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LA MIA CITTA’

  • Joined Dec 2019
  • Published Books 10

Cosenza dal latino Co[n]sentiae; e in greco bizantino Constantia, Κωνσταντία), detta anche Città dei Bruzi, è un comune italiano di 66 872 abitanti[5], capoluogo dell’omonima provincia in Calabria. Storico capoluogo della Calabria Citeriore, è identificata anche come “Atene della Calabria”[1][2][3][4] in riferimento alla tradizione culturale acquisita tra XV e XVI secolo. Il comune bruzio è capofila di un agglomerato urbano comprendente tra gli altri i comuni contigui di Rende sede dell’Università della Calabria e Castrolibero, che costituisce una delle aree più dinamiche della regione sotto il profilo urbanistico, socio-economico, culturale e della dotazione di servizi.[7]. La città è sede del Museo all’aperto Bilotti dichiarato nel 2019 dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo come collezione “d’interesse storico e artistico”, con apposito decreto ai sensi dell’art. 10, comma 1 del Codice dei beni culturali, in quanto collezione composta di sculture eseguite da artisti che rappresentano alcune delle diverse correnti di arte contemporanea che percorrono il XX secolo[8].

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Le origini della città risalgono almeno all’VIII secolo a.C., quando sul suo territorio sorgeva il villaggio italico di Kos (“Kossa” nell’elenco delle città situate in Calabria compilato nel V secolo a.C. dallo storico greco Ecateo di Mileto, Ecat. FGrHist 1 FF 64-71), le cui monete, risalenti al 420 a.C., sono oggi esposte al British Museum di Londra; nel IV secolo a.C. fu probabilmente conquistata dal popolo bruzio, parte meridionale del macro-gruppo sabellico insieme ai Siculi della Locride, che fece la propria capitale di Cossa (o Cosa) nella Valle del Crati, poiché ritenuta strategica per il controllo dell’area. Il primo toponimo, Kos / Kosa, forse richiama l’otre di pelle (dal greco kuus, tagliato / giuntato) con cui probabilmente gli abitanti prendevano l’acqua nei due fiumi della città o si riparavano dalle intemperie {senza fonte e paretimologico}; successivamente, con i Bruzi Cosa o Cossa passa a rappresentare un esito sabellico di una base indoeuropea per ‘caverna’ o ‘grotta’ (città di ‘grotte’ costruita nel tufo), mentre i Romani, dopo la sconfitta patita per mano degli alleati bruzi di Annibale (ca. il 201 a. C.) cambiano il nome in Co[n]sentia per deviare l’attenzione dalla sconfitta e per ricordare’ il “consenso” dei due fiumi (Livio: ubi consentiunt flumina), cioè il loro congiungersi.

 

 

 

La città si sviluppò rapidamente e giunse ad esercitare il proprio controllo anche sulla Lucania e su quasi tutte le città della Magna Grecia calabra, che caddero una dopo l’altra sotto i continui attacchi dei Bruzi.

Quando il territorio venne sottomesso dai romani, Cosentia divenne un’importante statio lungo la Via Capua-Rhegium. Sotto l’impero di Augusto assunse le caratteristiche di città commerciale che mantenne sino all’età tardo-imperiale. Il ‘re dei Visigoti’, generale dell’esercito romano, Alarico, dopo il sacco di Roma del 410, muore a Cosenza per malattia, venendo sepolto vicino al fiume Busento.

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