NARRATORE
Quest’anno c’è venuto a trovare
un personaggio di cui avevamo già sentito parlare
Una mattina a scuola si è presentato
E in silenzio dalla cattedra ci ha guardato
Abbiamo letto le sue avventure
tra bugie, promesse e molte paure
Avete capito chi è questo bambino?
È proprio Pinocchio il burattino.
Con lui abbiamo pensato alla diversità
al bullismo, alle bugie e alle responsabilità
abbiamo capito come l’amore
salva dai pericoli e dal dolore.
Tanti personaggi abbiamo incontrato
e tanti valori abbiamo imparato.
Ora son loro che parleranno
e queste avventure ci racconteranno
MASTR’ANTONIO
Sono un vecchio falegname, soprannominato mastro Ciliegia per la punta del mio naso «lustra e paonazza, come una ciliegia matura». Ho recuperato nella mia bottega un pezzo di legno di poco valore con il quale volevo farci una gamba da tavolino. Ma mi sono spaventato perché quel pezzo di legno parlava con una vocina da bambino implorandomi di non martellarlo forte. Che cosa potevo farci? Io niente e così l’ho regalato al mio amico Geppetto.
GEPPETTO
Geppetto sono io, un vecchietto tutto arzillo» intagliatore di legno, soprannominato «Polendina» per la mia parrucca color giallo-polenta che somiglia a una polenta di granoturco. Ho avuto l’idea di fabbricare «un burattino meraviglioso, che sappia ballare, tirare di scherma e fare i salti mortali. In realtà mi sentivo solo e avevo un unico desiderio: essere padre!
Nella mia umile casa ho cominciato a scolpire il pezzo di legno, che si è animato durante la costruzione cominciando a tormentarmi di scherzi, proprio a me che mi consideravo già suo padre. Dopo avergli dato come nome Pinocchio, gli ho insegnato a camminare, ma lui, una volta imparato a correre, è fuggito in strada. Io l’ho inseguito finché un carabiniere l’ha bloccato e pensando che avrei punito Pinocchio troppo severamente, mi ha portato in prigione per una notte.
Quando sono tornato a casa il mattino seguente, Pinocchio ne aveva già combinata una delle sue: si era bruciato i piedi con un braciere che ha usato per scaldarsi. Glieli ho ricostruiti e l’ho sfamato con le uniche pere che avevo portato dalla prigione. Povero figliolo mio…
PINOCCHIO 1
Sono proprio contento che il mio babbo sia Geppetto: è così buono e mi vuole tanto bene! Gli ho promesso che andrò a scuola Il mio babbo però è così povero che mi ha confezionato «un vestituccio di carta fiorita, un paio di scarpe di scorza di albero e un berrettino di midolla di pane», e ha dovuto vendere la sua «vecchia casacca di fustagno, tutta toppe e rimendi» per comprarmi l’abbecedario. Povero babbino mio! Sarai proprio fiero di me!
GRILLO PARLANTE
Io sono un grosso grillo «paziente e filosofo»; abito nella casa di Geppetto da più di cent’anni. Ammonisco Pinocchio riguardo alle sue scappatelle e alle bugie che dice in continuazione. Gli ricordo che i ragazzi che si ribellano ai genitori e abbandonano la casa del padre ne avranno da pentirsene e rimarranno ignoranti; ma lui non ascolta le mie prediche anzi mi ha lanciato un martello e mi ha spiaccicato al muro.
PINOCCHIO 2
Lo so lo so che dovrei ascoltare di più il mio babbino ma non ci riesco proprio, è più forte di me. Quante volte me lo ripeteva quel povero grillo parlante! Di promesse ne faccio tante ma non è facile mantenerle! Non è colpa mia: le occasioni mi vengono a cercare! Non ho fatto in tempo a uscir di casa che ho subito venduto l’abbecedario per comprarmi il biglietto per assistere allo spettacolo dei burattini. E non è stato così male perché qui ho incontrato tanti miei amici, burattini come me che mi hanno invitato sul palco. Dicevano:
ARLECCHINO
Pinocchio, vieni con noi, che bello averti qui. Fatti abbracciare amico mio!
