by Ivana Baldi
Artwork: Gli alunni delle classi prima e terza B della Scuola Secondaria di I grado " V. Neri" di Pianoro
Copyright © 2020
Introduzione
Dieci ragazzi nel 1348 si rifugiano in campagna fuori da Firenze per sfuggire alla peste nera. Per trascorrere il tempo decidono di raccontarsi delle storie. Ecco questo è un po’ il senso di questa raccolta di storie che ho proposto di scrivere ai miei alunni. Sono ragazzi dagli 11 ai 14 anni e si trovano in quell’età un po’ ingrata in cui vorrebbero avere tante libertà che, nella maggior parte dei casi, non sanno gestire. Per loro la cosa più importante sono gli amici, quelli veri, dicono loro, mentre, naturalmente cercano di tenere le distanze dai genitori per affermare la loro tanto desiderata libertà. In questi giorni, però, la loro libertà è fortemente limitata: sono chiusi in casa con i loro genitori e con i compiti da svolgere che i professori fanno giungere loro tramite il registro elettronico o su varie piattaforme create per l’occasione.
Pensate a questi ragazzi del 2020 che normalmente sono sempre impegnati in un serie infinita di attività: la mattina a scuola, il pomeriggio impegnato in corsi di inglese, musica, ballo e sport. Sempre a contatto con coetanei con cui stabiliscono più o meno rapporti empatici e con adulti che richiedono sempre più prestazioni. Improvvisamente tutto questo si ferma: non ci sono più amici con i quali parlare, ridere o anche litigare .
Esiste un altro luogo sicuro dove potersi rifugiare oggi, pur rimanendo in contatto con gli altri ,sono le onde elettromagnetiche che ormai raggiungono ogni casa. Sì è vero, possono raggiungere con il cellulare gli amici, ma improvvisamente si accorgono che non è questo che vogliono, che manca loro il rapporto umano. Sembrano essere lontani i tempi in cui si ritrovavano tutti in pizzeria ed ognuno aveva il cellulare in mano intento a comunicare con altri e non con il proprio vicino.
E’ arrivato il tempo della noia, della solitudine e della riflessione. In questo tempo,alla maggior parte di loro sconosciuto, sentono la necessità di avere degli adulti, al loro fianco che li rassicurino, che interpretino per loro i messaggi sempre più allarmanti che ci arrivano dai media. I genitori ed anche, in qualche caso, i professori rappresentano un porto sicuro e conosciuto.
Perciò ho proposto loro di scrivere e leggere delle storie che riguardassero il periodo straordinariamente difficile che stavano vivendo. Mi è sembrato un modo per esorcizzare le loro paure scrivendole e facendole leggere ai compagni. La paura di un mostro misterioso che nessuno di noi conosce veramente e che non sappiamo come combattere, di un mostro che, un po’ alla volta ci ha tolto le nostre abitudini quotidiane senza darci il tempo di abituarci, di assimilare il cambiamento.
Fermarsi a leggere e a scrivere crea un tempo sospeso, da soli con se stessi che ci aiuta a riflettere e, bene o male, ad accettare le trasformazioni della nostra vita quotidiana.
Nei loro scritti si legge ,il mutamento delle reazioni in base alle regole sempre più restrittive che, di giorno in giorno, ci vengono sottoposte . All’inizio , nei primi testi si leggeva la gioia di stare a casa da scuola, di alzarsi tardi, di giocare, guardare la televisione, ma poi è subentrato il timore per quello che sta succedendo che loro ascoltano ed interpretano attraverso i discorsi degli adulti che, improvvisamente, tornano ad essere importanti, una protezione in mare di insicurezze. Si legge il desiderio di tornare alla loro vita di tutti i giorni , di riallacciare i rapporti con i loro amici, di abbracciarsi, di baciarsi e, in qualche caso, perfino di tornare a scuola.
Ivana Baldi
L’amicizia al tempo del coronavirus
Nell’ultima settimana di Febbraio la scuola è stata chiusa a causa del diffondersi di un virus chiamato covid-19 o coronavirus. La mia giornata ora si svolge in modo diverso con tempi più tranquilli anche se devo fare tutti i giorni i compiti per restare al passo con i programmi. Ho l’occasione di vedermi con il mio compagno di classe Filippo. Abitiamo vicini di casa infatti lui viene da me a piedi o in bicicletta. Ogni tanto è accompagnato da suo nonno. Facciamo i compiti insieme e dopo anche la merenda. Mio fratello Alessandro fa i suoi compiti perché è in seconda. Dopo giochiamo tutti insieme a calcio in giardino o portiamo Rocky, il mio cane, a fare un giretto insieme alla mamma. Il giorno dopo andiamo noi a casa sua. Lì vicino c’è un campo grandissimo dove possiamo giocare liberi. Siamo diventati molto amici. Suoniamo anche l’oboe insieme.Comunque è strano non andare a scuola e anche se a casa si sta bene mi mancano i miei compagni di classe. Spero che la scuola possa riaprire a breve e che tutto torni come prima.
Leonardo
Francesco odiava starsene a casa, a scuola era molto più divertente per lui ,ma la prima settimana per lui fu come una vacanza, usciva con gli amici e li invitava a dormire a casa, insomma, per ora erano solo piaceri.
Si sa, a ogni cosa bella se ne contrappone una brutta e a ogni cosa brutta se ne contrappone una bella, arriva anche la seconda settimana e il virus li stava raggiungendo, Così Francesco fu costretto in casa, gli amici li sentiva per telefono ma non era la stessa cosa,non aveva intenzione di farsi nuovi amici, lo avrebbe visto come un tradimento, si erano promessi di aspettare,aspettare il giorno in cui si sarebbero rivisti, si erano promessi che non si sarebbero divertiti,così una volta insieme si sarebbero scatenati, e così il periodo insuperabile venne superato.
Fabio
“In questi giorni in cui siamo a casa da scuola per precauzione del Coronavirus, mi capita spesso di pensare a quanto mi manchino i miei compagni e le mie compagne” disse Letizia a sua mamma. In quel momento sentì squillare il suo cellulare e vide che la stava chiamando Martina, la sua migliore amica; subito rispose e le disse:” Ciao Marti! Come va? Ti stavo proprio pensando e stavo dicendo a mia mamma quanto senta la tua mancanza,per fortuna ci possiamo telefonare, videochiamare per sentirci e parlare un po’ più spesso.Se vuoi uno di questi giorni possiamo metterci d’accordo per vederci. Ad esempio domani, se riesci! Ci potremmo trovare a Rastignano, perchè mio fratello ha l’allenamento di calcio là”. Martina rispose:” Ciao Leti, io sto bene grazie;manchi molto anche a me. Non ci voleva proprio questo Coronavirus! Io domani dovrei esserci, ci incontriamo in parrocchia alle 17:00. Non vedo l’ora!”
“Anche se non possiamo vederci a scuola perché è chiusa per noi vere amiche questo non è un problema!” disse Letizia e Martina rispose: ”Hai proprio ragione Leti. A domani …ti abbraccio!”.
Ilaria
Una volta c’erano due migliori amiche di nome Elisa e Marta ,erano migliori amiche dall’asilo nido ed era per questo che si incontravano quasi ogni giorno,divertendosi tra loro.Anche durante le vacanze loro trovavano il tempo per fare i compiti e divertirsi insieme.In pratica gli unici momenti in cui non si incontravano erano quando una di loro era impegnata con lo sport oppure non si incontravano giusto nel weekend o quando erano ammalate.Il padre di Marta infatti ci teneva tantissimo alla salute e perciò appena Elisa tossiva il padre di Marta faceva in modo di far stare Marta lontano da Elisa.Quando fu scoperto il coronavirus a causa del quale gli alunni dovevano stare a casa per due settimane, il padre di Marta era veramente preoccupato e, anche se nel suo paese non c’erano stati contagi, teneva Marta chiusa in casa e le proibiva di invitare amici.Anche i genitori di Elisa non la facevano andare tanto in giro.Quindi per due settimane Marta ed Elisa non s’ incontravano e anche se a loro la scuola non piaceva volevano ritornarci al più presto per rivedersi
Margherita
In questo periodo siamo a casa da scuola per colpa di un virus molto contagioso e molto pericoloso, per questo passo molto tempo a casa a divertirmi, però da solo perché hanno consigliato di evitare posti affollati e di non vedere molte persone insieme. Tutto il giorno gioco con Giotto, il mio cane, ma devo anche aiutare mia madre nelle faccende di casa, ad esempio apparecchio la tavola rotonda riordino la mia camera.
Per colpa peró di questo virus vedo molto poco i miei amici e mi mancano, ne vedo solo alcuni, che abitano vicino a me e possono venire a giocare a casa mia, ma pochi alla volta e meglio se di pomeriggio così possiamo giocare fuori. Spero che la situazione migliori e che io possa tornare a vedere i miei amici in tranquillità, anche se stare a casa da scuola non mi dispiace.
Alessandro
In questi giorni al telegiornale stanno dando molte raccomandazioni su come ci si deve comportare per evitare di contrarre il virus Corona che purtroppo sta colpendo sempre di più, alcune di queste sono: lavarsi con cura le mani, starnutire nella piega del gomito ma soprattutto evitare di stare a contatto con le persone. Per me però, si viene a creare molta discriminazione tra nazioni colpite come sta succedendo all’Italia.
Questa situazione indebolisce l’amicizia ma secondo me è proprio in questi casi che un amico dovrebbe essere presente.
Prima della scoperta del virus, due amiche, Giada e Alice, cercavano di stare sempre insieme, purtroppo però, Alice tornando da una vacanza in Veneto si è ammalata e dopo poco si è scoperto che era stata colpita dal Coronavirus, questo l’ha portata ad essere messa in isolamento.
Appena Giada lo venne a sapere, il contatto tra le due ragazzine si tramutò da un contatto fisico a semplici messaggi telefonici o regalini, questo è un esempio da seguire per rafforzare un’amicizia ed evitare di rimanere soli e perdere amici.
Analogamente questo comportamento lo dovrebbero seguire anche tutti i paesi
Gaia
In questi giorni in cui siamo a casa, non sono uscita molte volte, solo due pomeriggi fino ad oggi, a causa dei molti casi che si stanno verificando di Coronavirus che sono successi in Italia, nei paesi e nelle città vicini a noi. I media danno notizia di non aggregarsi in tanti in luoghi chiusi.
Le giornate le trascorro in questo modo: la mattina, dopo essermi alzata e aver fatto colazione inizio a fare i compiti, poi, quando mia madre finisce di lavorare, nella sua pausa pranzo inizia a cucinare per noi tre, dato che anche mio fratello Pietro è a casa da scuola. Mangiamo tutti insieme, un po’ di pausa e poi ricomincio a studiare.
Sento i miei amici col telefono, via whatsapp con la videochiamata, oppure ci organizziamo per vederci a casa di qualcuno o meglio ancora ci troviamo per una passeggiata al parco.
Se usciamo cerchiamo di stare lontani dalle persone che non conosciamo, per tutte le informazioni che ci sono state date dai telegiornali, dalla pubblicità, dalla Sindaca di Pianoro e dai genitori .
Emma
Io in questi giorni al tempo del coronavirus, visto che le scuole sono state chiuse , sono dovuta andare a casa dei nonni insieme a mio fratello. Il viaggio di andata è stato emozionante, c’era molta pioggia e ho avuto paura. La mamma guidava molto piano perché non si vedeva bene la strada. Finalmente siamo arrivati a casa dei nonni. Ero felicissima di vedere la mia cugina Vittoria che è anche un’amica per me. Abbiamo passato del tempo insieme giocando, studiando e aiutandoci nel fare i compiti. Il coronavirus ci ha permesso di stare più insieme, perché noi ci vediamo molto poco a causa della lontananza. Dopo una settimana sono dovuta ritornare a casa dai miei genitori ma non vedo l’ora di rivederla molto presto.
Giorgia La.
Secondo me il modo di stare insieme adesso è diventato molto complicato:si deve stare a un metro di distanza e si deve rimanere il più possibile in casa . Per fortuna ,in questo caso, la tecnologia ci aiuta tenendoci in contatto con le persone che vorremmo vedere. A me non dispiace per niente che la scuola abbia chiuso , ma io protesto per i troppi compiti e per il fatto che non posso più parlare con i miei compagni faccia a faccia .
Anche il modo di rapportarsi alla situazione sta diventando sbagliato:per esempio sui social ho visto che un ragazzo di 30 anni è stato aggredito e insultato pesantemente perché aveva gli occhi a mandorla;non credo sia giusto aggredire (in tutti i sensi) una persona perché cinese o con lineamenti orientali .
Ilaria F.
Ho la sensazione che infondo il coronavirus porterà qualcosa di buono.
insomma non vedere gli amici per tanto è dura e anche solo non vederli per qualche giorno diventa difficile, soprattutto se si era abituati a vederli tutti i giorni…quindi per me le persone tendono ad adattarsi, a farsi nuovi amici magari più ‘ accessibili’, non sono vere amicizie, si lo potrebbero diventare ma per ora è più un ‘pur di non stare da solo’,e così si finisce per scordarsi gli amici veri.
solo le amicizie più forti qua resistono, quindi quando tornerò a scuola avrò capito chi sono i miei amici e chi no, ecco questa è una delle più grandi prove che l’amicizia deve superare, il coronavirus ora agisce solo da ‘’filtro’’ per le amicizie, perché a volte è meglio fare una pausa, il corona virus mi ha dato questa occasione,perché non sfruttarla.
Fabio
Da quando ha chiuso la scuola per il coronavirus tra amici ci si vede molto meno perchè a scuola si sta 5 o 6 ore tra compagni. In questo periodo in cui si sta a casa, io mi vedo quasi tutti i giorni con un mio amico con cui faccio i compiti . Di sicuro non ci si vede come quando siamo a scuola, ma ci siamo conosciuti meglio grazie a questo periodo di quarantena. Da quando hanno chiuso le scuole, hanno chiuso anche le società sportive e non riesco a vedere nemmeno i miei amici del calcio, quindi per la prima settimana stavo da solo a fare i compiti a casa dei nonni. Siccome i miei nonni abitano di fianco alla casa di Leonardo, ci siamo organizzati per vederci e non stare più da soli ad annoiarci davanti ai telefoni. E’ sicuramente meglio stare con gli amici a giocare fuori a calcio o a suonare l’oboe insieme, e così ci siamo divertiti la prima volta e dopo quel giorno ci siamo visti almeno 5 giorni della settimana a giocare e a fare i compiti.
Filippo
Da quando è uscita la notizia del coronavirus ad adesso nella mia famiglia sono cambiate alcune cose. Se le prime settimane prendevamo alcune precauzioni come ad esempio lavarci più spesso le mani ed evitare i luoghi affollati, ma continuavamo comunque ad uscire con gli amici per giocare al parco insieme, da oggi 10 marzo 2020, questo non è più possibile, per l’aggravarsi della situazione. A me questa cosa dispiace molto e mi preoccupa pensare di non vedere più i miei amici come prima. La mia mamma mi ha fatto varie raccomandazioni, tra cui quella di tenere almeno un metro di distanza dalle altre persone ed evitare baci, abbracci e strette di mano. La cosa che mi pesa più di tutte è non potere più giocare a basket al campetto con i miei amici, perché il basket è un gioco che richiede il contatto fisico. Penso che dovrei organizzarmi con un amico o due alla volta per fare dei giri in bicicletta o fare giochi con la palla che non richiedano il contatto, in questo modo riusciremmo a rispettare le disposizioni che ci sono state date dalla Presidenza del Consiglio. Questa situazione inizia a preoccuparmi molto, spero tanto che possa tornare tutto alla normalità in breve tempo.
