Esempi di canovacci per l’opera dei Pupi napoletani by Terza D - Ourboox.com
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Esempi di canovacci per l’opera dei Pupi napoletani

  • Joined Jul 2019
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Storie liberamente ispirate ai copioni scritti da Michele Izzo (ultimo puparo di Torre del Greco) nella maggior parte delle quali è stato volutamente conservato lo stile dialettale e sgrammaticato (numerose  parole ed espressioni vernacolari  o grammaticalmente scorrette  sono state evidenziate in corsivo e le più ostiche da comprendere, per chi non è abituato al diletto napoletano, sono state tradotte in lingua italiana) per dare ai testi un più forte sapore di autenticità. Molte storie sono state riadattate anche in chiave moderna.

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O’ scugnizzo

Il soggetto

I rui ‘nammurat’ furtunat’ (i due innamorati fortunati).

Quadro 1°

Don Crescenzo, un ricco mercante dal carattere scontroso, geloso com’è di sua figlia Teresa, decide di assumere un servo nelle ore in cui non è a casa in modo da controllare che nessuno entri (in particolare perchè la figlia in questione è corteggiata da un giovane scugnizzo, “Gigin o’ blill”). Pulcinella, il servo imbroglione ha fatto, al contrario, un patto con Gigino che gli ha promesso soldi in cambio di un incontro con Teresa. Così, uscito Don Crescenzo, Pulcinella coglie l’occasione per organizzare il tanto atteso incontro tra i due amanti. Gigino si presenta a casa di Teresa, ma prima di entrare, Pulcinella gli dice: “uagliò, e sord?” (ragazzo dove sono i soldi?) O’ scugnizzo allora torna indietro dicendo di aver dimenticato il portafogli, ma, in realtà, entra dalla finestra della camera di Teresuccia e “ce fa o piezzo” (le dedica una canzone). A ‘nnammurata, felice di vederlo, lo abbraccia e lo vasa (lo bacia) ma proprio mentre stanno amoreggiando Don Crescenzo fa ritorno a casa.

 

Quadro 2°

Gigino sente la porta, fuje e s’accov’ (fugge e si nasconde) nella camera abbandonata dove si era arrecettata (era morta) la povera nonna. Sfortunatamente è il giorno in cui Don Crescenzo ha l’appuntamento col notaio per il testamento della defunta ed entra in camera per prendere i documenti. Nell’entrare vede un fantasma (che in realtà non è altro che il giovane nascosto da un lenzuolo) e allucca (grida). Pulcinella si precipita nella stanza in soccorso ma, più cacasotto (essendo più pauroso)  del suo padrone, comincia a correre per tutta la casa ignaro anch’egli della presenza dello scugnizzo. Alluccando e fujendo (gridando e fuggendo) i due scappano via dalla casa lasciando gli ‘nnammurati da soli che, cogliendo l’occasione, si dirigono al porto per partire verso l’isola di Masaniello. Da allora dei due non si hanno più notizie e l’isola è stata ribattezzata col nome di “isola e’ l’ammor

 

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La pietra magica

Il soggetto

Vogli’ restà nu’ puveriell’ (voglio rimanere povero)

Quadro 1°

Don Gennaro non paga abbastanza il suo domestico Pulcinella, il povero servo gli dice che ha sei figli e una moglie da mantenere e per questa ragione si licenzia , sperando di trovare un lavoro che gli permetta di guadagnare di più. Pulcinella non perde tempo e decide di fare una passeggiata nella via principale della città in cerca di un nuovo lavoro, d’un tratto nota un signore che parla da solo, incuriosito sente ciò che dice e gli par di capire che il signore si stia lamentando per la troppa ricchezza. Pulcinella incuriosito ancor di più gli chiede il motivo di così tanta ricchezza. Il signore gli dice che è la fortuna che ogni giorno gli fa trovare enormi ricchezze appena fuori l’uscio di casa. Pulcinella, poiché non ha più un lavoro, gli chiede : ” come aggia fa’  pe’ cunoscer sta’ furtuna?” (come devo fare per conoscere questa fortuna?). Il signore gli dice di andare nel bosco incantato appena sorge il sole e di cantare una canzone a voce alta, dopo aver fatto ciò la fortuna apparirà e gli darà il denaro.

