Didattica a distanza: spiega il tuo punto di vista…
Quest’anno dopo il ventuno di Febbraio,
una notizia ha sconvolto il mondo intero; dalla Cina si è diffuso un virus di cui non si sa quasi nulla, se non il fatto che si trasmette da uomo a uomo. Questo purtroppo ha fatto in modo che anche l’ Italia si sia trovata a combattere contro questo nemico invisibile: COVID-19 questo è il suo nome. La Lombardia in particolare è stata colpita da questa pandemia e per questo il nostro Presidente del Consiglio è giunto tramite un Decreto a dover imporre a tutta la popolazione il divieto di uscire di casa se non per ragioni serie e importanti (salute, lavoro e fare la spesa).
La conseguenza per noi studenti è stata la chiusura totale delle scuole e l’ inizio di un nuovo metodo di studio per poter comunque completare l’ anno scolastico: la didattica a distanza.
E’ un metodo che ci sta aiutando a continuare i nostri studi anche se all’ inizio non è stato semplice. Ho dovuto installare una nuova app su cui i professori giorno per giorno caricano delle lezioni e i compiti da svolgere, quindi ci è voluta parecchia organizzazione sia da parte loro che da parte mia che ogni mattina controllo e appunto le varie scadenze.
La difficoltà maggiore per me, che apprendo meglio se prima qualcuno mi spiega i concetti, nella prima fase è stata proprio il fatto di non poter seguire una vera lezione come si faceva in classe, nella quale le professoresse spiegavano gli argomenti. Con il passare dei giorni, grazie alla collaborazione delle docenti siamo arrivati ad avere un calendario di video-lezioni; la mia salvezza!!! Non si svolge la stessa quantità di ore dell’orario scolastico, ma è pur sempre di grande aiuto anche per comunicare le nostre difficoltà.
All’ inizio pensavo di essere in vacanza, però ho capito che la didattica a distanza è anche un valido modo per poter rivedere i miei compagni e a volte esprimere i miei pensieri, anche se non prettamente scolastici, alle mie prof. Questo fa in modo di non sentirmi solo e mi fa pesare meno al fatto di dover rimanere in casa.
Stando seduto davanti al computer a fare i compiti, inoltre, mi rendo conto che questa didattica, fa si che mi immerga in quello che è stato fino a qualche mese fa la nostra realtà, facendomi dimenticare per qualche attimo questo brutto periodo.
Se devo quindi dare un giudizio finale su questo metodo adottato dalla mia scuola, direi che è positivo, sia perché permette a noi studenti di stare al passo con il programma, sia per i docenti che riescono a valutare comunque i nostri lavori e perché ci permette di stare distanti ma uniti.
Christian B. 2^E
Tutto mi sarei aspettato tranne
di approcciarmi alla didattica a distanza. Io pensavo che questi sarebbero stati i mesi più duri in vista degli esami. Purtroppo quello che è accaduto, non dipende da noi, è stata un po’ una mazzata perché ci ha spezzato la quotidianità in tutti i sensi. Io penso che, per il momento che stiamo vivendo, la didattica a distanza è arrivata come una manna dal cielo.
Senza di essa rischiavamo di perdere molte conoscenze anche in vista dell’approdo alle Scuole Superiori. Io penso che essa sia molto vantaggiosa perché ci permette di “fare scuola” anche se
non siamo sui nostri banchi. Sinceramente a me la didattica a distanza piace per vari motivi: le ore di scuola sono di meno, si usa molto di più la tecnologia che a me piace molto, ed è molto meno faticosa perché posso gestire il mio tempo in modo più rilassato. Grazie ad essa riusciamo a portare in questo momento un po’ più di normalità nelle nostre case, anche la “scuola reale” secondo me è ineguagliabile perché lì posso condividere del tempo e delle “avventure” con i miei compagni e i professori. La cosa negativa della didattica a distanza è: ci si può distrarre facilmente, se ci sono dubbi su degli argomenti a scuola si può alzare la mano mentre nella “classe virtuale”non sempre si può, inoltre capita a volte di non riuscire a collegarsi per vari motivi e si rischia di perdere delle spiegazioni magari importanti.
Io penso che la didattica a distanza in questo momento sia indispensabile perché sinceramente ci permette di tenere il passo con il programma, ci dà la possibilità di vedere i nostri compagni che tanto vorrei abbracciare (e diciamola tutta tornare al campetto a giocare e divertirci), ci scandisce queste giornate interminabili, particolari e che sembrano irreali. La didattica a distanza avrà i suoi pregi però io vorrei tornare al più presto a scuola e soprattutto alla normalità.
Davide C. 3^ D
I ragazzi e il giornalismo ai tempi del Covid-19
27/4/2020
Spett.le direttore Belpietro,
le invio questa lettera dopo aver ascoltato il nuovo decreto del presidente Conte, in cui affermava l’inizio della fase 2 con il ritorno progressivo verso la normalità anche per noi studenti delle scuole medie.
Non posso nascondere il fatto di aver dovuto cambiare in pochissimo tempo alcune mie abitudini soprattutto dal punto di vista scolastico. Ho dovuto come tutti i miei compagni far fronte a molti cambiamenti, come ad esempio, prendere confidenza con il nuovo sistema di apprendimento: la D.A.D. Ma credo di essermi reso conto di quanto fosse semplice alzarmi tutte le mattine e recarmi a scuola.
