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Ripartiamo…INSIEME

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Artwork: Un libro per ripartire insieme ai bambini della classe seconda Primaria Scalette

  • Joined Mar 2020
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Ripartiamo…INSIEME by pattigarda - Illustrated by Un libro per ripartire insieme ai bambini della classe seconda Primaria Scalette - Ourboox.com
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DESIDERI, SPERANZE, PENSIERI, SOGNI

…PER QUESTO NUOVO ANNO DI SCUOLA

 

a ruota libera, i pensieri dei bambini

 

…Mi piacerebbe tanto avere uno zaino dei Gormiti.

…Vorrei avere uno zaino con il nostro amico Pitti sopra; …anche con Piuma e tutta la sua famiglia; …e tutto il materiale di Pitti per la scuola.

…Io invece vorrei dormire tutto l’anno in compagnia del nostro amico Pitti.

…Io vorrei uno zaino con tutti i miei amici sopra.

…Quest’anno mi sentivo un po’ meglio il primo giorno, perchè conoscevo tutti i miei compagni.

…Vorrei che mi comprassero un libro a quadretti.

…A me mancava di tornare a scuola, perchè mi mancavano i miei amici.

…Anche a me sono mancati tanto i miei amici.

…Sono stato contento di tornare a scuola; mi mancano alcuni miei amici in Brasile.

 

4

…Mi piace il mio zaino, che ho riportato a scuola dall’anno scorso.

…Mi piacerebbe festeggiare Halloween a scuola.

…Mi mancava tanto la maestra.

…Mi mancavano tanto la maestra Erica, anche la maestra Patrizia, e i miei amici.

…Ero preoccupata per tutto il tempo, tanto tempo, in cui non avevo visto i miei amici, ed ero preoccupata per loro.

 

5

LE TRE REGOLE QUOTIDIANE

Sono importanti, le ricordiamo e ci aiutiamo a ricordarle tra di noi con pazienza, rispetto e fiducia e…

con questa filastrocca:

6

QUANTE PAROLE NUOVE (e non) CONOSCIAMO ORA!

 

DISTANZA                  MASCHERINA

CORONAVIRUS                  ATTENZIONE

GEL                        LONTANI

COVID                       SCUOLA

AMICI                        MANI

ALUNNI                     CONSIGLI

FILA                  ARIA

PAUSA                   BUSTINA

7

GIOCHIAMO CON QUESTE PAROLE?

 

8

 

 

PERCHE’ SONO COSI’ IMPORTANTI

LE TRE REGOLE?

 

 

 

Ce lo spiega il dottore Matteo Bassetti,

utilizzando i colori a tempera!

 

 

9

COME LAVARE BENE LE MANI…

 

 

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FILASTROCCA DELL’IGIENIZZANTE

Un grosso CIAO a tutti i bambini

grandi e piccini!

Mi presento,

di conoscervi son proprio contento.

Son Dante Igienizzante

e son diventato assai importante.

Un tempo non ero famoso,

ma ora sono molto prezioso.

Aiuto gli umani

a pulirsi le mani,

per cacciare un nemico potente,

che fa paura alla gente.

Vi presento altri amici,

grazie a loro vivrete sani e felici.

Lina mascherina,

certamente la più carina,

ed Enzo distanziamento, un vero portento.

State tranquilli: Lino, Enzo e Dante

renderanno più sicuro ogni vostro istante.

 

 

 

 

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Un giro intorno al mondo, conoscendo ancora altri modi per salutarsi, con un  MEMORY dei NUOVI SALUTI a questo link

https://learningapps.org/watch?v=pw5zmerpt20

 

E ora uno di questi saluti in musica…

15

STORIE PER RICOMINCIARE

Il Bambino della Luna, di Davide Morosinotto

La Terza Effe era una classe speciale fatta di bambini speciali.

C’era Enrica Riccoboni, la bambina più ricca della scuola, che aveva quattro ville e un elicottero  per portarla da una all’altra.

C’era Augusto Robusto, il bambino atleta, che aveva  vinto le Olimpiadi quando aveva solo tre anni. E c’era Eugenia Lagenia, la prima della classe,  così intelligente che frequentava le elementari  al mattino e, al pomeriggio, l’università.

Nella Terza Effe era speciale perfino il bullo, Gastone Sganassone: suo padre infatti era il famoso Gedeone, il Pugile Atomico.

Il bambino più speciale di tutti per  era il piccolo Giulio Bianchi.

Per la verità, all’inizio nessuno si era accorto che Giulio fosse speciale.

Non era simpatico né antipatico, né alto né basso,  i suoi voti non erano buoni ma neanche cattivi, insomma un bambino come gli altri, sempre contento tranne quando Gastone Sganassone gli lanciava i suoi micidiali aeroplanini di carta con disegnati gli scheletri.

Perché a Giulio, gli scheletri, facevano davvero paura.

A parte questo, era proprio un bambino come gli altri.

 

16

Se non che, quando la Terza Effe era ancora  la Seconda Effe, il banco di Giulio era rimasto vuoto per un anno intero.

Giulio aveva smesso di andare a scuola.

Perché Giulio era andato a vivere sulla Luna. Sì, proprio quella che sta in cielo, che certe notti sembra una moneta da due euro e altre volte assomiglia a un sorriso.

La Luna.

Dovete sapere che i genitori di Giulio erano due astronauti, e la Società Spaziale li aveva scelti  per un incredibile esperimento: abitare per un anno sulla Luna.

Dato che Giulio non poteva restare solo con la babysitter per così tanto tempo, era andato con loro.

