Gesù di Nazareth
Gesù di Nazareth è il fondatore e la figura centrale del Cristianesimo, religione che lo riconosce come il Cristo, figura ancora attesa dalla tradizione ebraica, e come Dio fatto uomo. Durante gli ultimi anni della sua vita, Gesù ha svolto l’attività di predicatore, guaritore ed esorcista in Glilea e nella provincia romana della Giudea, nella regione storica della Palestina.
Il nome
Gesù è un adattamento del nome aramaico, che significa “salvezza” o “salva”. Secondo la tradizione cristiana, le principali fonti testuali relative a Gesù sono i quattro vangeli canonici (Matteo, Marco, Luca e Giovanni).
Le fonti
Per quanto concerne le ricerche storiche sulla sua vita le principali fonti si trovano nel Nuovo Testamento, in particolare nelle Lettere di Paolo e nei vangeli sinottici, fonti che hanno trovato alcuni interessanti riscontri in ritrovamenti e studi archeologici. Gli ultimi secoli hanno visto infatti lo sviluppo di ricerche volte a valutare l’attendibilità storica dei vangeli, inclusi gli elementi soprannaturali e miracolosi, sia a ricostruire il profilo del Gesù storico.
La nascita
I vangeli narrano la nascità di Gesù da Maria vergine, la predicazione focalizzata sull’annuncio del Regno dei Cieli e sull’amore al prossimo e realizzata con discorsi e parabole accompagnati da miracoli; narrano infine la sua passione, morte in croce, risurrezione e ascensione al cielo. I vangeli e gli altri scritti del Nuovo Testamento identificano Gesù con il Messia e il Figlio di Dio. Le neotestamentarie Lettere di Paolo esaltano il valore salvifico della sua morte e risurrezione. Per le principali confessioni religiose cristiane è la seconda persona della Trinità, assieme al Padre e allo Spirito Santo e “vero Dio e vero uomo”.
La predicazione e la morte
Dai vangeli appare come la predicazione e l’operato di Gesù abbiano riscosso nella società ebraica coeva un successo limitato e circoscritto territorialmente ma che ha, secondo le fonti canoniche, raggiunto vari strati della società. Il breve periodo della sua predicazione si concluse con la morte in croce, richiesta, secondo i vangeli, dalle autorità ebraiche del Sinedrio, ma irrogata dall’autorità di Roma (che riservava agli schiavi una tale sorte), su decisione finale del prefetto romano Ponzio Pilato.
Dopo la morte
Dopo la morte, i seguaci di Gesù ne sostennero la risurrezione e diffusero il messaggio della sua predicazione, facendone una delle figure che hanno esercitato maggiore influenza sulla cultura occidentale.
I vari punti di vista
Secondo il punto di vista ebraico, Gesù è stato un predicatore itinerante, ma non il Messia atteso; non era Figlio di Dio, non ha compiuto miracoli e, dopo la morte in croce, non è risorto né asceso al cielo.
La visione islamica della figura di Gesù lo presenta come uno dei maggiori profeti venuti prima di Maometto; nacque verginalmente, compì dei miracoli (per volere divino), non morì, ascese al Cielo, deve tornare alla fine dei tempi quando sconfiggerà l’anticristo, ma non era Dio che, secondo la sura CXII, “non ha generato né fu generato”.
Una fonte storica
Published: May 13, 2020
Latest Revision: May 13, 2020
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