Daniel N.
L’amicizia ha un valore molto importante nella mia vita. Ho amici nel contesto scolastico, nella pallavolo, amici a distanza e amici dal tempo dell’asilo. Alcuni li incontro tutti i giorni, altri raramente e ci sono tanti modi diversi per riuscire a rimanere in contatto con ognuno di loro. Il coronavirus ha cambiato tutto ciò. Ora lo strumento che maggiormente uso per rimanere in contatto con loro è il telefono. Ciò che più mi manca è la loro presenza fisica, la possibilità di abbracciarli e di parlarci di persona. L’aspetto positivo, però, è che grazie a questa assenza forzata ho capito quali sono le persone alle quali sono più legata.
Beatrice
In questi giorni che dobbiamo rimanere a casa per seguire le direttive del Presidente del Consiglio è difficile coltivare le amicizie come facevo di solito cioè giocare a basket al campetto o andare a fare i compiti a casa dei miei amici.
Ultimamente io e la mia famiglia ci siamo limitati a uscire di casa per pochissimo tempo e mi sono accorto che quando si passeggiava per la strada c’erano pochissime persone e quelle poche che si incrociano si allontanavano da me andando dall’altra parte del marciapiede. Questo mi ha fatto riflettere e mi ha messo tanta tristezza.
Capisco che il virus sia molto contagioso ed è per questo che bisogna stare almeno ad una distanza di un metro. Lavarsi spesso le mani ed evitare assembramenti.
Nel campetto dove giocavo a basket sono venuti degli operai del Comune con scale e attrezzi per smontare il canestro ed evitare che si formassero gruppetti.
Per me il covid-19 è come il proverbio “a mali estremi, estremi rimedi”.
Quindi aspetto con ansia e non vedo l’ora che finisca e che tutto torni alla normalità, e godermi i miei amici più di prima.
Daniel F.
L’amicizia al tempo del coronavirus si può mantenere perché tra ragazzi solitamente utilizziamo i cellulari, ci messaggiamo, ci chiamiamo, quindi apparentemente non è cambiato il modo di sentirci.
Ma in realtà non è così, perchè mi manca il contatto fisico, lo scontro, il dialogo e l’abbraccio, con i miei amici in particolare Serena e Manuel .
Mi mancano anche i miei compagni di classe con i quali anche se non ho rapporti extrascolastici in una situazione normale so che li vedo ogni mattina.
Irene
Senza scuola per precauzione
Stiamo a casa da ormai un mese.Comunichiamo con i professori attraverso internet e video lezioni in modo tale che loro possano darci i compiti e tenerci allenati fino a quando si possa tornare a scuola.Ancora oggi non si è trovata una cura.Siamo solo a Marzo e già si sono verificate più cose di quante si siano verificate durante il corso degli anni, abbiamo quasi sfiorato la terza guerra mondiale ,le foreste dell’Australia sono state distrutte dagli incendi e il coronavirus si sta espandendo in tutta l’italia.
Alex
Diario di bordo, giorno 23 febbraio 2020
Oggi qui a Pianoro è carnevale,l’atmosfera è sempre stata magica qui, fra capelli colorati, schiuma ovunque e qualche coriandolo nelle mutande, a carnevale era impossibile non ridere, ogni volta che vedevamo un bambino travestito scattava un sorriso e una battutina, per farlo ridere.
Quest’anno però il carnevale si è concluso come non era mai successo….
da un po’ in Cina sta girando questo coronavirus, sembra che il contagio sia arrivato anche qui, così il governo ha fatto uscire un decreto per chiudere le scuole una settimana intera, eravamo tutti insieme e così ci siamo messi a festeggiare come dei pazzi.
A casa ho ripreso l’argomento con i miei genitori e ragionandoci abbiamo capito che la cosa andava presa seriamente, le scuole non venivano chiuse per così tanto da tantissimo tempo…..
1 marzo 2020
Le Settimane di quarantena sono diventate 2, i prof si sono già riorganizzati e il nostro programma sta andando avanti lentamente.
10 marzo 2020
La situazione sta diventando seria, il contagio è arrivato anche qui e ieri hanno annunciato che le scuole saranno chiuse fino al 3 aprile, l’Italia è tutta zona rossa, non abbiamo ancora sentito buone notizie e il terrore purtroppo si sente anche qui, siamo una famiglia tranquilla, ma vedendo l’esercito presidiare le strade ci stiamo preoccupando parecchio.
Fabio
Quando ho sentito che il ministero chiudeva la scuola ero super contento di avere più tempo da trascorrere con il mio cane Rocky. Ho capito che la chiusura è stata una scelta necessaria per evitare la diffusione del virus che è molto pericoloso soprattutto per le persone anziane come mio nonno. La regione più colpita per ora è la Lombardia dove c’è una zona rossa e tutti devono stare a casa. La salute è davvero il bene più prezioso e sono felice di vivere in un posto dove essa è custodita bene. Spero che gli scienziati trovino presto un vaccino perchè ogni giorno muoiono sempre più persone.
Leonardo
io appena sentita la notizia che non si doveva andare a scuola ero contentissima perché pensavo di fare tutto quello che volevo: per esempio cucinare, fare anche disegni lunghi che finalmente potevo finire in un giorno e magari anche inventare altri giochi… ma poi le prof ci hanno dato dei compiti da svolgere in queste settimane, e proprio in quel momento la mia felicità non c’era più. Da quando ci hanno dato i compiti io avevo meno tempo per fare quello che volevo…ma in effetti la settimana sarebbe stata uguale probabilmente: disegnare, cucinare, dormire, inventare giochi… Mi sto accorgendo che ultimamente preferisco andare a scuola perché abbiamo meno compiti da svolgere, ma soprattutto non mi annoierei!
Dalla chiusura delle scuole la mia giornata è questa:
mi sveglio quasi sempre alle 7.40 visto che i miei genitori vanno a lavoro, poi faccio colazione fino circa le 8.30 poi inizio a fare i compiti, alle 12 arriva mia mamma per mangiare e poi di nuovo i compiti. La mia giornata è molto ripetitiva .
Matilde
Tenere le scuole chiuse è la cosa migliore per non far diffondere maggiormente questo virus attraverso bambini e ragazzi. La scelta presa in considerazione dal ministro della salute:rallentare il contagio chiudendo le scuole,è stata una scelta che appoggio anche se sarebbe meglio sviluppare la propria conoscenza e la cultura attraverso lo studio.Ma la cosa più importante è non andare in panico.
Cassandra
Noi alunni restiamo a casa da scuola perché in giro c’è il coronavirus e se stiamo tutti a casa potrebbe attaccarsi di meno.Infatti tutti gli adulti stanno cercando di non girare troppo fuori casa ma di lavorare al computer da casa.
Secondo me di tutto questo non va bene una cosa: quella di tenere chiuse le scuole ma di lasciare aperti le attività sportive (almeno la mia palestra è aperta) perché se il virus si può attaccare in una scuola figuriamoci in una palestra al chiuso dove si sta tutti attaccati e vicini a fare allenamento e a sudare .
Federica
Dato che in giro, soprattutto in Italia e Cina, c’è un virus e non si va a scuola per sicurezza, io non vedo quasi mai i miei compagni di scuola, magari se certe volte mi annoio a casa, dato che anche le palestre sono chiuse, quindi non si fa sport al pomeriggio io e le mie amiche andiamo a casa di qualcuno. Abbiamo organizzato anche un pigiama party. Così per divertirci e stare assieme. So già che ci divertiremo molto, abbiamo già organizzato tutti i giochi che faremo. Anche se tutti dicono di non stare con molta gente e stare rinchiusi in casa per precauzione, l’importante è di non stare a contatto con persone col coronavirus… Io non sono molto felice del virus ma comunque è bello perchè so che mi divertirò con le mie amiche!Poi dato che alcune hanno paura del virus io le aiuterò a tranquillizzarsi…
Giorgia La
Tutte le scuole dell’Emilia Romagna ormai da una settimana e mezzo sono chiuse per precauzione, lo ha deciso il ministero della sanità con il presidente della regione Bonaccini. Ci stanno lasciando a casa da scuola per prevenire il contagio del Corona Virus, un virus che arriva dalla Cina e che potrebbe essere molto pericoloso. In questi giorni peró le scuole si sono organizzate e ci mandano i compiti a distanza, usando il registro elettronico i prof scrivono tutti gli esercizi che dobbiamo fare durante la settimana e alcuni vanno anche inviati tramite drive. Questo metodo non mi è molto piaciuto perché sono per ora solo esercizi senza spiegazioni e senza che i prof ci facciano lezione. Mia sorella alle superiori questa settimana inizierà a fare lezione a distanza, non vedo l’ora di vederla davanti al computer e vedere come funziona; mi piacerebbe che anche i nostri prof lo facessero. In realtà peró sarebbe meglio tornare a scuola perché vuol dire che tutta l’emergenza è passata.
Alessandro
Sembrava una domenica sera come tante altre e Anita, che stava cenando con la sua famiglia, disse con malinconia la sua tipica frase: “Vorrei che fosse venerdì alla fine dell’ultima ora di lezione, quando a scuola la prof. ci dice di fare gli zaini!”.
Lo disse, perché così avrebbe avuto tutto il weekend di riposo,invece, purtroppo mancavano poche ore all’inizio di una nuova settimana di scuola. Intanto, alla TV, si sentì il presidente della regione dire che tutte le scuole sarebbero state chiuse tutta la settimana per precauzione a causa dell’emergenza Coronavirus. In quel momento Anita fu felicissima, perchè così la mattina avrebbe potuto dormire di più e fare tutto ciò che voleva. I primi due giorni passarono molto velocemente e con spensieratezza, ma quando guardò il registro elettronico, vide i compiti assegnati dai professori dati per non rimanere indietro con il programma e per far allenare i ragazzi. Lei subito iniziò a farli, per non ridursi all’ultimo momento come faceva sempre.
I giorni passarono e arrivò di nuovo Domenica sera, quando ancora alla TV dissero che le scuole sarebbero rimaste chiuse un’altra settimana. Anita, questa volta, fu un po’ meno felice di sentire quella notizia, perché non avrebbe visto neanche quella settimana la maggior parte dei suoi compagni e inoltre avrebbe avuto ancora molti altri compiti da fare. Dopo un po’ pensò che la situazione del virus probabilmente stava peggiorando e che magari la malattia sarebbe arrivata anche nel suo piccolo paesino. Cercando di sorvolare si rese conto che era già a Mercoledì ma Anita ancora adesso non sa se Lunedì potrà tornare alla vita di tutti i giorni.
Ilaria P.
Domenica scorsa, appena ho sentito dal telegiornale che le scuole erano chiuse, ho fatto i salti di gioia ma poi ripensandoci un po’ ho capito che era anche una notizia un pochino spaventosa; infatti avevano chiuso le scuole perché si aveva paura di aumentare il contagio perché negli istituti scolastici ci sono molte persone a contatto.
Questo ragionamento mi ha fatto venire ancora più paura di prima anche se discutendone con il gruppo della classe ho scoperto che non ero l’unica e mi ha un po’ consolato.
Un’altra cosa che mi ha dato un po di coraggio è stata la notizia che martedì avrebbero riaperto quasi tutte le attività sportive compresi la piscina Paolo Gori dove pratico nuoto e anche la palestra Pianoro Sport Academy dove si allena la mia sorellina.
Comunque se riapriranno le scuole sarò felice perché l’istruzione è molto importante e non vorrei rimanere indietro con il programma; poi in più ho voglia di imparare cose nuove, rivedere i miei compagni, le professoresse ed i professori.
Gaia
Domenica 23 febbraio siamo andati dai nonni perché è morto lo zio di mia madre. Mentre eravamo a casa dei nonni alla mamma è arrivato un messaggio sul telefono che diceva che la scuola sarebbe stata chiusa per una settimana a causa del coronavirus. Quando ho ricevuto questa notizia pensavo non fosse vera invece era vero ed ero felicissima. La decisione di chiudere le scuole è stata giusta perché se fossero state aperte, molte persone si sarebbero ammalate e gli ospedali non sarebbero riusciti a ospitare molti malati. Dopo 2 settimane siamo ancora a casa da scuola e dobbiamo organizzare le nostre giornate diversamente ma io sto imparando a usare meglio il computer.
Giorgia L
Michela era una fantastica ragazza che adorava la scuola.
Appena però le scuole furono chiuse per via del coronavirus era anche preoccupata del fatto che, dopo tanto tempo senza scuola, quando sarebbe ritornata non avrebbe saputo più nulla. Però si tranquillizzò quando vide il registro elettronico pieno di compiti . Visto che lei abitava in un posto dove c’erano stati diversi contagi, la sua scuola sarebbe stata chiusa per almeno un mese; per questo i suoi professori decisero di fare una specie di videochiamata per correggere, dare e spiegare i compiti. Secondo Michela quella era un’idea fantastica ed era sicura che appena fosse ritornata a scuola non avrebbe dimenticato niente perché, anche se c’era il coronavirus e lei era a casa da scuola, era riuscita ad allenarsi quasi ogni giorno.
Margherita
Da circa una settimana e mezzo, il Ministero della Salute, ha dato l’ordine di chiudere
tutte le scuole dell’Emilia Romagna per precauzione. Lasciandoci a casa da scuola, in questo modo si dovrebbe “rallentare” la diffusione del Coronavirus, un virus che viene dalla Cina e che si sta diffondendo velocemente in molte parti del mondo. Viene considerato da molte persone pericoloso, ma io penso che sia una normale influenza perché tanto si fanno gli anticorpi. Le uniche persone che sono realmente in pericolo, sono quelle che hanno dei problemi di salute (anziani compresi). Comunque, tornando al discorso delle scuole chiuse per precauzione, anche se staremo a casa fino a metà marzo, non siamo indietro con il programma. A noi, delle medie, tramite nuvola, il registro elettronico, i prof. hanno la possibilità di darci dei compiti (alcuni dei quali dobbiamo farli e mandarli sul drive), in modo che noi possiamo andare avanti con il programma anche da casa. Mentre alcuni miei amici delle superiori mi hanno detto che loro, per portare avanti il programma, alcuni giorni della settimana per 1 o 2 ore (dipende dalla materia) fanno delle e-learning, delle “videochiamate” online con la prof. e la classe, in modo che la prof. possa spiegare l’argomento.
Giulia
ln gennaio 2020 in Cina è scoppiata un’epidemia causata dal virus COVID-19 chiamato anche coronavirus. L’epidemia si è diffusa molto velocemente in tutto il mondo. Purtroppo in Italia e anche a San Marino sono arrivati i primi casi di contagio. Per precauzione e per limitare i contagi il Ministero della Pubblica Istruzione ha deciso di chiudere le scuole inizialmente solo nelle zone colpite poi in tutta ltalia. A noi ragazzi è la prima volta che succede una cosa del genere, è molto strano rimanere a casa per un periodo così lungo, i prof hanno deciso da darci i compiti tramite il sito per non rimanere troppo indietro.
