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III guerra mondiale

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  • Joined Dec 2019
  • Published Books 1

       La III guerra mondiale

 

Hola raga! qui oggi parleremo della III guerra mondiale, l’immagine di profilo dice tutto. Tre parole: Putin, Trump e il cosicino della Corea del Nord. Adesso morirò per averlo chiamato cosicino. Questo libro non ha alcun senso. Einstein diceva “non so come si farà la terza guerra mondiale ma so per certo che la quarta si farà con le pietre” significa che la terza distruggerà tutto, ma ora scopriamo qualcosa di più concreto.

La terza guerra mondiale è un’ipotesi storica di conflitto mondiale esaminata
e presentata dai mass media in più occasioni, già a partire dal periodo immediatamente successivo alla fine della seconda guerra mondiale, a causa della Guerra fredda[1]. È un tema spesso dibattuto da giornalisti, scienziati e politici ed è stato narrato, oppure è presente come antefatto, in molte opere di fantascienza apocalittica e post apocalittica[2], oltre ad essere stata oggetto di studi e pianificazioni sui possibili scenari da parte delle autorità militari e civili[3].

Il termine viene spesso associato all’utilizzo di un qualche tipo di arma di distruzione di massa, come armi nucleariarmi chimiche o biologiche.


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Se è vero un commento passato di Mark Twain «La storia non si ripete, ma fa rima», il conflitto degli Stati Uniti con l’Iran suona molto come una rima con la Prima Guerra Mondiale. Il presagio sarebbe la Terza Guerra Mondiale. I paralleli non sono banali e appaiono minacciosi.

La prima guerra mondiale fu chiamata La Grande Guerra per una buona ragione. Ha riorganizzato l’architettura del potere globale in modo più rapido e decisivo rispetto a qualsiasi evento degli ultimi 1.000 anni.

Se si torna a parlare di Terza Guerra Mondiale, è perché le condizioni storico-politico-economiche di grandi potenze strategiche quali Cina, Russia, Stati Uniti, Iran sono tali da poter innescare una nuova struttura degli equilibri mondiali.

Alla base di questo storico confronto ci sono due considerazioni. La prima riguarda il rapporto tra le due maggiori economie: Cina-USA oggi, Germania-Gran Bretagna prima della Grande Guerra. Decisioni e strategie sono ed erano adottate per non avvantaggiare il rivale, concorrente soprattutto per l’egemonia economica.

La seconda prende in esame il sistema di alleanze che oggi, come ieri, muove i Paesi di maggiore peso internazionale a formare accordi, blocchi commerciali, intese militari.

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Alleanze strategiche in vista di una Terza Guerra Mondiale

Oggi, i cinesi si sono alleati con la Russia e, in misura minore, con l’Iran per sfidare il potere degli Stati Uniti. L’alleanza è anche più estesa se si considera l’organizzazione di cooperazione di Shanghai del 1996 per integrare le economie dell’Eurasia in un mercato unico.

Gli Stati Uniti stanno cercando di stringere un’alleanza storica con l’Europa occidentale, il Giappone, la Corea del Sud e altre nazioni per contenere la Cina. Ma queste intese non hanno il potenziale che gli USA si aspettano, considerando anche la questione dei dazi aperta agli stessi Paesi europei.

La Cina, invece, è in piena espansione e può usare il richiamo dei suoi vasti mercati per staccare i Paesi dalla lealtà dottrinale verso gli Stati Uniti. La Russia sta usando enormi risorse energetiche per fare lo stesso. Queste mosse sembrano funzionare, indebolendo l’alleanza occidentale.

Il campo minato dei rapporti con l’Iran, nel quale sembra essersi impantanata l’amministrazione Trump, inoltre, potrebbe davvero esplodere come una Terza Guerra Mondiale nucleare. Soprattutto perché fortemente implicata con la faccenda del petrolio. Le accuse rivolte all’Iran dopo gli attacchi alle piattaforme petrolifere saudite hanno dimostrato proprio la dipendenza del potere dal controllo del greggio.

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Rapporti economici Cina-USA: perché si torna a parlare di Terza Guerra Mondiale

Una delle analisi che conducono a parlare di una possibile Terza Guerra Mondiale si concentra sui rapporti economici tra le due superpotenze.

Oggi sono i cinesi a minacciare il primato degli Stati Uniti negli affari globali. L’economia cinese ha già superato quella degli Stati Uniti in termini di parità di potere d’acquisto. Completerà il sorpasso in termini assoluti intorno al 2025.

