L’avvento del Cristianesimo presso la popolazione Nolana by Merliano-Tansillo  - Illustrated by Classe I H - Ourboox.com
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L’avvento del Cristianesimo presso la popolazione Nolana

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Artwork: Classe I H

  • Joined May 2019
  • Published Books 16

Introduzione

Le basiliche paleocristiane di Cimitile, data la loro bellezza e la loro storia, rappresentano oggi un’importante meta non solo turistica, ma anche religiosa della Campania.
Il Santuario antichissimo attira molti fedeli diventando così luogo di preghiere e meditazione. Da alcuni anni, il Santuario ospita la rassegna letteraria del Premio Cimitile  e viene usato come location per concerti e spettacoli di personaggi famosi ed altri eventi di grande spessore culturale.
Sfogliando questo testo, vi renderete presto conto che per fare davvero un salto nella storia non dobbiamo poi allontanarci così tanto dalla nostra città, spingendoci a valorizzare sempre di più  un sito archeologico così bello e importante.

Buona lettura

(a cura di Ludovica Sepe)

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LA NECROPOLI 

Le catacombe erano delle aree cimiteriali sotterranee utilizzate nell’antichità.

L’etimologia della parola catacomba è incerta e si pensa che si può tradurre come sotto le grotte. Sono scavate in roccia facilmente lavorabile con la profondità che arriva fino ai 30 metri. Le più celebri sono quelle Cristiane , ma ce ne sono anche di altre religioni . I cristiani  praticavano “fossi” in cui abbandonavano i corpi e credevano nella fede di Resurrezione. Le leggi Delle XII tavole prescrivevano che non poteva essere seppellito o cremato nessun cadavere in città, ma in cimiteri ossia posti per i cristiani in cui i defunti riposavano per l’attesa della resurrezione

 

(a cura di Antonio e Giovanni Carbone)

 

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BASILICA DEI SS. MARTIRI

(a cura di Nicola Maione)

Quest’ultima venne realizzata dal vescovo Leone III, intorno agli inizi del X secolo.

Tra la fine del Cinquecento e la prima metà del XVII secolo, la cappella era dedicata all’Annunziata, anche se veniva comunemente chiamata le Cinque Pertose, in rapporto alla presenza di un marmo con cinque fori che costituiva l’accesso ad un ‘pozzo’ molto venerato dai pellegrini, perché collegato al culto del sangue dei Martiri.

Una piccola scala in muratura consente di accedere alla cappella che è impreziosita dal protiro fatto costruire da Leone III, in sostituzione dell’originario ingresso. La struttura è costituita da una volta a botte in muratura sorretta da due mensole, sulle quali è incisa la dedica del vescovo (LEO TERTIVS EPISCOPVS FECIT).

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A destra dell’ingresso vi è un arcosolio, ovvero tipica sepoltura, caratteristica ma non esclusiva delle catacombe, costituita da un’area sepolcrale incassata nella parete e sormontata da una nicchia. Al suo interno, sono dipinti Adamo ed Eva.

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Nell’arcosolio posizionato sotto la scala si riconosce Giona, che viene gettato in mare. Le pitture (seconda metà del III secolo), che si collocano tra i primi esempi di arte cristiana fuori Roma, decoravano il mausoleo riutilizzato dal vescovo Leone III.

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Sul lato meridionale della cappella si trovano l’abside e due altari a blocco, sormontati da nicchie affrescate (XIII secolo): a sinistra è raffigurato S. Eusebio, a destra la Maddalena.

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Sulla parete a destra dell’ingresso sono dipinte cinque scene della Passione di Cristo: tradimento di Giuda, ascesa al Calvario, Crocifissione, discesa agli inferi, pie donne al sepolcro.

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Il ciclo, di alto livello qualitativo (inizi X secolo), prosegue sulla parete a sinistra dell’ingresso con le scene Noli me tangere, incredulità di Tommaso, insediamento di Pietro nell’ufficio pastorale; qui si notano, inoltre, la vocazione di Pietro e Andrea e la presentazione di Cristo al tempio. Sulle due pareti si riconoscono, altresì, le immagini dei santi Simeone stilita, Anastasia, Cosma e Damiano, Pantaleone, Caterina e Gennaro (inizi X secolo).