Giorgia Lav.
Manteniamo la calma
Molti medici dicono di mantenere la calma in modo tale che non dobbiamo spaventarci,ma la gente cerca di scappare dall’ italia per andare in altri paesi che non sono stati contagiati per proteggersi.Per questo dobbiamo stare in quarantena e non dobbiamo uscire di casa.Io sapendo che abito in un luogo poco popolato sono abbastanza tranquillo.
Alex
E’ panico!io non capisco perchè la gente che all’inizio di questo brutto avvenimento sia andata in panico e abbia svuotato tutti i negozi alimentari.Se noi tutti ci facessimo prendere dal panico nessuno riuscirebbe a fare quello che vuole e diventerebbe un caos totale. Se noi rispettiamo le regole che ci dice il governo,in poco tempo riusciremo a far calare i contagi,a liberare i posti letto degli ospedali che così possono curare anche altre persone con gravi malattie peggiori di questa. Potremo ritornare a una vita un pò più normale e non continuare a stare chiusi in casa.
Luca D.P
Più si va avanti più la vita secondo me peggiorerà, sopratutto quando sai che c’è un virus che gira nel tuo paese e nella tua città.
La mia famiglia è molto preoccupata e anche io,
Ma sono preoccupata più per le mie sorelline in particolare Aicha che ha 3 mesi, ma anche per Assia che ha 2 anni.
Al telegiornale dicono che i bambini sotto i 3 anni hanno più probabilità di essere affetti da questo virus e ciò ci fa sentire molto male.
Di giorno in giorno penso che per togliere questo virus serve solo pazienza e felicità, perché se lo affrontiamo con delusione il virus si espanderà per tutto il mondo.
Secondo me questo virus non è dei cinesi ma degli americani per far sì che noi facciamo guerra contro i cinesi.
Questo virus ha un nome che secondo me incide sulla nostra vita perché Coronavirus?
C’è solo una risposta la corona ce l’ha una persona potente, un re, una persona che se vuole ci può uccidere proprio come questo virus.
Elena
cronache di una corona,rapporto 1
oggi è il primo giorno dopo il primo infetto in italia,le scuole sono già state tutte chiuse,per ora nulla di allarmante:la gente sembra contenta e le informazioni sono ancora poche
cronache di una corona,rapporto 2
i casi nel nostro paese sono aumentati a dismisura, il governo ha ricevuto dagli scienziati alcuni consigli da seguire, ai nostri agenti è stato consegnato gel igienizzante e un paio di mascherine da distribuire ai bisognosi, i rapporti ci dicono che la gente è estremamente inquieta,gli ospedali sono pieni.
cronache di una corona,rapporto 3
oggi sono due mesi che il virus è in circolazione qui in italia, i nostri archivi contano 8 omicidi ai danni di famiglie cinesi, 3 omicidi commessi contro i miei agenti allo scopo di rubare gel igienizzante,contiamo un milione di vittime.
Per sicurezza questi rapporti verranno messi sotto chiave nel mio cassetto all’archivio nazionale:sezione carabinieri,corpo emiliano romagnolo,maresciallo De Florenti.
La gente sta perdendo il controllo, necessitiamo di misure drastiche,lascio qui sotto la posizione del progetto corona, che prevede la costruzione di artiglieria igienizzante.
cronache di una corona,esordio
la gente ha perso la sanità mentale,così la Cina è stata scelta per contenere i 2 miliardi di infetti, tutti i malati ora si trovano lì, il resto del mondo è stato interamente disinfettato, i marines aspettano l’ok del parlamento europeo e degli Stati Uniti per sganciare le bombe atomiche sulla Cina,poi l’intero territorio verrà chiuso per i prossimi 30 anni, nessuno mai avrebbe potuto pensare che saremmo arrivati a tanto.
Fabio
Al telegiornale sento cose assurde, quando le sento rimango scioccata, ma non per per il coronavirus e ciò che succede, ma perchè dicono solo bugie. Per esempio, ho sentito che una persone risultata positiva, come molte altre persone d’altronde, e sul telegiornale dicevano che stava malissimo: che aveva la POLMONITE. Poi dicevano anche che aveva un’amica a Codogno (una città vicino a Milano). Questa ragazza non aveva né un’amica a Codogno e né la polmonite. Hanno detto bugie su bugie, sul telegiornale e ora come ora in TV non si parla d’altro, prendi il telecomando metti un canale e parlano di coronavirus.
La gente si è spaventata così tanto solo per quello che dicono sui telegiornali, dicono cose false solo per far confusione, a parer mio. Io infatti non sono preoccupata, se devo uscire esco e faccio tutto quello che faccio quotidianamente tranne attività fisica in palestra, ma in generale io non sono preoccupata.
Matilde
«Vogliamo lanciare un messaggio di equilibrio, di tranquillità, è ovvio – aggiunge – che la preoccupazione c’è ma questo non motiva psicosi di massa, di panico. Parliamo di una patologia che non è l’aids, sarebbe sbagliato dire che è come un raffreddore o un’influenza, è una patologia più importante, ma è una patologia dalla quale nel 90% dei casi si guarisce tranquillamente»
Questa discorso è di Vincenzo De Luca,il presidente della regione Campania.
Sembra che questo discorso non sia stato ascoltato da nessuno perché,gli italiani hanno fatto tutt’altro.
Hanno creato allarmismo e al panico causando così una psicosi di massa.
I supermercati sono stati presi d’assalto e sono diventati dei ring per la boxe,si sono create file molto lunghe fuori dalle farmacie per prendersi mascherine inutili per proteggersi,bisognerebbe stare ad una distanza ben precisa ma nessuno la rispetta.
Tra gli italiani c’è una grossa differenza:quelli che esagerano e quelli che la stanno prendendo come una bella vacanza.
Perfino nelle carceri d’Italia il coronavirus ha portato la tensione;
perché sono scoppiate delle rivolte per il divieto di vedere i loro familiari.
Come al solito il popolo degli italiani non ha seguito le regole cercando solo il modo di infrangerle.
Perchè,visto che ci siamo sempre lamentati di avere poco tempo per noi e per le nostre passioni,ora che ne abbiamo la possibilità facciamo quelli che vogliono una vita sociale?
Aurora
Quando venne fuori la storia che per una settimana non si andava a scuola sul gruppo della classe “esplose una bomba”. All’inizio erano tutti felici perchè non si andava a scuola poi tutti tristi per la paura, inoltre si diceva che avrebbero prolungato le scuole allora tutti arrabbiati.. e infine ancora tutti tristi per non poter vedere i propri compagni. La prima settimana di scuola tascorsa a casa passò in un batter d’occhio. Nella seconda settimana le professoresse ci dissero di fare dei lavori o progetti a gruppi di sette persone, così ancora un’altra volta sulla chat tutti non capivano più nulla. Alla fine decidemmo i gruppi e ci incontrammo ma non riuscivamo ad iniziare il compito perché tutti iniziarono a parlare del coronavirus di cosa sarebbe successo in futuro se i dottori non avessero trovato una cura… Così a me è salita l’ansia che prima non avevo. Passate le 2 settimane, a scuola anche con le professoresse parlammo del coronavirus ma per fortuna ci tranquillizzarono molto.
Giorgia La.
Io all’inizio ero molto preoccupata per il Coronavirus ma poi ho capito che come ci si può ammalare si può anche guarire.
Ho sentito parecchi video che dicevano che non bisogna preoccuparsi e che la cosa più grave è farsi prendere dal panico ma io non capivo perché bisogna stare calmi in una situazione come questa: dove molte persone continuano a morire a causa di questo virus. Poi,però, ho sentito un video che mi ha fatto capire molte cose: il coronavirus è come una semplice influenza che è stata scoperta da poco e per cui non hanno ancora inventato le cure e le medicine.
Da lì ho capito molte cose e mi sono tranquillizzata molto. Pochi giorni dopo ho sentito al telegiornale che una signora anziana (95 anni) è sopravvissuta al coronavirus, questa notizia mi ha davvero sorpresa
Federica
Questo Corona virus sta facendo agitare tutti, abbiamo tutti dovuto modificare le nostre abitudini e le nostre vite, nessuno era abituato a stare così tanto in casa e a non vedere nessuno per così tanto tempo. Le persone sono molto spaventate: infatti i primi giorni sono corsi tutti a fare la spesa e la scorta di cibo per moltissimo tempo senza pensare che in realtà i supermercati non avrebbero chiuso. Molti sono corsi in tutte le farmacie a comprare mascherine, amuchina e alcool per non prendere il virus. Io mi sono agitato molto quando ho visto tutti i compiti sul registro elettronico, pensavo di non riuscire a farli tutti e mi immaginavo sui libri tutto il giorno invece adesso che è passata una settimana, anche se hanno aggiunto altri compiti sono un po’ più tranquillo.
Nella mia famiglia non siamo molto calmi, soprattutto mio padre che è molto preoccupato per noi e non vuole che usciamo per andare in posti affollati, mia madre è a casa dal lavoro perché lavora in una scuola materna e anche lei è preoccupata. Mia sorella vuole uscire a tutti i costi e anche io quindi non siamo molto calmi, speriamo che presto tutto torni alla normalità.
Alessandro
Ho un po’ paura del Corona virus ma non ho perso la testa perché sono sicura che grazie a tutta la tecnologia avanzata che abbiamo riusciremo a trovare una cura e se si seguono le norme per proteggersi sarà più difficile contagiarsi.
Per fortuna, se si viene colpiti, si può contare su medici e sulla famiglia che ti aiutano a guarire e ti incoraggiano ad andare avanti e combattere questo virus.
Secondo me a perdere la calma e agitarsi non si risolve niente ma, se si inizia ad andare avanti abbattendo la paura del virus, si può sconfiggere questo male trovandone così la cura.
Poi non si può rimanere nel terrore per sempre bisogna godersi la vita e se anche abbiamo questo ostacolo da superare, se ci aiuteremo a vicenda, noi lo sconfiggeremo tutti insieme.
Gaia
Morale se le cose si fanno insieme si fanno molto bene!
Quando ci sono situazioni del genere è bene mantenere la calma. Io, sin da quando è uscita la notizia del coronavirus, non ero troppo preoccupata, perché alla fine è come una normale influenza che ancora non si sa da cosa sia dovuta e diventa pericolosa per le persone con problemi di salute. Gli scienziati, insieme ai dottori laureati nei vari settori, stanno velocizzando molto la procedura per creare un vaccino contro il Coronavirus grazie alla tecnologia moderna. Sicuramente, prima di un anno, non sarà possibile avere già il vaccino, quindi in questo tempo bisogna tranquillizzarsi perché, si, molte persone stanno male e muoiono, ma ce ne sono tante altre che guariscono.
Giulia
Mantenere la calma in questi casi è davvero fondamentale . La prima cosa da fare è lavarsi molto spesso le mani con acqua e sapone e sciacquare per almeno 20 secondi.
Le rassicurazioni più importanti che gli esperti danno sono le seguenti :
- È una semplice febbre stagionale
- Colpisce principalmente le persone con età superiore ai 55 anni
- I morti sono meno dei guariti
Stanno sperimentando un vaccino sugli animali che sarà disponibile il prima possibile .
Bisogna anche pensare all’economia dell’Italia che , a causa di questo virus , sta diminuendo molto .
Non bisogna farsi sopraffare dalla paura dalle fake news , come per esempio la chiusura delle scuole fino al 20 marzo .
Ilaria F.
Anna era una brava ragazza anche se era molto paurosa, temeva di prendersi malattie gravi. Infatti a scuola , appena un suo compagno aveva i pidocchi o era raffreddato, lei si preoccupava pensando che si sarebbe ammalata gravemente.
Quindi, appena fu scoperto questo virus molto contagioso, il coronavirus, lei fu molto angosciata. Non voleva nemmeno più uscire di casa anche se nella sua città non c’erano stati contagi. In un certo senso, faceva anche bene, perché lei si lavava le mani ad ogni momento, stava solo in casa a fare i compiti e a leggere e non toccava nessuno , però in lei c’era un problema enorme: era troppo preoccupata, doveva mantenere la calma, se no questo brutto periodo lo avrebbe passato ancora peggio. I suoi genitori, vedendola molto preoccupata, decisero di tranquillizzarla spiegandole che bastava non andare in posti affolati e bisognava lavarsi spesso le mani. Così lei, dopo un pò, capì che, in effetti, se si fosse tranquillizzata un po’ sarebbe stata meglio e non le sarebbe successo niente.
Margherita
Dobbiamo mantenere la calma e non farci prendere dal panico perchè questa è una situazione molto delicata e noi dobbiamo ascoltare le persone che ne sanno qualcosa e dobbiamo lavarci le mani bene e non stare vicino alle persone che hanno la tosse o qualche sintomo influenzale. Per evitare il contagio bisogna stare ad almeno un metro di distanza dalla gente e non stare in luoghi chiusi per troppo tempo con persone che tossiscono. Se vai, ad esempio, a fare la spesa, quando arrivi a casa disinfettati, perchè hai toccato i soldi e il cibo che, per caso, ha toccato altra gente. Bisognerebbe stare chiusi in casa in quarantena in Emilia Romagna ma è veramente difficile non uscire mai e stare chiusi in casa senza vedere amici e stare sempre da soli. Non uscire di casa e stare sempre al chiuso non va molto bene e ogni tanto per chi sta sempre in casa è bene uscire e fare anche solo una piccola camminata
Filippo
Oggi sono triste, una tristezza cosmica.Siamo tutti un po’ circondati
da questa tristezza.L’unica cosa che mi spaventa è che non
sappiamo quando tutta questa storia finirà.
Ma so per certo che cambieremo tutti.Impareremo a vivere in
modo più modesto,ad apprezzare tutto ciò che abbiamo, saremo
felici ogni momento della giornata, saremo più uniti che mai.
Mi manca tutto, mi mancano i miei amici, mi mancano i miei parenti,
mi manca la scuola.
L’acqua del fiume non è mai la stessa.
Ma un giorno io mi sveglierò, e vedrò una bella giornata, il cielo sarà
più sereno, il mare più limpido che mai e il mio cuore scoppierà
di felicità.
Quello che prima mi sembrava impossibile diventerà realtà.
Maxim Sendrea
Mantenere la calma non è un consiglio per i coronavirus(che nessuno sta seguendo) e basta, tutte le situazioni andrebbero affrontate con calma e sangue freddo.
Non è facile, capisco è una novità per tutti, ma in una situazione tesa come questa è importantissimo mantenere la calma e lasciare che chi di dovere agisca, non siamo medici e non abbiamo la piu pallida idea di come gestire la cosa, ma se i dottori ci danno dei consigli, vuol dire che, se li seguiamo, siamo al sicuro, non è che se li seguiamo con la paura di uscire di casa o senza cambia qualcosa. Alcuni aspetti positivi del coronavirus ci sono,perché pensare solo a metterci paranoie inutili?Se ci pensiamo pensare positivo è molto meglio,lo hanno detto gli scienziati che del coronavius si sa pochissimo, praticamente niente, ancora non sappiamo che cosa sia ,e proprio perché non sappiamo che cosa sia non sappiamo effettivamente quanto sia pericoloso, magari non è nulla e magari è la peste con un altro nome, ancora non lo sappiamo, proprio per questo i piani alti hanno preso delle precauzioni per tenerci al sicuro, e se siamo al sicuro che problema c’è?
