Il paesaggio di Giorgione by rita milan - Ourboox.com
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Il paesaggio di Giorgione

  • Joined Jun 2019
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Il paesaggio di Giorgione by rita milan - Ourboox.com
  1. LA PALA DEL GIORGIONE E IL SUO PAESAGGIO

 

Alla scoperta del Giorgione: un itinerario turistico per scoprire le bellezze del castellanoIn posizione centrale tra i capoluoghi veneti di Treviso, Padova e Vicenza, Castelfranco Veneto è una città murata con un castello medievale in ottimo stato di conservazione. 

Castelfranco Veneto è universalmente noto per le cifre della pittura: Giorgione (1478-1510), genio misterioso della luce e del colore . Di Giorgione, la fortezza racchiude, quasi scrigno, due gemme preziose tra le poche riconosciute al pittore; l ‘eretico Fregio di Casa Marta-Pellizzari e la celeberrima Pala del Duomo di San Liberale, ma tutta la città è permeata dalla memoria del grande artista.  

 

Analoga situazione per la Pala Costanzo, da sempre custodita nell`omonima cappella nel Duomo di Castelfranco, che pur completamente ricostruito in stile neoclassico dall`architetto Francesco Maria Preti nella prima metà del Settecento, ha mantenuto accanto alla tomba di Matteo Costanzo il dipinto che ne celebra la memoria. Da via Garibaldi, si accede a Casa Barbarella, poi Angaran (sec. XVI), attuale sede del Conservatorio di musica “Agostino Steffani”: alcuni studiosi ritengono fondata la tradizione che lega il nome di Giorgione alla nobile famiglia Barbarella, anche se i documenti sull`argomento sono ancora oggetto di discussione e gran parte della biografia dell`artista rimane avvolta nel mistero.  

Il dipinto raffigura la Madonna col Bambino su un alto trono, a sua volta sopra un basamento che poggia su un sarcofago di porfido, con lo stemma della famiglia Costanzo. Probabilmente la volontà di far rivolgere uno sguardo triste e assorto al reale sarcofago, che idealmente racchiudeva il figlio morto del committente, condizionò l’organizzazione iconografica della scena, creando quella che potrebbe essere definita come un’altissima piramide, con al vertice la testa della Vergine e alla base i due santi che si trovano in basso davanti a un parapetto: a destra Francesco (ripreso dalla Pala di San Giobbe di Giovanni Bellini) e a sinistra Nicasio (identificabile dall’insegna dei cavalieri di Malta). In passato si erano fatti i nomi per quest’ultimo di San Giorgio o San Liberale, patrono della città di Treviso: più realisticamente si tratta del martire Nicasio venerato, spesso insieme con Francesco, soprattutto a Messina, città natale di Tuzio (il fratello e un figlio erano cavalieri dell’ordine gerosolimitano); entrambi i santi rivolgono il loro sguardo all’ipotetico osservatore, facendo da tramite tra il mondo reale e quello divino.

Lo stemma “parlante” della famiglia Costanzo raffigura sei coste (Costanzo-coste o costole) con una banda rossa, ed è ben evidente, al centro del sarcofago di porfido, sotto il trono della Madonna. Non è chiaro il motivo per cui i nobili Costanzo si fossero stanziati a Castelfranco Veneto, poiché la famiglia era originaria del Sud Italia, un ramo da Napoli e l’altro ramo da Messina.

L’artista abbandonò, rispetto ai modelli lagunari, il tradizionale sfondo architettonico, impostando un’originale partizione: una metà terrena inferiore, con il pavimento a scacchi in prospettiva e un parapetto liscio di colore rosso come fondale (in realtà sembrerebbe un telone srotolato attorno alla struttura di sostegno cilindrica) e una metà celeste superiore, con un paesaggio ampio e profondo, formato da campagne e colline e popolato a destra da due minuscole figure armate (allusione al tema della guerra e della pace) e a sinistra da un villaggio turrito in rovina. La continuità è però garantita dall’uso perfetto della luce atmosferica, che unifica con toni morbidi e avvolgenti i vari piani e le figure, pur nelle differenze dei vari materiali: dalla lucidità dell’armatura di san Nicasio, alla morbidezza dei panni della Vergine.

Stilisticamente la pala è costruita attraverso un tonalismo dato dalla progressiva sovrapposizione di velature a strati colorati, che rendono il chiaroscuro morbido e avvolgente. La forma piramidale, qui portata a un’estrema purezza compositiva, deriva da opere come la Pala di San Cassiano di Antonello da Messina, oggi a Vienna, o la Pala dei Santi Giovanni e Paolo di Giovanni Bellini, perduta in un incendio, già nella Basilica di San Zanipolo.

 

 

 

A pochi passi, in vicolo del Paradiso, la Casa Costanzo , forse di fabbrica trecentesco (residenza del podestà prima del 1410), fu posseduta e abitata da Tuzio Costanzo, committente della Pala, venuto da Cipro a Castelfranco nel 1475. I personaggi gotici dell ‘edificio si leggono nella trifora ad archi ogivali polilobati della facciata, ornata dall’arma Costanzo in pietra.

 

Procedendo si prosegue il nostro itinerario sui colli asolani (v. Itinerario 2)

 

Da dove si parte?

Che cosa vedere?

Quali mezzi di trasporto operatore?

Tappe gastronomiche?

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