PULCINELLA
Balla insieme a noi e facciamo una bella festa tutti insieme!
PINOCCHIO 3
Ero così felice che non capivo più niente e ci ha pensato lui, il burattinaio a farmi tornare in me! Perché con tutto quel frastuono voleva usarmi come legna da ardere. Aiuto!!! Non sapevo cosa fare ed ecco che sarei voluto tornare a casa perché avevo così paura!
MANGIAFUOCO
Io sono Il burattinaio del “Gran Teatro dei Burattini”: sono un omone così brutto, che mi metto paura soltanto a guardarmi. Ho una barbaccia nera come uno scarabocchio d’inchiostro, e tanto lunga che mi scende dal mento fino a terra: basta dire che, quando cammino, me la pesto coi piedi. La mia bocca è larga come un forno, i miei occhi sembrano due lanterne di vetro rosso, col lume acceso di dietro, e con le mani faccio schioccare una grossa frusta, fatta di serpenti e di code di volpe attorcigliate insieme.» Mi sono indispettito dallo scompiglio creato dall’arrivo di Pinocchio nel mio teatro e ho ordinato ai miei burattini di gettarlo nel fuoco per poter cuocere un arrosto di montone.
Ma poi mi sono impietosito per le sue urla strazianti, tanto da farmi starnutire a più riprese: questo mi succede tutte le volte che mi commuovo. Così ho deciso di liberare Pinocchio e, dopo aver ascoltato la sua storia di povertà, gli ho regalato cinque zecchini raccomandando al burattino di portarli subito a Geppetto.
PINOCCHIO 4
Come sono molto felice di tornare dal mio babbo, chissà come sarà contento delle monete d’oro. Non vedo l’ora di mostrargliele, è così buono Geppetto! Ma chi mi sta inseguendo? Devo fare attenzione ed essere cauto: c’è così tanta gente malintenzionata in giro!
VOLPE
Io sono una volpe zoppa, (almeno così faccio credere a Pinocchio!) e voglio proporre un affare (si fa per dire) a Pinocchio, quell’ingenuo credulone!
Insieme al mio compare gatto, è così facile convincere quel grullo di burattino a sotterrare le monete nel Campo dei Miracoli e con la nostra astuzia, glieli rubiamo tutti!
GATTO
Hei ci sono anch’io! Sono il socio in affari della volpe (e mi fingo cieco, ma non ditelo a nessuno). Noi garantiamo guadagni e promettiamo miracoli: una vera squadra di truffatori! Alle volte siamo così convincenti che devo stare attento a non imbrogliarmi da solo!
PINOCCHIO 5
Sembravano così delle brave persone! Che figlio ingrato, ho persino rischiato di finire impiccato su un albero!!
Per fortuna ho sempre l’aiuto della mia cara fatina dai capelli color del cielo che cerca in mille modi di aiutarmi e di indicarmi la strada giusta. Ma ve l’ho detto: le disgrazie vengono a cercare proprio me!
FATA DAI CAPELLI TURCHINI
Eccomi qua, «una buonissima Fata, che da più di mille anni abita nelle vicinanze del bosco»
Pinocchio quante volte ti devo dire che «Le bugie si riconoscono subito perché ve ne sono di due specie: vi sono le bugie che hanno le gambe corte, e le bugie che hanno il naso lungo: le tue per l’appunto sono di quelle che hanno il naso lungo». Ti fanno brutto e sempre più triste!
PINOCCHIO 6
Oh fatina mia, le mie promesse sono sempre vane! Io ci provo davvero ad obbedire ma casco sempre in tentazione, come quella volta che ho accettato la proposta del mio amico Lucignolo che mi ha portato in un paese magico senza scuola e compiti! Come potevo non accettare? Ma tu fatina dei miei, ehm del mio cuore, lo sai quanto è dura studiare? Meglio giocare! Non è vero bambini? Voi sì che mi potete capire! Dopo questa quarantena poi, non se ne può proprio più!