Fabio
“Il Coronavirus è un problema che sta interessando una buona parte dei vari paesi del mondo” dissero al telegiornale. Lorenzo e sua sorella Valentina, confrontandosi, pensarono che le autorità dovevano ascoltare attentamente il messaggio appena sentito perché era veramente molto importante. Valentina che era un po’ preoccupata ma non voleva farlo notare, disse :” Penso che stiano facendo il massimo per sradicare il problema” cercando di non creare allarme al fratello minore “Risolveranno tutto al più presto, stai tranquillo” continuò. Secondo il pensiero di Valentina era giusto preoccuparsi ma non bisognava creare panico. Infatti il giornalista disse che il virus era come un’influenza ma più pesante e il 90% dei casi sarebbe guarita. Quindi continuò dicendo di attivare le misure come da disposizioni e fece l’appello ai cittadini di mantenere la calma. Sentendo così Valentina un po’ si tranquillizzò e capì che seguendo le regole dettate dal governo non avrebbe creato panico a lei e a suo fratello.
Ilaria P.
Ogni giorno in casa sentiamo più telegiornali sperando in notizie che ci tranquillizzino.
Al momento non è così e aumenta la paura del contagio, nei miei nonni e nei miei genitori.
Stiamo chiusi in casa e sicuramente non ci calmiamo, anzi, io e mio fratello siamo sempre più nervosi e schizzati.
La nostra amica medico Alessandra ci dice che dobbiamo attenerci alle regole che ogni secondo vengono riproposte in tv, ma di stare tranquilli perchè non sarà breve, ma i medici e gli infermieri si stanno impegnando tantissimo per salvare più persone possibile.
Irene
stai lontano da me
Il virus si trasmette attraverso le vie aeree per questo la gente cerca disperatamente di stare lontano da altre persone.In questo periodo non si trovano neppure mascherine e per questo cercano qualsiasi modo per coprirsi ,ad esempio mettendosi sacchetti in testa insomma qualsiasi cosa pur di sopravvivere.La gente sta con mascherine in qualsiasi posto tram,treno,autobus ecc …. e, ovviamente, per andare a lavorare.
Alex
Un po’ di tempo fa è stata annunciata una nuova normativa di sicurezza, la quale stabilisce la distanza di un metro gli uni dagli altri per cercare di evitare il contatto con persone sconosciute che magari sono contagiate o hanno contatti con persone malate. Mantenere la distanza di un metro, per noi ragazzi e anche per gli adulti è molto difficile da rispettare. Proprio l’altro giorno sono passato dal parco del Ginepreto di Pianoro e ho notato tantissime, o forse troppe, persone in gruppi molto ravvicinati; questo accade perché la gente sta prendendo questa situazione sottogamba e come una vacanza non considerando la gravità del contagio e ignorando totalmente le normative di sicurezza. Secondo il mio parere sarebbe meglio sforzarsi tutti un po’ di più in un arco di tempo minore invece che ignorare tutto come se non fosse successo nulla, con la consapevolezza che questo virus svanirà dopo molto più tempo se non rispettiamo le regole igieniche. Alla fine se ci pensiamo bene, in questo momento ci stanno chiedendo di restare a casa, mentre una volta ai nostri nonni é stato imposto di andare in guerra…. Tutto sommato credo che sia uno sforzo piccolo ma che, se lo facciamo tutti, riusciremo perfettamente a uscire da questo contagio….. Con un piccolo sforzo, ora possiamo migliorare l’Italia.
Luca D.P.
Le autorità hanno consigliato di mantenere una distanza dalle persone di almeno un metro per evitare la trasmissione del coronavirus. Io credo che sia utile osservare questo consiglio. Certamente non è bello incontrare le persone e non poter dare la mano o salutarsi come si faceva prima. Ci si sente un pò a disagio.Un mio amico di nome Emanuele aveva organizzato la sua festa di compleanno al Rifugio di Pianoro Vecchio, ma la sua mamma ha dovuto disdire tutto per evitare che tante persone si ritrovassero tutte nello stesso posto. Mi è dispiaciuto un pò perchè ci volevo andare ma sicuramente è meglio essere responsabili.
Leonardo
Due amiche, Alice e Chiara, erano molto legate fra loro. Erano come sorelle, facevano tutto insieme e i loro genitori erano anche loro molto amici. Vivevano a Milano, la città in cui dicono che si avverano tutti i sogni. Le due amiche erano fiere di vivere a Milano e, in estate e durante le vacanze di Natale, invece andavano tutt’ e due in Sardegna. Ritornate a Milano, dopo le vacanze di Natale le due amiche fecero un pigiama party a casa di Alice. Le due amiche si divertirono molto e accesero la televisione per guardare qualche film divertente. Accendendo la TV, ascoltarono il telegiornale: Alice era andata a prendere pop corn e patatine, succo e acqua e si misero sul letto. Le due amiche sentirono una cosa che non si sarebbero mai aspettate: c’era un nuovo virus, che partiva dalla Cina, che provocava dei morti e ormai c’erano dei contagiati pure in Italia del nord. Le due amiche all’inizio non si preoccuparono molto, ma poi ci furono sempre più contagiati e purtroppo Chiara aveva il virus e stare con Alice era un rischio. Chiara e Alice non volevano staccarsi, così agirono i loro genitori: Alice per non essere contagiata è andata insieme alla sua famiglia nella casa in Sardegna. Le amiche non si videro più ma potevano telefonarsi.
Matilde
Finite le vacanze di Natale gli alunni tornarono a scuola e gli adulti al lavoro. Tutti i pomeriggi il papà di Sara,la ragazza più brava della scuola, guardava la televisione, anche se lui odiava il telegiornale perché gli sembravano notizie false. Un bel giorno accese la televisione e vide che su tutti i canali c’erano delle notizie lui cambiò spesso canale, ma comunque ci furono sempre notizie non sapendo che riguardavano tutte un virus molto strano per il quale non si andava più a scuola per tre settimane, scocciato spense la TV. Il giorno dopo accompagnò Sara a scuola, pur non sapendo che non ci doveva andare. La ragazza arrivò all’entrata solo che le porte erano chiuse allora rincorse suo padre che stava tornando a casa in macchina, lui per fortuna la vide e si fermò, la fece salire e Sara gli raccontò che le scuole erano chiuse. Arrivati a casa il papà aprì il televisore e vide ancore le notizie, le ascoltò per qualche minuto e poi capì che sua figlia aveva ragione. Dato che lui adesso si era fatto salire l’ansia fu tranquillizzato da sua figlia. Così suo padre non andò a lavoro per 3 settimane per non stare a contatto con persone e uscivano da casa solo per occasioni necessarie.
Giorgia
Tra le regole del ministero della sanità per prevenire il Corona Virus c’è la distanza dalle persone, precisamente di un metro e mezzo. Hanno consigliato infatti di rimanere lontani dalla gente e dai posti affollati perché non sappiamo se vicino a noi ci possono essere dei malati. Sinceramente quando cammino, anche se in questo periodo sto uscendo poco, non ci faccio molto caso, mi dimentico di questo virus passeggiando e poi nessuno ha delle mascherine, certo che se qualcuno tossisce mi viene subito paura senza motivo e vorrei scappare. Questo virus fa molta paura alle persone e tutto stanno lontano da tutti peró è un peccato perché ci si vede molto meno e a stare sempre a casa ci si annoia.
Sicuramente questa regola è sicura ma non mi piace. Secondo il ministero sono vietati anche gli abbracci ed è un peccato.
Alessandro
In questi giorni al telegiornale sento che molti paesi come Italia e Cina sono discriminati ; questa situazione secondo me non è molto giusta perché i paesi dovrebbero essere amici e aiutarsi a vicenda in momenti di grande agitazione come questo.
Infatti in questa storia c’è un buon esempio che tutti dovrebbero seguire: questo racconto parla di una ragazzina di nome Camilla che aveva un sacco di amici e un giorno , tornando dal parco con dei suoi compagni di classe ha incontrato una ragazzina che se ne stava sola e tutti i suoi amici non le parlavano perché era cinese, Camilla però, senza farsi vedere, è andata dalla ragazzina e le detto: “ Ciao! Io sono Camilla e tu come ti chiami?” la ragazzina sorpresa le rispose con un filo di voce: “ Ciao, Camilla. Io sono Ying…” poi schiarendosi la voce disse: “ Come mai mi stai parlando sai… io sono cinese e secondo tutti sono una portatrice del Corona virus…” e Camilla disse: “ Sciocchezze!!! Non tutti i cinesi portano questo virus…” e Ying: “ Davvero tu credi che io non sia pericolosa!?” e Camilla: “ Pericolosa!? Ma no!!! Per me tu sei un’amica! “ e Ying: “ Non mi starai chiedendo di diventare tua amica!? “ e Camilla annui e con questo le due ragazzine si abbracciarono come se si conoscessero da una vita.
I giorni seguenti Camilla riuscì a convincere anche i suoi amici che Ying non era un mostro e questo fu la fine della discriminazione dei ragazzi e l’inizio di una nuova lunga amicizia.
Come ho detto prima questo esempio non lo dovrebbero seguire solo le persone ma anche tutti i paesi del mondo.
Gaia
Oggi mia zia Chiara è tornata dal lavoro, lei fa la commessa in un negozio di abbigliamento e mi ha raccontato che è arrivata una cliente con la mascherina e le ha chiesto un paio di pantaloni. La mascherina serve per proteggersi dal contagio del coronavirus. Mia zia che indossava i guanti gliel’ha dati e la signora l’ha fermata dicendo di non avvicinarsi troppo. Mia zia è rimasta scioccata perché non sapeva come agire. Io avrei fatto come lei perché secondo me bastava lavarsi le mani appena usciti dal negozio, però credo sia importante seguire le regole che ci hanno dato per non essere contagiati e per non contagiare gli altri.
Giorgia Li.
I miei genitori mi ripetono molto spesso, in questo particolare periodo, di stare a distanza dalle persone, soltanto, essendo io una persona affettuosa, me ne dimentico spesso.
Un giorno ho incontrato una conoscente e invece che salutarla e darle la mano, l’ho salutata “a distanza di un metro“ per le ordinanze che ci ha dato il governo.
Questa situazione non è bella per me perché io preferisco salutare le persone in modo più affettuoso, soprattutto le mie amiche quando non le vedo da tanto e non solo.
Per esempio oggi ero al bar di Pianoro con la mia famiglia, ho visto entrare un’amica che non vedevo dalla chiusura della scuola. Ci siamo viste e ci siamo abbracciate istintivamente. A fine abbraccio la mamma della mia amica ci ha ricordato del “metro di distanza” e noi con una risata ci siamo allontanate dicendo: “E’ vero!”.
Emma
Nelle regole che ci ha consigliato il ministero della salute c’ era quella di stare a un metro di distanza dalle altre persone ,non è molto semplice da rispettare perchè potresti non accorgerti di essere più vicino all’altra persona di quanto dovresti essere. Questa regola consigliata non sarebbe molto cortese perchè a me è successo di essere invitato a cena da un mio amico e noi, in segno di cortesia, volevamo ringraziarli dandogli la mano ma non abbiamo potuto perchè il giorno prima il governo aveva consigliato di non stare vicino alle altre persone ,ma a me non è sembrato educato non salutarli e non dargli la mano. Perciò questa regola suggerita può aiutarti a non essere contagiato ma può sembrare anche scortese.
Filippo
Beatrice, è una ragazza che vive in un piccolo paesino di periferia sulle colline di Bologna. Ogni sera, finiti gli impegni di tutti i giorni, lei e un buon numero di persone si ritrovano nel bar della piazza del paese per stare insieme e passare qualche ora sorseggiando un drink, giocando a carte o semplicemente per discutere eventi del momento. In questo periodo, l’argomento principale di discussione è l’emergenza Coronavirus. Beatrice, è da sempre abituata a trovarsi con le sue amiche in un tavolo all’interno del bar ormai da tempo occupato esclusivamente dalla sua compagnia, ma la brutta notizia del virus, che si trasmette tra le persone con estrema facilità e rapidità, dovrà per forza cambiare le abitudini di tutto il piccolo paese. Quindi per evitare i contagi dovranno stare più tempo in casa e per qualche tempo evitare di riunirsi all’interno del bar dove tutti sono costretti a stare vicini l’uno all’altro, Beatrice e le sue amiche allora si organizzano per le loro chiacchierate serali in un tavolo più grande con sedie distanziate un metro l’una dall’altra.
Ilaria P.
Impariamo a capire che questa è una lotta contro le nostre abitudini e non contro un virus.
Questa è un’occasione per trasformare un’emergenza in una gara di solidarietà.
Cambiamo il modo di vedere e di pensare.
Non sono più “io ho paura del contagio” oppure “io me ne frego del contagio”, ma sono io che difendo l’altro.
Io mi preoccupo per te.
Io mi tengo a distanza per te.
Io mi lavo le mani per te.
Io rinuncio a quel viaggio per te.
Io non vado al concerto per te.
Io non vado al centro commerciale per te.
Per te che sei dentro una sala di terapia intensiva.
Per te che sei anziano e fragile, ma la cui vita ha valore tanto quanto la mia.
Per te che stai lottando un cancro e non puoi lottare anche per questo.
Alziamo lo sguardo e pensiamo prima di dire o fare le cose.
Beatrice
La settimana scorsa mia mamma si era organizzata con le mamme di alcuni miei amici per vederci un giorno al parco. Era da tanto che non ci vedavamo e avevamo tutti tanta voglia di stare insieme. Le mamme ci avevano fatto alcune raccomandazioni, tra cui giocare stando distanti almeno un metro l’uno dall’altro e non fare sport che richiedessero contatto fisico. A quel punto abbiamo fatto qualche tiro a canestro senza fare la partita, in modo da stare distanti, ma era una situazione molto triste per noi non potere giocare a basket liberamente. Allora abbiamo deciso di andare tutti a casa a prendere ognuno la sua bici e abbiamo fatto un giro vicino a casa nostra, poi con le bici siamo andati fino al bar e abbiamo preso una cioccolata in tazza stando sempre distanti l’uno dall’altro, facevamo quasi fatica a parlarci, ci rendavamo conto che stava cambiando tutto così in fretta e noi facevamo fatica ad accettare ciò. Ora come ora che non possiamo più neanche uscire di casa da quando è uscito il nuovo decreto, mi rendo conto di quanto mi manchi tutto ciò: i miei amici, le uscite, poter giocare a basket insieme a loro, andare a trovare e ad abbracciare i miei nonni e bisnonni, andare a mangiare fuori, andare al bowling o al cinema. Questa lontananza da tutto e da tutti mi sta facendo riscoprire cose nuove, come fare brevi passeggiate nei boschi, per evitare il contatto con le altre persone, e vedere la primavera che sta arrivando con tutti i suoi colori e profumi, fermarsi al fiume a lanciare i sassi insieme ai miei fratelli, rotolarsi giù per la collinetta, saltare sui sassi per attraversare il fiumiciattolo e avere più tempo per fare ciò che mi piace, come le costruzioni Lego, e passare più tempo con i miei genitori e i miei fratelli. Ora l’unico contatto che ho con i miei amici è attraverso il telefono con le videochiamate e i messaggi, spero tanto che la situazione si risolva il più in fretta possibile per poter tornare a giocare con loro e alla vita di prima, portandomi dietro le cose nuove che ho scoperto in questo periodo.
