Cosa abbiamo imparato in queste lezioni?
Sul nostro libro di testo, abbiamo studiato e imparato il testo descrittivo: cioè noi impariamo a osservare la realtà che ci circonda utilizzando i cinque sensi e poi a trascrivere a parole quello che abbiamo percepito – possiamo cioè aver visto, sentito, odorato, assaggiato o toccato qualcosa.
Ricordiamoci che noi possiamo descrivere quello che vogliamo!
Possiamo descrivere un luogo (la nostra casa, la scuola, la nostra città, una località di mare, montagna ecc…), un animale, un oggetto, una persona ecc…
Queste descrizioni possono essere reali, ma anche di fantasia, come castelli incantati, animali fantastici come i draghi, personaggi fiabeschi come principesse, re, maghi ecc…
Ripassiamo velocemente le caratteristiche principali
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Se io voglio descrivere per informare, cioè raccontare senza esprimere commenti o opinioni personali, farò una descrizione oggettiva: il linguaggio che utilizzerò sarà quindi un linguaggio denotativo. In questo caso si parla delle caratteristiche esteriori.
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Se io voglio descrivere per esprimere i miei sentimenti, cioè raccontare come un luogo, una persona, un animale o un oggetto mi hanno fatto sentire, farò una descrizione soggettiva: il linguaggio che utilizzerò sarà quindi un linguaggio connotativo. In questo caso si parla delle sensazioni e degli stati d’animo che prova chi sta scrivendo.
LA DESCRIZIONE DI UN OGGETTO
Anche di un oggetto è possibile realizzare sia una descrizione soggettiva sia una descrizione oggettiva.
Ci ricordiamo l’esempio del coniglietto di peluche? Rivediamole velocemente in sintesi.
Io posso raccontare così: “Il peluche che mi hanno regalato rappresenta un coniglio, con zampe snodate e mobili. Si tratta di un piccolo oggetto di 20 cm […] Pesa all’incirca 100 grammi e odora di stoffa.
Il coniglio è di colore marrone con chiazze nere e ha la pancia di un beige chiaro [….]”
Ma anche così: “Adoro abbracciare il mio coniglietto di peluche. Profuma di mela, di liquirizia, di sapone, di rosa, di profumo della mamma, di minestra vecchia, di riso, di pane tostato, di cera, di cane bagnato. E poi, soprattutto, mi ricorda l’odore del mio letto che di notte è tutto caldo. È soffice come una coccola […] Quando ero piccolo gli mangiucchiavo le orecchie, che sapevano di zucchero filato, e lo sollevavo per la coda soffice come un batuffolo di cotone”
Ora, tocca a noi far vedere che abbiamo imparato!
DESCRIVIAMO UN OGGETTO, UNA PERSONA, UN ANIMALE O UN LUOGO
Ecco il nostro primo compito.
Hai un oggetto o un posto a cui tieni particolarmente? Oppure un animale domestico a cui sei molto affezionato? Oppure ancora hai un amico speciale di cui non potresti fare a meno?
Raccontalo in un testo.
ECCO I NOSTRI LAVORI…
Descrivo una mia amica
La mia amica è una persona brava ed è sempre con me, nei momenti brutti e belli, soprattutto quando sono triste e giù di morale; sa come farmi ridere e sorridere e per questo le voglio tanto bene. Lei è anche una persona un po’ gelosa!
Ha un carattere buono: qualche volta infatti fa un po’ la bambina, ma dove sa che deve essere seria perché ho bisogno, fa la ragazza seria e mi dà dei consigli anche con poche parole. Mi aiuta proprio in tutto.
Quando si arrabbia lei non alza le mani, ma sa farsi capire solo parlando.. è come se ti “picchiasse” con le parole! Sa difendere e sa tenere i segreti.
Le piace molto scherzare, infatti è una ragazza divertente,
piena di gioia: le piace fare i regali, le sorprese… come lei non
c’è nessuno, è unica!
Le voglio tantissimo bene perché perchè è stata sempre vicino a me anche nei momenti più bui: quando ci siamo conosciute ho capito che lei sarebbe stata una vera amica.. in poche parole lei è proprio una vera amica!
La descrizione di un animale
Nebbia è un cane di taglia grande e mangia due volte al giorno. La sua alimentazione è costituita da carne, riso, frutta e verdura.
I cani non possono mangiare la cioccolata e le uova perché sono per loro tossiche: la lista degli alimenti pericolosi per questi animali è lunga.
Il mio cane è vivace e affettuoso. Va d’accordo con gli altri cani e non c’è mai stato nessun problema durante la sua educazione: ascolta tutti i comandi.
Purtroppo non sopporta camminare a lungo.
Descrivo il mio gatto
Tanto tempo fa, trovai un gatto abbandonato e lo portai a casa: nonostante avessimo già un cane, ce lo tenemmo e lo chiamammo Ceres.