 

Quadro 2°

Pulcinella va nel bosco e fa tutto ciò che gli ha detto il signore.  Li appare la Dea fortuna e una farfalla gigante che inizia a seguire. Li va dietro, (fa il giro del palcoscenico) e la farfalla si trasforma in una vecchia Strega che gli dice ” va’ a faticà” (vai a lavorare). Lui ritorna a cantare, esce un’altra volta la Fortuna commossa gli dà una pietra magica  che permette di esaudire solo tre desideri, lui se ne ritorna a casa.

 

Quadro 3°

Ritornato a casa Pulcinella dà la pietra alla moglie e gli racconta dei tre desideri che può spendere; dopo aver dato la pietra alla moglie decide di uscire per ringraziare l’uomo che gli permise di incontrare la fortuna, però prima di uscire raccomandò la moglie di non usare la pietra finché lui non sarà ritornato a casa. Nel frattempo i bimbi sono affamati e chiedono alla mamma di mangiare, lei li calma dicendo che si mangia quando verrà papà. Al di fuori della casa si sente una voce di un venditore di carote, i bimbi affamati chiedono di mangiare le carote con l’aiuto della pietra, la madre cede e spende il primo desiderio. Pulcinella ritorna a casa e vede i figli e la mogli ballare di gioia, lui chiede il motivo di così tanta contentezza e la moglie gli spiega che hanno comprato delle carote con la pietra. Pulcinella si arrabbia perché avevano esaudito il primo desiderio senza di lui, allora lui spende il secondo desiderio chiedendo una pioggia di carote e obbliga la moglie a mangiarle tutte, la moglie mangia e si abbuffa e cade a terra, quasi priva di vita. Lui contento balla e canta, ma la sua allegria si arresta per la voce che gli dice: ≪non essere egoista, non permettere che muoia la madre dei tuoi figli! Signori si nasce, non si diventa≫. Pulcinella si domanda chi ha parlato, la voce gli dice: ≪La pietra≫. Pulcinella meravigliato dice: ≪ Mamma mi a’ preta ‘a parlate? Signore se nasce? È io puvurielle voglie re sta preta mio nu fà murì ‘a mamme de figie mi(Mamma mia, la pietra ha detto che si nasce signori, mentre io voglio rimanere povero; o pietra non permettere che muoia la madre dei miei figli)

 

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Donna Pamela

Il soggetto

Una maschera innamorata

Quadro 1°

È l’alba sulla spiaggia e due nobili coniugi, Don Domenico e Donna Pamela discutono vivacemente. Come era solito fare, il marito aveva forti dubbi sulla fedeltà della moglie ma questa volta i suoi dubbi erano fondati: il suo domestico infatti aveva beccato la moglie con il suo amante, Pulcinella. Preso da sentimenti di rabbia e rancore, colpisce a morte la donna, e assicuratosi che nessuno lo avesse visto, scappa via.

 

Quadro 2°

Il giorno dopo Pulcinella passeggia per le spiagge di Napoli, pensieroso.  Un sogno, che ha fatto la notte prima, non gli fa trovare pace, a tal punto che la voce del suo antenato che gli sussurrava di raggiungere il castello nei pressi della spiaggia ormai lo tormentava rendendolo preoccupato. Arrivato al castello sente subito un forte odore e ,seguendolo, trova un corpo disteso lungo il pavimento e immediatamente Pulcinella, preso dal panico e dalla paura, tremolante urla disperato e con uno sguardo più attento si rende conto che il cadavere è quello della sua amata Donna Pamela; allora si china su di lei e inizia un pianto disperato. Intanto dall’altra parte della spiaggia un ufficiale, nemico giurato di Pulcinella, si reca al castello avendo udito le strazianti urla. Si trova difronte la scena di Pulcinella accanto ad un cadavere e, approfittando della situazione, decide di incolparlo e lo condanna a morte. Il poveretto viene messo in un sacco legato e buttato dalla torre a mare.

