTRODUZIONE

 

La lingua italiana è una lingua ricchissima che, però, spesso sottovalutiamo o non sappiamo come usare le sue parole.

Creare un vocabolario personale rappresenta un viaggio straordinario nel mondo delle parole, un’immersione profonda che va oltre la semplice memorizzazione di termini.

E’ utile avere conoscenza nel campo del vocabolario perchè ti aiuta a esprimerti, con un lessico ricco posso meglio comprendere quello che mi viene detto e le situazioni, anche più complicate e a gestire le discussioni che potrebbero sfociare in fatti violenti.

Il nostro professore di italiano ci ha guidato attraverso questo percorso affascinante, chiedendoci di annotare le parole sconosciute e le loro etimologie. Questo esercizio ha aperto le porte alla comprensione delle radici storiche e culturali delle parole che usiamo quotidianamente.
Ora, con un insieme significativo di parole raccolte, ci è stato assegnato il compito di creare una mappa, una rappresentazione visiva delle connessioni tra queste parole. Nel cuore di questa mappa, dobbiamo scegliere una parola che diventerà il fulcro delle nostre riflessioni e delle connessioni che tracceremo.

18

Questo processo ci ha spinti a esplorare le intricate relazioni semantiche tra le parole, cogliendo i legami che si intrecciano tra concetti apparentemente distanti.
La parola centrale che sceglieremo diventa un punto focale per la nostra mappa, una decisione che richiede riflessione. Ogni parola che collegheremo ad essa avrà una sua storia unica, un significato che si intreccia con gli altri come fili invisibili che tessono la trama del nostro vocabolario personale.
In questa mappa,vedremo anche connessioni emozionali e personali. Ogni scelta di parola sarà permeata dalle nostre esperienze individuali, dalle memorie e dalle associazioni che abbiamo con quei termini. Ciò aggiunge un elemento intimo al processo, trasformando la mappa in un riflesso non solo del linguaggio, ma anche della nostra identità e della nostra prospettiva unica sul mondo.
Abbiamo imparato che il linguaggio è un tessuto connettivo che collega non solo le parole, ma anche le persone e le culture. La mappa diventa un simbolo della nostra capacità di esplorare e comprendere il mondo attraverso il filtro delle parole che scegliamo di utilizzare.

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BERETTA FEDERICO

LA PAROLA CHE HO SCELTO COME BASE DI PARTENZA PER IL MIO LAVORO E’ ORIGINALE. QUESTA PAROLA HA TANTI SIGNIFICATI MA IO L’HO SCELTA PERCHE’A ME PIACCIONO E INTERESSANO LE PERSONE ORIGINALI E, CON QUESTO, INTENDO LE PERSONE VERE E NON QUELLE FALSE. INTENDO LE PERSONE ONESTE, AFFIDABILI, NON DI CERTO LE COPIE DI PERSONE CHE NON SONO SE’ STESSE. ORIGINALE PUO’ ESSERE ANCHE UN ABITO, UNA SCARPA, UN ACCESSORIO, UN CAPPELLO …. MA NON VOGLIO DESCRIVERE A PAROLE SOLO QUESTO, A ME IMPORTA DESCRIVERE QUELLE PERSONE ORIGINALI CIOE’ QUELLE CHE NELLA MIA VITA CI SONO DAVVERO ! QUESTE PERSONE SONO SEMPRE CON ME, NEI MOMENTI BELLI E IN QUELLI BRUTTI, QUANDO HO BISOGNO DI UN AIUTO O QUANDO HO VOGLIA DI CONDIVIDERE QUALCOSA DI LEGGERO E DIVERTENTE CHE MI E’ CAPITATO, COSI’ COME QUANDO INVECE HO BISOGNO DEL LORO AIUTO, DEL LORO SOSTEGNO E DELLA LORO GUIDA. NE HO DI QUESTE PERSONE NELLA MIA VITA, ALTRE LE HO AVUTE O MEGLIO, PENSAVO DI AVERLE AVUTE, MA POI SI SONO RIVELATE FALSE. DI QUESTE POSSO DIRE CHE NON ERANO PERSONE ORIGINALI. E PER QUESTO MOTIVO FORSE TENDO A NON FIDARMI TROPPO DELLE PERSONE CHE MI STANNO INTORNO (NON DI TUTTE OVVIAMENTE) MA CERCO DI VALUTARE CHE SIANO DAVVERO ORIGINALI PERCHE’ QUESTA E’ LA LORO BELLEZZA E LA LORO CARATTERISTICA MIGLIORE. QUESTO LAVORO SUL PLANISFERO DELLE PAROLE MI HAAIUTATO AD ANDARE A FONDO NEI SENTIMENTI E NELLE CARATTERISTICHE DELLE PERSONE CHE MI STANNO INTORNO E AD ANALIZZARE, TRAMITE ALCUNI ESEMPI CHE A CUI HO PENSATO FACENDO IL LAVORO, IL LORO COMPORTAMENTO NEI MIEI CONFRONTI. IN FONDO A TUTTO IL LAVORO FATTO HO ANCHE CONFERMATO A ME STESSO UN PENSIERO CHE DA SEMPRE HO AVUTO : LA NORMALITA’ E’ SOGGETTIVA E L’ORIGINALITA’ E’ LA COSA CHE CI DISTINGUE DA TUTTI GLI ALTRI.

