Lettera a un’amica
Ehi Cate!,
sono di nuovo qui a scriverti una nuova lettera, tu sei sempre al mio fianco e hai in ogni momento la voglia di sopportarmi e di starmi vicina. Cerco di ricambiare tutte le tue attenzioni, ma non mi sembra mai di fare abbastanza, vorrei averti sempre vicino a me! Toccare i tuoi capelli biondi e profumati, guardare i tuoi occhi magnifici mentre mi racconti tutto ciò che ti succede per me è una grande felicità. Tu sei l’unica persona che mi rende felice solo con la tua presenza. Sono felice di averti conosciuta perché sei unica, sei speciale per quello che sei! Mi piacciono pure i tuoi difetti, anche se secondo me non ne hai!
Adesso che ti ho trovata non ti lascerò più andare, perché come ti ho detto molte volte, tu sei il mio tutto! Ti ringrazio per tutto ciò che abbiamo passato insieme, per gli scherzi, per i pomeriggi che abbiamo trascorso insieme, per le serate che senza di te sarebbero state malinconiche, ma soprattutto per i giorni noiosi di scuola, che con un tuo sorriso hai reso speciali! Ti prometto che sarò sempre al tuo fianco ad aiutarti per ogni minima cosa!
Con tanto amore Alby!
Albiona
La mia cara amica
Oggi parlerò di questo mio caro amico Yahya.
Lo conosco da otto anni e la prima cosa che mi ha colpito di più è stato il suo carattere: quando deve fare qualcosa di impegnativo di solito è sbrigativo e superficiale, ma è molto disponibile con gli amici. Un giorno sono andato con lui al foro, se qualcuno mi infastidiva lui gli rispondeva in un modo “simpatico”, anche perché conosceva tutti. Io ritengo che sia una persona positiva perché in classe fa sempre qualcosa per riuscire a strappare un sorriso ai compagni, facendo però arrabbiare i professori perché a volte fa scherzi un po’ indesiderati. Una volta, nell’ora di tecnologia, stavo bevendo un succo all’ACE e lui, con un movimento molto veloce, mi ha preso il contenitore tirandomelo addosso e bagnandomi tutto.Non era sua intenzione bagnarmi perché pensava che lo avessi finito, invece il contenitore era ancora pieno: questa storia è finita con una risata. A volte mi fa arrabbiare perché mi ruba i materiali scolastici, ma solo per scherzo, poi me li riporta sempre. Nonostante tutto ciò ritengo che sia una brava persona.
Un amico aiuta sempre a sollevare il morale nei momenti più difficili; con un amico ci si confida e Yahya, anche se è molto diverso da me, ha degli aspetti del suo carattere che lo rendono importante e, forse proprio per questa sua diversità lo ricerco perché mi completa.
10 marzo 2019 Alessandro Taioli
UN AMICO, UN’AVVENTURA
“Marco,passami la palla” “Tieni, ma non sbagliare!”.
Allora lui tira e, con un bellissimo canestro, vinciamo la partita e torniamo finalmente primi nel campionato regionale di basket. Mi stavo cambiando nello spogliatoio quando mi si avvicina Luigi: “Grande,bel passaggio è stato anche merito tuo, ti va di incontrarci al parco domani?” “Certo, perchè no!”
È un bravo ragazzo, Luigi, davvero tenace: non si arrende finché non raggiunge i propri obiettivi, riesce a risollevare il morale dei compagni abbattuti dopo partite andate male e quando sembra che siano ormai perse.
Quando siamo in svantaggio Luigi ci incita:” Ancora non è finita, non abbattiamoci e non demordiamo, possiamo ancora farcela”.
