UF LA PROFESSIONE DELL’OPERATORE DI SALA by Christian - Illustrated by Christian Mantovani - Ourboox.com
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UF LA PROFESSIONE DELL’OPERATORE DI SALA

by

Artwork: Christian Mantovani

  • Joined Nov 2020
  • Published Books 3
IL CAFFE ‘

Questa antica bevanda nervosa proviene dall’Etiopia, più precisamente dall’altopiano di
Kaffa, che risale intorno al 1700. Deve il suo nome proprio al luogo dove è nata (“Kaffa” -Caffè). Un giorno il
pastore islamico Kaldi portò come ogni mattina le capre al pascolo sull’altopiano della città.
Quella mattina Kaldi decise di cambiare rotta e pascolare con le sue pecore nella zona ad
ovest dell’altopiano; in quell’area sorgevano grandi quantitativi di bacche rosse selvatiche e,
considerata la loro visibilità, le pecore non potettero che non notarle. Cosi ne strapparono
dai fusti qualche chicco e ne sintetizzarono anche l’azione stimolante contenuta nella
caffeina.Bastarono pochi minuti per rendere le bestie molto arzille e, a quella visione, il
pastore decise di abbrustolire nel fuoco qualche bacca per pura curiosità. Creò con esse una polvere
che infuse in acqua calda, dando vita così al caffè arabo, utilizzato per tenere svegli gli
islamici in preghiera. La diffusione di questa bevanda fu immediata, tranne nei paesi
cristiani-cattolici dove codesta venne bandita e vietata dal clero perché considerata la
bevanda dell’Islam, “preparata dalle mani del demonio.” Nel Medioriente si diffonde nel ‘400,
nel’ 500 sbarcò per la prima volta a Venezia, dove da poco il clero ne consentì il consumo
data la sua bontà e prelibatezza.Nel 1700 arrivò in Francia, a Parigi bere un caffè al bar per gli intellettuali d’epoca era l’occasione giusta per conversare e condividere le proprie idee filosofiche.
Nel 1800 arrivò in Inghilterra e proprio qui
nacque il Coffee House. Tornò infine nel ‘900 a Torino, ai tempi soprannominata “capitale del
caffè”  per l’invenzione della prima vera e propria macchina in grado di produrre in meno di
un minuto un singolo caffè Espresso.

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Qual è la storia del caffè?

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IL SANDWICH

Nella famosissima terra Britannica di Sandwich, per circa quindici anni visse nella metà del ‘700 il
conte John Montagu con le sue due mogli e sei figli; golfista professionale e temutissimo giocatore di
carte. Un giorno fece una bizzarra richiesta allo chef, che preparò per lui dell’ottimo Rose
beef. Le  chiese se fosse possibile inserire le fettine di carne all’interno del pane morbido,
permettendo di giocare contemporaneamente alla carta.
Lo chef, di fronte a tale richiesta rabbrividì e, non potendo certo contraddire il
conte creò questo panino ricco di carne e succose salse speziate. Così nacque il sandwich, il nome
derivò appunto dalla terra natale ed i cittadini in preda alla curiosità vollero subito provare questo panino a
loro sconosciuto.

Oggi il più famoso è il Club Sandwich a base di tacchino.

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Club sandwich -

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FIOCCHI DI MAIS

Nel lontano 14 aprile del 1894, un medico di 42 anni del Michigan cuoceva del mais per preparare una minestra all’interno della sua struttura sanitaria. Improvvisamente
avvisarono il dottore e suo fratello di un’emergenza nel reparto di idroterapia e dovettero cosi
lasciare scoperte le mansioni da loro svolte. Risolta l’urgenza che richiamò l’attenzione dei medici, essi si
recarono nelle rispettive postazioni, dove il 42enne stava preparando la zuppa. Al suo ritorno in
cucina trovò il mais scotto e, n on avendo la possibilità economica di gettare la materia prima, 
pigiarono il mais ottenendo una “sfoglia” frantumata e poco uniforme.Cosi nacquero questi cereali con il nome di flex, date le sembianze apparentemente simili a quelle di una foglia. Oggi sopranominati CornFlakes. Per rendere questa creazione ancor più gustosa si decise di accompagnarla con del latte fresco all’interno del grande tazzone in grado di soddisfare il palato mattutino di tutti i pazienti della struttura! 

