Care ragazzi e cari ragazzi,
dovete sapere che è esistito un mondo in cui le persone non avevano la possibilità di sentirsi con la rapidità e l’immediatezza con la quale ci sentiamo noi oggi, grazie ai nostri smartphone. Possiamo dire che le cose sono veramente cambiate da appena un ventennio, cioè da quando l’evoluzione tecnologica ha modificato il nostro modo di relazionarci con gli altri.
Se penso agli scrittori delle epoche passate non posso non immaginarmi come si sarebbero comportati in questo tempo e come avrebbero fatto comportare i loro personaggi. Madame Bovary vivrebbe attaccata al suo cellulare e il nostro Vronsky, senza muoversi dal divano, manderebbe ora un messaggino ad Anna Karenina, ora un altro a Kitty, lei si ingelosirebbe perché quello sta sempre online e per giunta non piazza neanche di striscio un like alle sue foto e così finirebbe per sposare il saggio Levin.
Prima di oggi le comunicazioni a distanza avvenivano attraverso lo scambio epistolare, vale a dire per mezzo della lettera, e la lettera rappresentava il solo modo per potersi avvicinare intimamente all’amato/a o anche solo agli amici o a i propri familiari, dunque, serviva a rimediare alla lontananza e all’impossibilità di comunicare di persona.
Sentimenti segreti, confidenze, paure o semplicemente lo scambio di aggiornamenti sulla propria vita passava per questa via e il tempo tra una comunicazione e l’altra era davvero lungo, in quanto vincolato alla spedizione a mano.
Non solo, l’atto stesso di scrivere richiedeva un tempo lunghissimo, pensiamo a chi doveva ogni volta intingere il pennino nel calamaio; scrivere significava disporsi a comunicare realmente con l’altro: l’opportunità passava per quell’unico messaggio e dunque ogni aspetto della comunicazione andava pensato nei minimi dettagli, senza considerare che le reazioni dell’altro o dell’altra, fino a ricezione di una risposta, potevano solo essere immaginate.
E no, non c’era il T9, no, neanche i sistemi di scrittura facilitata, no, neppure emoticon ed emoji, e no, neanche gif e meme, nessuna notifiche di consegna, niente doppie spunte o like come segni di approvazione. Dio, quanto doveva essere difficile!
Senza pensare che molte persone neppure sapevano scrivere, ma è ovvio che comunicare dovevano pur comunicare e allora si affidavano ad altri, mio padre per esempio, fra le tante cose che si era trovato a fare nella sua vita aveva pure scritto lettere per conto terzi indirizzate a parenti immigrati e lontani di suoi compaesani o amici!
Ora che le cose sono cambiate e che contiamo su internet, abbiamo la possibilità di fare cose come lavorare a distanza, fare webinar e videoconferenze, ricevere ed inviare comunicazioni professionali istantanee, fissare appuntamenti, organizzare eventi e riunioni in tempi molto ristretti, magari con un collega che vive dall’altra parte del mondo e non solo fra Laconi o Gergei.
La posta elettronica ci permette poi di scambiarci delle comunicazioni rapide, anche fra più persone in contemporanea, accorciando le distanze e i tempi. Vi chiedo allora di riflettere e di riproporvi di fare una cosa molto semplice come:
INSERIRE il contenuto del messaggio NELL’OGGETTO: es. ESERCIZI DI STORIA
– quando state mandate un messaggio via e-mail @, iniziate con il salutare e proseguite con l’accompagnare i vostri compiti con due parole. Le formule sono semplici: Buongiorno Prof., trova in allegato il compito di… Spero di aver svolto correttamente l’esercizio/ ho delle domande da fare etc… e infine salutate, va bene anche un semplice “A presto, XXXX” più la firma;
– infine, dovete imparare a rispondere quando vi vengono fatte delle domande. Se fossimo in classe, non credo restereste muti davanti a una richiesta dell’insegnante, vale la stessa cosa: rispondere è un atto di cortesia, ma in questo momento è più di ogni altra cosa una necessità comunicativa. Sigla l’avvenuta comunicazione tra MITTENTE e DESTINATARIO
Scrivi ora un’e-mail @ e immagina che sia passato molto tempo da questo stato di emergenza, e che questo lungo periodo sia finalmente concluso, quindi pensa di dover raccontare a una persona ciò a cui non ha assistito. Il destinatario può essere un amico o un’amica, un familiare, un fidanzato o una fidanzata o, se ti sei spostato tanto nel tempo, anche un figlio o una figlia; puoi iniziare pure con la consueta formula:
“Caro XXX, sapessi nell’anno 2020 si verificò…
Buon lavoro dalla Prof. Maria Letizia Mereu!
Published: Mar 17, 2020
Latest Revision: Mar 28, 2020
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