L’ascesa della Cina appare inarrestabile. La leadership degli Stati Uniti lo sa e per questo ha inasprito fortemente i rapporti commerciali riproponendo gli obsoleti dazi. L’unica arma che è rimasta agli statunitensi è la guerra. Che intanto ha assunto le sembianze di un conflitto senza armi o battaglie, ma alimentato da rappresaglie economiche comunque dannose a livello internazionale.

Esercito USA: prove di debolezza in vista di una guerra?

La potenza USA sarebbe davvero pronta d una Terza Guerra Mondiale? La domanda segue l’analisi degli ultimi coinvolgimenti bellici statunitensi.

In 18 anni, l’esercito statunitense non è stato in grado di sconfiggere i talebani che vivono nelle grotte in Afghanistan. Ha perso la guerra in Iraq, nonostante quella nazione sia stata bombardata per oltre un decennio prima dell’invasione statunitense del 2003. Si dimostrò incapace di rovesciare il regime gravemente indebolito di Assad in Siria, dove ha assunto influenza la rivale Russia.

Se gli Stati Uniti non riescono a sconfiggere potenze militari di secondo e terzo e quarto grado come Iraq, Afghanistan e Siria, come potrebbero davvero iniziare una guerra con l’alleato strategico delle potenze nucleari n.2 e n.3 del mondo?

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Il team dell’università americana, guidato dall’esperto di ingegneria e affari internazionali Alex Glaser, ha sviluppato una simulazione compiuterizzata che mostra le probabili strategie e i possibili vettori di lancio che sarebbero impiegati nello scoppio di una guerra nucleare tra Stati Uniti (alleata con la Nato) e la Federazione Russa. Il costo in vite umane sarebbe catastrofico già nelle prime tre ore.

Il video, rinomianto “Plan A“, ipotizza l’evolversi del conflitto suddividendolo in tre fasi. Secondo la simulazione guerra verrebbe innescata da un attacco areo russo contro un obiettivo sul suolo europeo, e proveniente dall’oblast di Kaliningrad: territorio russo tra la Polonia e la Lituania che affaccia sul Mar Baltico. Durante la prima fase, la potenza che decidesse di sferrare l’attacco (in questo caso la Russia quindi) si concentrerebbe inizialmente su un obiettivo tattico – una base avanzata della Nato – e sferrando una serie di raid con bombardieri strategici e missili balistici a medio raggio Irbm su tutti gli obiettivi che verosimilmente rappresenterebbero la minaccia “X”; questo innescherebbe contemporanuamente la controffensiva, che ipotizza una risposta di altri e ulteriori raid su obiettivi strategici d’importanza analoga. Nella prima fase il conteggio è di almeno 2milioni e mezzo di morti nelle prime di tre ore.

 

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La seconda fase prevede l’eliminazione “completa” – e reciproca – della capacità nucleare offensiva del nemico mediante il lancio di missili Icbm dalle flotte di sottomarini nucleari lanciamissili dislocati nell’Atlantico e nel Pacifico e dai vettori terresti fissi e mobili. Il conteggio è di tre milioni e mezzo di morti in meno di quarantacinque minuti. La terza fase mette nel mirino dei missili balistici intercontinentali le città chiave di Russia, Europa e America continentale, con l’obiettivo di “inibire il recupero” della parte avversaria. Il conteggio mostra lo scenario più apocalittico di tutti, e conterebbe di ottantacinque milioni di morti negli immediati 45 minuti successivi. Senza tenere conto delle vittime legate agli effetti del fallout sprigionato dalle esplosioni nucleari.

Secondo quanto spiegato dai ricercatori di Princeton che hanno posto la loro attenzione sull’abbandono bilaterale del Trattato sulle Forze Nucleari a medio raggio (Inf), il rischio di una guerra nucleare: “È aumentato drammaticamente negli ultimi due anni” – “Gli Stati Uniti e la Russia hanno abbandonato i vecchi trattati di controllo degli armamenti nucleari, hanno iniziato a sviluppare nuovi tipi di armi nucleari e hanno ampliato le circostanze in cui potrebbero usarle”. Il risultato ultimo della loro ricerca ricorda molto il film “War Games“, che paventava proprio lo scoppio della terza guerra mondiale e vedeva contrapposti gli Stati Uniti insieme alla Nato, contro la Russia (a quel tempo Urss). E l’autore ha confermato che l’ispirazione è venuta proprio da quella pellicola cult che risale ai tempi della Guerra Fredda e del timore di un’escalation nucleare. Timore che non abbiamo mai smesso di nutrire ogni volta che le grandi potenze si affrontano sulla carta e ci ricordano come un singolo errore strategico potrebbe innescare un effetto domino che metterebbe fine all’intera umanità.

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