Ceres è un gatto nero con gli occhi verdi, è morbido, ha il pelo folto ed è più grande rispetto agli altri gatti. È affettuoso e gioca molto con il mio cane di taglia piccola.
Il mio gatto è molto divertente: passeggia sopra la ringhiera del terrazzo, spaventandoci tutti e fa gli agguati al cane facendolo ringhiare.
Come tutti i gatti, mi fa le unghie un po’ ovunque e questo suscita confusione in casa. È il mio animale preferito perché mi lascia stare in pace
IL MIO TELEFONO
Il mio telefono che i miei genitori mi hanno regalato è un Huawei Y6 2019 e a me piace tantissimo. Io lo utilizzo per ascoltare la musica, per fare video, foto, chiamate e videochiamate, chattare con gli amici, per fare videolezioni, controllare i compiti. Il mio telefono è fatto di ferro, di plastica e di elementi magnetici; il vetro utilizzato per la maggior parte degli schermi degli smartphone ha una composizione di terre rare che aiuta a produrre i colori sullo schermo. La batteria è composta da ossido di litio, cobalto e magnesio e il suo involucro è realizzato in alluminio, mentre per il microfono è usato il nichel.
Il telefono è di colore blu, la sua forma è rettangolare e pesa 150 g. Esso non odora.
Per quanto riguarda l’accensione, si sente una piccola musica.
La descrizione di un oggetto
Adoro molto il mio cuscino. Profuma di pulito, a volte di sudore quando ho caldo e di rose.
È soffice come un peluche di lana. Quando lo guardo mi viene sonno: mi ci sdraio sopra e faccio un pisolino.
Quando lo tocco, mi ricorda il mio pupazzo morbidissimo.
Testo descrittivo di un oggetto
Il mio tesoro non ha molti anni, ma molta storia. É un cartoncino plastificato: “Un cartoncino?!”, vi starete chiedendo. Sì, proprio così. È giallo, con attaccati disegni, foto e scritte. Si tratta del regalo che le mie maestre/i delle elementari ci hanno consegnato alla fine della quinta. In alto a sinistra c’è un mio ritratto, fatto in prima elementare, sotto cui c’è parte di un testo di riflessioni sul nostro primo giorno di scuola, che il maestro d’italiano ci aveva chiesto di scrivere. In alto a destra c’è, invece, un altro mio testo, che riguardava la mia persona, le mie caratteristiche e, sotto ad esso, un disegno creato in quinta elementare: confrontandolo con il ritratto del primo anno, ho notato la mia trasformazione, il che mi ha fatto riflettere. In mezzo ci sono le considerazioni che le mie amiche hanno scritto su di me. Una di loro è Diana, migliore amica dalla scuola materna, con la quale c’è un legame speciale che si è evoluto nel tempo. La seconda frase è da parte della mia amica Jing. Ci sono, poi, quattro foto della mia vecchia classe, nei quattro anni precedenti, durante alcune gite; due mi piacciono particolarmente: una è stata scattata durante una visita del museo egizio, in quinta elementare, l’altra risale alla nostra visita allo zoo, due anni fa. Questo è il mio tesoro, il ricordo speciale dei miei anni alle elementari.
Descrivo la mia mamma
La mia mamma si chiama Monica ed ha quarantanove anni. È molto scherzosa, gioiosa, mi fa tante coccole e mi sa accontentare in tutto!
Porta i capelli a mezza lunghezza e sono biondi. I suoi occhi sono verdi e le sue labbra sono un po’ fini e spesso fa uno di quei sorrisi che a me danno gioia; mentre quando inizia a urlare mi spavento e inizio a preoccuparmi!
Non è snella, ma nemmeno grassa: secondo me sta bene di fisico.
Non è una persona che ama mettersi in mostra, anzi, è una persona piuttosto riservata. È molto generosa e altruista. Sa come farmi divertire perché ha un carattere simpatico, allegro (fino ad un certo punto..) e gioioso.
Sa sempre come comportarsi con me e come farmi divertire parecchio.
La mia mamma
La mia mamma si chiama Jessica. È nata in El Salvador, il 10 marzo 1985 ed è venuta in Italia il 22 giugno del 2019. È alta 1.67, ha 35 anni e ha quattro figli, me compresa.
Il suo lavoro è fare le unghie acriliche. Le piace lo sport, la spiaggia, cucinare esplorare quello che c’è intorno a noi. Le piacciono anche le macchine sportive.
Pensate che ha 18 tatuaggi!
È una persona molto felice.