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BRAMBILLA NICOLO’

Il vocabolario è l’insieme delle parole che formano una lingua.
Ogni giorno si arricchisce di nuovi termini, frasi e modi di dire.
Ogni parola ha la sua storia, origine ed evoluzione, ci permette di esprimere pensieri,
emozioni e concetti.
Il vocabolario è uno strumento di comunicazione.

 

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BRIGATTI AGLAIA

Il lavoro del vocabolario personale, è secondo me molto utile per scoprire il significato di parole che non conosciamo, infatti consiste nello scrivere in un quaderno o una rubrica, tutte le parole di cui non si conosce il significato in ordine alfabetico, proprio come un vocabolario. Per ogni parola infatti; va indicata la categoria grammaticale, l’ etimologia, il significato e poi si deve scrivere una frase che contenga al suo interno la parola cercata. Dopo un po’ di mesi che portiamo avanti questo lavoro, il nostro prof di italiano ci ha proposto un altro lavoro, che ha già fatto fare in altre scuole: consisteva nello scegliere una parola tra tutte quelle cercate e dopo di che

 farne una mappa in cui al centro, c’ è la parola scelta e poi sempre con parole che si sono cercate all’ interno del quaderno collegare altre parole il cui significato si avvicinava di più a quella cercata e da quelle altre parole collegarne altre che possono anche non c’ entrare con la parola e così via. Alla fine il risultato apparirà come un planisfero delle parole che ha i suoi “ continenti” al cui interno si trovano i rispettivi “stati” con le regioni appartenenti.

La parola che io ho scelto è empatia perché il suo significato è molto bello e poi anche perché secondo me, è una qualità che mi rappresenta.

Io trovo molto bello anche questo lavoro della mappa perché secondo “ mette alla prova” la nostra conoscenza delle parole italiane e poi anche perché proprio l’ idea che poi viene paragonata a un planisfero mi piace tanto.

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CASATI ELISA

Il lavoro del vocabolario personale, è secondo me molto utile per scoprire il significato di parole che non conosciamo, infatti consiste nello scrivere in un quaderno o una rubrica, tutte le parole di cui non si conosce il significato in ordine alfabetico, proprio come un vocabolario. Per ogni parola infatti; va indicata la categoria grammaticale, l’ etimologia, il significato e poi si deve scrivere una frase che contenga al suo interno la parola cercata. Dopo un po’ di mesi che portiamo avanti questo lavoro, il nostro prof di italiano ci ha proposto un altro lavoro, che ha già fatto fare in altre scuole: consisteva nello scegliere una parola tra tutte quelle cercate e dopo di che

 farne una mappa in cui al centro, c’ è la parola scelta e poi sempre con parole che si sono cercate all’ interno del quaderno collegare altre parole il cui significato si avvicinava di più a quella cercata e da quelle altre parole collegarne altre che possono anche non c’ entrare con la parola e così via. Alla fine il risultato apparirà come un planisfero delle parole che ha i suoi “ continenti” al cui interno si trovano i rispettivi “stati” con le regioni appartenenti.

La parola che io ho scelto è empatia perché il suo significato è molto bello e poi anche perché secondo me, è una qualità che mi rappresenta.

Io trovo molto bello anche questo lavoro della mappa perché secondo “ mette alla prova” la nostra conoscenza delle parole italiane e poi anche perché proprio l’ idea che poi viene paragonata a un planisfero mi piace tanto.

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CORNO MARGHERITA

Ho scelto la parola “amore” perché essa incarna l’essenza stessa della vita umana. Nella vastità delle emozioni e dei sentimenti che possiamo provare, l’amore rappresenta il più puro e potente di essi. È la forza che ci spinge ad andare avanti, a superare gli ostacoli e a trovare significato nelle nostre relazioni. L’amore è una connessione profonda che va oltre le parole e che ci unisce agli altri in un modo unico e speciale.

In un mondo spesso dominato dalla discordia e dall’egoismo, l’amore è un faro di speranza che illumina il cammino verso la comprensione reciproca e la pace interiore. È la capacità di accettare gli altri per quello che sono, senza giudizio o pregiudizio, e di offrire sostegno incondizionato in ogni momento.

L’amore è anche fonte di ispirazione e creatività. Spinge le persone a compiere gesti straordinari e ad esprimere se stesse attraverso l’arte, la musica e la letteratura. È una fonte inesauribile di energia che alimenta i nostri sogni e ci motiva a perseguire ciò che ci rende veramente felici.

Inoltre, l’amore ci rende vulnerabili, ma è proprio in questa vulnerabilità che troviamo la nostra forza più grande. Ci apre alla possibilità di essere feriti, ma ci dà anche il coraggio di rischiare, di aprirci completamente agli altri e di vivere appieno ogni momento.

