Decameron 2.F by bettolino  - Illustrated by ALUNNI DELLA IIF - Ourboox.com
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Decameron 2.F

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Artwork: ALUNNI DELLA IIF

  • Joined Jan 2020
  • Published Books 24
2

Siamo nell’anno 2020, da un mese circa un virus si propaga per l’Europa. Per sfuggire al contagio tutti devono restare in casa. Diciotto ragazzi, compagni di scuola e amici sin dall’asilo, sempre in contatto tramite i social, decidono di passare il tempo raccontando ogni giorno una storia a testa dopo aver scelto un argomento.

Ecco le storie raccontate il giorno 20 marzo 2020.

Gli argomenti scelti sono 

1.amore non ricambiato;

2.amicizia tradita;

3.quella volta in cui ho avuto fortuna;

4.quella volta in cui ho avuto sfortuna. 

 

Buona lettura!

3

La novella di Elena.

UN GIORNO FORTUNATO

 

E sì come hai capito bene anche io ho avuto fortuna. E ‘successo tutto ad un tratto: un giorno d’estate ero all’oratorio con i miei amici e un certo punto arriva una ragazza che si presenta, si chiamava Arianna e aveva  la nostra stessa età. Il giorno dopo lei è venuta da me perchè voleva conoscermi allora per educazione il mio presentai e da li abbiamo fatto amicizia. Dopo una settimana, visto che ci sono conosciute bene, lei chiese di diventare la sua migliore amica allora io accettai perchè la trovavo molto simpatica è anche perchè insieme ci divertivamo molto e facevamo pazzie Da quella volta non ci siamo mai lasciate, lei per me è come una sorella e io l’adoro tantissimo. Ormai siamo migliori amiche da quasi 1 anno. Lè sempre la mia fortuna più grande e lei per me c’è sempre e io anche per lei. Spero di non separarmi mai da lei perché è la persona più importante della mia vita.

4

La novella di Nicolò

Quella volta in cui ho avuto fortuna

 

Oggi ho deciso di raccontarvi una bella storia che potrebbe farvi invidia.

Nell’estate del 2017, io e la mia famiglia, siamo stati al mare 5 settimane. Mio papà andava e tornava da Milano ogni fine settimana perché dobbiamo lavorare e al mare restavamo soli mia sorella, mia mamma ed io.

Alla sera io aiutavo sempre mia mamma e preparando la tavola, cucinare e lavare i piatti perché mia sorella aveva solo due mesi e ogni tanto fatto tribolare.

Dopo cena mia mamma, mia sorella ed io uscivamo; mia sorella dormiva e noi potremmo approfittare di un po ‘di tranquillità per prendere un gelato. Subito dopo andavamo in sala giochi.

Forse non tutti lo sappiamo, ma in sala giochi ci sono delle macchinette per ragazzi tipo slot machine. Praticamente bisogna inserire un gettone e tirare una leva, il punteggio massimo è uguale a mille, questo significa che con mille punti è possibile vincere oggetti molto carini.

Mia mamma mi ha subito consigliato di non mettere nessun dato perché sarebbe stato sprecato, io invece non ci ho pensato due volte e l’ho inserito.

La ruota ha iniziato a girare e mentre rallentava mia mamma diceva che si sarebbe fermata sul numero mille. Siccome in famiglia prendiamo spesso in giro mia mamma dicendole che porta sfortuna al gioco, io ho subito detto che sicuramente la ruota sarebbe finita sullo zero e non avrei vinto niente; mentre stavamo facendo una bella risata, la ruota è magicamente finita sul numero mille.

Non potevo crederci, non mi era mai successo! Ho sempre pensato che quelle slot machine non potessero arrivare ad un punteggio così alto, ma ho voluto provare a giocare lo stesso.

Tutte le persone presenti nella sala giochi mi guardavano stupite e io mi sentivo come una stella circondata da tanta gente.

Era tutto bellissimo, soprattutto il premio che ho scelto: si tratta di due racchette da ping pong per giocare insieme alla mia famiglia.

Posso dire che quel giorno è stato per me davvero fortunato e non me lo potrò mai dimenticare.

5

La novella di Sonia.