Mi sono incamminato per andare al parco dove incontro Luigi e decidiamo di mangiare un gelato. “È tardi” dice Luigi: “Torniamo a casa, andiamo alla fermata e prendiamo il bus che è qui all’angolo” “Ok”. Saliamo sull’autobus e, per miracolo, troviamo dei posti per sederci. Da quel momento abbiamo iniziato ad utilizzare i cellulari. Poco dopo mi scrive mia mamma: “Ciao, tra quanto torni?” Allora alzo la testa per guardare lo schermo che proietta l’ordine delle fermate e mi accorgo che siamo saliti sull’autobus sbagliato. All’improvviso mi si spegne il telefono. Scendiamo dal bus. Allarmati, cerchiamo qualcuno per chiedere informazioni, ma, sfortunatamente, non si vedeva anima viva. Ad un tratto Luigi si incammina: “Luigi, ma dove stai andando?!” “Tranquillo, so come tornare a casa!”. Decido dunque di seguirlo. “Che tensione!” “Stai calmo Marco, sono sicuro che riusciremo a tornare a casa! Sai che una volta mi sono trovato nella stessa situazione, solo che ero con un altro amico ed ero dall’altra parte della città, pensavo che non ce l’avremmo mai potuta fare, ma, nella testa mi si accese una lampadina: avevo Google maps sul cellulare! Il mio amico si arrabbiò moltissimo, gli avevo fatto prendere davvero un grande spavento.” “ Peccato che hai il cellulare scarico” mi dice.
Passiamo per ponti pericolanti, camminiamo su strade malridotte, inciampiamo su innocenti sassolini e finiamo a faccia in giù nelle pozzanghere, davvero un brutto spettacolo!
Di punto in bianco vediamo una casa che mi sembra familiare, molto familiare, fin troppo direi. Giriamo l’angolo e vediamo mia mamma arrabbiata nera.
Non so come farò a sopravvivere questa settimana!!
Da questa esperienza ho capito che l’amicizia è rispetto e fiducia per l’altro. Nella vita ci sono dei momenti di difficoltà e, per fortuna, ho un amico al mio fianco a supportarmi.
Amin
Lettera a un’amica
8 aprile 2019
Cara Sara,
ci sono tante cose che ti vorrei raccontare:la prima cosa che volevo dirti è che ti considero la mia migliore amica e ci sono tanti motivi. Ti trovo molto diversa rispetto alle altre amiche ed è per questo che ti apprezzo molto .La diversità è l’elemento fondamentale di un’amicizia perché se fossimo tutti uguali non avremmo qualcosa di speciale che ci caratterizza.Ti conosco solo da due anni ma mi sembra di conoscerti da tanto tempo, è come se io conoscessi tutta la tua vita e tu la mia.
Sei sempre stata al mio fianco in qualsiasi situazione bella o brutta e mi hai sempre aiutato nei momenti più difficili: i tuoi suggerimenti sono sempre stati preziosi.
Il nostro legame è e sarà per sempre forte: è come se tra di noi ci fosse una forte catena basata sulla lealtà ,la sincerità e la diversità. Niente e nessuno potrà mai distruggere la nostra amicizia. Tu mi capisci sempre quando sono demoralizzata: vieni da me e mi consoli finché non ritorno ad essere felice. Ogni minuto o secondo che sto con te mi sembra di essere in paradiso e mi dimentico di tutte le mie sofferenze,paure e anche dei problemi ed è per questo che sei molto preziosa per me come il diamante.
Ti ricordi di quando avevo creduto che ti fossi dimenticata il mio compleanno, ma non era vero perché ti eri dimenticata solo del regalo? Ti risposi che non era importante più della tua presenza. Il giorno dopo me lo portasti e fui così felice che mi scesero alcune lacrime per la grande felicità. Non sono mai stata così felice ,così contenta e così fortunata ad avere una persona come te. Alcune volte litighiamo per degli stupidi motivi, ma o l’una o l’altra capisce di aver commesso un errore e ci perdoniamo a vicenda.
C’è tanto da dire su di te, ma le parole non bastano per descrivere la tua generosità o la bellezza dei tuoi capelli lisci e biondi come la seta, anche se mi dici sempre che tu vorresti avere i miei capelli. I tuoi occhi sono lucenti come le stelle che nel buio illuminano l’oscurità. Non ti devi mai sottovalutare o disprezzare perché ognuno di noi ha una bellezza diversa interiore che non si vede, ma è nel nostro cuore.