Ed è proprio questo che farei come prima cosa: tornare a camminare insieme ai miei amici e poter seguire finalmente le lezioni come abbiamo fatto fine alla fine di febbraio.
E’ stato un periodo questo, dove tutti i giorni sono stati semplici o felici.
Ci sono stati momenti di sconforto sia per il carico differente dei compiti che ci assegnavano e anche per il non sapere come svolgere o solo come mandarli, prima bastava scrivere o studiare dai libri e metterli in cartella per il giorno dopo, mentre in questo duro periodo, ho dovuto imparare molte cose tecnologiche, che non ho mai usato.
Nonostante questo, sono riuscito a superare questo intoppo e devi dire di essermi trovato anche bene tutto sommato…Il fatto di rimanere a casa non mi è pesato così tanto, è bastata un po’ di organizzazione in più, e devo forse ritenermi fortunato per non essere figlio unico, ad avere una sorella che in qualche modo mi ha aiutato a trascorrere più velocemente le solite giornate.
Ora finalmente potremo essere un po’ liberi, anche se dovremo rispettare sempre le regole di distanziamento e indossare mascherine e guanti. E il nostro ritorno a scuola è stato purtroppo fissato per settembre.
In questi quattro mesi che mi aspettano, Vorrei veramente tornare a “respirare” un clima di serenità e non di paura e rimanere sempre con la preoccupazione che il virus ci possa cambiare, bisogna in qualche modo conviverci rispettandoci gli uni e gli altri.
Ci saranno come sempre le vacanze estive, anche se credo di non andarci, ma non per paura ma perché penso che sia davvero difficile poter stare in spiaggia distante da tutti, senza poter giocare liberamente sulla spiaggia.
Quindi mi organizzerò con una bella piscina nel giardino di casa e potrò sicuramente fare un bagno senza alcun problema.
Intanto penserò al rientro; in gruppi sarà facile, e non ho proprio idea come si potrà fare.
Se dovessi trovare un modo per farlo, si dovrebbero dividere le classi in gruppi ed andare a scuola chi al mattino chi al pomeriggio, oppure far andare dei gruppi a scuola mentre gli altri seguono con Meet, come stiamo facendo ora.
Poi chissà…magari prima di settembre si sarà trovato un vaccino per questi virus, così che tutte le nostre preoccupazioni vengano spazzate via!
Christian B. 2^E
17/04/2020
Egregio Redattore del Corriere della Sera,
Le scrivo questa lettera per raccontarle la tematica della didattica a distanza e come la sto vivendo io e molti altri studenti italiani. Non avrei mai pensato di finire l’anno scolastico attraverso la cosiddetta “Didattica a distanza” perché a parer mio il Coronavirus sembrava una cosa molto lontana che mai poteva arrivare in Italia e invece quando è arrivata ci ha dato una vera e propria mazzata difficile da respingere. La didattica a distanza in questo momento per me è forse la cosa che più sta salvando la quotidianità che avevamo prima anche se non in modo perfetto. La didattica a distanza è un ottimo strumento per fare scuola perché: in questo momento è indispensabile fare scuola anche se non tra i banchi della nostra classe, ci permette di rimanere in contatto con i nostri amici e compagni e, secondo me, stimola ancora di più questa generazione digitale all’uso delle risorse tecnologiche per lo studio a distanza. Inoltre è molto più leggera e meno affaticante della “Didattica in presenza”. Alla didattica a distanza io apporterei qualche modifica, per esempio: fare ore di videolezioni solo al mattino, come si fa nella scuola reale, premiare gli studenti che in questo momento si stanno impegnando per stare al passo con il programma facendo sempre i compiti rispettando le scadenze. Facendo magari qualche ora in più di lezione la didattica distanza sarebbe perfetta. Penso però che la didattica a distanza vada già bene così perchè, in questo momento di difficoltà, dobbiamo accontentarci delle opportunità che ci offre la nostra scuola. Non so come si stanno comportando gli altri istituti scolastici però penso che l’Istituto Comprensivo di Lomazzo abbia preso la decisione più giusta per i suoi studenti: quella di iniziare tempestivamente la didattica a distanza e mettendo a disposizione qualsiasi mezzo possibile.
La didattica a distanza qualche pecca ce l’ha perché: non permette a tutti gli alunni di interagire con i professori riguardo a dubbi e incertezze, una videolezione non da un insegnamento come una lezione normale, le troppe ore sui dispositivi elettronici pesano abbastanza però per la tecnologia in sè io porto una vera e propria passione/hobby e quindi non mi pesa più di tanto. Molti miei compagni non fanno i compiti e non rispettano le scadenze e questa cosa mi altera un pò perchè non è giusto che io mi impegno e altre persone se ne fregano della scuola però non vengono punite. Ecco, questa è un’altra cosa che modificherei.
Come già ribadito in precedenza io penso che la didattica a distanza sia arrivata come un fulmine a ciel sereno (anche se questi tempi non sono sereni) cioè che è arrivata in nostro aiuto in questo momento di enorme difficoltà perché ha reso questa quarantena un po più normale e senza di essa penso che il nostro percorso scolastico sarebbe stato molto in salita anzi, i progressi fatti nella prima parte dell’anno scolastico sarebbero andati in fumo invece la didattica a distanza ha salvato, almeno in parte, la nostra rotta verso le scuole superiori e l’operato della prima parte di anno. Non so come finirà questo tempo difficile però sono certo che se ci impegneremo oggi, verremo ricompensati domani.
Spero che legga la mia lettera e prenda in considerazione le mie proposte.
