LA NASCITA DI CIPI ‘
Sul tetto di un palazzo c’era un nido con all’interno una passera che covava le sue tre uova.
Un giorno di primavera nacquero tre uccellini, uno di loro faceva di continuo uno strano verso: “Cipì, cipì, cipì !!!” Così la mamma lo chiamò proprio Cipì.
Cipì era molto curioso e voleva esplorare il mondo che lo circondava, la mamma gli impediva di uscire dal nido per non mettersi in pericolo ma Cipì spesso le disubbidiva.
IL BUCO FONDO E NERO
Un giorno Cipì approfittò che la mamma non c’era e uscì dal nido. Cominciò a saltare su un comignolo ma ad un certo punto gli scivolò una zampa e cadde dentro al buco fondo e nero arrivando giù nel camino di una casa.
Dei bambini lo videro e lo catturarono.
Prima lo misero dentro ad una gabbietta poi gli legarono un filo alla zampetta e quando cercava di spiccare il volo lo tiravano a terra.
Ad un certo punto i bambini litigarono, così Cipì riuscì a liberarsi e a volare dalla sua mamma che lo chiamava disperata.
CIPI’ SCOPRE IL MONDO
Grazie a questa brutta avventura Cipì imparò a volare, poco tempo dopo anche i suoi fratellini, così la mamma li accompagnò a vedere cosa c’era intorno al tetto in cui erano nati: il grande albero fiorito e le api che ronzavano intorno, il nastro d’argento che scorreva in mezzo ai prati. Fu proprio qui che incontrò Margherì, una timida margheritina che lo salutò mentre Cipì si asciugava dal bagnetto appena fatto. Si presentarono, diventarono amici e Cipì le promise di andare a trovarla per raccontarle quello che vedeva e le belle notizie della sua vita.
IL GATTO
La mamma raccontò ai suoi piccoli di fare molta attenzione all’animale dagli artigli invisibili. Cipì, che era molto curioso, voleva vedere se era vero perché lui non ci credeva.
Un gatto stava proprio dormendo sotto ad un fico e Cipì salì su un ramo sopra di lui, il gatto, quando lo vide arrivare, finse di continuare a dormire. Cipì voleva vedere bene gli artigli, così si avvicinò e quando fu abbastanza vicino, il gatto gli saltò addosso ma riuscì solo a strappargli le penne della coda.
Cipì riuscì a salvarsi per un soffio.
LA FUCILATA
Cipì, insieme ad altri passeri, stava mangiando i chicchi di grano in un campo, quando all’improvviso arrivò un uomo con un tubo luccicante.
Molti uccelli volarono via spaventati ma Cipì che non aveva paura, rimase lì con alcuni passeri e una passeretta. L’uomo puntò il fucile e sparò: un uccellino rimase ucciso mentre la passeretta rimase ferita ad un’ala.
Cipì si sentì in colpa per quello che era successo e si prese cura di lei.
Si rifugiarono dentro ad un cespuglio e giorno dopo giorno Cipì le portò cibo, acqua e le fece compagnia.
LA RICERCA DEL NIDO
Dopo pochi giorni Passerì iniziò a muovere l’ala, ad uscire dal caspuglio e fare i primi voli.
Cipì e Passerì decisero di fare insieme una casetta di piume, così si misero alla ricerca del posto migliore.
A Passerì sarebbe piaciuto costruirlo vicino al nastro d’argento ma Cipì disse che era troppo pericoloso, allora Passerì propose di farlo sul ciliegio ma anche questo posto non andava bene perchè c’era troppo baccano.
Poi Cipì capì qual era il posto giusto per loro.
Cipì guidò Passerì al tetto del palazzo dove era nato lui: lo potevano costruire sotto una tegola, dalla parte opposta a quella del suo vecchio nido.
Lì era sempre possibile vedere Palla di fuoco dall’alba al tramonto.
Si misero così subito al lavoro.
IL TEMPORALE
Un brutto giorno i venti litigarono, le nuvole nel cielo diventarono grigie grigie, lanciando lampi e fulmini.
Cipì vedeva che alcuni uccellini per la paura provavano a scappare dal tetto per raggiungere il bosco, Cipì gli disse di non uscire dalle tegole ma loro non lo ascoltarono.
Purtroppo Cipì aveva ragione perchè poco dopo dalle nuvole scese una forte pioggia e anche la grandine.
Si scatenò un forte temporale e gli uccellini che provarono a volare via dal tetto morirono tutti.
Per fortuna Cipì e Passerì rimasero al sicuro sotto la loro tegola.
Dopo diverse ore Palla di fuoco riuscì a mettere ordine in cielo, con i suoi raggi illuminò le povere vittime cadute sui prati e creò un arco con meravigliosi colori.
LA NASCITA E LE VISITE
Un giorno mentre Passerì covava le uova, sentì CRIC CRIC, alzò l’ala e vide che si erano schiuse tutte e tre le uova.
Erano nati tre piccoli uccellini !!!
Cipì per la felicità volò via dal nido ad annunciare la nascita dei suoi piccoli. Si ricordò subito di Margherì, la sua amica del prato, ma non la trovava, poi sentì una vocina che lo chiamava. Era passata la macchina che taglia l’erba e Margherì stava morendo, riuscì solo a darle la bella notizia, poi l’amica spirò felice di aver saputo che Cipì era diventato papà. Gli chiese di insegnare ai suoi piccoli di amare le cose care e belle della vita.
