by Angelica Li Causi
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Angelica L.

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Artwork: Angelica Li Causi

  • Joined Jan 2020
  • Published Books 24

Questo libro contiene le pagine di un immaginario diario scritto da Francesco Petrarca e ispirato alle poesie del Canzoniere dedicate alla sua amata Laura.

2

20 maggio 1341

Oggi, dopo tanti anni, mi è tornato in mente la prima volta che ho visto la mia amata, Laura.Era una calda domenica di aprile, precisamente il 6 aprile nel 1327, nella chiesa di Santa Chiara ad Avignone. E’ stato amore a prima vista, da parte mia almeno. Magnifica era lei coi suoi capelli biondi spostati dal vento, i suoi occhi azzurri teneri che brillavano alla luce del Sole. E il suo corpo con forme delicate, dolci e sensuali.

Erano capei d’oro a l’aura sparsi che ‘n mille dolci nodi gli avolgea, e ‘l vago lume oltra misura ardea di quei begli occhi’ ch’or ne son sì scarsi…

Anche lei mi guardò, aveva uno sguardo compassionevole, almeno così mi sembrò.Quello sguardo indimenticabile fu veloce, ma intenso e quando lo distolse, continuai a fissarla come uno stolto.Nel mentre lei si muoveva come una farfalla, leggere e allegra che vola libera nell’aria.

3

Chissà cosa avrà pensato lei di me?!                                         Comunque quella in chiesa non fu l’unica volta che incontrato Laura, un giorno la vidi sulle rive del fiume Sorga in cui immerse il suo corpo.Secondo il mio parere lei è l’unica che può essere chiamata “donna”(intendo una vera donna”).Aveva i capelli raccolti in una lunga treccia bionda adornata con i fiori di quel prato.Il vestito volava all’aria verso destra e intanto con la sua voce che incanta come quella delle sirene del mare, cantava una dolce melodia.

Chiare, fresche e dolci acque,ove le belle membra pose colei che sola a me par donna…
4

Non mi importa come sia adesso per me era bella prime, è bella adesso e sarà bella sempre, comunque sia per ormai sono innamorato e anche se l’arco di cupido s’allentasse ormai la sua freccia l’ha scoccata, e mi ha colpito. Purtroppo su di lei l’arco non ha funzionato.

                                                                Uno spirto celeste, un vivo sole fu quel ch’i vidi; e se non fosse or tale, pianga per allentar d’arco non sana. 
5
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