Ma adesso Giulio era tornato sulla Terra. E quel giorno  a scuola erano tutti agitatissimi.

Il cortile era pieno di giornalisti che volevano vedere il Bambino della Luna.

Giulio scese da un’automobile nera, in tuta spaziale  e con il casco da astronauta, che assomigliava  a una boccia per i pesci a testa in giù (gli scienziati avevano paura che portasse sulla Terra qualche strano virus lunare, e per un po’ avrebbe dovuto indossarlo).

La preside and  a prendere Giulio vestita con il suo abito migliore, quello verde che usava sempre per la recita di Natale.

  • Sciò sciò  – disse ai giornalisti. – Lasciate in pace Giulio.

Poi fece un sorriso alle telecamere, sperando di finire sul telegiornale della sera.

Anche in classe tutti i bambini erano pronti: Augusto Robusto si era allenato a saltare sui banchi come gli astronauti (quindi, molto in alto). Eugenia aveva disegnato due cartelloni scientifici che mostravano come si vive sulla Luna. E la ricchissima Enrica si era fatta fare un vestitino argentato che sembrava una tuta spaziale, proprio come quella di Giulio. – Bambini – disse la maestra, – facciamo un grande applauso al nostro amico tornato dalla Luna!

Tutti cominciarono a battere le mani, ma Giulio, invece di essere contento, si chiuse bene il casco sulla testa.

  • Allora – domandò la maestra, – com’era abitare sulla Luna?

  • Hai studiato astronomia? – domandò Eugenia Lagenia.

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  • Hai fatto molto sport? – domandò Augusto Robusto.

Ma Giulio rimase zitto proprio come un baccalà.  La maestra non voleva forzarlo e lo lasciò  andare a sedersi al suo posto…

 

Purtroppo nei giorni seguenti le cose andarono sempre peggio. Con quella tuta addosso Giulio  si sentiva goffo e non parlava con nessuno.

A ricreazione se ne stava seduto da solo al suo banco. La maestra era preoccupata. Pensando che a Giulio mancasse la Luna, riempì le pareti di ghirlande lunari; inventò  una filastrocca stellare e la fece imparare a tutti i bambini; abbassò  le tapparelle per rendere l’aula buia come lo spazio profondo.

Peggio che mai. Tutti i bambini si divertivano un mondo…  Tranne Giulio. E tranne il bullo, Gastone Sganassone.

  • Ma chi se ne importa, della Luna! – sbuffò . Disegnò uno scheletro sul suo quaderno, strappò  la pagina e la piegò  in uno dei suoi temibili aeroplanini. Poi prese la mira e lanciò  l’aereo contro Giulio, prendendolo proprio sul casco.

Giulio saltò  in piedi.

Prese in mano l’aeroplanino con i grossi guanti.

Si voltò  verso Gastone.

E sorrise.

Un sorriso enorme come una luna piena.

  • Grazie! – disse. – Grazie, grazie mille!

  • Ma come… – protestò il bullo, un po’ sorpreso. Giulio rise forte: – Gastone, il tuo aeroplanino è bellissimo. Sono così felice.

 

18

 

Allora i bambini della Terza Effe capirono: vivere sulla Luna era bello… ma Giulio si era sentito tanto solo.  E anche se adesso indossava una tuta da astronauta,  era sempre il solito bambino né simpatico né antipatico, con i voti né buoni né cattivi. La maestra fece un sospiro di sollievo. Riaprì le finestre e tolse le decorazioni. Da quel giorno la vita in Terza Effe riprese come sempre.

A parte per Giulio e Gastone… Loro infatti diventarono grandi amici.

 

FINE

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Povero Giulio! Avere sempre addosso un casco spaziale non è il massimo del divertimento…  È scomodo, impedisce i movimenti, si respira male. Però  se ci pensi è anche utile, perché protegge i compagni di classe. E dà a Giulio un look da vero astronauta. Anche le mascherine che indossiamo hanno lati sia positivi che negativi.

 

Cosa pensiamo noi…

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LA MASCHERINA

MI PIACE

perchè…

mi rende più forte…

è colorata…

posso abbinarla io con i miei vestiti…

mi tiene al sicuro…

posso toglierla…

mi protegge…

la uso con le Barbie…

perchè mi serve per fare le passeggiate…

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LA MASCHERINA

NON MI PIACE

perchè…

la devo indossare dentro lo spogliatoio di calcio…

non posso abbracciare i miei amici…

non mi fa respirare bene…

non posso toglierla al mercato…

la metto sempre…

non si possono fare dei giochi…

la uso tutti i giorni…

22

 

 

 

 

 

Ora giochiamo un po’ con le nostre cornicette rappresentando:

la nostra aula

e noi in palestra

(abbiamo trasformato il distanziamento in una cornicetta colorata…)

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E i grandi, come possono aiutarci, in questo nuovo anno scolastico,

per ripartire?

 

Con…

Il protocollo di sicurezza per la scuola

Il patto di corresponsabilità

Procedure e modulistica

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…ma anche con tanti progetti per noi:

 

educazione ambientale ed alla cittadinanza

 

sviluppo di interesse per la lettura

 

sport come pratica di vita

 

percorsi per lo sviluppo di competenze logiche e deduttive (coding)

 

percorsi a più discipline per sviluppo di competenze trasversalipensiero critico e  argomentazione

 

rimodulazione di spazi ed attrezzature

 

attenzione alle difficoltà ed al nostro benessere

 

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…buon Anno a tutti!

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