Daniel N.
Tra le regole imposte c’è quella di stare ad un metro di distanza l’uno dall’altro.
Questa regola stando in casa non la subisco perché, con i miei genitori e mio fratello per fortuna non è così .
Ma tra le scene che vedo in TV e quelle che mi raccontano i miei genitori quando vanno a fare la spesa sono impressionata.
Ad esempio, anche l’azienda dove lavora mia mamma per tutelare i dipendenti, ha consegnato a ciascuno dei pc portatili per poter lavorare da casa dal momento che nei loro uffici lavoravano in più persone in una stessa stanza, con le scrivanie vicine . (smartwork).
Irene
In autobus c’era chi tossiva
La mia mamma è andata in autobus a Bologna per accompagnare mio fratello ad una visita in centro. Anche se c’era qualcuno che tossiva le persone facevano finta di niente. Credo infatti che in tali circostanze si debba, comunque, mantenere un comportamento educato. Comunque non è detto che un colpo di tosse sia dovuto al virus.I mezzi pubblici sono stati disinfettati di più da quando c’è il coronavirus e sicuramente in questo periodo bisogna usarli solo se è necessario altrimenti è meglio evitare di andarci.
Leonardo
Io per andare in palestra prendevo l’autobus con mie due compagne e scendevamo dopo 2,3, o 4 fermate al massimo, non le contavo, ma sapevo che il tragitto era corto, ma in quel poco tempo , diverse persone starnutivano e tossivano erano in pochi quelli che non tossivano e noi eravamo tra quelli. Dopo qualche minuto, di nuovo la gente tossiva ed io e le mie amiche ci guardavamo preoccupate. Proprio in quel momento una delle persone che non tossivano disse: “ State bene? Siete allergici alla polvere?” lui fu molto gentile a differenza di un’altra persona che disse:” ma quale allergia… queste persone hanno il coronavirus e ora ce lo abbiamo pure noi grazie a loro! Ecco fatto. Moriremo tutti per colpa loro!” Per fortuna noi scendemmo proprio quando aveva finito di parlare, ma ho pensato alle frasi delle due persone che avevano parlato: la prima era molto educata, un modo molto dolce e calmo di parlare, l’altra persona invece urlava e accusava le persone senza che loro avessero dato le loro spiegazioni. Le mie due compagne non dissero nulla, una volta scese dall’autobus e poi siamo andate in palestra e non abbiamo più pensato a quello che era successo.
Matilde
Ciao a tutti e a tutte,oggi sono qui per parlarvi di quello che mi è successo in autobus.
Ieri mattina mi sono alzata verso le 9.Visto che le scuole sono chiuse,ero rimasta un po’ a letto e dopo un po’ ho trovato la forza di alzarmi e sono andata in cucina per fare colazione;c’era la televisione accesa e al Tg parlavano di come il coronavirus si stesse espandendo anche nella mia zona.Quindi gli scrissi un messaggio ai miei amici per organizzarci ad uscire il prima possibile.
Dopo esserci organizzati per bene mi preparai per uscire e avvertii i miei genitori che al loro ritorno probabilmente non sarei stata in casa.
Nonostante il virus avevo una gran voglia di vedere i miei amici e di uscire con loro
Alla fermata c’era una mia amica con la mascherina e i guanti e io ero un po’ perplessa,c’è ok la prevenzione ma mi sembra esagerato.
L’autobus arrivò con un paio di minuti in ritardo e appena misi un piede dentro notai molte persone di cui la maggior parte con la mascherina.
Salì un uomo strano,era vestito tutto di bianco,dalla testa ai piedi e aveva la mascherina e i guanti e girava con un marsupio da cui sporgevano due barattolini di amuchina,ovviamente ci girammo tutti a guardarlo ma lui andò avanti per la sua strada.
Dopo svariati minuti si sentì tossire,1,2,3,4 volte e una signora anziana a fianco a lui lo guardò e gli disse:”Ma non si vergogna?” il signore rimase indifferente alle parole della donna e se le fece scivolare addosso.
Diverse fermate dopo la signora disse:”Senta mi faccia passare che 1,non voglio prendere il coronavirus e 2,tra tre fermate c’è la mia fermata.” L’uomo scocciato per il tono di voce usato dalla signora sbuffò e la fece passare,la signora ancora più arrabbiata e con un tono di voce molto alto urlò:”TU HAI IL CORONAVIRUS,GUARDA COME SEI VESTITO E HAI GIà TOSSITO TROPPE VOLTE PER I MIEI GUSTI,NON TI SI VEDE NEANCHE LA FACCIA E POTRESTI CONTAGIARE TUTTI.”
Eravamo tutti imbarazzati e nessuno sapeva cosa fare o dire ma l’uomo reagì e disse con un tono di voce tranquillo e pacato:”Mi scusi signora,lei di me cosa sa?ho tossito molte volte per il suo profumo,ne ha messo un po’ troppo e non si respirava e sono vestito così perchè soffro di asma e questo virus mi farebbe morire e vestito così rischio meno. Le consiglio di non parlare se non sa le cose,fa più bella figura.”
La signora visibilmente imbarazzata lo prese per un braccio e gli disse con un tono di voce più basso:”Le tue sono tutte scuse,lei mi avrà attaccato il suo virus e se mai lo prenderò i miei famigliari le faranno causa.”
L’uomo sorrise,la guardò e le disse:”Le dico due cose,1 lei mi ha appena toccato e visto che le facevo “schifo” e aveva paura del virus mi sembra una persona molto incoerente,2 ha perso la sua fermata per fare una scenata dove credo lei abbia fatto una brutta figura.Detto questo,è stato un piacere aver discusso con lei,mi ha fatto capire molte cose. Le auguro il meglio signora…ah e stia attenta al coronavirus”.
La signora scese dall’autobus appena le fu possibile e il signore si guardò attorno credendo di aver sbagliato ma tutti lo guardavano sorridendo e lui rimase con il sorriso in faccia fino alla sua fermata.
Diciamo che questa discussione mi ha fatto capire veramente tante cose come ad esempio che nel 2020 esiste ancora molta gente che ha davvero TANTI pregiudizi e non è una semplice tutina bianca e una mascherina a dire qualcosa su di te.”
Aurora
Io se in questi giorni mi fossi trovato in autobus e una persona avesse tossito mi sarei subito allontanato andandomi a sedere in un altro posto, questo perché non vorrei proprio prendere il corona virus ed essere contagiato. Non solo, forse sarei sceso alla fermata dopo anche se ne mancavano molte alla mia vera fermata. Il problema è che in questo periodo ci sono molte persone ammalate, ma non di corona virus: magari hanno solo la tosse o il raffreddore; forse non dovremmo essere così tanto spaventati e pensare bene prima di agire e di avere così tanta paura, e avere pazienza con gli altri che sono sfortunati e si sono presi un raffreddore proprio adesso che tutti hanno così tanta paura. Se succedesse a me che ad esempio sono in un luogo pubblico, tipo un supermercato, mi viene da starnutire e tutti si allontanano ci rimarrei malissimo e mi sentirei a disagio, quindi forse non dovrei nemmeno io scappare dalla gente e mantenere la calma.
Alessandro
Generalmente non prendo spesso l’autobus specialmente in questo periodo che siamo a casa da scuola però, se dovessi prenderlo, non sarei molto preoccupata perché se una persona non si sente molto bene o sa di avere il coronavirus non credo che frequenti comunque mezzi pubblici. Se mentre sono in autobus qualcuno abbastanza vicino a me, per esempio, tossisce mi sposto senza pensarci.
Penso che se prendi un mezzo pubblico sia giusto stare attenti ma non credo sia giusto avere ansia a tal punto di avere paura perché, magari, la persona che tossisce o starnutisce è solo un po’ raffreddata e vedendo le persone che la/o guardano si può sentire imbarazzata.
Giulia
Stamattina dovevo andare in centro a Rimini, solo che pioveva quindi, invece di andarci come al solito con la mia bici ci sono dovuta andare con l’autobus. Mi sono preparata, ho fatto lo zaino e sono andata alla fermata; l’autobus era pieno di gente e sono dovuta rimanere in piedi. Tiro fuori il telefono dalla tasca per rispondere ad un messaggio e poi inizio a guardare Instagram, poco dopo a fianco a me pasa un ragazzo “secondo me ipocondriaco” che mi dice balbettando < qu-qu-quan-ndo è è sta-stata l’ ulti-tima volta che che hai pu-pu-pulito il il tuo te-telefono?> ed io gli rispondo < boh! forse d’estate o prima perché? > < pe-perché ha 10000 ba-ba-batteri in in più del del gabi-binetto pu-pubblico!>
< ma ma non ti ver-vergogni?!> io gli faccio presente che sapevo che aveva tanti germi e batteri ma non così tanti e poi lui inizia a tossire insieme ad una signora anziana che starnutisce. L’autista si ferma e urla < vergognatevi tutti voi che avete il coraggio di venire a starnutire ed a tossire in un posto pubblico e chiuso .> ha preso un’altra mascherina e se l’è messa sopra all’altra che aveva già. Poi ha preso il telefono e ha chiamato il pronto soccorso perchè venisse a fare il tamponi. Appena chiusa la chiamata ci disse che a momenti sarebbe arrivata una persona per fare i tamponi a tutti quelli sospetti; io sono uscita, sono andata a salutare la mia amica a piedi poi ho noleggiato il monopattino con l’applicazione sul telefono e sono tornata a casa.
Giorgia Lav.
Il Corona virus si trasmette da bocca a bocca perché se non facessimo così il virus morirebbe perciò, secondo me bisognerebbe starnutire o tossire nella piega del gomito per sicurezza e fare attenzione a quello che fanno gli altri e se possibile anche dirglielo.
Poi non andrei mai in posti così affollati come negli autobus, nei supermercati soprattutto quando c’è molta gente, cercherei di uscire il meno possibile e dopo essere andati in luoghi di questo genere, dove le cose che hai toccato tu possono averle toccate anche degli altri, lavarsi le mani molto accuratamente..
Nella storia seguente c’è un brutto esempio di come non ci si deve comportare in queste situazioni: il racconto parla di un adolescente di nome Gianni che era molto disubbidiente ma anche distratto, Gianni stava tornando dalla casa di un suo amico in autobus anche se la madre gli aveva detto di farsi accompagnare da Carla, la mamma del suo amico, ma in quel momento lui non stava ascoltando….
Così salito in autobus si avvicinò molto a un signore che iniziò subito a tossire ma Gianni non se ne accorse perché stava ascoltando la musica.
Sceso dall’autobus non si disinfettò le mani con le salviette che gli aveva dato la mamma e poi entrato in casa si mise subito a mangiare senza aver lavato le mani anche se la madre lo aveva avvisato.
Il mattino seguente Gianni si ammalò e dopo poco si scoprì che aveva il Corona virus.
Questa storia vuole insegnare ad obbedire alle norme che il governo ci ha dato per precauzione.
Gaia B.
In autobus, quando non c’era il coronavirus se qualcuno tossiva molte persone non ci facevano caso. Adesso non è più così. Lo scorso martedì ho preso l’autobus e mi è venuto da tossire. Io ho messo il braccio davanti alla bocca ma tutti mi hanno guardato con aria sospettosa e si sono allontanati da me. Questo non mi ha fatto stare bene. Non vedono l’ora di scendere dall’autobus. Io penso che ci voglia buon senso. Io ho rispettato le precauzioni ma non è bello essere guardata in quel modo.
Giorgia Li.
Un Sabato mattina, la famiglia Rossi dovette prendere l’autobus per andare in centro a Bologna perché purtroppo proprio quel giorno la loro macchina si era rotta. Alle nove e quaranta il loro autobus arrivò e loro salirono. Alla guida dell’autobus c’era Davide,il solito autista di quella linea, che disse alla famiglia che anche quel giorno l’autobus era stato sanificato per proteggere tutti e per evitare il contagio del Coronavirus. La signora Rossi ,come al solito, prese dalla sua borsetta il gel disinfettante mani. Tutti se lo diedero più volte. La famiglia andò a sedersi, cominciarono a guardarsi in giro e videro che in autobus non c’erano tante persone come al solito. Ad un certo punto si sentì una persona tossire in modo vigoroso e subito il signor Rossi balzò in piedi, corse verso il passeggero con il suo termometro per provargli la febbre e cominciò a urlargli contro di scendere immediatamente. Anche la signora Rossi andò verso l’autista gridando di fermarsi subito; così tutte le persone presenti sull’autobus cominciarono ad agitarsi. Davide dovette fermarsi e diede al passeggero che tossiva una mascherina e chiamò subito il 112 per segnalare il caso. Il passeggero Christian cominciò a ridacchiare e disse che quella tosse avuta pochi minuti prima, non era dovuta al Coronavirus ma alla caramella che gli era andata di traverso, infatti il signor Rossi forzatamente gli provò la febbre e vide che non Christian non l’aveva; tutti fecero un sospiro di sollievo, Davide annullò subito la segnalazione e ripartirono per il centro così la famiglia Rossi avrebbe fatto una bella passeggiata.
Ilaria Po.
Un giorno ero in autobus con la mia famiglia per andare in centro a Bologna, dato che tutta la settimana ero stata in casa.
Ero seduta nei posti da tre, ero tra mia madre e un uomo sconosciuto.
Il signore ha dato un colpo di tosse. Io e mia madre, subito, non ci siamo preoccupate.
Dopo poco, ha dato un secondo colpo di tosse, abbiamo pensato che gli fosse andata di traverso la saliva e non ci siamo, ancora, preoccupate. Mentre i signori e le signore nei posti davanti e dietro la nostra fila si sono girati e si sono guardati fra loro.
Quando il signore ha dato il terzo colpo di tosse, a quel punto, noi ci siamo guardate, e, un po’ preoccupate, ci siamo alzate e ci siamo spostate.
Siamo scesi tutti e quattro dall’autobus, ci siamo disinfettati le mani e abbiamo deciso di fare una lunga passeggiata a piedi.
Emma
E qui arriviamo alla ‘’tossefobia’’, io la chiamo così.
Ora se una persona starnutisce non si dice salute, ma la si prende a testate,la tosse fa più paura della bomba atomica, tosse non mi sembra sinonimo di coronavirus, si è vero è un sintomo, ma il coronavirus non ti mette in condizioni di uscire di casa e andare in giro.
Ricordiamoci che chi tossisce non è un criminale un kamikaze mandato ad ucciderci,è una persona come noi. L’egoismo ci ha portato a credere a delle “cavolate” che fino a due settimane fa non frullavano neanche nell’anticamera di un pazzo germofobico schizofrenico, pensate a quel poveretto che per un po’ di allergia è diventato un lebbroso che vive nei rifiuti, che ora si deve subire le occhiate di tutti, gli insulti di tutto il mondo, scommetto che per i prossimi 6 mesi nessuno dirà più ‘’salute’’.