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I fratelli Kellogg: la storia del benessere nella tua ciotola di cereali - CNN

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INSALATA LA CAESAR

La caesar salad è un’insalata di lattuga servita in accompagnamento con pane fritto, maionese e
salsa Walcestern,  aceto, pepe, parmigiano e delle volte, servita in alternativa con acciughe, pancetta,
pollo arrostito o gamberi. Essa nasce in Messico nel 1924 dall’inventore Cesare Cardini, nel suo
ristorante italiano a Tijuana, confinante tra Messico e Sud America. Cesare nacque in
Piemonte nel 1896, diventò poi negli anni di carriera un rinomato chef, lavorando nel suo ristorante
a San Diego. Nel tempo scoprì che al confine di stato era possibile acquistare e commerciare qualsiasi tipologia di bevanda alcolica, che avrebbe portato al suo locale un maggior rendimento economico. C osi, pochi anni dopo, si
trasferì a nord. In quel tempo la cucina italiana ebbe modo di diffondersi in varie parti del mondo
e diventare una delle più apprezzate a livello internazionale. Una sera, nel lontano e sfocato 1924,
Cardini trovò davanti a sé una sala ristorante colma di gente desiderosa di assaggiare pietanze
gustose dalle origini italiane. La folla fu così tanta che lo chef rimase a metà serata senza scorte
alimentari, tra cui carne e pesce e, data la presenza di noti intellettuali d’epoca, non poté lasciare i
tavoli vuoti. C osi, decise di inventare una nuova ricetta, che prevedeva l’abbinamento di una
maionese a tripla cittadinanza a base di succo di limone di Californiano, uova messicane e aceto di vino
bianco Italiano con delle foglie di lattuga. Aggiunse poi per insaporire il piatto salsa Worcester con
aglio, sale e pepe; Servì infine questa grottesca insalata con del pane tostato e del Parmigiano. Lo
chef, non sapeva di aver appena creato una pietanza che da lì a poco, si sarebbe diffusa in tutto il continente
per la sua bontà e diversificazione dai piatti comuni. Da quella sera, il piatto prese il nome di Caesar
Salad (l’insalata di Cesare). Arrivò nel ’35 a Los Angeles e così Cardini decise di consentirne  la rivisitazione e preparazione del piatto in tutto il mondo.

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La storia della Caesar Salad Breve storia del cibo: chi ha inventato la Caesar Salad? | Come funzionano le cose

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LE PATATINE FRITTE

Questa portata molto prelibata, deriva dall’America centrale, più precisamente da uno paesino tra la Bolivia e il Perù, popolato dai Conquistadores. Le patatine arrivano in Europa nel 1492, ma vennero cucinate solamente due secoli dopo, vista l’incapacità nel cucinarle. Dalla fine del 1700 le patate vengono fritte. Prima tagliate a fette sottili, poi a bastoncino. L’origine di questo tipo di lavorazione è poco nota, non si capisce bene se fossero i Belgi oi Francesi ad averla diffusa. I belgi erano soliti a friggere i pesci pescati nel Mosa ma, durante l’inverno, quando il fiume ghiacciava, essi tagliavano le patate a forma similare e le friggevano nell’olio per ricordarne le sembianze ittiche. I francesi ritengono che sia per merito di Antoine Parmentier se le patate vennero coltivate in
Francia. Egli fece  credere al popolo che la patata fu un alimento nobile e ricercato e cosi, le fece coltivare nel giardino del re per incrementarne il consumo. Alla metà dell’Ottocento, negli USA (Saratoga Springs), Moon’s Lake House, u n cuoco afroamericano (George Crum) decide di tagliare le patate in foglie finissime perché un cliente lamentava il fatto che fossero troppo spesse. Prima di servirle, mise sulle patate una quantità eccessiva di sale, pensando di rovinare il piatto. Egli invece apprezzò molto la pietanza, cosi che divenne uno  

           dei piatti migliori locali.

