Gli arabi sono il gruppo etnico di madrelingua araba originario della penisola arabica che, col sorgere dell’Islam , a partire dal VII secolo ha un grande rilievo nella scena storica mondiale, insediandosi in circa una ventina di attuali Paesi.
Oggi gli Arabi sono circa 450 milioni, la maggior parte dei quali vive nei paesi aderenti alla Lega araba , e secondo di fatto il secondo gruppo etnico al mondo per dimensione dopo i cinesi Han [1] .
come il Califfato dei Rashidun (Califfato degli “Ortodossi”, o, erroneamente, “ben guidati [3] ).
In età preislamica , il termine kaʿba era attribuito a varie costruzioni simili [4] .
Basti pensare che più avanti, nel XIV secolo , un edificio cubico di fattura araba, sito a Naqš-e Rostam (vicino a Persepoli ), sarà dato il nome di Kaʿba-ye Zardošt (‘La Kaʿba di Zoroastro’): costruzione del tutto paragonabile alla Zendān-e Solaymān (parimenti araba), situato a Pasargadae [5] .
La ka’ba preislamica della Mecca (nel VII secolo, un edificio più piccolo dell’attuale) era dedicato al culto della divinità maschile di Hubal ; solo in seguito verrà identificato dall’Islam come il primo tempio dedicato al culto monoteistico fatto discendere da Dio direttamente dal Paradiso [6] .
La tradizione islamica ricorda come l’edificio originario fosse stato distrutto dal diluvio universale [7] , non prima che se fosse stato messo in salvo un pezzo, la Pietra Nera : nascosta nelle viscere di una montagna presso La Mecca ed estratta per la sua opera di riedificazione da Ibrāhīm (l’Abramo biblico), aiutato dal figlio Ismāʿīl (l’Ismaele biblico); la collocheranno all’altezza di circa 1 metro e mezzo dal suolo, nell’angolo di sud-est dell’edificio, dove rimarrà fin dopo la sua ricostruzione (necessaria per riparare i profondi danni subiti in un incendio successivo).
I musulmani sunniti sono d’accordo con molti dei compagni del Profeta al momento della sua morte: che il nuovo leader è coinvolto tra gli uomini più autorevoli della comunità e più vicini al Profeta durante il corso della sua vita .
Ad esempio, dopo la morte del Profeta Muhammad (il ritmo e le benedizioni di Allah su di lui), il suo caro amico e consigliere, Abu Bakr, divenne il primo califfo (successore o deputato del profeta) della nazione islamica.
Mentre, i musulmani sciiti non hanno mai riconosciuto l’autorità dei leader eletti, scelto, invece, di seguire una linea di imam che credono sia stata nominata dal Profeta . Ali ibn Abu Talib, il cugino del Profeta, secondo gli sciiti, sarebbe dovuto succedere come primo califfo alla morte del Profeta stesso .
La parola “sciita” in arabo significa gruppo o gruppo di persone di supporto. Il termine noto noto è abbreviato dallo storico Shia’t-Ali, o “il Partito di Ali”. Questo gruppo è anche noto come sciiti o seguaci di Ahl al-Bayt o “Popolo della famiglia” (del Profeta ).
Nata in Medioriente, l’Isis è un’organizzazione militare e terroristica che sostiene il fondamentalismo islamico. Isis è l’acronimo inglese di “Islamic State of Iraq and Sham”, dove per Sham si intende un insieme di territori che comprende Siria, Palestina, Libano e Giordania.
Il nocciolo primigenio dell’Isis, che oggi prende il nome di Stato Islamico, trova origine dalla situazione politica dell’Iraq tra il 2003 e il 2004. Sono gli anni della cosiddetta “Seconda Guerra del Golfo”, intrapresa dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna. L’Isis, essenzialmente, trova il suo fondamento nell’applicazione estremizzata della shari’a (la Legge di Dio o Legge Islamica) in ogni ambito umano. Fonte della Legge Islamica non è solo il Corano, ma anche la Sunna, ovvero i racconti del Profeta: entrambi, infatti, sono diretta espressione della volontà divina e quindi guida pragmatica alla vita e all’ordine sociale quotidiano. Affinché la shari’a possa essere applicata senza limitazioni, l’Isis promuove la Jihad offensiva ovvero la Guerra Santa volta all’espansione dell’Islam nel mondo.
Un passo indietro però può aiutare a comprendere meglio la situazione. Dopo l’attentato terroristico dell’11 settembre 2001 agli USA, il governo di George W. Bush jr. intraprese prima una guerra contro l’Afghanistan dei talebani e poi, per estendere la cosiddetta “war of terror”, diede avvio al conflitto con l’Iraq, poi occupato nel 2010. L’Iraq, infatti, era sospettato di detenere armi di distruzione di massa e di aiutare Al Qaeda. L’occupazione prolungata e i conflitti interni tra sciiti e sunniti hanno creato un contesto fortemente instabile che, dopo la caduta del regime di Saddam Hussein, ha aiutato la creazione e la proliferazione dell’Isis.
Il fondatore dell’Isis è il giordano Abu Mussab al Zarqawi, che nel 2003 ha fondato “Al Qaeda in Iraq” (Aqi), cioè un gruppo affiliato ad Al Qaeda e Osama Bin Laden fuori dall’Afghanistan. L’Aqi, fin dal primo dopoguerra, mise in atto attentati verso l’esercito americano e verso i civili sciiti e curdi. L’ “epurazione” intrapresa dall’Isis non è infatti solo rivolta al mondo e alla cultura occidentale ma anche a quella musulmana non pienamente confacente alla shari’a.
Dopo la morte di Zarqawi, in un raid aereo americano del 2006, il gruppo terroristico ha ingrossato le sue fila e ha riunito diverse fazioni sunnite, fino a fondare lo “Stato Islamico dell’Iraq” (Isi), ancora legato ad Al Qaeda. Dopo la successione di varie guide, la grande svolta si ebbe con l’arrivo dell’attuale leader del califfato: Abu Bakr al-Baghdadi, un uomo davvero carismatico che ha saputo sfruttare l’instabilità che nel 2011-2012 ha interessato i paesi della cosiddetta “Primavera Araba”. Fu così che l’Isi divenne Isis ed entrò in Siria.
Ayman al-Zawahiri, il nuovo capo di Al Qaeda dopo l’uccisione di Bin Laden, nel Febbraio 2014 ha sconfessato l’Isis per la sua esagerata violenza. Il 29 giugno 2014 l’Isis ha proclamato ufficialmente il califfato islamico sui territori occupati scatenando una offensiva terroristica che ha colpito il mondo intero.
L’Isis è un’organizzazione economicamente solida e, per questo, diversa dagli altri gruppi terroristici: nei paesi occupati ha infatti istituito la raccolta dei tributi, vende l’elettricità alla Siria e ha il controllo di diversi giacimenti petroliferi. Non necessita quindi degli aiuti di altri paesi poiché nei territori occupati è di fatto uno “stato” economicamente autonomo.
Published: Jan 30, 2020
Latest Revision: Feb 6, 2020
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