FABIO
A me non capita mai di andare sui mezzi pubblici, ma la mia mamma che lavora anche a Milano quando prende il treno, l’autobus e la metropolitana cerca di non sedersi vicino alle persone che tossiscono e se qualcuno tossisce non dice niente perchè non è colpa loro se hanno preso la tosse. Non è che qualunque persona che abbia l’influenza abbia anche il coronavirus. Il Governo sta prendendo enormi precauzioni per l’igiene sui mezzi pubblici.Con la chiusura delle scuole i mezzi pubblici vengono usati molto meno dai ragazzi.Ma i mezzi pubblici sono necessari per lo spostamento di alcune persone quindi sono utili anche in questo periodo nonostante possano essere luoghi in cui si può passare il coronavirus.
FILIPPO
Come quasi tutti i giorni, ero seduta su una panchina ad aspettare l’autobus.
Quella mattina era diversa dalle altre, perchè si era scoperto il coronavirus, un virus molto infettivo, quindi dovevo fare molta attenzione.
Infatti, avevo comprato una mascherina da mettermi dentro l’autobus; non si sa mai, se qualcuno fosse raffreddato. Stava arrivando l’autobus e quindi era il momento di prendere la mia mascherina, ma cercai disperatamente dentro la mia borsa, fin quando capii che l’avevo dimenticata a casa, che sbadata! Non ci voleva proprio! Non sapevo più con cosa coprirmi la bocca; poi, guardai dentro la mia borsa e trovai un foulard; me lo misi intorno alla bocca ed entrai sull’autobus.
Per fortuna non c’era molta gente, però decisi di non sedermi, ma di stare in piedi. Per l’andata era andato tutto bene, ma per il ritorno era stato un disastro.
Al ritorno, c’era tantissima gente tra cui persone che tossivano. Io cercai di ripararmi il più possibile con il mio foulard, ma era troppo sottile, poi, anche se non era molto educato, mi voltavo ogni volta che qualcuno tossiva.
Volevo quasi scendere alla fermata successiva, anche se non era quella giusta; alla fine però decisi di stare dentro l’autobus fino alla fermata in cui dovevo scendere.
Appena tornata a casa mi andai a lavare per bene, capii anche che dovevo imparare a non dimenticarmi le cose perché, in questo caso, ad esempio, la mascherina mi sarebbe servita.
Margherita
Il lunedì pomeriggio prendo sempre l’autobus per andare ad allenamento con due mie compagne. L’ultima volta che ci siamo salite, prima che sospendessero gli allenamenti, abbiamo sentito tossire con insistenza un signore e così è cominciato il discorso sul coronavirus. Amelie ha iniziato a chiedersi il perché si potessero fare certe cose e altre no tipo scuola no e pallavolo sì. Nina si è chiesta il motivo per cui nessuno intorno a noi indossasse la mascherina quando invece i cassieri dei supermercati la indossavano da giorni. Io conclusi riflettendo sul fatto che se fin dal primo caso di malattia si fossero prese tutte le limitazioni che abbiamo ora, questo virus non si sarebbe diffuso così tanto. Quando siamo arrivate in palestra abbiamo notato che il nostro allenatore, che è un volontario della Protezione Civile, stava indossando dei guanti in lattice e uno dei primi discorsi che ci ha fatto è che nessuno di noi è abituato a rispettare le regole per il bene comune e che è molto importante rispettare le indicazioni dei medici per evitare il contagio.
Beatrice
Due settimane fa sono andato in autobus insieme alla mia mamma per andare dalla nonna e le abbiamo portato la spesa, perché lei fatica a muoversi. Sull’autobus c’era tanta gente ed era quindi difficile mantenere la distanza di sicurezza di un metro tra una persona e l’altra. Ho visto poca gente indossare la mascherina e purtroppo c’erano alcuni anziani che tossivano ed ero dispiaciuto nel vedere che continuavano a tossire con le mani davanti alla bocca anziché farlo all’interno del gomito, come si dovrebbe fare. Era triste vedere che la gente si allontanava da loro e li guardava con aria preoccupata. A me queste persone anziane facevano tanta tenerezza e mi domandavo come si dovessero sentire a disagio in questa situazione. Io l’autobus lo prendo molto raramente perché da dove abito io è piuttosto scomodo, ma non mi era mai capitato prima di vedere le persone così spaventate dal prossimo. Io penso che sia molto importante in questo momento che ognuno faccia il suo dovere per evitare il diffondersi del virus ed è sicuramente importante che venga fatta una bella pulizia di tutti gli autobus in modo che siano più salubri. Mi preoccupa molto questa situazione e temo che possa peggiorare ancora. Speriamo che tutte le misure di prevenzione che stiamo osservando per contenere il virus possano essere efficaci in breve tempo.
Daniel N.
La corsa al cibo
Ogni lunedì mattina la mia mamma va a fare la spesa in un supermercato a Pianoro. C’è andata anche la prima mattina in cui avevano chiuso la scuola. Il parcheggio era tutto pieno, i carrelli quasi finiti. Anche alcuni generi alimentari come la farina, le uova, l’acqua e l’alcool erano quasi terminati. Molti genitori erano andati a fare la spesa forse anche in preda a una psicosi dell’acquisto per la paura di rimanere senza cibo se le autorità avessero dichiarato zona rossa anche il nostro territorio. Una volta ho visto un programma in cui facevano vedere che alcuni americani hanno in casa un bunker in cemento armato pieno di generi alimentari con lunghe scadenze in caso di pericolo o crisi. Mi sembra un comportamento eccessivo fare così tante scorte.
Leonardo
Appena venne fuori la storia del coronavirus in Italia la maggior parte della gente è andata a svaligiare tutti i supermercati. In Emilia-Romagna non era ancora arrivato il virus ma comunque dopo poco è arrivato anche qui, io ero molto stranita e diciamo anche un pò preoccupata.Ero “stranita” perchè mia mamma era anche lei un pò in ansia, ma non era andata a fare “rifornimento” di cibo al supermercato, cosa che tutte le persone hanno fatto. Allora le chiesi il perché non era andata a comprare il cibo e lei mi rispose dicendo che comunque ce ne avevamo già abbastanza in casa e che non serve prendere tutti gli scaffali del supermercato. Io ero pienamente d’accordo con lei, ma a me qualcosa non tornava: Se c’è un virus perchè i posti pubblici sono aperti? Perchè il virus si attacca, e in un posto in cui ci vanno molte persone è meglio chiuderlo, magari non tutti i giorni ma 2 o 3 volte alla settimana aperti e il resto dei giorni chiusi, così per poterlo pulire anche di più.
Giorgia La.
Molta gente, fa scorte per anche 3 settimane, comprando una grande quantità di cibo, in modo da non andare a fare la spesa e non stare in contatto con le altre persone in questo periodo. Ma in questo modo la gente che viene dopo non trova molte cose: una volta mia mamma era andata a fare la spesa perchè serviva la frutta, è tornata a casa lamentandosi in questo modo :” la frutta e la verdura non c’era, non sono riuscita a comprarla, dovremmo mangiare quel poco che ci è rimasto qua in casa” Dopo che mia mamma me lo ha detto, ho pensato che quelle persone fossero esagerate. Si cerca di evitare il contatto con le persone, ma poi la gente va a lavorare. Per esempio mio padre va al lavoro, e ci sono volte che ci rimane fino a sera. Le persone hanno molta paura, ma devono pensare in modo positivo. Mio padre non ha detto nulla quando mia mamma è ritornata a casa ma, sono sicura che la pensa come me.
Matilde
Dopo che è venuta fuori la notizia che per il coronavirus sospendevano le attività scolastiche, la gente è andata nel panico e ha iniziato a fare scorte di cibo per più settimane però esagerando. Il giorno dopo della notizia, per esempio, frutta e verdura erano finiti, pasta, pane e altri alimenti erano come scomparsi.
Mio padre, sempre il giorno dopo la notizia, il pomeriggio è andato a fare la spesa e quando è tornato a casa con in mano una bottiglia di latte e un pacco di pasta ci ha detto: “Le persone hanno svuotato i supermercati, era rimasto solo questo pacco di pasta”.
Mi sembra esagerato svuotare i supermercati per fare delle scorte solo per non uscire di casa. Per trovare un vaccino per il Coronavirus ci vorrà come minimo un anno, in questo tempo il coronavirus si può prendere comunque. Quindi non ha senso stare chiusi in casa per due settimane perchè finiti questi giorni noi studenti torneremo a scuola e gli adulti a lavoro, non staremo per sempre chiusi in casa.
Giulia
Domenica tutti I telegiornali hanno annunciato che le scuole sarebbero state chiuse e le persone si sono molto spaventate, tutti avevano paura che ci avrebbero detto di stare chiusi in casa per un lungo periodo. Per questo motivo molti sono corsi nei supermercati comprando di tutto in quantità esagerate senza pensare che nessuno aveva detto che i supermercati avrebbero chiuso. Dalla tv ho visto interi scaffali di pasta, carne, frutta e verdura vuoti, la gente ha comprato cibo per sopravvivere mesi senza nessun motivo. La cosa pericolosa peró è che la tv diceva di evitare posti affollati e invece i supermercati erano pieni zeppi di persone da tutte le parti, alcuni hanno anche litigato per l’ultima confezione di pasta o di fagioli.
Questo non ha assolutamente senso, è stata una cosa senza motivo fatta solo per paura senza pensare. La mia famiglia non è corsa nel supermercato, abbiamo preferito aspettare e andarci con calma quando la folla non c’era più.
Alessandro
Certe mattine vado a fare la spesa con mia mamma e vedo che hanno preso molte cose, ad esempio una volta non c’era più farina e allora mia mamma ha dovuto chiederla a mia nonna che purtroppo non ne aveva molta.
Secondo me non serve a niente farsi la scorta di cibo prima, perché per primo sprechi soldi e per secondo se lo si fa perché si ha paura, bisogna sapere che quando si va in quarantena non è vero che non ti danno più il cibo infatti tutti sanno che non si può rimanere senza mangiare per molto tempo.
Secondo me si dovrebbe fare la spesa normalmente, come si faceva prima che arrivasse il virus e non fare la scorta prendendo di tutto di più, sprecando così soldi e cibo perché si sa…gli alimenti scadono dopo un po’ di tempo.
Quindi, non bisogna farsi prendere dal panico e fare cose che se ci pensiamo un po’ su sembrano insensate, viceversa, bisogna stare calmi e ragionare su come superare questo ostacolo.
Gaia B.
Altra paranoia della gente ora è il cibo, ora i supermercati sono diventati dei campi di guerra, una famiglia su due è pronta a stare in casa per mesi e mesi, come se si respirasse coronavirus e non aria, fra un po’ sarà più pericoloso andare a fare la spesa che mettere la mano in bocca a un lupo.
Con la scusa del ‘potrebbe servirci’ la gente compra di tutto pur che sia sul mercato, basta fare scorte.
Nei magazzini dei supermercati non è rimasta neanche la pasta liscia.
Evitare di uscire di casa va bene, ma una volta ogni tanto per fare la spesa non penso che ci si contagi, sembra che ci stiamo preparando a una guerra nucleare.
FABIO
Claudia è una ragazza che lavora al supermercato. Nel weekend in cui è cominciata tutta l’emergenza del Coronavirus, lei, avendo uno dei rari fine settimana liberi dal suo lavoro e invogliata dalla buona stagione, ne approfittò per fare una gita fuori porta con tutta la sua famiglia. Decisero di andare al carnevale di Viareggio. Già dal sabato, nel tardo pomeriggio, si accorsero che qualcosa stava cambiando: infatti un’ordinanza nazionale vietava lo svolgimento di uno dei carnevali più famosi in Italia. La Domenica rientrati in anticipo dalla loro gita videro alcuni supermercati aperti pieni di gente, con file alle casse e persone che uscivano con carrelli stracolmi di alimenti vari. Claudia, rientrata a lavoro il Lunedì mattina, finì il suo turno esausta e si accorse che aveva un incasso paragonabile al periodo natalizio in cui è risaputo che i supermercati sono presi d’assalto per i vari cenoni di famiglia. Inoltre, nel recarsi verso l’uscita dei dipendenti del supermercato, notò interi scaffali completamente vuoti, segno indiscutibile che quel giorno c’era stato un vero e proprio assalto alla spesa che di solito le famiglie normali fanno in un mese.
Ilaria Po.
In questi giorni di quarantena ai centri commerciali c’è il delirio perché la gente fa scorte di cibo come se dovesse andare in letargo e prende di tutto: ”frutta – verdura-carne- pesce-e pasta tranne le pennette lisce. Gli esperti consigliano di andare ai centri commerciali solo se necessario, ma l’altro giorno quando sono andato dal dentista, che è nel centro commerciale pensavo che non ci fosse nessuno e che tutti o quasi fossero a casa spaventati dal coronavirus , invece mi sbagliavo. C’era tantissima gente e abbiamo fatto fatica a trovare parcheggio! Le persone stavano facendo delle spese che io non avrei mai fatto. Ho pure visto una persona che aveva 2 carrelli pieni di cibo!
FILIPPO
Si vedono scene di file interminabili ai supermercati per fare provviste esagerate.
Carrelli pieni d’ acqua, farina, zucchero, biscotti e cassiere al delirio, con persone che si arrabbiano perché non viene rispettata la fila.
A mio avviso è tutto inutile, i generi di prima necessità non verranno a mancare ne sono convinta.
La mia nonna dice che non è come nel periodo delle guerre dove non c’era poco cibo , oggi fortunatamente ne abbiamo.
Irene
Per fortuna appartengo a una generazione che non ha mai sofferto la fame. Ma questo bisogno indispensabile per la vita è rimasto comunque dentro di noi. Da sempre l’uomo, come tutti gli altri animali, ha al primo posto il bisogno di procacciarsi il cibo. Nei tempi della preistoria era raccoglitore e cacciatore poi circa 20.000 anni fa ha inventato l’agricoltura e l’allevamento. Nella società di oggi questo bisogno primordiale è rimasto a livello inconscio e si scatena quando un evento improvviso e pericoloso, come una guerra o una catastrofe, si abbatte su di noi. Questo purtroppo sta succedendo in questi giorni anche in Italia, da quando è cominciata l’emergenza del coronavirus. L’abbiamo visto nei telegiornali che hanno trasmesso immagini degli scaffali vuoti nei supermercati e di lunghe file davanti ai negozi. Per fortuna nel mio paese, Pianoro, le persone sembrano più tranquille.