Cordiali Saluti.
Davide C. 3^D
17/4/2020
Spettabile redazione del Corriere della Sera,
Mi chiamo Francesco e frequento la terza media. Quest’anno avrei dovuto fare gli esami ma a causa del coronavirus siamo tutti a casa…. la nostra scuola non ha perso tempo per organizzarsi con la didattica a distanza, tramite Classroom, con diverse modalità di insegnamento e di istruzione. I prof fanno delle videolezioni, ci valutano e ci assegnano molti compiti di tutte le materie. Tutte queste modalità hanno permesso ai nostri programmi scolastici di non fermarsi mai.
Fare didattica a distanza non è come andare a scuola, le lezioni con i professori sono in numero inferiore rispetto alle ore di lezione fatte a scuola, e durante i collegamenti, non è sempre possibile interagire, anche per questioni di tempo, con i compagni e con i professori. A questo proposito, penso che si potrebbero aumentare le ore delle lezioni in modo da avere più tempo per eventuali domande e approfondimenti. Anche i video che spiegano gli argomenti delle diverse materie come ad esempio scienze o aritmetica o musica non sempre sono molto chiari nel spiegarci l’argomento trattato. Forse sarebbe meglio guardarli insieme ai professori.
Per quanto riguarda i compiti la modalità di caricamento e consegna è perfetta, anzi fin troppo, a volte sono un po’ troppi e non sempre sappiamo in tempi brevi, se erano corretti o sbagliati.
Un vantaggio comunque della didattica a distanza è stato quello di imparare meglio l’utilizzo del computer e dei vari procedimenti informatici.
Inoltre il fatto di lavorare ci ha reso più indipendenti dal punto di vista organizzativo del nostro studio.
Con la didattica a distanza il numero delle verifiche e delle interrogazioni è diminuito notevolmente e forse per noi studenti va bene ma per la verifica del nostro apprendimento non va altrettanto bene.
A conclusione vorrei dire che la didattica a distanza va bene, ma come ho già detto, sicuramente aumenterei il numero delle lezioni con i nostri professori e perfezionerei le modalità di svolgimento delle verifiche e delle interrogazioni.
Cordiali saluti,
Francesco B. 3^ D
27 aprile 2020
Editore del quotidiano “La Repubblica”
…VERSO LA FASE DUE
Egregio direttore,
mi chiamo Marco M., sono un ragazzo di 12 anni e vivo a X. e frequento la scuola secondaria di primo grado.
Scrivo per raccontarle il mio desiderio di poter tornare al più presto alla normalità dopo tanti giorni di reclusione dovuti all’arrivo del Coronavirus o Covid-19, anche in Italia.
É stato un periodo difficile perché mi sono trovato, come tantissime persone di ogni età, a dover abbandonare tutte le abitudini obbligandoci alla chiusura forzata ed è stato molto faticoso adattarsi alle nuove regole.
Ci sono stati momenti di sconforto perché non potevo più vedere i miei amici, andare a giocare in oratorio, alla Messa domenicale, seguire le lezioni a scuola con i miei compagni e i professori. Piano piano però, grazie alla tecnologia e alla didattica a distanza, son riuscito a vedere professori e compagni, ma ho anche scoperto delle capacità che non sapevo di avere: in cucina, dove sono riuscito a cucinare solo qualche dolce (in videochiamata con i miei catechisti e il don ho cucinato una buonissima torta e dei deliziosi biscotti); e in famiglia, con la quale ho realizzato dei piccoli lavoretti manuali fai-da-te e ho imparato a creare e montare dei video… e subito l’umore è risalito.
Penso che in un momento così triste sia importante tenere alto il morale e trovare il lato positivo, ho dovuto cambiare il modo di vedere le cose.
Ora la situazione fortunatamente sembra migliorare, così finalmente tra pochi giorni inizierà la fase due e progressivamente, potremmo tornare alla normalità. Appena ho sentito la notizia ho subito pensato a cosa mi piacerebbe fare e mentalmente ho progettato una lista dei desideri (come quella che facevo da bambino quando arrivava il Natale!) che voglio condividere con tutti coloro che leggeranno questo articolo.
Prima di tutto mi piacerebbe riprendere ad uscire (con la mascherina che per un po’ ci farà compagnia), giocare in oratorio correndo dietro ad un pallone da calcio, stare con i miei nonni, rivedere tutti i miei parenti, fare pic-nic e grigliate con amici, servire come chierichetto la Messa e, non appena terminerà l’anno scolastico, essere un po’ più “libero” dai compiti e dalle lezioni.
A luglio vorrei organizzare una splendida festa per il mio tredicesimo compleanno…(chissà se si riuscirà ad andare in piscina…) con tanti amici e tanto divertimento.
Mi piacerebbe anche andare al campo estivo, con il don, gli animatori e i miei amici come faccio ormai da svariati anni.
Ad agosto mi piacerebbe poter riuscire ad andare in Sardegna con la mia famiglia e alcuni amici… abbiamo già prenotato e programmato tutto, compreso il viaggio in traghetto che, anche se più lungo rispetto all’aereo, mi piace molto perché ci sono molte cose divertenti da vedere e da fare!
A settembre riprende la scuola e rivedere i miei compagni e i miei professori, poter seguire le lezioni sui banchi di scuola, assistere alle spiegazioni faccia a faccia e non dietro ad un freddo schermo, sarà sicuramente molto emozionante…
inoltre l’anno prossimo sarà l’ultimo delle scuole medie, poi si partirà per una nuova avventura (ma questa è un’altra storia…).