Ti ringrazio per tutto quello che hai fatto con me in questi anni e ricordati solo due cose: non sei mai stata da sola perché sono sempre stata al tuo fianco come tu per me e non esisterei se tu non esistessi.
Ti voglio un mondo di bene.
A presto
scrivimi appena puoi
La tua carissima amica Anfale.
p.s: non vedo l’ora di rivederti
Una notte da non dimenticare
La notte di Halloween del 2018 è una delle avventure che non ci scorderemo mai. Quella sera il cielo era buio e costellato. Nella via del nostro amico di Torre del Moro, presi dalla noia decidemmo di fare degli scherzi suonando il campanello delle case per poi scappare via.
Dopo aver suonato in alcune case, pensando di non essere stati scoperti ci siamo messi a parlare tranquillamente.
Dopo circa quindici minuti intravvedemmo un motorino venire verso di noi.
Quindi decidemmo di nasconderci dietro a delle macchine.
Vedendo che il guidatore stava minacciando e tirando calci ad un nostro amico ci impaurimmo a tal punto che alcuni si misero a piangere e a scappare via a gambe levate.
Scappando, alcuni ragazzi si ritrovarono da soli ad affrontare il guidatore del motorino.
Per fortuna prima che le cose degenerassero, arrivarono i genitori che calmarono il conducente, chiarendo l’accaduto.
Parlando con questa persona anziana,( chi è?) scoprimmo che abitava in una delle case in cui avevamo fatto lo scherzo del campanello.
Dopo aver chiarito la situazione, il vecchietto tornò a casa lasciandoci impauriti a bocca aperta.
Il giorno dopo i nostri genitori venendo a sapere dell’accaduto ci sgridarono.
Questo ci ha fatto capire che nei momenti piú difficili gli amici ci sono sempre e su di loro possiamo fare affidamento per essere rincuorati o ricevere aiuto.
Giornata in montagna
Era una giornata d’inverno, io la mia famiglia e un mio amico eravamo andati in montagna per fare una camminata .
Eravamo appena arrivati alla nostra meta.
Io e il mio amico non sapevamo come trascorrere il tempo e per questo motivo andammo a chiedere ai nostri genitori se potevamo fare un giro da soli.
Il mio amico si chiama Luca, c’è sempre stato per me anche se ultimamente ci siamo un po’ allontanati frequentando due scuole diverse.
La sua è stata un’esperienza veramente orribile perché veniva chiamato con termini molto offensivi; siccome è una persona con un carattere molto debole ha deciso di cambiare scuola e farsi nuove amicizie .
Io e il mio amico decidemmo di giocare a nascondino nel bosco lì vicino dove ci eravamo accampati. Ad un certo punto, dopo che lui si era nascosto cominciai a preoccuparmi: era passata circa mezz’ora e non lo riuscivo più a trovare, così mi misi ad urlare per chiamarlo ma lui non rispondeva, in quel momento mi preoccupai seriamente e per questo motivo mi precipitai dai miei genitori per esprimere loro l’accaduto. Dopo un’ora iniziammo a sentire una voce conosciuta e corremmo a verificare se era lui. Lo trovammo seduto su un albero, scese e ci raccontò che aveva smarrito il sentiero e, non sapendo come fare, decise di fermarsi e aspettare che lo trovassero.
Per fortuna tutto finì senza brutte conseguenze.
Nonostante questa disavventura abbiamo trascorso dei giorni fantastici.
Dopo questo episodio, il nostro legame di amicizia si è rinforzato e, da quel giorno, non ci siamo mai più separati.
Vincenzo Borruso
Mattia Marri
La sciata malefica
Il 6 Marzo ,io,la mia famiglia e Luca, un mio amico ,siamo partiti in macchina per arrivare in montagna .Di solito solo io e i miei genitori andiamo a sciare ,ma questa volta si è aggiunto anche Luca ,perché i suoi genitori hanno fatto un viaggio di nozze ,che sarebbe durato un paio di giorni .
Luca c’è sempre stato fin da quando eravamo bambini e mi aiutava in situazioni di difficoltà .