QUEL GIORNO SFORTUNATO …

 

Ragazzi, il tema di oggi è la sfortuna, perciò stasera, cercherò di farvi capire quanto i nostri pensieri influenzino l’andamento della giornata, anzi sostengo che alla fine siano proprio quelli a determinarlo; o almeno vi parlerò di quello che ho capito io …

 

Quel giorno mi svegliai pensando di avere la sfortuna dalla mia parte, vi starete chiedendo perché; vi rispondo subito: forse per gli incubi avuti durante la notte, per la sveglia che mi aveva disturbato proprio quando finalmente gli incubi erano cessati, o perché trovai il latte nel frigo per fare colazione, scaduto. Quindi, d’istinto, mi convinco in automatico che quel maledetto giorno nulla sarebbe andato per il verso giusto e di conseguenza, come già era previsto, quello fu un giorno per me sfortunato. Ero convinta che tutto ciò che accadeva fosse un ostacolo per peggiorarmi ancora di più della giornata.

Il giorno dopo, mi misi in testa un pizzico di positività e già ebbi sogni più tranquilli.

Il giorno dopo ancora, feci una buona colazione.

Il giorno dopo ancora tutto ciò che accadeva intorno a me non era più un ostacolo, ma un’occasione per migliorare.

 

Questo per dirvi che infondo la sfortuna è solo una cosa relativa, ognuno di noi si crea il proprio destino, quindi la fortuna o la sfortuna non è altro che cose che creiamo noi. Sono il giudizio positivo o negativo che la nostra mente attribuisce una serie di eventi che ci favorisce o ci danneggia.

Bisogna lasciare meno spazio ai ricordi negativi e mai fargli rovinare quei positivi, e questo vale per tutto!

 

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La novella di Stefano.

Chi ha degli amici possiede una vera fortuna

 

Il primo a partire è Stefano Venezia, l’ultimo del registro di classe. Decide di raccontare un suo momento di fortuna in una messa in scena dello spettacolo G rease. La scena era  una coreografia, il ballo si svolgeva attorno a un’enorme macchina, Eravamo sei maschi con abito da meccanico che dovevamo toglierlo e rimetterlo in trenta secondi. Dietro le quinte i miei compagni mi hanno aiutato, ma qualcosa è andato storto: cambiarsi con le scarpe non è facile soprattutto se si ha poco tempo. Mancavano pochi secondi e il mio amico Daniel mi cercava con gli occhi. Ho visto la paura nei suoi occhi perché in Quella scena toccava a me cantare, ma grazie ai miei amici sono riuscito ad entrare.Quel giorno la mia fortuna è stata quella di avere amici veri!

8

La novella di Louis.

 CHE FORTUNA!

 

Un giorno d’inverno dove le giornate sono più corte, avevo 11 anni ed ero in I media. In quell’anno andavo al catechismo con un mio compagno di classe Aleksey. Quel giorno decidemmo di andare in bici così tornavamo a casa prima. All’uscita dell’incontro di catechismo erano le diciotto e fuori già tutto buio. Decidemmo di prendere la strada più breve perché faceva freddo e non aveva i guanti. Mentre giravo per andare verso casa, dall’altra parte arriva una macchina a più di 50 km / ho forse più, verso di me. Aleksey, che l’aveva vista un secondo prima di me ha avuto il Tempo di fermarsi, io invece pensavo che la macchina mi avesse messo sotto.  Il mio riflesso è stato di sterzare, la   ruota finì nel fango, ma ero salvo.Ho Pensato di morire, ma si vede che non era la mia ora. 

LOUIS MICHEL Adande

 

 

9

La novella di Davide.

La legge di Murphy

 

C’era una volta in una piccola città un giovane di nome Filippo. Filippo era sempre molto fortunato: quando giocava a calcio segnava sempre, se piantava una pianta cresceva molto velocemente, quando andava in giro trovava sempre le monete per terra, prendeva bei VOTI, insomma era sempre molto fortunato! Un giorno però andò alla festa del paese e per errore versò una bibita sul vestito di una ragazza. Tutti sapevano che quella ragazza era una strega e lei gli lanciò un sortilegio. Dopo quel giorno Filippo perdeva sempre quando giocava, se usciva pioveva, ma non quando portava l’ombrello. Allora decise di vivere in montagna da eremita allevando galline e coltivando ortaggi.   

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La novella di Leonardo.

UN’OCCASIONE MANCATA

 

Aspettavo con tanta felicità di vivere un’esperienza meravigliosa: una vacanza ad Assisi, con l’oratorio, da solo con i miei amici ed educatori.

per 3 giorni .