Infine, l’amore è universale. Attraversa barriere linguistiche, culturali e sociali, unendo le persone di tutto il mondo in un legame comune. È un linguaggio universale che tutti possono comprendere e che può trasformare il mondo in un luogo migliore, un abbraccio che avvolge l’intera umanità.

 

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DEWAR LORENZO

Secondo me il lavoro del dizionario è affascinante perché la numerosità delle parole di cui non sappiamo il significato è stravolgente essendo madrelingua.
Non è un lavoro molto faticoso e da me molto apprezzato.
Invece la parola che ho scelto è stata origine, ho scelto questa parola perchè mentre controllavo mi sono fermato a riflettere che tutto ciò che abbiamo intorno a noi ha avuto un’origine.

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FREGGI SEBASTIANO

Ho scelto la parola TRAMA perchè mi piacciono molto le storie e la trama è la
parte principale delle storie.
La TRAMA è la parte fondamentale delle storie e dalla trama dipende la
bellezza di un film o di un libro, se la trama è poco interessante, non si è
invogliati a guardare un film o leggere un libro.
Nel mio caso soprattutto leggere un libro, se la trama non è interessante mi
passa subito la voglia di leggere il libro.
Per svolgere questo lavoro ho preso un cartellone e al centro ho scritto la
parola TRAMA, poi ho fatto delle frecce che uscivano dalla parola e per ogni
freccia ho indicato dei diversi significati della parola che ho trovato sul
vocabolario.
Poi per ogni significato ho fatto altre frecce con parole associate a ogni diverso
significato.

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GIULIANI DANIEL

Secondo il mio parere la “Mappa delle Parole” è una mappa concettuale o anche
detta rappresentazione grafica che illustra le relazione tra diversi concetti e idee che
aiutano a migliorare la concentrazione sugli argomenti scelti, la creatività e di
conseguenza la fantasia, ma soprattutto l’organizzazione nello studio e
nell’insegnamento.
FAMIGLIA
Ho scelto la parola famiglia al centro della mia mappa, perché la famiglia per me
significa tutto. È un punto di riferimento non solo per me, ma per tutti i componenti.
La famiglia è vita, amore, sostegno e protezione e ogni familiare ha un ruolo
importante. Famiglia significa condividere, amarsi e fidarsi l’un l’altro.
Io ho la consapevolezza di poter contare sempre sulla mia famiglia. I miei genitori mi
sostengono nelle mie scelte, mi proteggono dai pericoli, mi danno gli insegnamenti e
l’educazione che formano la mia personalità e che mi serviranno per tutta la mia vita.
Insieme ci confrontiamo, ci sosteniamo, ci aiutiamo nei momenti di difficoltà e
festeggiamo i nostri successi!!

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GIUSSANI MATTIA

Il planisfero delle parole e un cartellone che il prof ci ha fatto fare dove sono riunite tutte delle nostre parole che abbiamo cercato nel corso della seconda media e che abbiamo racchiuso in un unico planisfero dove c’è una parola centrale che si riferisce con delle frecce o collegamenti ad altre parole del diario personale, e ognuno c’ha i propri collegamenti che ha pensato da solo finito il cartellone l’abbiamo esposto in classe con anche l’introduzione. Inoltre finito l’esposizione abbiamo attaccato tutti i cartelloni su una parete davanti alla nostra aula di scuola.

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IZZO MATILDE

Ampliare il proprio vocabolario è come aprire una finestra su un mondo ricco di colori e sfumature,con ogni parola acquisita si arricchisce la capacità di  comunicare in modo preciso  ed efficace, permette di esprimere pensieri complessi in modo  chiaro facilitando la comprensione reciproca.

La comunicazione è sempre stata essenziale  agli uomini.

Ho scelto la parola passione per questo lavoro perchè penso che sia importante mettere la costanza e quindi appunto la passione in ogni cosa che facciamo.

La passione ci da l’energia necessaria per superare le sfide e perseguire i nostri obiettivi con determinazione.

Questo lavoro  consiste nel cercare parole di settimana in settimana sul vocabolario che ci assegna il prof. Mentre prima il lavoro si limitava ad essere il semplice cercare parole, ora abbiamo dovuto fare una mappa in cui alla parola scelta.

Fare questo lavoro  riesce a far ampliare il vocabolario divertendosi e lasciando spazio all’immaginazione perchè  si devono trovare collegamenti con altre parole anch’esse cercate sul vocabolario.

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LORENZIN ALICE

Il professore ha fatto cercare a tutta la classe delle parole che non conoscevamo, e ce le ha fatte scrivere su un quaderno chiamato “quaderno personale”. Queste parole successivamente avremmo dovuto scriverle su una mappa, chiamata “planisfero delle parole”; questa mappa è formata da una parola centrale ovvero una parola scelta da noi, a cui poi abbiamo dovuto collegare altre parole secondo un senso logico e/o uno metaforico.