Cipì provava sentimenti opposti: da una parte, una grande felicità per la nascita dei suoi piccoli ma dall’altra, una profonda tristezza per la perdita della cara amica.
Intanto al nido erano iniziate le visite: la prima fu Mamì che voleva vedere i suoi meravigliosi nipotini poi arrivarono tutti i passeri del tetto, anche la passera più vecchia che aveva messo al mondo ben tre dozzine di uova.
Finite le visite, Cipì entrò nel nido da Passerì, accanto ai piccini e tutti abbracciati si addormentarono.
UN PERIODO DIFFICILE
Da qualche tempo Palla di fuoco era pallido, faticava a farsi largo tra le nuvole e non scaldava come una volta.
Le rondini stavano partendo per i Paesi caldi mentre il vento staccava le ultime foglie gialle.
Cipì e gli altri passeri cercarono riparo vicino ai comignoli che facevano uscire il fumo caldo, si stavano preparando per un periodo difficile perché avrebbero fatto fatica a trovare il cibo.
Un mattino dalle nuvole fitte fitte come pecoroni iniziarono a scendere delle piccole farfalle bianche, i primi a vederle furono i figli di Cipì che si divertivano ad acchiapparle in volo.
Ben presto tetti, campi, alberi furono tutti coperti da un manto bianco, i passeri volavano da una parte all’altra ma non trovavano più cibo e avevano sempre più fame.
IN CERCA DI CIBO
L’inverno fu un periodo molto duro per i passeri perché il cibo scarseggiava.
Un giorno furono avvistati dei chicchi di grano sotto il portico di una casa, però era un tranello. Cipì provò ad avvertire gli altri passeri a non andare a beccare ma alcuni, spinti dalla fame, non riuscirono a resistere così vennero catturati con una gabbia e uccisi.
Dopo qualche giorno i passeri decisero di andare a vedere in un pollaio se c’era qualcosa di buono da mangiare.
Guardarono che non ci fosse pericolo, poi Cipì escogitò un piano che permise a tutti i passeri di beccare a turno almeno una volta.
Qualche tempo dopo un passero vide un boccone giallo in mezzo alla neve, era stato messo lì dall’uomo per ingannare i passeri, infatti nascosta sotto c’era una trappola con la molla che uccise un passero troppo affamato.
Alla fine quasi metà dei passeri del tetto di Cipì morì.
IL SIGNORE DELLA NOTTE
Sul tetto di Cipì da un po’ di tempo i passeri più giovani andavano via da casa verso sera mentre li vedevano parlare con due stelline.
Passerì raccontò a Cipì che di fronte a loro c’era la casa del signore della notte. Un uccello molto vecchio e saggio, con grandi occhi, un becco uncinato e ali larghe che si nutriva dei raggi della luna, dava consigli agli altri uccelli e li proteggeva.
Questa storia non convinceva Cipì così iniziò a fare domande in giro.
Una sera Cipì vide con i suoi occhi qual era la verità.
Improvvisamente apparvero due stelline luminose e scintillanti che parlavano con voce gentile per attirare verso di sé gli uccellini.
Passerì capì che non si trattava di stelline ma di occhi parlanti, infatti dietro si vedeva un’ombra: era il signore della notte.
In quel momento due uccellini si avvicinarono alle luci, Cipì non fece in tempo a fermarli che loro avevano già spiccato il volo e vennero afferrati da due potenti artigli poi le luci si spensero.
Il giorno dopo Cipì raccontò a tutti i passeri del tetto ciò che era accaduto perché stessero in guardia. Le mamme dei due uccellini si disperarono mentre alcuni non credettero alle sue parole.
LA PROVA
Passerì consigliò a Cipì di cercare delle prove per convincere tutti i passeri del tetto che il signore della notte era pericoloso.
Allora chiesero alla luna di dargli una prova, essa gli disse che il signore della notte era suo amico e non lo voleva tradire. Il sole non lo conosceva, le nuvole non potevano fermarsi per aiutarli ma gli consigliarono di chiedere al vento. Così si rivolsero a lui che gli promise di dargli una mano una volta finito il suo lavoro.
Ormai l’inverno era finito, il sole aveva ripreso energie e il cielo era sgombro di nuvole e il vento non si dimenticò della promessa fatta.
Intanto Cipì aveva radunato tutti i passeri davanti al buco del signore della notte.
Il vento si infilò dentro con forza e trascinò fuori quel che c’era: piume, ossa…
Finalmente i passeri credettero a Cipì e decisero di fare un patto per costringere il signore della notte ad andarsene.
Vennero stabiliti dei turni per controllare che nessuno uscisse più di notte.
Alla dodicesima notte il mostro, sfinito per la fame, uscì dal buco e se ne andò per sempre.
LA LIBERTA’
I passeri erano molto felici e fecero festa.
Mamì era orgogliosa di Cipì per quello che aveva fatto.
Cipì e Passerì vissero felici ed ebbero molti figli ai quali insegnarono ad essere buoni, laboriosi e coraggiosi.
Published: Nov 12, 2020
Latest Revision: Nov 12, 2020
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