La scorsa lezione abbiamo analizzato l’ordinamento democratico di Atene, oggi lo inquadriamo partendo dalla sue fasi più salienti, ricordando che, come abbiamo precisato la scorsa volta, quando parliamo di democrazia nella Grecia Antica stiamo comunque facendo riferimento a una forma di governo presieduta dalla classe degli aristocratici che poi divenivano –> arconti, gli eupatrìdi, come li chiamavano i greci, e che dunque il potere del dèmos, vale a dire del popolo, è ancora confinato soltanto all’assemblea, quindi fortemente limitato.
Ricordiamo ora che il governo era così articolato: fra gli aristocratici i 3 ARCONTI + 6 CHE CONFLUIVANO NELL’ -> AREOPAGO, il DÈMOS (TETI), che non aveva poteri di governo ma si riuniva in un’assemblea,
l’ECCLESÌA, attraverso la quale votava le proprie posizioni, e non dobbiamo dimenticare le donne, gli stranieri chiamati meteci, e gli schiavi che non godevano di alcun diritto politico, vale a dire non potevano votare e quindi non partecipavano all’ecclesìa. Bene, ora possiamo finalmente affrontare il discorso intorno alla prima legislazione scritta, quella di DRACONE.
Nel corso del VII sec. la città di Atene visse una fase turbolenta a causa degli scontri avvenuti proprio fra la classe dei nobili. Dopo diversi tentativi di pacificazione, nel 624 a.C. furono introdotte delle leggi scritte, attribuite a Dracone (o Draconte). Dei contenuti di questa legislazione non sappiamo molto se non per quel che riguarda la punizione dell’omicidio.
Apro ora una parentesi: l’aggettivo draconiano è passato alla storia come emblema di severità e durezza. Es. Le misure contenitive attuate dal governo Conte sono draconiane
Ecco, nonostante l’evoluzione di questo aggettivo, la normativa di Dracone non fu solo severa, ma soprattutto anche innovativa. Possiamo ricondurre quest’innovazione al fatto che, per mezzo di una normativa scritta, le persone non potevano più ricorrere alla vendetta privata o familiare. Il giudizio delle colpe passava in mano allo stato, e giudicare e punire i delitti di sangue diventava un potere a questo esclusivo.
La giuria chiamata a giudicare era composta dall’arconte-re e da 51 giudici detti efeti, e aveva il compito di commisurare, dunque, stabilire le pene in base al grado di volontarietà dell’azione compiuta dal colpevole (quello che, con le debite differenze, oggi distinguiamo attraverso le espressioni colposo e doloso). La pena di morte venne limitata, infatti, ai soli omicidi intenzionali. Ecco come si presentava la prima legislazione scritta ed ecco come possiamo riassumere la riforma draconiana:
Oggi abbiamo quindi conosciuto Dracone; nell’immagine successiva osserverete i principali personaggi politici dell’epoca che stiamo studiando e dei periodi immediatamente successivi. Sono importanti perché ciascuno di loro ha dato il via a una riforma, vale a dire ha contributo a modificare un assetto esistente, trasformando lo stato delle cose prima vigente con regole e leggi.
Per oggi ci fermiamo qui. La lezione spiegata si trova nel libro a pag. 144. Vi chiedo di leggere anche le pagine successive, da 145 a 149. La prossima lezione sarà dedicata a Solone.
Un caro saluto dalla prof. Maria Letizia Mereu
Published: Mar 24, 2020
Latest Revision: Mar 24, 2020
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