Come parola principale ho scelto ANIMA, ho deciso di collegarla a delle parole chiave a cui successivamente ho collegato altre parole.

 

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MAGGIO LORENZO

Dall’inizio dell’anno il prof ci ha dato delle parole e noi dovevamo
cercarle e metterle sul nostro vocabolario personale.
Questo lavoro mi è stato molto utile perché ho conosciuto nuove
parole che posso utilizzare per scrivere e per parlare.
Ma oltre a delle parole che non conoscevano c’erano delle parole
che conoscevo e grazie all’etimologia ho scoperto da dove
derivano e cosa significavano.
Il planisfero delle parole non è stato tanto complicato da fare ma
è stato importante da fare perché mi ha fatto ragionare con le
parole e come abbiamo detto in classe le parole sono come
colori, perché se abbiamo pochi colori non possiamo essere liberi
di disegnare invece se abbiamo molti colori c’è l’imbarazzo della
scelta e quindi siamo più liberi di disegnare e la stessa con le
parole.

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MEMOLI CHRISTIAN

quest’anno abbiamo iniziato a scrivere su un quadernetto delle parole delle quali non conoscevamo il significato creando così il “vocabolario personale”. Una volta cercate abbastanza parole abbiamo iniziato il lavoro del “planisfero delle parole”, dove partendo da una parola a scelta ne abbiamo collegate altre.

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ROSSI FRANCESCO

Quest’anno il Professor Citterio ha proposto alla mia classe un
lavoro sul linguaggio, chiamato Planisfero delle parole.
L’obiettivo del lavoro è l’arricchimento del nostro lessico.
A mio parere questo ci permette di approfondire il significato delle
parole che già conosciamo e contemporaneamente, consente di
conoscere nuovi termini che ci permettono di esprimere meglio le
nostre idee, i nostri desideri e i nostri bisogni e quindi di parlare in
modo più comprensibile.
Avere un ricco vocabolario vuol dire poter pensare meglio e quindi
esprimersi e farsi capire dalle persone. Questo permette di sentirsi
più liberi, a proprio agio con gli altri e diminuire le situazioni di
equivoco e di conflitto.
Per raggiungere questo traguardo, il professor Citterio ci consegna
alcune parole di cui dobbiamo ricercare, in autonomia, il significato
su un dizionario. Abbiamo potuto verificare che spesso, allo stesso
termine, corrispondono più significati, alcuni dei quali sono concreti,
altri astratti o figurati (che stanno al posto di qualcosa) e altre volte
lo stesso termine assume un differente significato a seconda del
contesto in cui lo si usa. Alcune parole hanno un significato tecnico,
o d’uso comune.
Per comprende meglio ogni vocabolo ne ricerchiamo anche
l’etimologia che significa l’origine e la storia.
Infine, per comprendere bene ogni parola, formiamo una frase
d’esempio.
Le parole vengono poi confrontate in classe fra tutti noi e con l’aiuto
del docente, capiamo meglio come si collegano a ciò che stiamo
studiando, ad esempio una poesia, un racconto, un argomento di
antologia o letteratura.

Il professore ci ha chiesto, di fare un ulteriore approfondimento sul
fatto che ogni parola è legata alle altre, attraverso categorie di
significati.
Ognuno di noi ha scelto una parola fra quelle già analizzate nella
prima parte del lavoro che ho descritto sopra.
Realizzeremo una mappa con al centro la parola scelta e delle
frecce di collegamento della stessa con moltissimi termini, presi
prevalentemente dal nostro vocabolario di classe, ma anche da
altre fonti. Le parole dovranno essere collegate fra loro da reti di
significati.
Utilizzeremo anche un codice-colore ( ogni colore è collegato ad una
categoria o significato) per classificarle rispetto al significato e alle
categorie che ognuno di noi, guidato dal professore, troverà.

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SALA JACOPO

io ho scelto origine perché l’origine e l’inizio di tutto e la radice che collega tutto e la creazione della vita della terra e degli oggetti. non vi siete mai chiesti chi a inventato il pianeta ( ovviamente scientificamente) chi ha inventato l’universo, il cosmo. l’essere umano da chi è stato inventato. tutto questo è l’origine del mondo e nessuno sa perché chi e che cosa l’ha inventato. le mele, gli alberi, gli animali e le pietre nessuno sa chi l’ha creati. spesso ho pensato anche alla mia origine che  considero essere la mia nascita. io mi sono immaginato sempre una stanza dove uno o più individui riproducono le facce di altre persone,come se fossimo le loro opere d’arte di quegli individui come le opere di michelangelo, leonardo da vinci , giotto e altri grandi maestri. poi ho avuto paura della mia stessa vita perché mi sono sempre immaginato di essere in un film per esempio come in the truman show un film dove parla di quest’uomo che è nato vissuto in una scenografia senza sapere che non era la vita reale ma e tutta finzione questa e l’origine della paura dell’ignoto e niente vi lascio con il mistero dell’ origine… se penso alla mia origine devo pensare anche a quella dei miei genitori, dei miei nonni, dei miei bisnonni e avanti così.