Chissà se questi miei desideri verranno esauditi? Lo spero davvero.
Un caro saluto.
Buona ripresa a tutti.
Marco M. 2^ E
Lunedì 27 aprile 2020
Egregio Direttore,
Sono chiuso in casa da poco più di due mesi e credo che io non sia l’unico perchè sono uscite sui giornali e sui Tg delle grandi raccomandazioni da rispettare e stare in quarantena è uno di questi inviti.
La maggior parte della gente in questo momento sta impazzendo ma non è stare chiusi in casa il vero e grande problema ma l’adattamento di una nuova vita che non ritornerà più la stessa.
Ma proprio adesso quando finalmente ci stavamo abituando a fare videoconferenze, spese online, lavori da casa e lezioni virtuali sta tornando poco a poco la normalità; infatti, dall’otto maggio si potrà uscire di casa ma sempre senza grandi assembramenti e; la prima cosa che farò è andare a casa del mio più caro amico per giocare con lui e fargli vedere i miei nuovi progressi nel basket; poi, successivamente farò le altre miliardo di cose che non ho potuto fare in questi ultimi 60 giorni come andare al parchetto a giocare, incontrare i miei amici, correre e sfrecciare in mountain bike nelle strade del Lura insieme a mio padre e mio fratello e sopra o più di ogni altra cosa incontrare e riabbracciare i miei parenti più cari; in pratica, le cose che farebbero tutti finita la lunga vacanza in casa!
Dopo tutto d a questa lunghissima e difficilissima esperienza mi sento sufficientemente cambiato rispetto a prima ma non dico fisicamente ma psicologicamente perché restando a casa ho imparato ad annoiarmi, a convivere con mio fratello e soprattutto a usare la tecnologia.
P.s.
Per ora non ho nessun programma per i prossimi quattro mesi ma una cosa è certa… …non rimarrò dentro casa per nessun motivo.
Stefano S. 2^E
7 marzo 2020
L’EFFETTO DEL COVID 19
“ Il coronavirus sta spaventando le famiglie di tutta Italia e di tutto il mondo, e questo era già successo con un’epidemia simile nel 2003 con la SARS o con la MERS nel 2012; adesso è tornato un virus di questa famiglia ma con un contagio più rapido ed internazionale, il Covid 19, che ha avuto un forte impatto non solo sulla popolazione e sulla sua salute ma anche sull’ economia mondiale, il PIL infatti è rallentato, questo forse ha fatto in modo che la popolazione mondiale si impaurisse di più.
I ragazzi sono ancora più vittime di questo perturbamento; infatti si è calcolato che solo in Cina più di 180 milioni di bambini sono isolati in casa senza amici né sport. Per alcuni, ciò significa che manca ogni attività didattica, mentre altri stanno sperimentando l’apprendimento online. Questo per ora è successo nei paesi più infetti come la Cina, il Pakistan, Iran, Iraq o l’Italia ma le autorità per esempio degli USA, del Regno Unito o dell’Australia hanno annunciato che l’epidemia peggiora anche nei loro paesi chiuderanno le scuole; e altri bambini sarebbero in questa brutta situazione.”
questa situazione ormai è inevitabile perché è una pandemia, ma bisogna fare di tutto per fermarla il prima possibile e per contenerla; non solo i presidenti o i politici a capo degli Stati ma anche tutti noi cittadini rispettando le norme di igiene dettate dal ministero della salute. Per le giovani generazioni questo è un tempo per responsabilizzarsi e studiare di più. autonomamente.
COSA SUCCEDE QUI NEL COMASCO?
Sono stati eseguiti dei tamponi per verificare la sanità degli abitanti e si è arrivati a dire che ad oggi (7/03/2020) sono 13 i contagi di cui: 3 di Montano Lucino, 1 a Bregnano, 1 a Brenna, 1 a Canzo; 2 a Como, 1 a San Siro, 1 a Turate (per ora quello in condizioni peggiori), 1 a Novedrate e 2 ad Arosio.
Davide G. 2^C
06/03/2020
Il coronavirus è una grande famiglia di virus
che possono causare diverse infezioni come il raffreddore oppure sindrome respiratoria.
Il virus compare a Wuhan, una città della Cina, a dicembre: l’11 gennaio è confermata la prima vittima nel paese e il 13 il primo decesso in Thailandia. Il 31 dicembre le autorità cinesi informano l’Organizzazione mondiale della Sanità che nella metropoli si è verificata una serie di casi di simil polmonite, la cui causa è sconosciuta e quindi si comincia ad indagare sull’origine della malattia. L’epicentro della diffusione del virus viene individuata nel mercato del pesce di Huanan, dove negli stessi spazi si mescolavano persone e animali in scarse condizioni igieniche e il mercato viene chiuso.
Il virus ha cominciato a diffondersi soprattutto in Corea del sud, Italia e Iran.
Il coronavirus può essere trasmesso da persona a persona se si è in contatto stretto con qualcuno che è contagiato. La modalità di trasmissione principale è rappresentata dalle goccioline del respiro che possono passare da una persona all’altra attraverso uno starnuto, un colpo di tosse e contatti diretti personali, ma anche attraverso le mani che se non sono lavate possono essere contaminate e trasmettere il virus anche semplicemente con una comune stretta di mano. È fondamentale dunque starnutire e tossire coprendo bocca e naso, lavare le mani spesso e accuratamente. Il periodo di incubazione tra il contagio e la manifestazione dei sintomi dura dai due agli undici giorni fino a un massimo di quattordici.