La notte io,la mia famiglia e Luca abbiamo dormito in una baita. E’ interamente costruita in legno; al suo interno ci sono alcune stanze da letto, un grande camino e piccole finestre che si affacciano sul bosco innevato e permettono di guardare le alte montagne. La mattina dopo ci siamo svegliati con lo sfrigolare del bacon cucinato in padella da mio babbo .Una vera delizia. Finito di far colazione ci siamo preparati per andare a sciare . Era il momento di partire e, senza paura, abbiamo iniziato con Luca a sciare .
Presa la seggiovia abbiamo cominciato a pensare a quali piste fare . Siamo scesi con gli sci quando, ad un certo punto ,il mio amico mi ha visto cadere .
Luca e i miei genitori erano preoccupati che mi fossi slogato la caviglia ,ma secondo me non era niente di grave ed era la stessa cosa che mi hanno detto i dottori , ma per questo episodio dovemmo tornare a casa .
Iniziai a sentirmi male perchè per colpa mia, avevamo finito una fantastica e indimenticabile vacanza in montagna .
Sono contento che Luca si sia preoccupato per me perché ha dimostrato di tenere molto a me e alla nostra amicizia.
Boschi
Un pomeriggio diverso dal solito
Era un normalissimo pomeriggio d’estate, ero con un mio amico di nome Abd Rman.
Abd Rman è un ragazzo molto simpatico e gentile, ma davvero timido, infatti quando qualcuno gli rivolge la parola lui arrossisce.
Volevamo fare una semplice passeggiata in piazza come sempre.
Stavamo passando davanti ad una casa abbandonata quando lui ebbe ľidea di fare una gara di corsa.
A quel punto sentimmo uno strano rumore provenire dalla casa, io preso dal panico lanciai qualcosa verso la finestra.
Non capii subito cosa avevo colpito, ma non ci misi molto a rendermene conto:dalla casa uscì una persona dall’aspetto un po’ inquietante: aveva gli abiti strappati, e sembrava davvero molto arrabbiato perché iniziò a urlare contro di noi.
Iniziò a rincorrerci lungo tutto il viale ma per fortuna riuscimmo a scappare via.
Alla sera, ripensando all’accaduto abbiamo riso molto .
Per me l’amicizia é proprio questo: rimanere uniti nonostante tutto.
El Attab
Una giornata indimenticabile
Ero al parco con i miei amici, stavamo chiacchierando del più del meno poi, visto il caldo, decidemmo di andare a casa per giocare ai videogame per parecchio tempo, poi quando ci stufammo andammo in giardino a giocare a calcio, ma dopo un po’ dovemmo smettere perché facevamo troppo rumore ed evidentemente disturbavamo i vicini. Decidemmo dunque, visto l’esilarante conclusione dell’altra sera, di andare a suonare il campanello del signore che abitava in fondo alla via. Il giorno prima, infatti, eravamo andati a suonare a casa di un signore, che si affacciò dalla finestra e ci guardò con aria di sfida. “Dlin dlon!” suonammo al campanello e subito corremmo lontano, come se non ci fosse un domani. Uno degli amici che era con me, Lorenzo, è molto strano, vivace e a volte come in questo caso fa cos’è un po’ così. Lorenzo è un tipo un po’ strano, bravo e con un ciuffo biondo che risalta all’occhio. Lui si veste in modo provocante e spesso con vestiti firmati. Non per caso fu lui a suonare il campanello in entrambe le situazioni. Visto che il signore non ci inseguiva, decidemmo di tornare a casa. Ma nel momento più inaspettato uno con la moto, andò verso Luca cercando di dargli un calcio, e gli chiese con un tono spaventoso se fosse stato lui a suonare il campanello. Intanto noi cercammo di nasconderci ma io non ce la feci allora lui, vedendo che ero lì, mi venne addosso con la moto, ma io fortunatamente riuscii a schivarlo. Successivamente scese dalla moto, e mi fece la stessa domanda che fece a Luca e io come lui negai. Dopo, siccome eravamo vicini alla casa di Lorenzo uscì suo zio, e il signore se ne tornò a casa. Io chiamai i miei amici che si erano nascosti dicendo loro che se n’era andato. Secondo me questa esperienza ci è stata utile per capire che non va bene suonare i campanelli agli sconosciuti ma allo stesso tempo è stata paurosa perché a un certo punto ho creduto veramente che il signore ci poteva investire. Secondo Lorenzo è stato divertente vederlo arrabbiato, ma lui non essendo stato preso di mira non può capire cosa abbiamo provato io e Luca. Questa disavventura ci ha reso più consapevoli, l’amicizia è fatta di unione, di solidarietà, per rimanere insieme anche nei momenti più paurosi e difficili.