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SIMAK SOFIA

Durante il corso di quest’ anno abbiamo svolto il lavoro de VOCABOLARIO PERSONALE. Per fare questo lavoro abbiamo dovuto comprare una piccola rubrica oppure un quadernetto che successivamente dovevamo dividere in base alle lettere dell’alfabeto. Il prof. Citterio ad ogni lezione ci ha assegnato due o tre parole di cui cercare il significato; però non dovevamo solo cercare il significato ma anche la categoria grammaticale (se è un nome, un verbo un aggettivo… se è maschile o femminile), l’etimologia e infine riflettere sul perché ci era stata assegnata quella parola. Per tenerci sempre al passo con la correzione di queste parole e per fare le liste che le contengono tutte sono stati anche scelti due incaricati del vocabolario personale: Sofia Simak e Stella Zanisi. Verso novembre, inoltre, abbiamo anche fatto una verifica su dieci vocaboli a scelta del professore. Come accennavo prima, sono state create delle liste contenenti tutte le parole sia in ordine cronologico sia in ordine alfabetico (un lavoraccio). All’inizio di marzo abbiamo cominciato il lavoro sul: “Planisfero delle parole”. Questo lavoro consiste nello scegliere una parola, che abbiamo cercato nel corso dell’anno, da usare come tema centrale del nostro planisfero, e poi collegarci tutte le parole cercate durante l’anno che, secondo noi, hanno a che fare con il nostro tema. Però non vanno collegate a caso, bisogna prima individuare delle parole chiave e poi a esse collegare tutte le altre suddividendole come meglio crediamo. Bisogna, poi, anche aggiungere l’etimologia della parola scelta come tema. Questo lavoro, prima, verrà svolto su un foglio del quaderno che sarà una brutta copia; poi dopo atri ulteriori miglioramenti verrà riportato su un cartellone e presentato a tutta la classe.

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SIMONESCHI ANDREA

Ho scelto questa parola perché molto spesso  noi ragazzi tendiamo a dubitare la nostra bellezza, soprattutto tra noi ragazzi ci sono molti casi in cui la bellezza conta sulle amicizie.

Ci sono due tipi di bellezze: interiore e esteriore, 

la bellezza interiore riguarda tutta la parte dei sentimenti, emozioni. Questa bellezza non si ottiene al contrario della bellezza esteriore, ma si deve conquistare, nelle amicizie magari si fanno buone azioni ci si comporta bene è questo che conta sulle amicizie, ed è questa la definizione di interiore.

La bellezza esteriore invece è più facile da ottenere,

tra noi ragazzi la bellezza è: avere le felpe firmate, far vedere la propria grandezza facendo brillanti, questa non è bellezza ma è SUPERBIA.

La bellezza esteriore è anche avere un aspetto fisico accurato e bello: capelli, occhi, fisico, faccia…

la bellezza si manifesta soprattutto nella famiglia e nelle relazioni.

La bellezza molto spesso influisce sul nostro carattere ed emozioni.

 

Ci sono stati molti casi di suicidio da parte di molti ragazzi giovani di 14/13 anni appunto perchè dubitavano sulla propria bellezza esteriore, ci sono stati altri casi dove i ragazzi sono andati in depressione, per fortuna con l’aiuto di esperti i casi diminuiscono però questo è un’esempio che la bellezza può essere dannosa, la bellezza è anche autostima in se stessi.

Concludo con scrivere che la bellezza può essere ottenuta da tutti.

 

SE SEI BUONO SARAI SUBITO BELLO.

 

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TRIPI EMANUELE

Dall’inizio dell’anno il nostro professore ci ha fatto cercare tutte le parole citate durante le lezioni e che non
conoscevamo. Le abbiamo riportate sul nostro vocabolario personale scrivendo la categoria grammaticale,
l’etimologia, il significato e costruirne un periodo.
Nelle ultime lezioni il professore ci ha mostrato come da una parola si può ricavare un emisfero di parole
diverse ma collegate tra di loro. negli esempi che ci ha mostrato, al centro si inserisce la parola scelta. Da
quella parola ne parte un’altra e poi una catena di tante altre parole.
Io ho scelto la parola famiglia perché per me è una parola molto importante. Ricorda in una parola le
persone che amo di più.
Da questa parola me ne sono venute in mente tantissime da collegare e mi sono reso conto di quanto sia
importante conoscere le parole e il loro significato.