Come il virus sia giunto in Italia non è stato ancora scoperto in quanto si suppone che circolasse da tempo insieme con il normale virus influenzale e quindi è stato impossibile bloccarlo anche perché può essere presente in persone asintomatiche cioè che stanno bene e non hanno tosse o febbre e quindi non esistevano misure realistiche per proteggere il Paese dall’epidemia. Non si conosce il paziente zero che potrebbe essere uno straniero o un italiano di rientro dall’estero.
In una persona che è contagiata ma in buona salute il coronavirus si combatte stando a completo riposo, bevendo molti liquidi e assumendo farmaci antinfiammatori e analgesici contro il mal di gola e febbre; in caso di patologie più gravi i pazienti devono essere messi in terapia intensiva in ospedale con flebo e ossigeno.
Gli ammalati in Italia sono 3296 di cui 148 deceduti e 414 guariti ma nel mondo i malati raggiungono i 98193 casi.
Le persone più a rischio di presentare forme gravi di malattia sono anziani o con patologie cardiache, diabete e immunodepressi. A queste persone si raccomanda di evitare di uscire dalla propria abitazione fuori dai casi di stretta necessità e di evitare luoghi affollati nei quali non sia possibile mantenere la distanza di sicurezza di almeno un metro.
I virologi dell’Istituto nazionale malattie infettive Spallanzani dopo solo quarantotto ore dalla diagnosi di positività per i primi due pazienti in Italia sono riusciti ad isolare il virus responsabile dell’infezione e il suo isolamento può aiutare a mettere a punto metodi diagnostici, testare l’efficacia di molecole antivirali conosciute e identificare e potenziare eventuali punti deboli del virus al fine di consentire lo sviluppo di strategie terapeutiche e identificare eventuali vaccini. Dopo il lavoro dei ricercatori dello Spallanzani di Roma anche l’ospedale Sacco di Milano ha isolato il ceppo del coronavirus stabilendo che si tratta di un virus abile a diffondersi, poco aggressivo ma ha già subito molte mutazioni e nella sua replicazione instabile individuare farmaci mirati ed efficaci non è facili.
Purtroppo, il coronavirus ha costretto il Governo ha prendere decisioni di contenimento con provvedimenti drastici. L’Italia ha immediatamente raccomandato di posticipare i voli non necessari verso la Cina; ha identificato una ‘’zona rossa’’ altamente contaminata nella provincia di Lodi dove è severamente vietato ai cittadini di uscire di casa se non strettamente necessario; le scuole e le università in Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna dal 24 febbraio sono chiuse e tutti gli allenamenti e le manifestazioni sportive sono sospese.
Nella vita quotidiana tutto si è fermato e chi ne risente di più è l’economia perché se la situazione non si risolve l’Italia avrebbe un’azienda su dieci a rischio fallimento. A fare maggiormente le spese sarebbero il settore del tessile, trasporti e turismo.
All’inizio questo coronavirus poteva sembrare divertente perché ci aveva permesso di stare a casa da scuola e sembrava una piccola vacanza ma, dopo due settimane, stare a casa non è più divertente, studiare, apprendere e fare tutto da sola sta cominciando a diventare difficile e faticoso. Come se non bastasse non posso neppure allenarmi e quindi distrarmi da quello che sta succedendo. Sono anche un po’ preoccupata per i miei nonni che hanno più di settant’anni e ho raccomandato loro di stare in casa o riguardarsi perché colpendo più le persone anziane loro sono molto a rischio.
Gloria M. 1^ C
Il mondo sta vivendo
un momento particolare in cui una nuova malattia sta colpendo la popolazione. Si tratta di un nuovo virus denominato COVID-19 e si chiama così perché appartiene alla famiglia dei coronavirus, che sono tutti virus caratterizzati da una particolare struttura che si vede al microscopio elettronico: una corona con alla superficie degli uncini che permettono al virus di agganciare le cellule e infettarle. Si pensa che questo virus sia nato in Cina, dove il 31 dicembre 2019 la Commissione Sanitaria Municipale di Wuhan aveva per la prima volta inviato una segnalazione all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nella quale informava l’agenzia di avere registrato in tutta la provincia di Hubeiun un numero rilevante di casi di polmonite derivanti da cause ignote. In realtà sembra che i primi casi di persone che manifestavano i sintomi del contagio fossero già stati individuati l’8 di dicembre.
Si ipotizza che il virus sia stato trasmesso dagli animali agli uomini perché nel sud-est asiatico c’è l’abitudine di stare a contatto e mangiare animali di specie diverse vive, soprattutto nei mercati. Si pensa che il contagio sia dovuto al contatto accidentale con fluidi ed escrementi di pipistrelli infetti. Il virus si trasmette tra le persone attraverso le goccioline respiratorie, quelle che si emettono normalmente quando si tossiche e starnutisce perché se malati, queste goccioline contengono il virus in grande quantità che può infettare le persone vicine.