 

Quadro 3°

Trovatosi nei fondali marini Pulcinella assiste ad un avvenimento inaspettato, attirato dalla unicità di una conchiglia, la afferra e la pulisce dalle alghe di cui era ricoperta e, inaspettatamente, essa si apre lasciando uscire una donna dalla bellezza pari alla Venere di Botticelli che lo tira fuori dalle acque. Sulla spiaggia la fata gli espone la possibilità di esprimere un desiderio; senza esitare Pulcinella chiede di far ritornare in vita la sua amata, trattandosi di una richiesta assai pretenziosa i due arrivano ad un compromesso: deve rinunciare a qualcosa…
Ed è per questo che ricordiamo Pulcinella con la maschera poiché egli rinunciò per tutta la vita a mostrare il volto, tutto per l’amore della sua vita!

L’avventura di Pulcinella finisce qui

Per amor della propria amata

Pulcinella cedette il suo volto alla fata.

 

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Nu’ guappo e’ cartone

Il soggetto

Niculin’ e l’erba blu

Quadro 1°

Nel paese di Napoli, il re Ferdinando ha una figlia  e non sa con chi sposarla; organizza una giostra per darle marito e arriva per battersi un Duca inglese “ comm’ a nu guappo ‘e cartone”, fa tanto fumo e poco arrosto: arriva allora in paese, Niculin’, un giovinastro, senza arte né parte, detto o’ mag’ (il mago) perché si dice che possiede delle pozioni in grado di ipnotizzare; con un tamburo gira e grida“berepè berepè berepè voglio verè o’ re” (voglio incontrare il re); in questo modo mette in crisi tutto il paese, le guardie reali lo arrestano come ribelle e lo conducono al palazzo.

 

Quadro 2°

Alla presenza del re, li viene chiesto il perché del suo comportamento. Niculin’ risponde perchè vuole sposarsi la figlia del re; il duca inglese, ascoltando la conversazione, si sente minacciato e accusa il giovinastro di essere un ipnotizzatore e di avere intenzione di prendere la principessa in sposa seducendola con sostanze stupefacenti;  Niculin’, con uno sguardo perso nel vuoto, conferma la versione del duca; allora il re, arrabbiato, incarica le guardie di arrestarlo;  Niculin ’corre verso il duca , gli mette una bustina in tasca e si fa catturare; le guardie lo prendono a bastonate, dopo la prima bastonata, il giovane, d’un colpo, cambia sguardo e spiega al re che era stato ipnotizzato, il re non lo crede e chiede alle guardie di continuare, allora Niculin’ chiede al re di far guardare nelle tasche del duca, le guardie trovano uno strano sacchetto con dentro un’ erba di colore blu che Niculin’ chima ipnozimus; il re pensando a sto punto che sia tutt’opera del duca ordina alle guardie di giustiziarlo.

 

Quadro 3°

ma il duca, essendo innocente ,non ha nessuna intenzione di morire senza aver fatto nulla e cerca di scappare, allora Niculin’ lo acciuffa e gli somministra una sostanza capace di ammutolire le persone. Il duca non potendo più parlare si arrende e viene giustiziato. Niculin’ per questa bravura viene nominato Cavaliere e gli viene concessa la Principessa come sposa.

 

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Sarchiapone

Il soggetto

N’omm, vestut a’ femmn’ (un uomo travestito da donna)

Quadro 1°

Don Michele o’ girdiner’, per concedere la mano di Carolina sua figliola al giovane Tonino, vo’acconoscere i genitori (vuole conoscere i suoi genitori); u’ giovane a’ ritt’ di avere sul a mamm’ (ha dichiarato di avere solo la madre); a don Michele li va bene vedere la mamma perché è vedovo anche lui e chi sa se da cose nasce cosa e saranno due i matrimoni; perciò insiste cu’ guaglion’. Ma,  in realtà, Tonino non ha mamma e veste Sarchiapone, o’ frat’ cucin’, ra femmn (fa travestire Sarchiapone, suo cugino, da donna)

 

Quadro 2°

Don Michele cunosc’ a fint mamm e fa u’ cascamuort ( la corteggia) finchè s’innamora ra’ falsa vedova e c’ra n’ appuntament a tarda sera conp’ na’ spiagg’, o’ lid’ mappatiello ( e le dà un appuntamento, nella tarda serata,  su una spiaggia , chiamata lido Mappatello). Però don Michele non è l’unico a corteggiare Sarchiapone, vestut’ a’ femmn’ (Sarchiapone travestito da donna); poco dopo di lui   arriva, infatti, Vincienz’ o’ sart’ e anche lui gli dà lo stesso appuntamento ro’ girdinier’; Sarchiapone ha accettato l’appuntamento ri duj (di entrambi). I giovani fidanzati anch’essi decidono di vedersi in serata abbasc’ u mappatell.