Durazzo
Durazzo è la mia città d’origine di 113.249 abitanti. situato sul Mar Adriatico. La città fu fondata da due re di origine Illirica chiamati Dyrrah ed Epidamn. A Durazzo è situato il porto più grande dell’Albania che si trova nel sud del mare Adriatico, a sud del comune Albanese di Durazzo, nella parte settentrionale della baia di Durazzo, la quale a circa 18 km di lunghezza da nord a sud, con una costa di circa 7 km a est.
La Bella di Durazzo (E bukura e Durresit) , anche noto come la bella fanciulla di Durazzo, è stato realizzato nella seconda metà del IV secolo a.C. presso Durazzo, città allora nota come Epidamnos, al fine di decorare il pavimento di un lussuoso bagno privato; esso è stato scoperto nel 1916, durante la Prima Guerra Mondiale, quando Durazzo fu occupata dai soldati dell’Impero Austro-Ungarico. Durante i lavori dell’esercito Austro-Ungarico per la costruzione di fortificazioni, gli ingegneri militari si imbatterono in questo mosaico, il quale fu dissotterrato nelle fondamenta di una casa in un quartiere molto vicino all’attuale centro cittadino, alla profondità di 3,80 metri. L’archeologo austriaco Camillo Praschniker si prese cura del mosaico, pertanto fu ben conservato. Nel suo libro Richerche archeologice in Albania e Montenegro, pubblicato a Vienna nel 1919 insieme ad Arnold Schober, Praschniker fu il primo a includere l’immagine di un mosaico, descrivendolo come capolavoro figurativo.
Dopo la fine della guerra, La Bella Di Durazzo fu coperta e ne furono perse le tracce, fino al 1947, anno in cui fu riscoperta dall’archeologo Durazzese Vangjel Toçi, diventato largamente noto nel mondo della storia dell’arte solo dopo il 1959. Nel 1982 il mosaico è stato trasferito nella sala principale del Museo storico nazionale Albanese, dove tuttora è esposto.
L’anfiteatro romano di Durazzo (Amfiteatri i Durresit) è un monumento che venne costruito nel II secolo sotto il regno di Traiano ed è situato al centro della città. Poteva contenere 25.000 persone, il che lo rende l’anfiteatro più grande presente nei Balcani. Venne scoperto nel XX secolo e attualmente è un’attrazione turistica, nonostante una buona parte della struttura non sia ancora stata dissotterrata.
Il Capo di Rodon o Capo di Skanderbeg (Kepi i Rodonit o Kepi i Skenderbeut) è un promontorio roccioso sul Mar Adriatico a nord di Durazzo e Sud d’Europa. Sul Capo di Rodon è situato il castello Rodoni, costruito da Skanderbeg nel 1463 e una chiesa di Sant’Antonio. Più a sud, nella baia tra il promontorio e la riserva va esistono diverse località balneari come villaggio turistico (Gjiri i Lalzit). Questo luogo è stato costruito nel 1884, il primo anno d’accesso è il 2007, la forma della torre è con un lampione cilindrico, è alta 3 m (9,8 piedi), la sua altezza focale 40 m (130 piedi).
Il castello di Durazzo (Kalaja e Durresit) è un castello medievale della città albanese di Durazzo. Il castello è stato riconosciuto come monumento culturale nel 1948 e nel 1971, con numero 586/4874. Le azioni di guerra iniziarono nel 1018 con la battaglia di Dyrrachium e nel 1081 e nel 1939 iniziò la battaglia di Durazzo. Il castello risale al V secolo e fu costruito per volontà dell’imperatore bizantino Anastasio I Dicoro, dopo il disastroso terremoto che mise in ginocchio la città.
Il Museo Archeologico (Muzeu Arkeologjik) è un museo che è stato fondato nel 1951 dall’archeologo albanese Vangjeli Toci, si tratta del museo archeologico più grande del paese. Il museo si trova vicino alla spiaggia e a nord del museo si trovano le mura bizantine del VI secolo, costruite dopo l’invasione visigota del 481. La ribellione del 1997 in Albania ha visto il museo seriamente danneggiato e saccheggiato.
La moschea Fatih (Xhamia e Fatihut) è una moschea ottomana di Durazzo. Sorge nel centro storico della città albanese, a pochi passi dalle mura veneziane. La moschea fu costruita nel 1502, ossia un anno dopo la conquista ottomana di Durazzo, e fu intitolata al sultano Maometto II. Fu chiusa al culto dalle autorità comuniste nel 1967 e nel 1973 fu iscritta all’elenco dei monumenti culturali religiosi dell’Albania. Il minareto fu distrutto in epoca comunista e ricostruito una volta crollato il regime. Nel 2011 è stata sottoposta ad un importante restauro finanziato dal Ministero della Cultura di Tirana e dalla Comunità islamica albanese.