 

Insomma era tutto pronto, decisa la data, fatte iscrizioni, dovevamo solo partire!

 

Mancava meno di un mese quando questo terribile virus che tuttora stiamo vivendo colpìl’Italia.

All’inizio solo la parte nord e poi Tutta l’Italia.

 All’inizio il contagio era ristretto e quindi la vacanza non era ancora stata annullata, ma poi il contagio è aumentato e con esso anche la mia sfortuna, infatti la vacanza che da tanto aspettavo è stata definitivamente annullata.

12

La novella di Caterina

SEMBRAVA UN’AMICA MA

 

Io ho deciso di raccontarvi di un’amicizia a cui tenevo molto, che poi è stata distrutta per colpa di quella persona.

Ma iniziamo a farlo, quest’estate, al mare ho conosciuto una ragazza di nome Sara, a prima vista mi sembrava molto simpatica, poi col tempo l’ho conosciuto e ho scoperto che lo era davvero.

Il giorno dopo ci siamo parlate un bel po ‘, e abbiamo scoperto di avere tante cose in comune così 

 ci siamo scambiate i numeri di telefono. Passano i giorni e la nostra amicizia si fa sempre più grande, fin quando non diventiamo migliori amiche.

Verso i primi di agosto, mentre stavamo al mare, inizia a parlare male di una nostra amica, di nome Imma, anche lei frequava il nostro lido, però quel giorno non era venuta perché la mamma non si sentiva bene.

Il giorno dopo io non sono potuta andare al mare perché mia zia era in ospedale per partorire.

Quel giorno Sara ha detto a Imma cose non vere, ad esempio che io ho parlato male di lei, quando in realtà era Sara a parlare male di lei, e tante altre cose.

La settimana dopo però Sara non è venuta al mare per motivi familiari e  allora Imma ed io abbiamo formulato un piano.

Mi ricordo che era il 17 agosto e che io e Imma abbiamo aspettato con aria di sfida Sara, per farle capire che le sue bugie non ci avevano diviso.

Per tutto il giorno Sara non ci rivolse la parola e così continuò fino alla fine delle vacanze estive.

Io ed Imma siamo rimasti in buonissimi rapporti e ci vogliamo un mondo di bene.

Grazie a quanto accaduto ho imparato una cosa: NON BISOGNA DARE LA PROPRIA FIDUCIA A CHI NON LA MERITA, E SE UNA PERSONE VUOLE LA NOSTRA FIDUCIA SE LA DEVE GUADAGNARE !!!

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La novella di Aleksey.

CUORE INFRANTO

 

Io ho deciso di raccontarvi di un amore non ricambiato.

Quattro anni fa mi piaceva una ragazza che andava in classe con me, era molto bella, aveva gli occhi marroni, e mi piaceva talmente tanto che un giorno durante l’intervallo le ho scritto una lettera, in cui le chiedevo se le piacevo, ma lei era fidanzata con il mio migliore amico.

Dopo due anni, a me lei piaceva ancora, e le chiesi se si volesse fidanzare con me, lei però mi dice che l’amore alla nostra età non esiste.

Dopo un anno lei mi chiese se ero ancora innamorato di lei e io gli risposi di no, perché negli anni precedenti mi aveva fatto stare male per le risposte che mi avevano dato.

Ora siamo nel 2020 e siamo rimasti migliori amici.

 

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La novella di Andrea

QUELLA GARA FORTUNATA

 

Ciao ragazzi, come state?

Oggi è il mio turno di raccontare una storia ed ho scelto un argomento che coinvolge tutti, ma vorremmo che ci capitasse più spesso … …. la FORTUNA !!! … … e chi non la vorrebbe una secchiate ???

In definitiva, poco prima di questo brutto periodo che ci vede costretti chiusi in casa, la fortuna ha voluto essere dalla mia parte in una gara di nuoto, facendomi vincere !!!

Ho fatto già molte gare ed ho capito che quasi sempre il più forte, quello che ha più talento ma che soprattutto si impegna di più negli allenamenti, generalmente vince. O quasi … Perchè poi in certe occasioni solo una cosa decide chi è il vincitore: la fortuna!