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VALENTI CAMILLA

La lingua italiana è una lingua ricchissima che, però, spesso sottovalutiamo o non sappiamo come usare le sue parole.
Questi lavoro sul vocabolario personale e il planisfero delle parole che stiamo facendo è utile, anzi, fondamentale, per noi che, essendo ragazzi, non riusciamo a capire bene ancora il senso di questi lavori. A volte facciamo fatica a capire l’utilità di questo lavoro, che spesso è faticoso, però so che solo quando saremo più grandi ci renderemo conto che è stato un bene per noi. Saremo delle persone colte e libere. Libere di conoscere per sognare, pensare e continuare il nostro percorso delle vita nel modo migliore. Come si può capire le
parole chiave di questo concetto sono conoscenza e libertà.
La conoscenza può essere di diversi tipi:
1. Scolastica: ciò che si impara a scuola, in qualunque disciplina.
2. Umanistica o culturale: ciò che si impara fuori da scuola, visitando una città, un museo, facendo sport o dialogando con altre persone.
3. Emotiva: ciò che imparo dalle mie emozioni, da come reagisco ai diversi momenti in cui la vita ci impone, dalle mie esperienze personali, dai miei ricordi e da momenti di gioia e allegria piuttosto che quelli di tristezza e rabbia.
Di conseguenza, grazie alla conoscenza, le persone sono libere di pensare, di difendersi, di esprimersi come vogliono e di andare avanti a conoscere.
Il prof., in classe, ha fatto più volte questo esempio per rendere chiaro e comprensibile a tutti il concetto e lo scopo di questo lavoro che adesso può sembrare noioso: se
un pittore ha 100 colori sulla sua tavolozza è LIBERO di scegliere e di usare quello o quelli che vuole; invece, se ha solamente un colore NON E’ LIBERO di scegliere e utilizzare quello che vuole, deve usare per forza quel singolo colore. Quindi, per analogia, questo significa che: se ho un lessico ricco e conosco molte parole, sono libero di utilizzare quelle che meglio mi servono per esprimermi in base al concetto e alla situazione in cui mi trovo. Invece, se conosco poche parole e ho un lessico povero non sono libero di utilizzare ciò che voglio per farmi capire e stare nel mondo.
Significa anche che con un lessico ricco posso meglio comprendere quello che mi viene detto e le situazioni, anche più complicate.
Avere una buona proprietà di linguaggio aiuta anche a gestire meglio discussioni che rischiano di sfociare in fatti violenti. Perché, secondo degli studi, si arriva a situazioni di violenza perché non si hanno
parole a sufficienza per esprimersi e discutere e quindi, la conseguenza, può essere un conflitto.
Il lavoro sul vocabolario personale consiste nel cercare significato, categoria grammaticale ed etimologia di parole che in classe, quando il professore spiega, noi non conosciamo, infine creare un periodo di senso compiuto.
Il lavoro sul planisfero delle parole, invece, è importante per creare dei fili logici tra le parole che in precedenza abbiamo cercato e capire che da un singolo vocabolo si può
arrivare al collegamento di tanti altri per mezzo dell’analogia.
La lingua italiana è come un ponte che ci unisce, permettendoci di esprimere chi siamo e che cosa vogliamo. Fa da ponte, unisce le persone, consentendo loro di superare le differenze e di stabilire connessioni significative basate sulla comprensione reciproca e sulla
condivisione di esperienze. Perciò,
approfondire e valorizzare la lingua italiana è fondamentale per costruire relazioni e stare nel mondo.
La lingua italiana è molto vasta tanto che non si finisce mai di impararla, infatti, la lingua si evolve insieme al mondo senza perdere la sua unicità.

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VALENZA BIANCA

Creare un vocabolario personale rappresenta un viaggio straordinario nel mondo delle parole, un’immersione profonda che va oltre la semplice memorizzazione di termini. Il nostro professore di italiano ci ha guidato attraverso questo percorso affascinante, chiedendoci di annotare le parole sconosciute e le loro etimologie. Questo esercizio non è stato solo un modo per arricchire il nostro vocabolario, ma ha anche aperto le porte alla comprensione delle radici storiche e culturali delle parole che usiamo quotidianamente.
Ora, con un insieme significativo di parole raccolte, ci è stato assegnato il compito di creare una mappa, una rappresentazione visiva delle connessioni tra queste parole. Nel cuore di questa mappa, dobbiamo scegliere una parola che diventerà il fulcro delle nostre riflessioni e delle connessioni che tracceremo. Questo processo ci ha spinti a esplorare le intricate relazioni semantiche tra le parole, cogliendo i legami che si intrecciano tra concetti apparentemente distanti.
La parola centrale che sceglieremo diventa un punto focale per la nostra mappa, una decisione che richiede riflessione. Ogni parola che collegheremo ad essa avrà una sua storia unica, un significato che si intreccia con gli altri come fili invisibili che tessono la trama del nostro vocabolario personale.
In questa mappa, non solo vedremo relazioni logiche tra le parole, ma anche connessioni emozionali e personali. Ogni scelta di parola sarà permeata dalle nostre esperienze individuali, dalle memorie e dalle associazioni che abbiamo con quei termini. Ciò aggiunge un elemento intimo al processo, trasformando la mappa in un riflesso non solo del linguaggio, ma anche della nostra identità e della nostra prospettiva unica sul mondo.
Attraverso questo progetto, impariamo che il linguaggio è un tessuto connettivo che collega non solo le parole, ma anche le persone e le culture. La mappa diventa quindi un simbolo della nostra capacità di esplorare e comprendere il mondo attraverso il filtro delle parole che scegliamo di utilizzare. Ci invita a considerare il potere delle parole nel plasmare il nostro pensiero e nel creare ponti tra le esperienze umane.
Nel corso di quest’anno, abbiamo non solo arricchito il nostro bagaglio lessicale, ma abbiamo anche acquisito una consapevolezza più profonda del linguaggio come veicolo di espressione e comunicazione. La creazione di questa mappa rappresenta il culmine di un percorso educativo che va oltre la memorizzazione meccanica delle parole, abbracciando la complessità e la bellezza intrinseca della lingua italiana.