Con questa malattia, che si può trasmettere con il contatto, bisogna avere condizioni igieniche accurate e soprattutto bisogna lavarsi spesso e bene le mani con acqua e sapone per eliminare lo sporco, i batteri e i virus; fare attenzione a chi è malato e a toccare oggetti che toccano tutti senza poi lavarsi le mani. Capita per esempio che si stringe una maniglia e subito dopo si appoggiano le mani, senza accorgercene, sugli occhi o la bocca, che sono i punti più a rischio per il contagio. Quindi, appena rientrati a casa dopo essere andati sui mezzi pubblici, o dopo l’intervallo o prima di tornare in classe, lavatevi sempre le mani. Questa malattia si sta diffondendo in altre parti del mondo e in particolare molte zone dell’Italia settentrionale come la Lombardia e il Veneto. I casi di contagio aumentano ogni giorno come si vede dal grafico.
Il primo focolaio trovato in Italia è stato a Codogno e tutta la zona intorno è stata dichiarata zona rossa lo scorso 23 febbraio2020. Al momento In Italia ci sono 2706 casi positivi, 107 morti e 276 guariti.
I meno colpiti sono i bambini entro i 15 anni, quelli individuati hanno avuto solo tosse e un po’ di naso chiuso, perché chi è più giovane ha un sistema immunitario più efficace, mentre i casi più gravi si sono verificati tra i più anziani perché hanno un sistema immunitario più debole visto che la polmonite è la causa principale del peggioramento delle loro condizioni, perché il virus danneggia polmoni e alveoli. Questo virus si trasmette molto facilmente e quindi questa infezione può trasformarsi in pandemia, anche se la malattia di per sé non è gravissima.
L’OMS ha stabilito che bisogna attuare misure di contenimento per evitare che tutta la popolazione del mondo venga colpita da un virus più o meno contemporaneamente. Le zone della Cina che sono state colpite sono state isolate e dopo 6 settimane grazie alle misure contenimento, con isolamento dei casi, quarantena dei contatti e restrizioni nei movimenti, la Cina ha potuto fare importanti progressi nel ridurre la trasmissione sostenuta della malattia al di fuori di Hubei. Però l’epidemia non è ancora sotto controllo e gran parte della popolazione è ancora suscettibile di infezione e i futuri sviluppi dipenderanno dall’efficacia delle politiche di controllo e dal comportamento di ciascuno nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. L’infezione da COVID-19 si sta avvicinando molto velocemente alla zona del comasco con ritrovamento di contagiati nei paesi di Tutare, Bregnano e Montano Lucino. Fortunatamente la stragrande maggioranza delle persone infette sta guarendo o comunque ha un decorso positivo.
Questa epidemia di coronavirus ha obbligato anche l’Italia, ad attuare misure di contenimento in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna con la chiusura delle istituzioni pubbliche come le scuole e alcuni uffici pubblici. La regione Lombardia a emesso l’ordinanza di chiusura delle scuole fino all’8 marzo, poi prolungata dal governo fino al 15.
Questo isolamento sarà utile per cercare di contenere il contagio della popolazione ed evitare il tracollo della sanità come è successo con alcune malattie ormai passate come la SARS oppure come la peste del 300. Questa epidemia sta influenzando la vita di tutta la popolazione vedendo molti lavoratori costretti a lavorare da casa o a non lavorare del tutto se residenti nelle zone più colpite. Le persone cercano di non utilizzare i mezzi pubblici e indossano mascherine e guanti quando sono in pubblico. La vita dei ragazzi è cambiata perché non possono frequentare le lezioni nella scuola, ma fortunatamente da casa riescono a ricevere compiti e videolezioni dai loro professori grazie alla tecnologia dei registri elettronici.
Purtroppo, i ragazzi sono preoccupati di non riuscire ad imparare come durante le normali lezioni scolastiche e di rimanere indietro con i programmi; si impegno seguire le istruzioni e i compiti che gli insegnati gli mandano giornalmente cercando di riuscire a comprendere il meglio possibile. Inoltre, tutte le associazioni sportive sono chiuse quindi lo sport non può essere praticato in nessuna struttura neppure nelle piscine. I ragazzi vorrebbero riprendere la normale vita quotidiana in cui possono stare con i loro amici, ritrovarsi a fare allenamenti e partite serenamente senza preoccuparsi di poter essere contagiati.
A mio parere, la situazione purtroppo non potrà migliorare a breve e bisognerà cercare di sfruttare tutti i mezzi di comunicazione per non isolarsi dal mondo e continuare una vita normale. Inoltre, ognuno di noi deve capire quanto sia importante rispettare le regole che ci stanno dando le organizzazioni sanitarie come lavarsi spesso le mani e non stare nei luoghi affollati.
Speriamo che i nostri ricercatori riescano a trovare presto un vaccino e che l’epidemia rallenti. L’unica cosa positiva di tutto questo contenimento è la diminuzione dell’inquinamento atmosferico in Cina e anche nella Lombardia.
Mattia B. 2^C
Per capire quello che sta accadendo, ri-creiamo le scienze
La cellula, 1^B
Modellino di DNA, 3^B
Parola alle emozioni…
05/03/2020
Cara Medea,
come stai?
E’ da molto tempo che non ci vediamo, la Thailandia non è vicina, comunque questi quattro anni senza di te passeranno in fretta e potremmo riabbracciarci.
Come credo che tu sappia, in Italia si è sfortunatamente diffuso il coronavirus. Circa due settimane fa sono state trovate alcune persone positive al test, erano circa quattordici.
In poco tempo tutto è peggiorato: i casi sono aumentati e tutti sono andati nel panico, le mascherine sono andate a ruba, così come i disinfettanti, il cibo nei negozi è sempre meno e il razzismo e la violenza sono aumentati.