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Affresco-raffigurante-San-Gennaro

LA BASILICA DI SANTO STEFANO

(a cura di Sebastiano Consogni)

 

 

 

 

Ieri

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La basilica di Santo Stefano fu costruita verso la fine del VI secolo.  Eretta non molto distante dalla “Basilica Nova” di S. Paolino, questa ha il pregio di essere una dei primi esemplari di costruzioni sacre cristiane che diedero il via all’arte romanica.

L’ingresso dell’edificio è posto ad est ed rivolto verso la tomba di San Felice ed è definito tripartito , perché per entrare nella Basilica si aprono nella facciata tre porte: quella centrale, più ampia è sormontata da un dipinto degli anni Venti, raffigurante la Madonna del Carmelo.

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La basilica presenta l’abside ad occidente: è composta da un’unica navata e nelle pareti laterali, in prossimità dell’abside, si notano due ampie arcate in mattoni che immettevano probabilmente in ambienti laterali.

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L’arcata di sinistra è stata parzialmente aperta nel 1962-67, mentre l’altra è tuttora murata. Questi due archi parietali, insieme a quello absidale, forse, rappresentavano uno sviluppo costruttivo della tricora, richiamando quella della basilica di S. Paolino, ma pensata ed edificata separatamente per motivi di culto.   Incerta è la funzione svolta dai muri presenti al centro della navata. E’ uno dei primi esempi di chiesa cristiana con una sola abside, quest’ultima è retta da colonne scanalate con capitelli corinzi databili al II secolo d.C., una terza colonna liscia è incastonata nella parete laterale a nord.
All’esterno l’abside presenta un interessante motivo decorativo costituito da laterizi disposti a zig-zag. All’interno dell’abside vi è un altare centrale posto frontalmente all’ingresso tripartito e separato dal catino absidale

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Lateralmente ed anche sotto l’abside vi sono delle tombe in brevi file parallele sottoposte alla pavimentazione, che ,forse,appartenevano ad un precedente edificio sepolcrale sopra al quale fu edificata l’attuale basilica. Anche l’altare come l’intero pavimento della basilica poggia sulle tombe.

Ciò testimonia come la basilica, oltre ad essere un luogo di culto, era anche un luogo di sepoltura di tutti quei fedeli che avevano quel forte desiderio di farsi seppellire nelle vicinanze del loro Santo nell’attesa della Resurrezione.

Dinanzi alla basilica rimangono i ruderi di alcuni pilastri forse appartenenti ad un porticato. Sempre all’esterno è visibile un cantarus (Fontana -vasca) si pensa servita per le abluzioni (lavaggio del corpo o parti di esso a scopo di purificazione).

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Oggi

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Interessata da due crolli alla fine del Seicento, la basilica venne ristrutturata poco dopo la metà del Settecento, in occasione dell’istituzione della confraternita del SS. Crocifisso, che ha avuto sede nell’edificio fino al 1963.

Altri significativi lavori vennero eseguiti nel 1927 (la chiesa era allora dedicata alla Vergine del Carmelo), mentre nel periodo compreso tra il 1963 ed il 1967 il piano di calpestio fu abbassato di circa due metri fino a raggiungere l’attuale livello.

Nella zona inferiore della conca absidale sono visibili due affreschi sovrapposti, parzialmente distrutti quando il pavimento della basilica venne sopraelevato.

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All’inizio di questo secolo, la basilica venne trasformata in stile barocco e dotata esternamente di un campanile, che fu distrutto nel 1963 in quanto pericolante.

L’esigenza di uno studio archeologico molto puntuale ha cancellato ogni traccia dello stile barocco che vi era in essa, lasciando emergere i nudi tufi quali testimoni di un passato remoto.

Attualmente la basilica è meta di pellegrinaggi e oggetto di manifestazioni culturali.