Beatrice
In quest’ultimo periodo, con la paura del Coronavirus, abbiamo assistito a scene raccapriccianti di gente che correva nei supermercati per fare spese enormi, per il timore forse che i supermercati chiudessero e che quindi si rimanesse senza niente da mangiare. La mia famiglia non ha reagito in questa maniera e ha continuato a fare la spesa come prima. Non trovo il senso di dover fare queste grandi scorte, che poi magari rischiano di lasciare interi scaffali dei supermercati vuoti, e quando le persone devono fare spesa non trovano ciò di cui hanno bisogno, inoltre si rischia poi di fare andare a male tanta roba in casa. Ora che con l’ultimo decreto la situazione richiede che le persone stiano tutte in casa, a parte chi deve muoversi per motivi di lavoro o di salute, anche per poter andare al supermercato serve un’autocertificazione. Nonostante questo in molti orari si trova una gran fila davanti ai supermercati perché, per questioni di sicurezza legate al Coronavirus, fanno entrare poche persone per volta. In questo periodo in casa nostra sta andando papà a fare la spesa, perché dice che dal momento che comunque va al lavoro perché le banche non chiudono, è già di strada lui per andare a fare spesa, non avendo noi supermercati a Botteghino di Zocca. Ma a volte, visto le lunghe file davanti ai supermercati, preferisce comprare nei singoli negozietti di alimentari che ci sono vicino al suo lavoro, in modo da non fare file e anche aiutare i piccoli imprenditori a superare questa crisi. Quando invece va al supermercato cerca di fare una bella spesa in modo che per una settimana circa siamo a posto, così da non dover andare a fare la spesa spesso, visto che il rischio di contrarre il virus nei luoghi frequentati da altre persone è maggiore. Io credo sia giusto in questo momento cercare di stare chiusi in casa e uscire solo per le urgenze e fare magari la spesa una volta sola alla settimana. Secondo me se tutte le persone rispettassero le disposizioni che ci sono state date, riusciremmo a superare più in fretta questa situazione e potremmo tornare tutti alla normalità.
Daniel N.
In famiglia si dice…..
Ovviamente la mia famiglia vuole che io stia in casa ed eviti contatti con altre persone specialmente negli autobus e nei posti affollati.Dobbiamo lavarci molto spesso le mani,e indossare mascherine appena si esce da casa.
Molti medici dicono che le mascherine non servono a niente e che il virus si trasmetta ugualmente.
Mi sembra di essere in un film.
Alex
La mia famiglia è molto intelligente, perché si tiene informata e prende seriamente le cosa,ma allo stesso tempo riesce a mantenere un clima tranquillo.
Per me è una questione di fiducia:io penso alla mia salute e così tutelo anche la loro.
Per me stanno facendo di tutto per farmi prendere il meglio da questa esperienza: non parliamo di cinesi ma di persone, il metro di distanza va tenuto da chi non sta bene o da chi non fa parte delle persone di cui abbiamo la piena fiducia…..così la nostra vita va avanti serenamente e non ci blocchiamo per paure che io ritengo inutili.
Per quanto riguarda la famiglia allargata i nonni sono chiusi in casa d escono solo per fare passeggiate con i coetanei, ovviamente sono quelli più a rischio e li stiamo tutelando al meglio.
La mia è una classica famiglia emiliano- romagnola, spalmata fra Bologna,Cesena e Ferrara, ci vediamo tutti i mesi, un po’ a casa di uno e un po’ a casa di un altro, così almeno una famiglia si risparmia il viaggio di un’ora, e così la mia va avanti durante le infinite cene a colpi di tortellini e piadine.
Questo per dire che ci fidiamo l’uno dell’altro, ma, se ci vediamo, mantenere il metro di distanza sarebbe impossibile e non vedendoci spesso non conosciamo le nostre condizioni di salute alla perfezione,quindi per questa volta i cappelletti e la piadina li abbiamo rimandati.
Come risolvere?Tutte le settimane facciamo una bella videochiamate di gruppo, verso le sette e così passiamo la serata insieme, tanto per telefono i baci si possono dare!
Fabio
In famiglia si parla abbastanza spesso del coronavirus, fake news e notizie reali.
La mamma è una credulona, appena vede qualsiasi tipo di notizia anche la più impensabile lei la legge a me e al suo compagno vantandosi molto.
Il babbo invece è più realista e riflessivo, appena legge una notizia aspetta la certezza per dirlo alla famiglia.
Comunque tutti siamo d’accordo sul fatto che se si prendono le dovute misure di sicurezza il virus non è così pericoloso.
Giorgia Lav.
Quando io e la mia famiglia parliamo del coronavirus ci confrontiamo ascoltando le notizie dal telegiornale e verifichiamo cosa accade realmente.”Realmente”in che senso?Realmente nel senso che secondo noi al telegiornale stanno “diminuendo” la reale situazione:facendoci rimanere a casa da scuola non evitano il contagio ma lo fanno diminuire.In più in famiglia ci facciamo sostegno se abbiamo paura,la paura è l’alleata migliore del virus.
Cassandra
Nella mia famiglia si dice che è meglio vedere poche persone e a casa, che è meglio non andare in posti affollati ed evitare di fare tutto quello che facevamo prima; a noi piaceva andare in centro, andare nei supermercati, andare negli outlet, invece adesso stiamo molto tempo a casa e a volte è un po’ noioso. La persona che soffre di più di questa situazione è mia sorella Valentina perchè i suoi amici abitano tutti lontani da Pianoro e non può vederli, a casa si annoia molto e noi litighiamo molto più spesso; l’unica cosa che le tira sù il morale è stare in videochiamata a fare i compiti, visto che sono davvero tanti i suoi, perché lei è alle superiori.
Mio padre sta continuando ad andare a lavorare e forse per questo è quello più allarmato, mia madre invece lavora a scuola ed è a casa con noi a sopportarci… poveretta! Forse anche lei vorrebbe riprendere la sua vita di prima.
Alessandro
n casa nostra le abitudini non sono cambiate più di tanto, a parte lavarci più spesso le mani e cercare di frequentare meno i posti molto affollati. Per il resto pratichiamo gli sport regolarmente e usciamo al parco con gli amici come prima. Non siamo particolarmente spaventati dal coronavirus e cerchiamo di vivere la vita normalmente, anche perché da quello che dicono gli scienziati e i virologi sembrerebbe poco più che un’ influenza ed è pericoloso solo per le persone che hanno già altre patologie.
La nostre preoccupazioni maggiori in questo momento sono che ci rimettiamo soprattutto noi studenti perché rimaniamo indietro con il programma scolastico e che questa situazione porterà sicuramente a una forte crisi economica per tutta l’Italia. Il mio papà per esempio, che lavora in banca, è molto preoccupato per la crisi economica che si verrà a creare per colpa del coronavirus.
Questa situazione sta mettendo a rischio tante imprese, piccoli commercianti e anche i ristoranti, perché la gente esce meno per andare a mangiare fuori e tante volte non va neanche più in giro per negozi. Speriamo tanto che i medici trovino presto una cura per il coronavirus e che la vita possa tornare alla normalità per tutti.
⭐⭐⭐⭐Daniel N
Ho chiesto alla mia famiglia che cosa pensassero del coronavirus e ho capito che mia mamma è quella più spaventata di tutti, mio padre è più positivo ed è stato lui che mi ha spiegato alcune cose, mio fratello non ha capito tutta questa storia e credo che non si faccia tanti problemi perchè è ancora piccolo. Mia zia è molto positiva e dice che non ce la fa più a stare chiusa in casa. Io avevo molta paura di questa storia soprattutto quando hanno iniziato a chiudere tutte le scuole ma poi ho capito che è come una normale influenza ed è pericoloso soprattutto per chi ha delle patologie gravi. Ho capito,anche, che dobbiamo essere, comunque, tutti molto responsabili perché se ci ammaliamo tutti nello stesso momento gli ospedali non riescono a curare tutti e questa è la cosa più grave. L’unica differenza che c’è tra l’influenza e il coronavirus è che del virus non hanno ancora trovato il vaccino.
Federica
Precauzione, infatti i miei genitori mi raccomandano sempre di lavarmi le mani in modo meticoloso e con cura prima di mangiare. Inoltre alla mia mamma e al mio papà non piacciono che le persone non starnutiscano nella piega del gomito o in un fazzoletto perché è proprio così :non seguendo poche regole che si rischia di attaccarci il virus. Qualche giorno fa andando a fare la spesa, i miei genitori, hanno visto una signora che stava starnutendo, senza proteggersi, vicino al banco della carne; una cosa poco igienica perché i germi vanno sul cibo ma oltre a questo, secondo me, è anche sintomo di maleducazione.
I miei nonni non escono più così tanto perché sono anziani ed hanno più probabilità che il virus li colpisca così la mamma fa la spesa, per noi, ma anche per loro.
La cosa che ci preoccupa di più è di non riuscire a fare le vacanze come avevamo previsto comunque l’importante è stare insieme e divertirsi.
Gaia B
In famiglia si parla di tanti argomenti. In questo periodo, soprattutto, del virus, partito dalla CINA che sta infettando il mondo: il coronavirus.
Questo virus mi ha impedito di: uscire ogni giorno, vedere i miei nonni sia materni che paterni, di vedere le mie amiche a scuola e quindi di parlare con loro, giocare con loro, di andare nei posti pubblici come al cinema o a teatro, di andare allo stadio o nei palazzetti sportivi per vedere le partite di calcio o di basket.
In famiglia rimaniamo aggiornati tramite il telegiornale Regionale ascoltando le notizie che ci comunica.
Ogni volta che ascolto le notizie, il mio pensiero va a quelle famiglie che perdono un proprio caro, rattristandomi molto.
Emma
Quando sono a casa con i miei genitori parliamo molto spesso della situazione che c’è adesso e nella nostra famiglia non si è del tutto tristi perchè mia mamma non deve andare più tutti i giorni a MILANO perchè è zona rossa . Io non sono del tutto triste perchè non devo più alzarmi alle 6:20 per prendere il pulmino, ma posso alzarmi alle 8:00 però si è sempre preoccupati perchè il coronavirus ha accerchiato PIANORO.non tutti sono spensierati , i miei nonni sono preoccupatissimi di ammalarsi e quando vado da loro non mi salutano neanche più con baci e abbracci . Sono cambiate molte cose per esempio mio papà è rimasto a casa un giorno con me. Il papà è abbastanza preoccupato sia per noi sia per i nonni.
FILIPPO
In una città nel nord Italia molto industrializzata e con tanti abitanti vive la famiglia Frediani composta da padre, madre e due figli Graziano e Laura. Il papà è un dirigente d’azienda spesso all’estero per lavoro, la mamma è geometra sempre molto indaffarata quindi i figli sono spesso con la babysitter. In questo periodo con l’emergenza Coronavirus il papà non può andare al lavoro perché nella sua azienda si sono verificati diversi casi, pertanto ha dovuto sospendere la sua attività. Lui non può nemmeno viaggiare, perché sono state annullate le partenze dall’Italia verso i luoghi da lui frequentati ed è costretto a rimanere a casa. Anche la mamma purtroppo non riesce ad andare a lavorare perché ci sono i cantieri fermi a causa delle disposizioni ricevute; pertanto, potendo passare più tempo con i loro figli e non dovendoli affidare sempre ad altre persone, riescono finalmente a stare insieme e a parlare di più. Quella sera parlarono molto del virus. il papà disse che era molto preoccupato per quanto riguarda il contagio del Coronavirus e che era meglio non uscire di casa ed evitare qualsiasi assembramento. All’inizio, quando sentirono per la prima volta la notizia dell’epidemia, non si preoccuparono molto e presero la notizia un po’ alla leggera, però con il passare del tempo oggi si sono ricreduti e tutta la famiglia cerca di evitare il rischio di essere contagiato.
Ilaria Po
Finora a noi adolescenti era stato detto di stare nel mondo perché il mondo era la nostra casa e oggi invece ci dicono l’esatto contrario, di rimanere in casa. In famiglia mi è stato spiegato che è ora che io impari una nuova qualità che si chiama responsabilità. Responsabilità è quello che differenzia un adulto da un bambino e significa saper dare risposte. Il bambino fa le domande e l’adulto da’ le risposte. “Perché? Quanto dura? Come si fa a sconfiggere? Come posso essere certo di non averlo preso?”. Ora siamo tutti bambini di fronte al coronavirus perché queste risposte non le abbiamo. Le stanno trovando gli scienziati e i ricercatori che lavorano giorno e notte senza tregua. C’è solo una cosa che possiamo fare: limitare il contagio diventando responsabili e limitando la nostra libertà personale. Significa che tutti dovremo fare grandi sacrifici. In famiglia si dice questo, che dobbiamo vivere questo tempo come un tempo di impegno, continuare a studiare e a riempire lo spazio di vita confinato che abbiamo disponibile di bellezza e di significato. Che questo è un tempo di sacrificio. La parola sacrificio significa rendere sacro e non c’è nulla di più sacro della vita e del suo valore e oggi la vita va difesa più di tutto. Quindi responsabilità e sacrificio, è di questo che si parla in famiglia. Ed è importante parlarne perché anche questo è crescere e prepararsi a diventare adulti
Beatrice
Mi proteggo con…..
Mi proteggo con ciò che ho. Con una sciarpa o con uno scalda collo dato che le mascherine non si trovano più, e ovviamente non uscendo di casa.Uso spesso anche disinfettante per le mani,specialmente quando tocco qualcosa e/o quando esco dall’autobus. Sto molto lontano dalla gente specialmente quando sono in un bar o in un negozio.
Alex
Penso che in realtà proteggersi sia molto semplice: basta seguire le regole che ci hanno dato, secondo una nostra interpretazione,chi le segue alla perfezione si mette molto più in pericolo di me, perché la salute mentale è molto più importante di quella fisica.
Inoltre se stiamo a contatto con persone di cui ci fidiamo e che sono in piena salute le probabilità di contagio sono bassissime.
Il mio segreto? la calma,il buddismo mi ha insegnato che se le nostre frequenze sono alte possiamo incontrare solo persone con frequenze alte, mentre se abbiamo frequenze basse, quindi la nostra mente o il nostro fisico non sono equilibrate,incontriamo solo persone con frequenze basse, quindi un ansioso(frequenza bassa) può incontrare solo frequenze basse quindi o altri anziani o malati (frequenza bassa), quindi uno come me che mantiene le sue frequenze alte,vedrà solo persone sane. Il mio compito in famiglia è tenere alti gli umori, così nessuno si ammala,in realtà penso che tutti quelli che fanno qualcosa per alzare l’umore nazionale siano efficaci quanto i dottori
Fabio
Io semplicemente per esser sicura di non aver nessun virus, appena rientro a casa mi lavo subito le mani. Poi mia mamma ogni mattina mi dà una vitamina che mi rafforza, così per essere sicuri. In questo periodo non vuole neanche che io esca. Il virus è arrivato, da chi più e da chi meno, in tutta Italia, ci sono anche zone rosse, dove i casi di coronavirus sono tanti e perciò è meglio stare chiusi in casa. Adesso che le persone contagiate stanno aumentando, gli ospedali sono pieni, e per crearne altri ci vogliono molti soldi, perciò molte persone stanno dando in beneficenza i soldi, poi se qualcuno trovasse un vaccino fatto apposta per questo caso, gli ospedali non avrebbero più così tanta gente.
Giorgia La
Il Ministero della sanità per evitare di prendere questo pericoloso Corona Virus ha dato dei consigli: il primo è quello di lavarsi spesso le mani, ogni volta che si esce o si tocca qualcosa al di fuori di casa nostra, in realtà le mani bisognerebbe lavarsele sempre, ma diciamo che ora tutti ci stanno più attenti e questo è solo positivo. Io ho guardato un video su come lavarsi le mani nel migliori dei modi e sinceramente così non me le ero mai lavate. Un altro modo per proteggersi è usare le mascherine, noi in famiglia ne abbiamo un po’ ma ancora non le abbiamo mai usate, usciamo davvero poco, forse i miei genitori vogliono usarle se dobbiamo per forza andare in luoghi affollati o pericolosi per il virus.