Personalmente trovo scorretto e maleducato il comportamento di molti, comprare quantità esagerate di disinfettanti e mascherine inutilmente mi sembra irrispettoso verso coloro che ne necessitano davvero. Il razzismo e la violenza sono aumentati in questo periodo, molte persone cinesi o con semplici tratti orientali sono state aggredite, costrette a scendere dai mezzi pubblici, insultate, derise e in un bar è anche comparso un cartello che vietava l’ingresso ai cinesi.
Negli ultimi giorni si sono verificati atti di razzismo anche verso gli italiani da parte degli altri paesi: la chiusura delle frontiere è stata considerata di buon senso, molti invece hanno accusato l’ospedale di Codogno dicendo che non avevano fatto i giusti controlli e sono state anche adottate misure anti-italiani. Sui Social Network sono spopolati meme e video contro gli italiani e i cinesi che pensano siano divertenti.
Inizialmente ero tranquilla e credevo che tutto sarebbe passato in poco tempo, ma non è affatto cosi, le scuole sono chiuse da ormai due settimane e le strade sono vuote.
Io ho molta paura, so che il virus purtroppo uccide, anche se principalmente gli anziani che sono già malati, ma molte persone a cui tengo sono anziane, come ad esempio le mie care nonne. I miei genitori stanno facendo di tutto per far stare tranquille me e mia sorella, ma è impossibile fare finta di niente.
All’inizio della prima settimana a casa credevo che sarei potuta uscire con le mie amiche, non essendo nella stessa classe sarebbe stato un ottimo momento per vederci, invece le ho viste solo in videochiamata, disperate per la troppa paura.
A casa non faccio molto in realtà, svolgo le mie semplici azioni di vita quotidiana, anche se passo molto più tempo del solito al chiuso.
Medea non mi sono informata sulla situazione in Thailandia, ma spero che tu stia bene, scrivimi appena puoi e ricordati che io ci sarò sempre in caso di bisogno.
Ti mando tanti baci e abbracci.
Letizia M. 1^C
14 Aprile 2020
Ciao Diego,
come stai?
In questo periodo difficile per tutti, dove siamo obbligati a rimanere a casa, capita a volte di scoraggiarmi un pò.
Non poter uscire , se non fino al cancello di casa, vedere sempre le solite facce, e controllare costantemente compiti e lezioni, mi fa salire un’angoscia che a volte vorrei mettermi a correre come un pazzo per il paese deserto gridando a più non posso.
Ogni giorno ci sono scadenze da rispettare e lezioni da seguire, nulla di nuovo rispetto a quello che facevamo prima, ma ho sempre l’ansia o la paura di aver dimenticato qualcosa, di non aver inviato i lavori, e di veder comparire la scritta “mancante o consegnato in ritardo” in qualche box.
Tu che mi conosci bene, sai che sono un ragazzo estroverso, sono uno che esterna facilmente le proprie emozioni, soprattutto quelle negative.
Mia madre, si accorge che qualcosa non va perché, quando vivo un disagio mi arrabbio molto più facilmente e sbotto anche per un non nulla.
Divento intrattabile, peggio di mia sorella (e tu sai bene quanto può essere capricciosa Ilaria!!) e al quel punto diventa difficile dire: “Non ho nulla”.
Sono però capace, dopo essere lasciato solo per qualche minuto, di riprendere il controllo, e anche se non chiedo esplicitamente scusa, sai bene che riesco a farmi perdonare, ad esempio chiedendo a mia sorella di giocare, alla mamma di fare qualcosa insieme e a te di dare due calci al pallone.
E’ vero che le parole hanno un peso importante, ma a volte sono i piccoli gesti a fare la differenza…
Ti ringrazio per avermi “ascoltato”, spero di ritornare presto a giocare con te, ma per ora mi accontenterò di far prendere un pò d’aria al cervello prima che esploda!
Ad un grande amico, un grande abbraccio
Christian B. 2^E
7 marzo 2020
Cara Letizia,
Come stai?
Io sto bene e anche mia sorella e i miei genitori, però da una decina di giorni non possiamo andare a scuola. Qui in Italia è scoppiata un’epidemia di Coronavirus. E’ un virus molto infettivo: si chiama Covid 19. Se ti ammali i sintomi sono come quelli dell’influenza, quindi febbre, raffreddore e tosse. In forma lieve non è pericoloso, ma può degenerare in polmonite e può essere anche mortale. Ci sono molte persone ricoverate negli ospedali, alcune guariscono, altre devono restare nel reparto di terapia intensiva. E’ molto pericoloso per gli anziani o per chi ha già atre patologie gravi. Al momento in Italia ci sono migliaia di positivi al virus e purtroppo quasi duecento sono morti.
La regione più colpita è la Lombardia, proprio dove abito io!
Per evitare i contagi le scuole sono chiuse fino al 15 marzo, quindi i nostri insegnanti ci danno i compiti tramite registro elettronico, noi li facciamo e poi glieli rimandiamo per la correzione. Anche la scuola di danza dove vado io è chiusa come pure tutte le palestre.
Alla televisione hanno detto di uscire solo per il necessario, di stare a un metro di distanza dagli altri, di evitare baci, abbracci e strette di mano; la situazione è seria ma io non ho molta paura, cerco di seguire tutti i consigli e spero di non ammalarmi.
In questo periodo le mie giornate sono molto cambiate. Al mattino mi alzo abbastanza presto, anche se non alle sei e trenta come quando vado a scuola. Posso fare la colazione e vestirmi con calma perché non devo correre a prendere il bus. Durante la giornata alterno i compiti a momenti più tranquilli o di gioco. Ogni tanto esco a fare un giro con il cane oppure una passeggiata nel bosco o al parco.