Fabio
Lettera a un amico 2 aprile 2019
Caro Lorenzo,
ti ricordi quella volta in cui avevamo deciso di andare al fiume a Premilcuore con le nostre famiglie?
Spesso ci penso perché è stata una giornata piena di avventure.
Il momento più bello è stato quando ci siamo buttati da una roccia molto alta in acqua, ed era gelata. Io e te abbiamo deciso di fare una prova di resistenza per vedere chi si riusciva a tuffare più volte di seguito e io ho vinto, mi ricordo che tu non riuscivi ad accettarlo ma alla fine la rabbia per non aver vinto la gara ti è passata e hai continuato a scherzare con me.
Sono sicuro che da quel momento siamo diventati amici più stretti, vorrei rifarlo e divertirmi ancora di più.
Ricordo sempre con piacere i momenti che abbiamo trascorso insieme.
Ti ricordi di quella volta in cui mi hai invitato a dormire a casa tua e per divertirci ci siamo messi a lanciare palline di carta igienica bagnate assieme ai tuoi fratelli sulle case di fronte, e poi la mattina seguente i vicini si sono arrabbiati cercando i colpevoli? Purtoppo, essendo l’unica famiglia con tanti ragazzi, hanno incolpato subito tua mamma, che all’oscuro di tutto ci è venuta a chiedere spiegazioni sulla faccenda e noi che facevamo i finti tonti assieme ai tuoi fratelli ce la siamo scampata. È stata la serata più bella di sempre.
Con affetto
Samuele
Lettera a un’amica 1 aprile 2019
Cara Mariam,
sei la persona più simpatica che conosca, e sembra ieri che ci siamo incontrate.
Sei la cosa più importante (dopo il mio fratellino ovviamente), e non vorrei mai perderti. Adoro quando fai le battute, mi piace il tuo carattere forte e deciso e mi piace il fatto che non ti fai raggirare da nessuno.
Ricordi quella volta che quella persona ti ha insultata e tu hai reagito dicendogliene di tutti i colori!
Insieme abbiamo passato momenti belli e imbarazzanti, come quella volta in cui in piscina quando stavo per affogare anche se l’acqua non era profonda; ero talmente impaurita che me ne sono accorta dopo. Tu hai riso tantissimo e io mi sono sentita in imbarazzo per la scena.
Ricordi di quella volta che abbiamo mangiato talmente tanto che stavi per morire?
Ti adoro, senza di te non sarei io.
Non ti dimenticherò mai.
Tua
Maimouna Diom
Un’esperienza estrema!
Un soleggiato lunedí di primavera ero con Lorenzo e Manuele, due miei amici. Lorenzo è un ragazzo di media statura, è agile e scattante ed è una persona con cui sto molto bene perché mi aiuta sempre quando sono in difficoltà. Manuele si impegna molto a scuola e ottiene ottimi voti, ma ama anche l’avventura perché si diverte a fare escursioni nei boschi e non teme nulla.Finita la mattinata a scuola ci siamo incamminati verso la via di fronte e abbiamo deciso di scavalcare il muretto di una casa che sembrava abbandonata.
Dopo averlo scavalcato eravamo convinti che non succedesse nulla, ma, cominciai a provare una strana sensazione:mi sentivo spaventato perché temevo di essere sorpreso.
Era una casa molto sporca; aveva un prato bagnato, probabilmente perché aveva piovuto il giorno prima; le mura erano diroccate e, in certi punti, il muro era completamente distrutto.