Una domenica il mio allenatore Alessandro mi aveva iscritto ad una gara che non mi piace molto, i 1500 metri stile libero. Non amo questa distanza perchè è lunghissima (sono 60 vasche se la piscina è da 25 metri altrimenti 30 in quella da 50 metri) e la fatica alla fine è veramente tanta! Parliamo di quasi 20 minuti continui di nuoto a forte velocità, alla fine ti sembra di non avere più le braccia e le gambe le senti pesantissime, per non parlare del fiato che torna quando ha voglia! E ‘la gara “regina” per gli atleti chiamati “fondisti”, quelli in distanze lunghe ma, come dicevo, a me non piace, perchè preferisco e vado più forte nelle distanze brevi, sia uno stile libero che a farfalla.

Quindi puoi già immaginare come ho affrontato  questa gara, durante la quale ho “ringraziato” tante volte il mio allenatore, anche se lui dice che queste gare servono a crescere!

Partiamo: io sono alla corsia 5 (riservato a chi ha il secondo tempo di iscrizione), ottima corsia perchè è abbastanza centrale e puoi osservare bene i tuoi avversari sia a destra che a sinistra, mentre alla corsia 4 (riservato a chi ha il primo tempo) c’è un ragazzo, Giorgio, della società Rari Nantes di Legnano che conoscevo solo di vista. Lui ha un tempo nettamente migliore del mio, anche perchè questa gara è la sua specialità, ma vedremo … …. Già dalle prime vasche, tiene un ritmo molto forte e mi verrebbe voglia di lasciarlo andare perchè sia le braccia che il fiato mi stanno mandando a … .. quel paese ma, come spesso mi capita durante le gare, sento un qualcosa, tipo una vocina, che mi dice di non mollare, di tenere duro ancora qualche bracciata, ancora qualche metro … …

E così, vasca dopo vasca, Giorgio non riesce a staccarmi, anche se è sempre una metro davanti a me, io non mollo. Dieci … .. Venti … .. Trenta …. Quaranta … Cinquanta vasche, ne mancano solo dieci alla fine, gli altri avversari che nuotano nelle corsie 1, 2, 3, 6, 7 e 8 li abbiamo staccati di parecchio, ormai è una sfida tra noi dovuta!

Dopo aver fatto una gara così lunga sempre in testa, uno pensa magari di vincere, ma finchè non è mai finita e Giorgio, quando mancano 4 vasche, accellera ancora per lo sprint finale: capirai, io i polmoni li avevo già lasciati  e questo aumenta ancora la velocità! Ma quella famosa vocina mi dice di provarci ….

Sono le ultime due vasche, sto dando l’anima e sono riuscito a raggiungere Giorgio, siamo perfettamente pari, manca solo una vasca ….

Siamo sempre affiancati, nessuno dei due vuole arrivare secondo! Sia gli allenatori, sia i nostri compagni di squadra, sia i genitori che gli amici in tribuna sono scatenati nel fissare … … …

Arriviamo all’ultima bracciata, al tocco finale, praticamente insieme e dopo una gara così lunga e faticosa cosa può decidere chi vince?

L’impegno negli allenamenti? Il talento? I muscoli? ……………………..

No, la FORTUNA !!! Perchè se alla fine, guardando il tabellone elettronico con i tempi, vedo che sono riuscito a vincere io solo di un centesimo di secondo, un minuscolo centesimo di secondo, dopo una gara così lunga e faticosa è solo la FORTUNA che può decidere!

Questa volta è stata dalla mia parte e sicuramente mi ha fatto molto piacere !!! I complimenti finali del mio allenatore, dei miei amici, dei miei genitori

Ciao a tutti a presto!

Andrea

 

 

17

La novella di Angelica L.

Un amore frainteso

 

È stato il 22 agosto del 2019 che tutto iniziò…

Per la prima volta Gaia, una ragazza dai capelli rossi, occhi verdi, dalle labbra carnose e con una pelle bianca come la neve, conobbe Tancredi un ragazzo esile, dai lineamenti delicati e dagli occhi azzurri come il mare. Lo vide in un prato pieno di fiori, nella periferia di Ostia. Gaia, era giovane, aveva solo sedici anni eppure quando vide quel ragazzo, poco più grande di lei, sembrava aver circa diciotto anni, se ne innamorò perdutamente. Così tutti i giorni a partire da quel momento, lei tornò in quel prato verde smeraldo pieno di fiori e guardava con gli occhi innamorati il ​​suo bello che le aveva rubato il cuore. Gaia si fece notare in un modo un po ‘strano, piazzò un bersaglio di cartone vicino ad un albero e con il suo arco scoccò una freccia e colpì il centro del bersaglio sfiorando il braccio del ragazzo. Tancredi si voltò verso di lei guardandola con stupore, Gaia era di una bellezza disarmante, ma a volte il suo carattere irruento spaventava chi aveva di fronte, soprattutto i ragazzi. Lei si avvicinò al ragazzo e invece di scusarsi gli disse di spostarsi dalla sua traiettoria. Tancredi all’iniziò sembrò perplesso, ma poi sorrise e si spostò. soprattutto i ragazzi.  