La Torre Veneziana le cui mura circondavano la città e la Torre del XV secolo, periodo in cui Durazzo era occupata dai Veneziani. Nel Medioevo era considerata una delle fortezze più potenti dell’Adriatico. Lo spessore del muro della Torre è stato sfruttato per la costruzione delle scale interne che portano alla terrazza panoramica. Fu costruito alla fine del V secolo e ristrutturato nel Medioevo e poi di recente. Durante la Repubblica di Venezia fu costruita la Torre Veneziana
Descrivi una Persona cara a tua scelta:
“Mio Padre”
La famiglia è il mio punto di riferimento. Ho tante persone importanti che mi stanno vicino, che mi fanno divertire e che mi danno tanti insegnamenti, ma c’è uno che è davvero insostituibile: mio padre!
Quando mi chiedono chi sono le persone più speciali, penso subito ai miei genitori e a mia sorella, che sono sempre presenti nella mia vita. Questa volta, però, voglio parlare di mio padre perché non ho mai scritto nulla su di lui, anche se merita di avere un librone che lo descriva alla perfezione! Lui merita questo e tanto altro ancora.
Avere una persona come mio padre al proprio fianco significa vivere bellissime esperienze che fanno crescere: lui, per esempio, risponde a ogni mia domanda, anche la più sciocca.
Con mio padre ho imparato tanto e continuo ancora a imparare: lui mi dice sempre che sono un ragazzino molto intelligente e che dovrò essere sempre così. Ma anche lui è molto intelligente, ecco perché ci troviamo così bene insieme!
Mio padre è di media altezza ,non è magro(anzi è un po troppo grasso), ha i capelli marroni e ricci, i denti bianchissimi e un bellissimo sorriso. Lavora anche, e non so proprio come riesca a svolgere tante attività durante la giornata. Infatti alcune volte, quando mi lamento per i troppi compiti, cambio subito discorso perché capisco che lui fa un sacco di lavori senza mai lamentarsi.
Vado sempre in giro con il mio babbo. D’estate andiamo in spiaggia, dove incontro sempre i miei cugini.
Un’altra qualità di mio padre è il suo talento in cucina! Fa delle cose buonissime… e il mio cibo preferito è l’insalata e i spaghetti perchè li fa troppo buone.
Mio padre è speciale anche perché non è mai nervoso con me: è paziente, capisce quando sbaglio e mi dice quello che devo fare per non rifare gli stessi errori. Non è perfetto, ma ha tantissime qualità che a un figlio come me piacciono tantissimo.
Non cambierei mio padre con nessun padre al mondo. Mi sentirei perso senza di lui, anche se non li dico quasi mai che li voglio bene… Non fa niente, tanto sicuramente lo saprà! Mi auguro che il nostro rapporto rimanga sempre così, anche quando diventerò più grande, anche quando avrò una famiglia tutta mia: lui farà sempre parte della mia famiglia.
Se dovessi partire porterei..
Se un giorno dovessi partire, porterei con me la mia bicicletta perché è stato un regalo fatto da mio papà a cui voglio bene e portandola con me ricorderei lui e le nostre passeggiate in bicicletta, che spesso siamo abituati a fare nel nostro tempo libero.
Ho scelto questo oggetto perché è l’oggetto che più uso nella mia quotidianità e di cui quindi non riuscirei a farne a meno: è l’oggetto che soprattutto riesce a farmi divertire di più in assoluto!
Descrizione della mia stanza
Il mio letto è blu ed è comodo. Vicino al mio letto c’è una TV anni ’80. La mia camera profuma di vaniglia. All’interno della mia camera vi è un armadio dove tengo dentro i miei vestiti, una scrivania dove faccio i compiti ed una centrifuga come scatola dei miei giocattoli.
Poi di giorno la mia camera è calda e soleggiata, di notte è fresca e ariosa.
Descrivo un oggetto caro
Un oggetto a me caro è un pupazzo che mi ha regalato mia mamma quando ero ancora piccola. Questo pupazzo è a forma di cane, un husky, ha il pelo morbido e di colore bianco e grigio; la grandezza è media, ha due occhi piccoli neri e delle orecchie color marrone.
Grazie a tutti voi ragazzi!
Siete stati molti bravi e avete capito come scrivere e strutturare un testo descrittivo: l’anno prossimo potrete riempirlo con altri temi, oppure iniziarne uno nuovo con un’altra tipologia di testi!
Speriamo che questa attività vi sia piaciuta e vi abbia coinvolto. Passate delle bellissime vacanze e non dimenticatevi di continuare a leggere, perché questo vi aiuterà a scrivere sempre meglio.
Un caloroso saluto e un grande abbraccio.
Le vostre professoresse,
Maria Aiello
Giulia Mossuto (che per il momento vi saluta e vi augura il meglio per i vostri anni futuri)
Published: May 20, 2020
Latest Revision: Jun 9, 2020
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