In generale tutte le persone si stanno proteggendo rimanendo a casa e non uscendo, meno persone si incontreranno più sarà difficile prendere il virus.
Alessandro
I programmi televisivi, il presidente del consiglio, gli assessori ci consigliano per proteggerci dal Coronavirus di lavarci sempre bene le mani e quando andiamo fuori di portarci l’amuchina. Anche se, in questo periodo, è difficile trovare questo prodotto perché, sia nelle farmacie che nei supermercati, sono terminati.
Ho sentito che nei supermercati del web, dove vendono questi prodotti, hanno alzato molto il prezzo dell’amuchina fino a portarlo a 10 euro la confezione. Ho visto sul web che alcuni tutorial fanno vedere come produrre l’amuchina in casa, ma è anche vero che i medici dicono che questi tutorial non utilizzano prodotti medicali, quindi possono far male irritando la pelle.
Un altro prodotto molto richiesto è la mascherina per proteggere naso e bocca, vendute soprattutto nelle farmacie. Dicono che le mascherine non servano alle persone sane e senza il virus, ma servano per chi pensa di averlo per non contagiare gli altri.
Emma
Sara lavora in un ospedale a Bologna e in questo periodo, con l’emergenza Coronavirus, sta facendo turni extra e spesso più lunghi del solito. Venerdì mattina, quando iniziò il suo turno, vide tantissima gente in fila fuori dall’ospedale. Entrò e chiese ad una sua collega come mai ci fosse tutta quella gente fuori.La collega Nadia rispose che le disposizioni ricevute indicavano che potevano entrare solo poche persone alla volta e che da quel giorno tutti avrebbero dovuto lavorare o restare ad un metro di distanza gli uni dagli altri. Sara dopo aver indossato la sua divisa da lavoro, iniziò subito il suo servizio,per prima cosa si lavò bene le mani con il gel disinfettante. Arrivò la prima chiamata e purtroppo venne mandata al reparto di rianimazione per portare un paziente. Quando entrò le dissero che in quel reparto si era verificato un caso di Coronavirus, Sara, per fortuna, indossava già guanti e mascherina. Uscì da quel reparto molto preoccupata sperando di non avere contratto anche lei la malattia. Alla sera appena finito il suo turno di lavoro andò a casa, raccontò alla sua famiglia ciò che le era successo al mattino ed erano un po’ tutti preoccupati. Durante la cena però venne anche un po’ rassicurata quando sentì al telegiornale che in quella giornata si erano verificate anche molte guarigioni. Sara ancora adesso cerca di proteggersi sempre al meglio, per evitare di essere contagiata dal virus.
Ilaria Po
Molta gente si protegge con le mascherine ma nella nostra famiglia no perché nessuno di noi soffre di patologie particolari e quindi preferiamo lasciarle a chi ne ha veramente bisogno. I nostri modi per proteggerci al momento sono lavarci più spesso le mani, non baciare e abbracciare le persone, stare a un metro di distanza dagli altri e se ci capita di starnutire o tossire, farlo all’interno del nostro gomito. Stiamo per lo più in casa e usciamo solo per fare piccoli giretti in famiglia per svagarci un po’ e stare a contatto con la natura. Da quando tutta l’Italia è entrata nella zona rossa e quindi non possiamo più fare spostamenti che non siano urgenti e necessari, non stiamo più andando a trovare i miei bisnonni e i miei nonni per proteggerli e perché abitano in un comune diverso dal nostro. Mi dispiace tanto non vederli perché mi mancano e avrei voluto far loro compagnia in questo periodo in cui io sono a casa da scuola. Cerchiamo comunque di rispettare tutte le norme che ci sono state dettate dalla Presidenza del Consiglio perché crediamo sia l’unico modo per superare questa situazione. Per me è molto faticoso dover rispettare tutto questo, soprattutto perché mi manca tanto uscire liberamente con gli amici e poter giocare con loro come prima. Io però penso che se tutti rispettassimo queste semplici regole riusciremmo a sconfiggere il virus in poco tempo e così potremmo tornare tutti alla normalità. Mi piacerebbe tanto che in questo momento di difficoltà gli italiani fossero uniti e rispettassero tutte le norme per poter superare insieme questa crisi.
Daniel
Da questo periodo di reclusione in casa mi proteggo con il pensiero che andrà tutto bene. Penso a quando torneremo a uscire e andare a scuola e ci sembrerà una festa, a quando potrò riabbracciare i miei amici e i miei nonni, a quando tornerò a pranzo al bar con le mie amiche prima di rientrare a scuola per musica, a quando questo periodo sarà tutto un ricordo e la normalità ci sembrerà un regalo bellissimo. Il prossimo allenamento di pallavolo, la prossima passeggiata al parco. Penso che apprezzerò molto di più tutto quello che fino ad oggi ho dato per scontato e ogni secondo per me sarà prezioso. Forse impareremo tutti a prenderci più cura di tutto ciò che esiste. Le tempeste forse servono a insegnarci queste cose, ad avere più rispetto di tutto.
E se i miei pensieri a volte ritornano nel dubbio e nella paura penso che sia normale e che devo essere positiva è ringraziare per ogni piccolo attimo che sto vivendo.
Beatrice
Per proteggersi secondo me ci si deve lavare spesso le mani e rimanere in casa infatti è quello che faccio io. La cosa più difficile da fare è non uscire per vari motivi: alcuni non vogliono stare a casa perché voglio uscire e stare all’aria aperta e a contatto con la natura, altri vogliono semplicemente rivedere i propri parenti perché, non potendo uscire, è da tanto che le persone non si vedono.
Secondo me quando si ritornerà a scuola sarà una festa, è strano dirlo ma sarà una festa anche per me,perché sarà proprio quello il momento in cui si rivedranno gli amici e le prof,che anche loro saranno mancate agli alunni.
Bisogna anche sapere,però, che tutto questo accadrà solo se tutti si proteggono seguendo le indicazioni dette tante volte in tv, anche a me dopo un pò queste regole stancano, ma sono essenziali e bisogna seguirle. Spero che tutti lo facciamo perché non vedo l’ora di rivedere tutti i miei compagni e tutte le persone a me care.
Federica
Vorrei andare al cinema……
Mi piacerebbe tantissimo andare al cinema con i miei amici, prendere i pop corn e fare due risate prima che il film inizi. A Pianoro il cinema c’era una volta ora non c’è più e bisogna andare a Bologna. Ora che c’è il coronavirus è meglio evitare di andarci perché è un virus che si attacca alle altre persone con facilità. I cinema non sono adatti perché le persone stanno tutte vicine. E’ davvero strano non poter fare qualcosa che per me è normale. Spero tanto che si riesca a tornare a fare le cose che facevo prima e stare con i miei amici.
Leonardo
C’era una volta una ragazza di nome Clara che adorava stare con gli amici .
Un giorno era stata invitata al cinema dai suoi migliori amici per vedere un film appena uscito e perciò era super felice della notizia e senza pensare accettò la proposta .Però,poco prima dell’appuntamento, venne scoperto che circolava un virus infettivo, il Coronavirus ; così i genitori di Clara non la vollero più fare andare.Clara ,arrabbiata si lamentò con i suoi genitori dicendo che non sarebbe successo niente.I genitori spiegarono a Clara che non era certo che venisse contagiata ,ma andando in un posto dove c’è tanta gente molte persone avrebbero potuto essere contagiate e quindi anche lei.Clara ci mise un po’ a capire, proprio perché lei ci teneva tanto ad andare,ma quando sentì in televisione che c’era stato un altro contagio a un cinema ,capì che aveva fatto assolutamente bene a non andare all’appuntamento e soprattutto capì che doveva stare attenta a lavarsi bene le mani e a non andare in posti affolati come il cinema.
Margherita
In questi giorni mi sarebbe piaciuto molto andare al cinema ma purtroppo i miei genitori mi hanno detto che era meglio non andarci e che alcuni cinema avevano chiuso per questo fatto del coronavirus. Comunque io volevo andarci,quindi li supplicai per almeno un giorno e loro mi dissero che sarebbe stato molto rischioso.Allora ho ragionato più approfonditamente e ho capito che non sarebbe servito insistere perché mi accorsi che potevo scaricare i film dal computer e trasmetterli in televisione,così non dovevo andare al cinema ed espormi al virus.Però non bisogna rimanere chiusi sempre in casa perché altrimenti ci si fa prendere dalla pigrizia o dalla paura.La paura non serve:serve l’opposto il coraggio.
Cassandra
Ieri sono passata vicino al cinema e mi è venuta voglia di vedere un film con le mie amiche, ma purtroppo, con questo virus che gira, non posso farlo. E’ molto tempo che non vedo le mie amiche a Pianoro ma anche se fossi stata lì non ci avrebbero permesso di andare al cinema insieme. Penso sia una scelta giusta quella di chiudere tutto anche i cinema. Mia mamma mi racconta che in giro tutto è chiuso e le persone girano solo per andare a lavorare. Non so quando torneremo a fare le cose che facevamo prima del coronavirus ma io in questo momento sto comunque bene.
Giorgia Li.
In questi giorni mi sarebbe piaciuto molto andare al cinema a vedere un film. I miei genitori non me lo permettono a causa del coronavirus e anche perché molti cinema sono chiusi .Mentre pensavo a che film guardare in tv mi è venuto in mente un film che ho visto un paio di anni fa, in questo film i protagonisti prendono la macchina e andavano a vedere un film in un cinema all’aperto. questi cinema si chiamavano drive in. Sarebbe molto bello se oggi nella mia città ci fosse un drive in, potrei andare a vedere il film con la mia famiglia tutte le volte che voglio senza paura di contagi, inoltre queste tipologie di cinema non avrebbero dovuto chiudere per il coronavirus.
Giorgia Lav.
A causa di questo corona virus le nostre vite e le nostre abitudini sono molto cambiate; a me piace andare al cinema e a volte ci vado, ma in questo periodo cinema e teatri sono chiusi per evitare che le persone si contagino a vicenda essendo seduti molto vicini tra loro.
Se però ci fosse un cinema aperto non so se andrei, mio padre non credo mi farebbe andare, è molto ansioso per il coronavirus. Quello che peró posso fare è invitare a casa mia degli amici per guardare dei film, credo che nei prossimi giorni inviterò Matteo a vedere Last Christmas, ho il dvd a casa ed è un film che mi piace molto. Mia madre visto che è a casa dal lavoro potrebbe prepararci dei pop corn e della Coca Cola e ci sembrerebbe proprio di essere al cinema, così non ci verrebbe in mente che siamo chiusi in casa per colpa di questo virus e forse ci passerebbe un po’ l’ansia e la paura di poterlo prendere e stare male o di attaccarlo a parenti e amici.
Alessandro
In questi tempi sono chiusi tutti i cinema ma anche i musei, i teatri e le scuole; secondo il mio parere, hanno fatto bene a chiudere tutti questi luoghi perché fanno accumulare molta gente a contatto è questo fa si che si propaghi più facilmente il contagio del virus.
Si continua a giocare negli stadi ma a porte chiuse, cioè senza il pubblico, però purtroppo sono state annullate tutte le mia gare di nuoto, ma anche quelle della mia sorellina.
Se non ci fosse questo virus sarei comunque andata al cinema con la mia migliore amica Irene e altri miei amici oppure solo con la mia famiglia; però sono comunque felice perché i film li posso vedere anche a casa coccolata dai miei genitori.
Mi immagino ancora di come sarebbero questi tempi senza questo virus e senza il problema dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici, un mondo dove non si hanno altri pensieri tranne la famiglia e la scuola o il lavoro.
Un pianeta senza mali dove tutti sono amici e non si fanno le guerre; un mondo perfetto!!
Gaia B.
Alessia è una ragazzina di undici anni molto legata alla sua famiglia. Per festeggiare il suo compleanno i genitori e la sorella Anna decisero di farle una festa a sorpresa e di regalarle dei biglietti per andare a vedere il suo film preferito al cinema: Jumanji 2. Subito la famiglia comprò i biglietti e si mise all’opera, dopo pochi giorni infatti tutto fu pronto. La sera prima del giorno del compleanno di Alessia, mentre stavano cenando, si sentì al telegiornale la notizia che per proteggersi dall’epidemia del Coronavirus era necessario restare in casa e uscire solo in caso di necessità urgenti o per motivi lavorativi, inoltre tutti i luoghi di svago sarebbero rimasti chiusi per evitare il contagio. La famiglia,molto dispiaciuta, fu costretta a dire ad Alessia della festa da loro organizzata. Alessia all’inizio fu molto triste e la mamma, vedendo la figlia così , decise di prepararle il suo piatto preferito: le lasagne, apparecchiò la tavola e cenarono tutti insieme. Alla fine festeggiarono con una bella torta che la mamma di Alessia aveva preparato e per cercare di renderla più felice riguardarono tutti insieme Jumanji 1. Alessia fu lo stesso molto contenta per la bella serata che la famiglia le aveva fatto passare.
Ilaria Po.
Oggi è ormai due settimane che sono chiuso in casa, sta diventando piuttosto noioso ma penso di sfruttare al meglio il mio tempo, mia madre mi aiuta ad organizzare la giornata e così si va avanti, il divertimento non manca ma la mia vita si sta ‘’scolorendo’’, è un sacrificio che devo fare per tutte le persone che stanno lottando con la morte,per tutti i dottori e per tutti i volontari. Le voglie non scompaiono ma io e tutti i miei connazionali stiamo dando il massimo per chiudere questo capitolo il più in fretta possibile e tornare alla nostra vita.
Fabio
Vorrei andare al cinema con mia sorella Francesca e con mia madre, vorrei andare al cinema anche con i miei zii come abbiamo fatto l’ultima volta tutti insieme sgranocchiando pop-corn. Vorrei andare al cinema anche con mia cugina Giorgia e mia zia Cristina che adora mangiare caramelle oppure con mia cugina Emma anche se sta a Sanremo. Vorrei andare al cinema con mio padre e i miei fratelli grandi, Riccardo ed Eleonora, anche se non ci sono mai andata credo. Vorrei andare al cinema con i miei nonni, quelli vivi e anche con quelli morti. Vorrei andare al cinema con la mia amica Chiara e anche con Elena o con Fabio. Vorrei andare al cinema con i miei compagni di classe come facciamo quando a scuola si proietta un film e non c’è lezione. Vorrei andare al cinema con le mie compagne di pallavolo. Vorrei andare al cinema e poi andare a mangiare la pizza oppure un hamburger al McDonald’s tutte insieme. Vorrei andare al cinema anche da sola perché se posso andare al cinema vuol dire che questo brutto periodo in cui siamo obbligati a stare in casa, è finito. Vorrei andare al cinema perché vorrebbe dire che questo film del coronavirus che purtroppo non è un film sarebbe finito e il cinema e tutto il resto sarebbe tornato alla vita normale.
Beatrice
Published: Mar 18, 2020
Latest Revision: Mar 18, 2020
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