Quadro 3°

La  scena è in spiaggia: c’è poca luce, arriva Sarchiapone vestut’ a ‘ femmn’ e poi i due corteggiatori, un’ a’ vot (uno alla volta); per primo arriva don Michele; si avvicina alla finta donna e tenta di baciarla; ma lei gli son’ nu’ schiaffon’ ( gli dà un pesante schiaffo); don Michele si allontana , ma vede arrivare o’ sart’; allora si nasconde per vedere cosa fa; a lui tocca u’ stess’ schiaffon’. O’ girdinier’, insospettito, resta nascosto e vede che la donna si toglie i panni a’ cull’ (si spoglia) e divent’ n’omm (e diventa un uomo). Intanto i due fidanzatini, nascosti anche loro nel buio, ridono a crepapelle. Don Michele capisce l’imbroglio e vuole dare una lezione a Tonino; ma questo s’ mett’ a pregà e dice “ nu teng’ né mamm’ né padr’, m’avite perdunà” (inizia a implorarlo e dice : “ non ho i genitori, mi dovete perdonare”)

 

 

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O’ casadduoglio

Il soggetto

Due servi e nu’ spusarizio(due servi e un matrimonio)

Quadro 1°

Gaetano, giovane casadduoglio (salumiere) vende a caro prezzo un olio miracoloso,  arricchisce e vuole essere chiamato don Gaetano non più Gaetano; si reputa un guaritore superiore al medico: per la sua superbia licenza il servo per averlo chiamato Gaetano, senza il don; li si presenta il giovane artista Tonino con il discepolo Francuccio, chiede in sposa la figlia. Gaetano rifiuta la richiesta perchè pensa che Tonino  non è l’uomo giusto per sua figlia. Allora ci mette bocca Francuccio e dice “nu ci à vuò dà a Tonino? Gaetà si nu baccalà..” (Allora si intromette Francuccio e dice : “Non vuoi dare tua figlia in sposa a Tonino? Allora sei proprio uno sciocco).

Tonino non avrebbe voluto che il servo s’intromettesse e lo licenzia; Francuccio, non avendo più padrone, si presenta a Gaetano e danneggia di più Tonino, si arruffiana Gaetano chiamandolo col don e lui se lo prende come domestico licenziando il suo precedente servo Ciruzzo che passa a servire Tonino.

 

Quadro 2°

Un giorno quest’ultimo si presenta a Gaetano li dice di correre al riparo perchè i suoi uaglioni hanno appiccato il fuoco alla sua bottega :vogliono l’aumento di paga. Gaetano deve correre alla bottega; così dà ordine a Francuccio di guardare la casa e la figlia; deve stare attento che non entri nessuno in casa fino al suo ritorno. Francuccio, con il fucile in spalla, fa la guardia alla casa, viene Tonino che vuole andare dalla fidanzata dietro compenso, Francuccio si fa un po’ pregare e poi cede; il segnale convenzionato per avvertirlo se ritorna Gaetano è “pittò fore” (pittore, esci fuori).

 

Quadro 3°

Il giovane va in casa, Francuccio passeggia, ritorna Gaetano affannato per la corsa fatta, inutilmente perché non bruciava niente, era una bugia inventata per vendetta da Ciruzzo; vuole entrare in casa per cambiarsi, Francuccio non lo fa entrare, lo trattiene urlando con il segnale convenzionato “pittò fore!!

 

Quadro 4°

I giovani escono di casa chiedendo perdono. Gaetano è costretto a concederlo, si parla di matrimonio e del banchetto per le nozze. Francuccio prende la parola e fa il fatidico finale.

 Si stu belle pubbliche me fa nu battimane?..
Ha mo fine ‘a dimane,…le sto ‘a rringrazià!!!”

