LA VITA
Giulio Romano, nato a Roma nel 1499 e morto a Mantova il 1° Novembre 1546, è stato un architetto e pittore italiano, importante e versatile personalità del Rinascimento e del Manierismo.
Fu un artista completo come era normale per un artista di corte che doveva occuparsi di ogni aspetto legato alla residenza e alla vita di rappresentanza del proprio signore dovendo anche fornire modelli grafici per arazzi, opere scultoree e oggetti in argento, coordinando collaboratori e artigiani.
La sua vita si può dividere in due periodi: quello in cui visse a Roma e quello in cui visse a Mantova.
ROMA
Fin da giovane fu l’allievo più dotato e uno tra principali collaboratori di Raffaello Sanzio all’interno dell’affollata bottega. Collaborò con il maestro nelle sue grandi imprese pittoriche come gli affreschi della villa Farnesina, delle Logge e delle Stanze Vaticane.
Già nel 1513-1514 la mano di Giulio è riconoscibile in alcuni affreschi eseguiti da Raffaello nella Stanza dell’Incendio di Borgo quali l’Incendio di Borgo, in particolare nelle erme a monocromo incoronate da foglie di alloro che reggono il cartiglio sopra il capo degli imperatori, affrescate nel prospetto inferiore delle pareti.
Nel periodo intorno al 1518 sono documentati i suoi primi disegni di architettura, in particolare di studi di angoli per il
Palazzo Branconio dell’Aquila che Raffaello progettò per farne dono a un amico lasciando allo stesso Giulio la piena libertà nella creazione del cortile interno.
MANTOVA
Il suo primo incarico a Mantova fu di occuparsi del cantiere della villa di Marmirolo (distrutta) e successivamente gli fu affidata la realizzazione di un casino fuori delle mura della città, in una località chiamata Te, dove il marchese Federico II aveva delle scuderie.Giulio Romano realizzò un grandioso edificio a metà tra il palazzo e la villa extraurbana conosciuto come Palazzo Te, utilizzando, per affrescarlo, numerosi aiuti, tra cui, per esempio, Raffaellino del Colle. Il lavoro di Giulio Romano dedicato a Palazzo Te, lo vide impegnato per dieci anni a partire dalla fine dell’anno 1525. Subì frequenti pressioni del marchese committente affinché si procedesse più speditamente. Il 2 aprile del 1530 a Giulio Romano fu affidata la regia di una festa in onore dell’imperatore Carlo V ospite del prossimo duca Federico II .
Nel decennio 1530-1540, si occupò di molteplici progetti tesi a trasformare Mantova secondo le ambizioni dei Gonzaga.
Quando Vasari lo visitò nel 1541, trovò un uomo ricco e potente.
Il suo status gli consentì di realizzare per sé un palazzo nel centro di Mantova, denominato oggi la casa di Giulio Romano.
PALAZZO TE
Costruito tra il 1524 e il 1534, a Palazzo Te si mescolano varie funzioni: abitativa, di svago, di ospitalità, di intrattenimento e di rappresentanza.
La facciata principale posta a est è la cosiddetta Loggia Grande, caratterizzata dall’ingresso sormontato da un timpano, con tre grandi aperture a serliana su colonne binate.
Gli altri prospetti sono caratterizzati da lesene doriche lisce poste ad interassi diversi secondo un ritmo complesso e da un possente bugnato liscio e rustico, alternanza questa che concorre a creare uno squilibrio anticlassico, caratteristica del nuovo linguaggio architettonico manierista.
Nel cortile interno, scandito da semicolonne doriche sormontate da una possente trabeazione, i timpani spezzati sono ulteriori elementi mirati a suscitare stupore.
Nella Sala dei Giganti viene applicato uno sperimentalismo illusivo, raffigurando figure grottescamente deformate e il crollo di enormi architetture, così da dare l’impressione a chi vede l’opera di essere sepolto sotto le rovine e risucchiato dal gorgo musivo del pavimento.
SALA DEI GIGANTI
L’ambiente, eseguito in via definitiva tra il 1532 e il 1535, narra la vicenda della Caduta dei Giganti, tratta dalle Metamorfosi di Ovidio.
La camera è la più famosa e spettacolare del palazzo, sia per il dinamismo e la potenza espressiva delle enormi e tumultuose immagini,in maniera tale che la pittura non abbia altri vincoli spaziali se non quelli generati dalla realtà dipinta.
Giulio Romano infatti interviene per celare gli stacchi tra i piani orizzontale e verticale:
smussa gli angoli tra le pareti, gli angoli tra le pareti e la volta e realizza un pavimento, costituito da un mosaico di ciottoli di fiume che prosegue alla base delle pareti.
Con questo stupefacente artificio unitario e illusionistico, l’artista intende catapultare lo spettatore nel vivo dell’evento in atto, per produrre in lui stupore e sensazione di straniamento.
La scena è fissata nel momento in cui dal cielo si scatena la vendetta divina nei confronti degli sciagurati giganti che, dalla piana greca di Flegra, tentano il vano assalto all’Olimpo, sovrapponendo al massiccio dell’Ossa il monte Pelio.
Giove, rappresentato sulla volta con in pugno i fulmini, abbandonato il trono, scende sulle nuvole sottostanti, chiama a sé l’assemblea degli immortali e, assistito da Giunone, punisce i ribelli: alcuni dei giganti vengono travolti dal precipitare della montagna, altri sono investiti da impetuosi corsi d’acqua.
La scena, in origine, era resa ancora più drammatica dal bagliore delle fiamme prodotte da un camino realizzato sulla
parete tra le finestre.
Il pavimento, ideato da Paolo Pozzo, risale al secondo Settecento.
PESCHERIE DI GIULIO ROMANO
Le Pescherie di Giulio Romano (o Loggia di Giulio Romano) sono un edificio storico di Mantova.
Edificate nel 1536 su progetto dell’architetto di palazzo Te, erano dedicate al commercio del pesce.
La costruzione era costituita da due porticati ad archi tondi nel tipico bugnato giuliesco, con attico sovrastante dove si aprono finestre rettangolari incorniciate da lesene.
Le pescherie erano poste ai lati del ponte di epoca medievale che scavalcava il Rio, corso d’acqua che attraversa la città di Mantova dal lago Superiore al lago Inferiore.
Erano altresì collegate alle Beccherie, il macello pubblico realizzato negli stessi anni sempre su disegni di Giulio Romano tra i ponti delle Pescherie e di San Silvestro.
Il macello fu però demolito nel 1872, creando un passaggio pedonale sotto il quale è stata salvaguardata una lunga fila di colonne, residua testimonianza dello splendido edificio progettato da Giulio Romano.
Verso la fine del secolo XIX anche le Pescherie furono ristrutturate perdendo la loro originaria funzione.
Published: May 15, 2019
Latest Revision: May 15, 2019
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