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LA BASILICA DI SANTA MARIA DEGLI ANGELI

(a cura di Miriam Muto)

 

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La Chiesa di S. Maria degli Angeli, edificata nel Cinquecento, è sede dell’omonima arciconfraternita. Tra la fine del Settecento e i primissimi anni dell’Ottocento, in occasione della costruzione della chiesa di S. Felice, funzionò da parrocchiale.

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Il portale è sormontato dall’ affresco che rappresenta la Madonna degli Angeli.

Un altro affresco importante della Basilica è quello della Madonna e il Bambino, raffigurati con aureole e circondati da angeli.

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LA BASILICA DI SAN FELICE

(a cura di Iris Minichino)

 

Nel cuore di Cimitile vi è un luogo che custodisce e racconta circa 22 secoli di storia.

Nella città santa di Cimitile troviamo il più complesso e vario museo d’arte paleocristiana, bizantina, barbarica e romanica conservato in Campania. 

Esso ricopre circa un millennio di arte Cristiana e ad oggi rappresenta uno dei più affascinanti esempi d’arte paleocristiana in Italia.

Esso ricopre circa un millennio di arte Cristiana e ad oggi rappresenta uno dei più affascinanti esempi d’arte paleocristiana in Italia.

 

 

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La basilica in figura è la Basilica di San Felice chiamata anche Basilica Vetus, è costituita da due absidi contrapposti è da una cupola che racchiude la tomba di San Felice.

Il campanile, posto sul lato, ha una base quadrata.

 

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Il complesso ha resistito piuttosto bene al tempo: gli affreschi sono ancora ben conservati, le colonne a fase circolare sono integre, così come il campanile. Del muro esterno purtroppo resta solo una parte.

Il coemeterium fu un sito sepolcrale già al tempo della Nola consolare ed imperiale.

Le necropoli sono caratterizzate da immagini simboliche da codici grafici rappresentanti immagini tipiche della Cristianità, come il melograno, il pesce, il tralcio di vite e la colomba recante un ramoscello d’ ulivo. Il Coemeterium è stato, negli anni santuario sede di molti Pellegrini, tra i quali troviamo anche Papà Damasco, a cui si deve la costruzione dell’abside della Basilica “Vetus” di San Felice. Il momento di massimo splendore si ha nel quinto secolo grazie all’ operato di Meropio Ponzio Anicio Paolino conosciuto anche come S. Paolino.

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Paolino, stabilitosi presso la tomba di San Felice, si dedicò alla costruzione della Basilica Nova – che divenne uno dei principali centri religiosi della Cristianità.

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Particolare della Basilica di San Felice

(a cura di Antonio Loria)

 

Questo resto monumentale è situato nella Basilica di San Felice detta anche Basilica Vetus con orientamento EST-OVEST costituito tra due absidi contrapposte ad un‘edicola che racchiude la tomba di San Felice. Tra il 484 e il 523 intorno alla tomba fu costruita un’edicola decorata a mosaici su sfondo oro azzurro.

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PARTICOLARE BASILICA DI SAN FELICE

(a cura di Pasquale Mazzocca)

 

Sulle pareti laterali sono raffigurati da una parte San Giorgio mentre infilza le lance nel drago e dall’altra San Giovanni con i capelli e la barba al vento.

Nei pressi dell’ingresso, a concludere le decorazioni poste sulla parete occidentale, vi è la figura di San Nicola in posizione benedicente.

Per quanto riguarda i mosaici, elemento di grande pregio è l’edicola situata intorno alla tomba dei Santi Felice e Paolino costruita tra il 484 e il 523 d.C.

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Basilica Nova

(a cura di Alessandro Esposito)

 

La basilica Nova o di San Giovanni fu costruita da San Paolino tra il 401 e il 403 per accogliere il grande numero di fedeli.

Per comunicare con la basilica di San Felice aprì un triforium sul fianco della Basilica vecchia. Le due basiliche costituirono il cuore della Città Santa. La Basilica dopo 150 anni dalla morte del Santo Paolino avvenuta nel 431 crollo internamente. Nell’abside orientale della basilica di San Giovanni sono visibili due cicli di affreschi sovrapposti.

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