Da quell’ istante iniziò una splendida amicizia, ogni giorno si incontravano in quel posto , ridendo, scherzando e confidandosi l’uno con l’altra. Ma per Gaia non era solo una semplice amicizia, invece per Tancredi era solo un’amicizia importante …

Nel frattempo si avvicinò l’evento della scuola, i due frequentavano lo stesso istituto, Tancredi era all’ultimo anno, si era trasferito da poco ma si era subito ben inserito; mentre Gaia andava in quella scuola da tre anni, però non si trovava bene con i suoi compagni.

Era metà dicembre, un pomeriggio in cui Gaia e Tancredi andarono nel loro posto, nel prato che adesso era completamente innevato, perciò si misero a giocare a palle di neve, d’altronde cosa si potrebbe fare in queste circostanze?!

Stanchi andarono a casa del ragazzo a mangiare lo stufato della mamma di Tancredi, poi lui la accompagnò a casa.

L’atmosfera era delle migliori, nevicava, e i due erano in perfetta sintonia, fino a quando Gaia si dichiarò a lui, ma invano, lui le disse che la considerava come un’amica, anzi come una sorella. Lei rimase molto delusa, però si sentì più sollevata era da troppo tempo che nascondeva questo sentimento …

L’amicizia tra i due ovviamente cambiò, ma comunque continuarono a frequentarsi come amici, anche se per Gaia era difficilissimo soffocare i suoi sentimenti. Il loro rapporto era unico, ma il cuore di Tancredi non batteva come il suo quando la loro pelle si sfiorava. Era un morire dentro ogni volta, così Gaia decise di allontanarsi pian piano da lui. Passarono le stagioni e Tancredi si diplomò e lasciò la scuola. Passò un anno e ormai i due non riuscivano più ad incontrarsi. A Gaia però mancavano ancora i momenti passati insieme, le loro risate, i loro incontri speciali dove tutto sembrava non finire mai. Invece tutto era finito, anche il suo amore sembrava lontano e ciò che le mancava era il suo amico, il suo amico fraterno. Così decise di cercarlo, le bastò fare una telefonata e la voce di Tancredi le riscaldò il cuore. Tutto poteva tornare come prima dopo quella frase al telefono: ”Ciao Gaia, come stai? Mi sei mancata tanto !!! Ho una voglia pazza di vederti… ”

 

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La novella di Angelica G.

LA MIA FORTUNA PIU ‘GRANDE

 

Una mia grande fortuna è stata Conoscere Martina, la mia migliore amica da oltre un anno. L ‘h o conosciuto ad un corso teatrale nel quale siamo tuttora nello stesso gruppo, per questo siamo molto felici.

Lei ha un anno in più di me, in effetti è nata nel dicembre 2006. 

Ovviamente ci sono stati anche momenti no, com’è giusto che sia.  Prima di diventare migliori amiche, ci sentivamo prese in giro l’una dall’altra, ma poi, andando avanti abbiamo capito che non era assolutamente vero.

Anche se, come ho già detto, ha un anno in più sembra più piccola di me (forse perché sono più alta).

Comunque sia il nostro rapporto è bellissimo.

20

La novella di Giulia.

QUELLA VOLTA IN CUI HO AVUTO SFORTUNA

 

Prima che venissero attuate le misure di sicurezza a causa del Coronavirus, io e la mia famiglia, decidemmo di passare un weekend in montagna.

Partimmo molto presto, alle 6, per arrivare in montagna alle 10.

Non vedevo l’ora di arrivare per ammirare l’immensità delle montagne, per giocare con la neve ed anche per respirare l’aria di montagna.

Una volta arrivati, decidemmo di andare a sciare e prendemmo la seggiovia, che però si bloccò poco dopo che fummo saliti.