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VARALLO PIETRO

Quello de vocabolario personale, è stato un lavoro per ampliare la nostra psiche con parole a noi sconosciute o che sapevamo il significato della parola ma non l’etimologia dal latino o greco… grazie al prof noi alunni di 2^B abbiamo allargato il nostro vocabolario di parole.

Il prof Citterio ci ha fatto ragionare sull’etimologia e il significato di ogni parola che ci faceva cercare.

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VILLA MIRKO

Ho scelto la parola CONSAPEVOLE, che abbiamo cercato in  classe, per via della nostra poca consapevolezza e il poco rispetto  che mostriamo in classe. Per me questa parola è molto importante  perché nella nostra vita, dobbiamo essere spesso consapevoli di  ciò che facciamo e diciamo, lo siamo anche quando capiamo quello  che ci viene detto e siamo in grado di rispondere. 

Per questo ho scelto la parola consapevole. Il nostro lavoro sul  vocabolario personale mi è molto d’aiuto, per comprendere il  significato delle parole, è molto importante cercare l’etimologia delle  parole che ci serve a capire da dove derivano e la storia che hanno  dietro e per affinare il pensiero e lo svolgimento delle vicende.

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ZANISI STELLA

Dall’ inizio dell’anno abbiamo cercato sul nostro vocabolario personale tutte le parole di cui non conoscevamo il significato. Per ogni parola dovevamo cercare l’etimologia, la categoria grammaticale, il significato e per finire dovevamo creare una frase contenente quella parola.

Secondo me è importante ampliare le proprie conoscenze sul significato delle parole che non conosciamo perché è utile, magari , quando parli con un adulto e inizia a usare termini molto complessi, cosa che è capitata a me ma penso anche ad altre persone.

Alla fine ognuno di noi doveva scegliere una parola che avevamo cercato per poi metterla su un cartellone e fare dei collegamenti con altre parole che abbiamo sempre cercato.

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ZANOTTO MATTEO

Secondo me il Planisfero Delle Parole e il Vocabolario personale sono dei lavori utili, anzi, utilissimi per i ragazzi perché abbiamo delle vere e proprie lacune a livello di conoscenza e il primo passo al sapere e alla luce è proprio capire di cosa si parla di cosa si ascolta in televisione alla radio ma come possiamo farlo senza sapere cosa significati, ad esempio limare, io l’ho imparato grazie al prof. Citterio e secondo il  mio parere dovrebbe esserci un prof. così in tutte le scuole al mondo, in questo modo non ci sarebbe solo  l’illuminismo di 400 anni fa ma anche uno nuovo nel 2024.

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CONCLUSIONE

 

“Il planisfero delle parole, una mappa per veri avventurosi ”
Prof. Marco Citterio

La parola non è mai solitaria. Se non mi credete fate questo esperimento: provate a scrivere un vocabolo, il primo che vi viene in mente, al centro di un foglio. Potrebbe essere un sostantivo astratto, come Speranza o Libertà, oppure concreto, come Natura. Se non avete carta e penna o un computer tra le mani, potete chiudere gli occhi e sarà sufficiente immaginare.
Dopo questa prima semplice operazione, si verifica sempre un fenomeno curioso e che, personalmente, mi stupisce ogni volta. Tempo pochi minuti e quelle lettere – anche se ci sforziamo in tutti i modi di fare il contrario – ci hanno già sollecitato un pensiero che si traduce in una seconda parola.

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Questa seconda parola, per analogia o anche per contrasto, ci ha già fatto venire in mente un terzo e un quarto vocabolo. Potenzialmente questo esercizio può durare ore e giorni perché ogni termine introdotto ne attrarrà di nuovi, legati ai nostri ricordi oppure alle nostre esperienze o alle nostre conoscenze. In men che non si dica, la nostra prima parola è in ottima compagnia, circondata a est, ovest, nord e sud da vari e numerosi vocaboli. Impossibile dunque pensarla sola: ogni parola si nutre e amplia il suo senso nel rapporto con le altre.
Quale è il risultato di questo esperimento apparentemente elementare ma alla base di molti processi creativi? Una sorta di planisfero terrestre o astronomico in cui la parola originale – posta al centro proprio come un sole o il pianeta di un altro sistema – ha generato intorno a sé decine, centinaia, migliaia di costellazioni che si attraggono, si respingono, si

