Alla ricerca della sosteniblità by Maria Rosaria Del Sorbo - Illustrated by MRDELSORBO&STUDENTS - Ourboox.com
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Alla ricerca della sosteniblità

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Artwork: MRDELSORBO&STUDENTS

  • Joined Oct 2019
  • Published Books 2
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Credo che avere la terra e non rovinarla
sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare.
(Andy Warhol)
  1. Introduzione

  2. L’inquinamento luminoso

  3. L’inquinamento acustico

  4. L’inquinamento elettromagnetico

  5. L’inquinamento radioattivo

  6. L’inquinamento antropologico

  7. Un’indagine statistica

  8. Conclusioni

  9. Appendice

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Introduzione

La parola inquinamento evoca fatalmente immagini di città congestionate dal traffico, immerse nello smog, soffocate dai rifiuti.

L’inquinamento ambientale, però,  non riguarda solo l’aria, coinvolge le acque e la terra, ma può provenire da diverse sorgenti, tutte pericolose per la nostra salute, sebbene in modi diversi. Imparare a riconoscere i diversi tipi di inquinanti, sapere quali sono le fonti principali e i rischi per l’ecosistema a breve e lungo termine, è tanto più importante per chi, come i ragazzi, è sinceramente interessato alla sostenibilità ambientale e desidera impegnarsi in prima persona per rendere il nostro pianeta quel meraviglioso giardino che dovrebbe e potrebbe tornare ad essere.

 

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La sostenibilità è un concetto che deve essere perseguito attraverso un percorso lungo e costante. Lo sviluppo sostenibile soddisfa i bisogni del presente senza compromettere le generazioni future.

La sostenibilità contiene gli elementi del rispetto dell’uomo (sostenibilità sociale) e della tutela dell’ambiente (sostenibilità ambientale). Il consumatore è in costante evoluzione, attento ai cambiamenti sociali, tecnologici ed economici. In questi anni di allargamento della cultura di condivisione delle responsabilità si è diffusa una forte attenzione ai temi della sostenibilità. Un coinvolgimento che ha sollecitato nuovi processi dell’industria, mentre nei processi di acquisto le tematiche ambientali hanno assunto una rilevanza crescente.

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Alla ricerca della sosteniblità by Maria Rosaria Del Sorbo - Illustrated by MRDELSORBO&STUDENTS - Ourboox.com
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L’inquinamento luminoso è un’alterazione dei livelli di luce naturalmente presenti nell’ambiente notturno. Questa alterazione provoca danni di diversa natura: ambientali, scientifici, culturali ed economici. La definizione legislativa più utilizzata (vedi sotto) lo qualifica come “ogni irradiazione di luce diretta al di fuori delle aree a cui essa è funzionalmente dedicata, ed in particolare verso la volta celeste“. Ogni anno si celebra una giornata di riflessione su questo problema mondiale, la prima delle quali si è celebrata il 28 febbraio 1991.

 

Descrizione

Come ben si sa, è preferibile usufruire al massimo della luce naturale a nostra disposizione: l’intensità dell’illuminazione diretta è proporzionale alla proiezione della volta celeste che si può osservare nell’ambiente confinato in questione, nonché all’angolazione con cui la luce penetra all’interno.

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Per questo rivestono vitale importanza le dimensioni delle finestrature e la posizione di ciascun piano nella complessità dell’edificio. Dove una sorgente di luce naturale non sia più sufficiente, si ricorre ad una fonte artificiale che deve, però, presentare alcune condizioni specifiche:

  • per indice di resa cromatica, deve avere una composizione spettrale similare alla luce naturale;
  • non deve produrre calore, o, comunque, nella minore quantità possibile;
  • deve illuminare bene senza abbagliamento;
  • deve fornire un quantitativo di luce sufficiente per ogni tipo di lavoro ed in qualsiasi punto della stanza;
  • non deve rilasciare prodotti di combustione quali anidride carbonica, acqua o altre sostanze volatili.
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Le grandezze fotometriche che caratterizzano l’illuminazione artificiale sono:

  1. Intensità luminosa (I) la cui unità di misura è la candela;
  2. Flusso luminoso (S) cioè la grandezza che mette in rapporto la sensazione luminosa con la potenza della sorgente. L’unità di misura è il Lumen;
  3. Luminanza (L) ovvero la quantità di luce che arriva su una superficie, si misura in nit (candele su metro al quadrato);
  4. Illuminamento (E) si misura in lux;
  5. Efficienza luminosa (h) che ha come unità di misura lumen/watt.
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Metodo di misurazione della luminosità è il luxmetro, strumentazione che esprime l’intensità luminosa di un qualsiasi ambiente o parte di esso direttamente in lux. Tra le sorgenti luminose si distinguono quelle a irradiazione per effetto termico (lampade ad incandescenza) e quelle a scarica in gas e vapori (lampade a vapore di mercurio, a vapore di sodio, fluorescenti).

 

Tra i danni ambientali si possono elencare: difficoltà o perdita di orientamento in diverse specie animali (uccelli migratori, tartarughe marine, falene notturne , chirotteri), alterazione del fotoperiodo in alcune piante, alterazione dei ritmi circadiani nelle pianteanimali ed uomo

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(ad esempio la produzione della melatonina viene bloccata già con bassissimi livelli di luce). Recentemente (2001) è stato scoperto un nuovo fotorecettore che non contribuisce al meccanismo della visione, ma regola il nostro orologio biologico. Il picco di sensibilità di questo sensore è nella parte blu dello spettro visibile. Per questo le lampade con una forte componente di questo colore (come i LED) sono quelle che possono alterare maggiormente i nostri ritmi circadiani. Le lampade che fanno meno danno da questo punto di vista sono quelle al sodio ad alta pressione e, ancora meno dannose, quelle a bassa pressione.

 

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Il danno culturale principale è dovuto alla sparizione del cielo stellato dai paesi più inquinati, cielo stellato che è stato da sempre fonte di ispirazione per la religione, la filosofia, la scienza e la cultura in genere.

Fra le scienze più danneggiate dalla sparizione del cielo stellato vi è senza dubbio l’astronomia sia amatoriale che professionale; un cielo troppo luminoso infatti limita fortemente l’efficienza dei telescopi ottici che devono sempre più spesso essere posizionati lontano da questa forma di inquinamento.

Il danno economico è dovuto principalmente allo spreco di energia elettrica impiegata per illuminare inutilmente zone che non andrebbero illuminate, come la volta celeste, le facciate degli edifici privati, i prati e i campi a lato delle strade o al centro delle rotatorie. Anche per questo motivo uno dei temi trainanti della lotta all’inquinamento luminoso è quello del risparmio energetico.

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La spesa energetica annua per illuminare l’ambiente notturno è dell’ordine del miliardo di euro, non contando le spese di manutenzione degli apparecchi, sostituzione delle lampade, installazione di nuovi impianti.

 

 

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