(Se questo bel pubblico mi fa il battimani rimarrò a ringraziarlo da oggi fino a domani)

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Anna e Gabriele

Il soggetto

Nu’spusarizio fallut’ (Un matrimonio fallito)

Quadro 1°

In un quartiere alto di Napoli una coppia si preparava per lo spusarizio (matrimonio), ma mentre Antonio era deciso di volere la sua nammurata (fidanzata), Anna teneva non pochi dubbi. Essa s’era invaghita del guappo Gabriele, giovane e bello, che la voleva, ma pure lui si stava per maritare con una ragazza del clan nemico pe’ mett a’ pac (per fare la pace con i componenti di questo clan), Imma, che aveva una brutta nominata (non godeva di una buona reputazione) .
Gabriele non si poteva scendere che (non  riusciva a capacitarsi del fatto che) Anna non sarebbe stata più sua;  allora decide di mettersi d’accordo con il prete (cumpagn’ suo) che doveva tenere il matrimonio tra Anna e Antonio.

 

Quadro 2°

Il prete manda una lettera ad Antonio dove lo invita a prendersi un caffè e a parlare del matrimonio.Gabriele manda Imma dal prete per fargli portare na’ mbasciata; in realtà, però, Gabriele vuole tendere una trappola ad Antonio che, infatti, quando si trova davanti la bella e facile non sa resistere alle sue seduzionie e comm a’ nu pesce lesso ci casca. Gabriele però se li era fatti bene i conti e aveva fatto mandare una lettera pure ad Anna che si era recata pure lei dal parroco e quando vede la scena del suo futuro marito e di quella poco di buono , esce pazza e come la rannata (impazzisce e come una disperata) lancia oggetti addosso ai due traditori; solo il prete riesce a fermarla ; caccia i due traditori,  mentre“casualmente” arriva Gabriele per consolare la bella Anna.

 

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Il giro del mondo di Pulcinella

Il soggetto

Nu’spusarizio furtunat’(un matrimonio fortunato)

Quadro 1°

Don Antonio (benestante napoletano) ha una sola figlia e vuole che sposi il nipote Franco Tira. Il giovane Tira  arriva dalla Sciusciaria in casa dello zio per stipulare il contratto di matrimonio, ma la giovane si rifiuta di accettare un matrimonio impostogli dal padre perché innamorata di Pulcinella il servo di casa. Don Antonio non permette questo matrimonio. Pulcinella, scoraggiato, chiede aiuto a uno gnomo trovato fuori al giardino della casa di Don Antonio. L’aiutante arriva e li dà un anello magico dicentolo che con questo oggetto avrà la fortuna per uscire dalle situazioni di difficoltà. Pulcinella, con il talismano avuto dallo gnomo chiama Lauretta e decidono di scappare; arriva un treno e , quasi come per magia,  i due s’imbarcano e partono per Parigi.

 

Quadro 2°

Arrivati a Parigi  i due giovani s’imbattono con un albergatore napoletano che parla francese, ma dopo aver udito parole strane e comiche , si scoprano che l’albergatore non è francese. Don Antonio e il nipote Franco gli vanno dietro per impedire l’unione degli innamorati. Anche loro a Parigi li ritrovano nel Hotel, Pulcinella è affacciato alla finestra e Franco finge di voler fare pace. Pulcinella, sapendo che Franco non è sincero, non sa cosa fare. Ma proprio nel momento in cui esce dall’ Hotel, trova una carrozza libera e decide di scappare con la sua amata.

 

Quadro 3°

La coppia si rifugiano in una villa vicino Parigi, ma anche qui vengono zio e nipote a importunarli ma Pulcinella è sempre il vincente. Stanchi di scappare da una parte all’altra, i due decidono di fermarsi dove Pulcinella ci ha la fortuna di trovare un prete che sa parlar italiano e che si mostra disposto a sposare i due giovani.

 

Quadro 4°

Ma, sul più bello, lo gnomo viene a riprendersi l’anello e, quindi, arrivano Antonio e Tira  arompere le uova nel paniere.  Il parroco fa da paciere, Don Antonio perdona la coppia e dà carta bianca a Pulcinella per il matrimonio; prende la parola Pulcinella e pronugia i nomi di chi vuole invitate per le sue nozze, e per ultimo dice Ho spusarizzie e Pulicenelle s’accumencia cu na bella tarantella!…Misicà ?…Musichiate!!!..”(Il matrimonio di Pulcinella inizia con una bella tarantella!!!). Con il ballo di Pulcinella si chiude il sipario

 

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