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intrecciano e, talvolta, collidono.
Gli alunni di seconda B si sono cimentati in questo esercizio, scoprendo – mi auguro con stupore pari al mio! – che la stessa parola, come Desidero o Rispetto, può generare infinite combinazioni di senso, espandendosi nello spazio, fisico o mentale, in disegni unici, irripetibili.
Ci siamo sforzati di avere cura delle parola, avere cura della persona: non si tratta solo di finezze linguistiche, non è solo questione di farsi capire, ma di riuscire a comunicare l’autenticità dei nostri pensieri e dei nostri sentimenti. Rinunciarci significa rinunciare a un mezzo che coglie le sfumature della nostra immaginazione, dei nostri desideri o speranze: la possibilità di esprimere meglio un nostro giudizio, una nostra ipotesi, un nostro pensiero. In breve, rinunciare a essere più liberi.
Perché tramite le varie sfumature, ogni persona può esprimere anche le profondità della sua anima. Proviamo a

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pensare a un fabbro, a un pittore, a un artigiano cui si tolgano alcuni arnesi del mestiere. Certo riusciranno a eseguire la loro opera, a fare il proprio manufatto, ma sarà inevitabilmente più povero, meno bello. Dice Octavio Paz, premio Nobél della letteratura nel 1990: “Una città inizia a corrompersi quando si corrompe la grammatica, il linguaggio”. Impoverendo il linguaggio, rendiamo ineluttabilmente anche più povera la nostra anima: essa, non avendo più tutti gli strumenti per esprimersi compiutamente, si farà terra più arida.

Per comporre planisferi bellissimi come quelli che state vedendo, gli studenti hanno studiato sodo e sono riusciti a incrementare di molto la quantità e la qualità del loro vocabolario personale. Ora sanno, per esempio, che la parola Psiche deriva dal greco Ψυχή ovvero “soffio”, respiro vitale e che Persona è una voce di origine probabilmente etrusca e significa “maschera”. Dopo questa scoperta, è

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stato naturale per gli alunni mettere in relazione questi due termini, in apparenza distanti, che invece ci ricordano che noi esseri umani abbiamo una interiorità che, spesso o talvolta, preferiamo nascondere indossando delle maschere.
Abbiamo individuato tre finalità, didattiche e umane, principali: la prima è di carattere linguistico (le etimologie, la storia della parola e della lingua, l’arricchimento lessicale); la seconda finalità possiamo definirla di tipo umanistico e sentimentale: infatti dietro al significato o all’etimologia si nasconde la spiegazione di un nostro comportamento o una sfumatura del nostro carattere ad esempio. La terza finalità è di tipo cognitivo: un esercizio costante di meditazione e di logica, costruzione del pensiero, ragionamento.
Potrei soffermarmi su ciascuno di questi planisferi per sottolineare la finezza di certi accostamenti o la preziosità di alcuni vocaboli, ma preferisco non rovinarvi il piacere della lettura. Se amate invece le sfide, smettete di leggere e

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provate subito a cimentarvi con la vostra prima mappa linguistica: sarà l’inizio di una appassionante avventura nel mare magnum delle parole.
La parola lacera e ferisce certo, ma spesso è una scialuppa in un mare in tempesta; il filo che ci conduce fuori da qualsiasi labirinto. Essa cuce e ricuce, tesse, cura, guarisce, salva.

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Bibliografia

 

– I pensieri, i sentimenti, l’impegno, i ragionamenti degli alunni di 2B
– G. Devoto, “Avviamento all’etimologia italiana- Dizionario etimologico”, Le Monnier, 1968.
– D. Hofstadter, “Superfici ed essenze. L’analogia come cuore pulsante del pensiero”, Codice, 2015.
– G. Lakoff, M. Johnson, “Metafora e vita quotidiana”, Bompiani, 2004.
– E. Borgna, “ Le parole che ci salvano”, Einaudi, 2017.
– Isidoro di Siviglia, “Etimologie o Origini”, Utet, 2004.
– www.treccani.it
– P.Florenskij, “Il valore magico della parola”, Medusa, 2003.
– A. Marcolongo, “ Alla fonte delle parole”, Mondadori, 2019.
– G. Rodari, “Grammatica della fantasia. Introduzione all’arte di inventare storie”, Einaudi, 2013.
– A. Moro, “Parlo dunque sono”, Adelphi, 2012.
– R. Casati, “Contro il colonialismo digitale. Istruzioni per continuare a leggere”, Laterza, 2013.

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RINGRAZIAMENTI

Grazie al nostro prof Citterio, che con un singolo lavoro, è riuscito a insegnarci ma allo stesso tempo anche a farci divertire.

Grazie per tutta la sua pazienza, che ci accompagna fin dall’inizio dell’anno  e che speriamo ci accompagni anche l’anno prossimo.

Ma soprattutto, lo ringraziamo per essere un prof che sa comprenderci e che è capace di scherzare con noi.

Grazie prof!

Da tutta la 2^B

 

 

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