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Il trucco delle patatine fritte perfette | Racconti di Cucina

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LA COCA-COLA

Nel lontano 8 maggio del 1886 ad Atalanta, Georgia, il farmacista Pemberton, inventa la Wine Coca, uno sciroppo per il mal di testa in grado di contrastare la stanchezza a base di vino e foglie di coca; commercializzato a soli 5 centesimi al bicchiere. La preoccupazione  di questo medicinale era il suo contenuto alcolico, poco salutare ed apprezzato, che venne sostituito da lì a poco da un estratto dalle noci di cola, antica pianta tropicale. Il prodotto finale fu una dissetante bevanda gassata, non solo venduta come medicinale ma anche come bibita. Oggi nominata coca-cola e commercializzata con le scritte maiuscole delle due iniziali. Prima veniva venduta sfusa, all’interno di bicchieri, nei chioschi. In farmacia acquistabile sotto forma di sciroppo, mentre negli alimentari accessibile come bevanda fresca.  Nel 1916 Per rendere la bevanda trasportabile si pensò di creare bottiglie di vetro (facilmente
impugnabili e riconoscibili).

 Durante la seconda guerra mondiale vennero costruiti impianti di imbottigliamento all’estero per
garantire la coca – cola a tutti i soldati, che conferiva loro la giusta dose di energie e zuccheri che servivano sul campo di battaglia.

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Lo Storytelling di Coca-Cola | StrutturaFine

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LA BIRRA GUINNESS

Il cereale Orzo, ingrediente fondamentale per la produzione di birra, vide per la prima volta la sua coltivazione in Mesopotamia, da parte dei Sumeri oltre 5000 Anni fa.

Fu per eccellenza la bevanda più diffusa anche in Egitto, che concorreva con il vino, meno diffuso per la scarsa adattabilità

della vite al clima.

Nei paesi come Grecia e Roma da parte degli Etruschi;

contrariamente all’Egitto, in queste zone meno aride il vino fu il.

Nel nord Europa si cimentavano le maggiori produzioni di birra,

che nel tempo rimasero invariate.

Nel medioevo questa bevanda subì un cambiamento radicale;

nella sua preparazione venne aggiunto da parte dei Monaci, il luppolo, escrescenza femminile di una pianta a fiore rampicante, tipica delle isole britanniche.

Nel 1759 a Dublino st.James’s Gate, nasce una birra scura, quasi nera, con schiuma chiara e cremosa, dal sapore intenso, la Guinness.

Il famosissimo Mastro birraio Arthur Guinness, a metà della sua carriera decise di affittare per 45 ₤ al mese un vecchio capannone di circa 9000 anni, e da li a poco cominciò al suo interno a produrre birra artigianale.

Negli anni a seguire questa birra, per le sue caratteristiche sensoriali prese il nome di “birra popolare” = Porter “facchino del porto” – Stout “tenace”, robusta.

L’origine di questa birra è piuttosto confusa; c’è chi sostiene che a causa di un incendio, si bruciò il malto conservato nei magazzini. Per non buttare il cereale, Guinness realizzò una birra dal malto tostato e dal sapore ottimale.

Nella seconda versione si sostiene che la birra scusa nacque a Londra quando il re Carlo II disse di utilizzare il malto bruciato in un incendio e di dare la birra gli operai del porto. Nel 1831 il magazzino di Guinness divenne il più grande d’Irlanda;

nel 1914 il più grande del mondo.

Pensate che oggi si consumano più di 2 miliardi di pinte, a Dublino se ne contano oltre 10.000 in ogni fine settimana.

Essa si classifica in base a gradazione alcolica, colore del malto, temperature di servizio, filtraggio, ecc.

In Italia la birra più consumata è quella da 4,5 gradi, la più esportata è da 7,5 gradi.

 

 

 

 

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Guinness (azienda) - Wikipedia

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EST!EST!EST!