Rimanemmo bloccati per circa 40 minuti.

Una volta arrivati ​​in cima alla montagna, prontissimi per sciare, ci dissero che purtroppo le piste erano inagibili a causa di una bufera.

Allora, tristi, riprendemmo la seggiovia che ci riportò a valle.

Una volta arrivati ​​a valle, decidemmo di prendere la macchina per poter raggiungere un’altra montagna, dove più tardi avremmo fatto un’escursione.

Arrivammo in un posto fantastico ed una volta iniziata l’escursione, mentre stavo camminando, intravidi un cervo.

Curiosa di vederlo da più vicino, mi misi a correre per cercare di raggiungerlo, ma  caddi a terra e mi sporcai molto ed il cervo se ne andò.

Una volta finita l’escursione, decidemmo di tornare a casa ed io, stanca, ripensai alla sfortuna che mi era capitata.

21

La novella di Christian.

QUELLA VOLTA IN CUI HO AVUTO SFORTUNA

 

Ciao amici, oggi è venerdì 20 marzo 2020 ed è quasi un mese che siamo chiusi in casa a causa del Coronavirus e l’unico modo per vedersi è su Skipe facendo le video chiamate.

Io spero che tutto ritorni alla normalità il primo possibile perché mi manca andare al parco e in piazzetta per prenderci un frappè. Queste cose, prima per me erano scontate, ma adesso non lo sono più.

Stamattina stavo ripensando ad un giorno in cui ho avuto un po ‘  di sfortuna e vorrei raccontarvelo.

Avevo 8 anni e frequentavo la seconda elementare. Era il 1 ° giorno di primavera, ero a scuola e aspettavo le 16:30 per poter andare al parco a giocare con i miei amici. Quando è suonata la campanella mi sono preparato il più in fretta possibile perché io ei miei amici abbiamo pensato di fare una cosa al parco.

Appena siamo usciti da scuola, tutti abbiamo preso la merenda da nostri genitori e ci siamo messi a correre per arrivare subito al parco. Dopo aver fatto merenda siamo andati in un posto strano del parco. All’entrata, sulla destra c’era un enorme rovo pieno di spine e c’era un tunnel all’interno che ti permetteva di passare da una parte all’altra del rovo.

Io ei miei amici lo abbiamo attraversato quasi sdraiati a terra facendo attenzione a non impigliarci ea non pungerci con la spina dorsale.

Quel tunnel era molto stretto e penso che se ci provassi ora che sono un po ‘più grande, anche se il rovo lo hanno tolto, non ci riuscirei perché era perfetto per un bambino di seconda elementare.

La cosa sfortunata che è successa è che, dopo che siamo passati dall’altra parte del tunnel, mi sono rialzato e ho perso l’equilibrio. Ho cercato di aggrapparmi a qualcosa, ma non ci sono riuscito e sono finito sdraiato di schiena sul rovo.

Era come avere 1000 spilli che mi punzecchiavano da tutte le parti.

Dopo essere riuscito a rialzarmi, anche grazie all’aiuto dei miei amici, mia mamma mi ha chiamato per dirmi che era ora di tornare a casa e io mi sono fatto tutta la strada del ritorno levandomi

Ora che ci penso mi viene da ridere.

Ciao amici ci vediamo domani.

22

La novella di Lara.

QUELLE VOLTE IN CUI …

 

Oggi, 25 marzo del 2020, mi ritrovo a scrivere tutte quelle volte in cui ho avuto sfortuna.

Più che altro voglio parlare degli anni precedenti … La mia maestra, un giorno decise, di dividerci in coppie … Tutte le mie amiche si misero insieme a qualcun altro lasciandomi sola.

Più avanti, un anno fa, arriva un “invito” a me e ai miei cugini dal padrone della piscina più grande del nostro paese, in Sardegna, ma anche qui la sfortuna mi perseguitò. C’erano solamente quattro posti nel pullman per andare in quella piscina fantastica, e noi eravamo in cinque e siccome io ero la femmina e la più piccola tra i miei cugini, decisero di andare solo loro quattro.

Sono successe molte altre sfortune nel mondo tra cui 

il virus detto CORONAVIRUS, che ha ucciso oltre 10000 persone.  A causa di questo virus dobbiamo restare rinchiusi in casa … Speriamo che tutto questo finisca al più presto e che la fortuna stavolta si faccia vedere.

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