E’ uno dei lati positivi di questo periodo, abbiamo più tempo di stare all’aria aperta, invece di andare in un centro commerciale e rischiare di prendere il virus.
Da una parte spero che finisca presto perché ho due nonne anziane e sono preoccupata per loro, dall’altra mi sto accorgendo che fare scuola da casa non è poi così male. Però comincio a chiedermi: non è che tutti questi giorni di scuola che stiamo perdendo ce li aggiungono alla fine?
Io in giugno vorrei andare al mare! Poi però penso che la cosa importante è che si trovi una soluzione e un vaccino così in Italia e nel resto del mondo smetteranno di ammalarsi e morire.
Ma questa malattia è arrivata anche da te in Irlanda?
Aspetto presto una tua risposta.
Un bacione grande.
Marina M. 2^C
5/3/2020
Caro Lambert,
Come state lì in Olanda?
Il papà mi ha fatto vedere le foto della sfilata di carnevale che gli hai mandato sul suo cellulare … eravate bellissimi tu e Monich, avevate dei costumi magnifici. Purtroppo la nostra sfilata di quest’anno è stata cancellata. Credo che tu abbia saputo quello che sta succedendo nel mondo e anche da noi. Qui le persone, i social e i telegiornali parlano solo del coronavirus.
Credo tu sappia già di cosa sto parlando, ma per ricordartelo te lo spiego in poche parole. Il coronavirus è stato scoperto per la prima volta in Cina nella città di Wuhan a dicembre 2019, dicono che sia stato trasmesso all’uomo dai pipistrelli. Fino a quando si registravano in Cina i contagi ero tranquilla ma da quando è arrivato qui in Italia, soprattutto in Lombardia dove abito io, mi sta provocando molta ansia e paura. Io penso che sia arrivato qui a causa dei numerosi spostamenti delle persone. Prima avevamo un solo paziente positivo ma in una settimana i contagi sono aumentati molto e purtroppo anche i morti. Noi siamo nell’area “arancione”, siamo chiusi in casa e la mamma e il papà vanno solo al lavoro e al supermercato ..
In alcuni posti come a Milano la gente all’inizio di tutto questo ha svuotato i supermercati in cerca disperatamente di mascherine e disinfettanti.
In Lombardia hanno chiuso tutti i luoghi pubblici come ad esempio le palestre, le chiese, i centri commerciali, i piccoli negozietti e noi siamo a casa da scuola. All’inizio avevo molta paura ma con il passare del tempo ho cominciato a documentarmi per capire cosa stesse succedendo. Con le informazioni in più mi sono tranquillizzata e ho scoperto molte cose che prima non sapevo. Almeno c’è qualcosa di buono per questo virus, ci sono stati molti guariti e quando una persona prende il coronavirus non significa che muoia e che stia male. I soggetti più colpiti però sono gli anziani e le persone con patologie. Alcuni giorni fa, quando il virus è arrivato in Italia, è partito dal nord quindi altre regioni ci hanno considerato come degli “appestati” e non ci vogliono più ma adesso è arrivato anche da loro purtroppo.
Non esco di casa perché ho paura di ammalarmi anche se sono una ragazza e i ragazzi dovrebbero essere meno soggetti alla malattia. Nella mia giornata faccio i compiti e sono sempre dalla nonna perché la mamma e il papà vanno ancora al lavoro. La prima settimana è stata molto divertente e non mi mancava la scuola, ma con l’inizio della seconda ho cominciato a stancarmi di essere a casa, non uscire o anche solo andare a scuola. Ormai il mio unico passatempo è mandare alle mie professoresse i compiti assegnati per un determinato giorno, guardare la tv e leggere. Anche se siamo a casa io e i miei compagni ci scriviamo per parlare di compiti o per sapere che cosa stiamo facendo. La cosa più stressante è stare con le mie sorelle che si lamentano sempre. Nel frattempo studio perché al ritorno a scuola potrebbero farmi fare tantissime verifiche e sarei impreparata.
Spero con tutto il cuore che si risolva tutto in fretta, che nessuno dei miei cari prenda questa malattia, mi sto rendendo conto che la libertà di fare quello che si vuole è proprio bella, non vedo l’ora di rivedere i miei compagni e di riavere la mia vita di prima. Un bacio a Monich spero di vedervi come tutti gli anni al mare a Giugno.
Baci,
Matilde V. 2^C
SOLITUDINE
Guardo fuori dalla finestra
E vedo solo la strada deserta
Questo silenzio fa troppo rumore
E disturba il mio cuore
Nella mia mente il ricordo dei giorni felici
Vissuti in compagnia di tutti i miei amici
I baci e gli abbracci che ci scambiavamo
Ora proibiti, come le strette di mano
Ma se guardo attentamente il mio giardino
Vedo il pesco in fiore
Una farfalla mi fa l’occhiolino
E della primavera già sento il calore.
(Matilde C. 1^D)
VOLA LIBERA LA FARFALLA…
Vola libera la farfalla sul fiore
con un battito di ali lieve
sembra voler dire
andrà tutto bene.
(Davide M. 1^D)
Immagini: Pexels.com
Published: Jul 4, 2020
Latest Revision: Jul 18, 2020
Ourboox Unique Identifier: OB-886041
Copyright © 2020