LUCIGNOLO
Sono Il più svogliato e più birichino compagno di scuola di Pinocchio. Il soprannome “Lucignolo” deriva dal «mio personalino asciutto, secco e allampanato, tale e quale come il lucignolo nuovo di un lumino da notte.» Pinocchio mi è venuto a cercare per invitarmi a festeggiare la sua imminente trasformazione da burattino in un ragazzo in carne e ossa. Meglio se andava direttamente a buttarsi nel fuoco! Io conosco solo un posto dove si può festeggiare: il “Paese dei balocchi”, dove «non vi sono scuole, non vi sono maestri, non vi sono libri. In quel paese benedetto non si studia mai. Il giovedì non si fa scuola: e ogni settimana è composta di sei giovedì e di una domenica. Figurati che le vacanze dell’autunno cominciano col primo di gennaio e finiscono coll’ultimo di dicembre. Ecco un paese, come piace veramente a me! Ecco come dovrebbero essere tutti i paesi civili, ecco un paese per cui vale veramente essere felici»
PINOCCHIO 7
Sono stato proprio un ingenuo ad accettare. Pensavo di aver trovato la felicità. Invece, dopo cinque mesi di vacanza e di bagordi, improvvisamente io e Lucignolo siamo diventati quelli che in fondo eravamo già: due asini! Che vergogna! Non ci potevo credere! E i miei buoni propositi dov’erano finiti! Ah babbino mio! Ah fatina mia! Ah grilletto mio! Che brutta fine!
In un Circo sono arrivato e Lucignolo è finito da un contadino a cui era morto il somaro il giorno precedente. Ora sì che gli toccava lavorare!
Io sono riuscito a scappare e poiché avevo capito la lezione sono andato in mare a cercare il mio povero babbo ma poi, come se non ne avessi passate abbastanza vengo ingoiato da un grosso pescecane! È proprio vero il detto “il peggio non è mai morto!”
PESCE-CANE
“Ho la bocca spalancata, come una voragine, e tre filari di zanne che avrebbero fatto paura anche a vederle dipinte”. Pinocchio invece non sta fermo un attimo, mi gratta tutto il corpo non ha proprio pace da nessuna parte quello lì! uffa!!
Due anni fa, avevo già mangiato «come un tortellino di Bologna», un povero vecchietto che aveva deciso di varcare l’oceano tempestoso su una barchetta, per cercare il suo figliolo, e …Caramba che sorpresa! quel burattino è il figlio del vecchietto! Si sono incontrati proprio nella mia pancia! E poi si dice in giro che noi pescecani siamo feroci! Non potevano fare una fine migliore!
Ma non era ancora giunta la loro fine però, perché soffrendo io d’asma, già da un po’ di tempo sono costretto a dormire a bocca aperta. Proprio da lì Pinocchio e Geppetto sono riusciti a scappare e ad allontanarsi a nuoto. Meglio così, avevo un tale peso sullo stomaco!
PINOCCHIO 8
Il mio povero babbino era distrutto e aveva bisogno di cure. Per lunghi mesi gli sono stato accanto e ho lavorato duramente per potergli dare un bicchiere di latte e la fatina mi ha premiato! Mi ha fatto il regalo più bello, quello che ormai non mi aspettavo più: mi ha trasformato in un bambino vero! Bambini aprite bene le orecchie: non c’è cosa più bella che rendere fieri chi ci vuole bene! Certo la scuola è dura e a volte ci chiede tanto ma perché tanto ci può dare! Non perdete tempo come ho fatto io: datevi da fare e godetevi le persone che camminano al vostro fianco! Avrete la ricompensa più preziosa: sentirvi dei veri bambini in carne ed ossa che hanno voglia di crescere e diventare grandi!
Published: May 24, 2020
Latest Revision: May 24, 2020
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