E’ un vino bianco medioevale, nato a Montefiascone, nel Lazio. La storia narra che un vescovo amante del buon vino manda il suo coppiere alla ricerca di un luogo dove bere il vino buono. L’accordo era scrivere sulla porta “est”, cioè “c’è” che stava a significare che li c’era il vino buono. A Montefiascone lo scrive per tre volte, da qui il nome est, est, est!

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FILU E FERRU

Vino sardo, questo nome perché in tempo di guerra i soldati sotterravano le bottiglie mettendo un filo di ferro nel tappo di sughero in modo da ritrovare le bottiglie più facilmente.

 

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DONNAFUGATA

Il Donna fugata è un vino bianco siciliano, chiamato così perchè la storia volle che una regina scappò dalla Campania e si recò presso la regione Sicilia e si stabilì nelle zone vinicole.

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IL GALLO NERO DEL CHIANTI

Il Chianti è un vino rosso della Toscana, ha come simbolo un gallo nero perché Siena e Firenze si contendevano la zona del Chianti, per decidere a chi dovesse appartenere questa terra, proposero una sfida che consisteva in una corsa tra cavalieri, uno Fiorentino, uno Senese, che dovevano partire al mattino al canto del gallo e il luogo di incontro doveva segnare il confine tra le due province. I Fiorentini possedevano un gallo nero a cui non diedero da mangiare, i Senesi invece, ne possedevano uno bianco al quale diedero da cibarsi in abbondanza. Per fame cantò prima il gallo nero che fece partire prima il cavaliere Fiorentino, così che la zona vinicola del Chianti si aggiudicò a Firenze.

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VINO DEGLI ABISSI

Il vino degli abissi è un vino invecchiato in mare a circa 60 metri di profondità perché persistono condizioni climatiche ideali, il buio non ossida il vino, a soli 15 gradi. Si effettua un remuage naturale, cioè la bottiglia viene costantemente cullata dalle onde e la pressione fa si che non ci sia scambio di ossigeno tra l’interno e l’esterno. Il luogo dove vengono messe a riposare le bottiglie è la Baia del Silenzio di Sestri Levante. La prima prova fu fatta circa più di venti anni fa.

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VINO IN ALTA QUOTA

Vino prodotto a circa 2600 metri di altezza sul Monte Bianco, nel rifugio Monzino Cantina, il più alto d’Europa. La prima fermentazione viene effettuata in cantina, la seconda nel ghiaccio per il collo, per poter concludere le fasi di produzione con il rabbocco, le bottiglie vengono colmate. Il vitigno cresce a circa 1000 metri di altezza. Annualmente si producono solamente 100 bottiglie.

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NEGRONI

Questo drink nasce più di 100 anni fa, nel 1919; il conte Camillo Negroni, al suo ritorno a Firenze, dopo aver girato gran parte dei paesi nel mondo, si fece preparare dal suo barman Fosco Scarselli questo drink a base di Vermut, Bitter e Gin. Diventò così noto ed importante perché rese famosa l’Italia per la miscelazione. Viene preparato nel bicchiere Old Fashioned, raffreddato con ghiaccio, si aggiunge il Vermut, un vino liquoroso Piemontese, infuso di erbe, droghe, spezie con alcol e zucchero. Dopodiché di aggiunge il Bitter Campari, Gin e si raffredda il cocktail con altro ghiaccio. Inizialmente si aggiungeva gin Londinese, ai tempi l’unico in commercio.

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NEGRONI SBAGLIATO

Drink preparato in bicchiere Tumblr basso a base di Prosecco, Vermouth rosso, Bitter classico. Si versano i 3 ingredienti nel bicchiere freddo partendo dal Prosecco, infine si aggiunge ghiaccio e si mescola. Guarnish finale con fettina di arancia. Nasce alla fine degli anni ’60 al bar Basso di Milano, dove per sbaglio venne sostituita la bottiglia di Prosecco con la bottiglia di Gin e che sostituì la ricetta classica del Negroni, diventando così simbolo del locale, icona dell’aperitivo Italiano.

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