E pensare che avevamo scavalcato quel muro solo per accorciare di tre minuti il tragitto per tornare a casa.
Dopo aver ripetuto la stessa azione per tre giorni, ho litigato con i miei due amici ed ero molto arrabbiato perché non volevo scavalcarlo ma ero tentato di farlo…
Passammo molto velocemente per quella strada, ma alla fine il proprietario della casa ci intimò:“Che cosa state facendo?? Non passate mai piú altrimenti provvederó!”.
Io risposi anche per i miei amici:”Scusi ci sentiamo in colpa.”
Il mio amico Lorenzo e sua madre lo conoscevano quel signore perché lo avevano giá visto alcune volte al supermercato e così abbiamo deciso di non andare piú a casa sua.
Dal quel momento ho capito che era meglio non introdursi nelle case degli altri ma che dovevo fare la strada piú lunga.
Tutt’ora non ho raccontato ai miei genitori l’accaduto perché se lo facessi si arrabbierebbero molto e mi metterebbero in punizione.
La cosa più importante in un’amicizia è che bisogna fidarsi del compagno, ma è importante anche pensare con la propria testa perché non sempre ciò che ci viene proposto è giusto e questa esperienza che ho raccontato lo dimostra.
Luca Maraldi
TRACCIA: Una situazione di pericolo vissuta con un amico.
L’AVVENTURA AL FIUME
Avevo deciso con mia sorella e le mie amiche Nicole e Beatrice di andare al fiume,perchè faceva caldo e anche perchè io e mia sorella non eravamo mai state lì.
Partimmo la domenica mattina anche se era una giornata nuvolosa . Passammo dal Ponte Vecchio e poi ci intrufolammo nel bosco . Io e mia sorella eravamo preoccupate per vari motivi: prima di tutto perché non sapevamo la strada e poi perché ero molto spaventata dal momento che c’erano siringhe ovunque. Inoltre una mia amica mi aveva detto che lì si drogavano molte persone.
Arrivammo nei pressi di due incroci, la mia amica Beatrice chiese a me e a mia sorella se volevamo andare nella parte più alta del fiume o nella parte bassa, noi per prudenza decidemmo di andare in quella bassa.
Arrivammo al fiume e ci tuffammo subito. Fu una mattinata molto divertente, ma quando tornai a casa mio padre ci scoprì e ci mise in punizione per un mese.
Da questa esperienza ho imparato molte cose, la prima fra tutte che non devo andare in posti pericolosi e, soprattutto,senza farlo sapere ai genitori.
Penso che mio padre abbia fatto bene a mettermi in punizione ,perchè in quel fiume era già successa una vicenda in cui un ragazzo era rimasto incastrato nelle rocce ed era morto affogato.
Penso che ogni genitore si preoccuperebbe per il proprio figlio.
Da quel giorno ho cambiato il mio rapporto con Beatrice perchè ho capito che se avessi continuato a farmi influenzare da lei avrei continuato a fare cose pericolose. Dal parlarci sempre siamo passate a non parlarci quasi mai e la nostra amicizia ormai non esiste più.
Marieme
UNA PARTITA CON UN AMICO ( Mohamed)
Un tardo pomeriggio d’estate , io e i miei fratelli andammo a giocare a calcio nel parco Per Fabio. Trovate circa quindici persone abbiamo formato le squadre ; mi sono avvicinato a Lorenzo, un compagno della mia squadra che ancora non conoscevo e abbiamo iniziato a conoscerci.
Lui è magro, alto e agile,la sua corporatura è slanciata e snella e le sue gambe erano agili e scattanti. Ha un carattere sempre allegro , anche se a volte sa essere troppo orgoglioso e risulta un po’ antipatico.
Dopo aver iniziato la partita mi sentii subito scattante e ottimista e scartai due avversari consecutivi ma non riuscii con successo a tirare quindi passai il pallone a Lorenzo che lo prese ma tirò in modo scoordinato facendolo finire fuori. Di conseguenza mi infuriai selvaggiamente con Lorenzo dicendogli: “ Guarda prima di tirare la palla, se facciamo così pediamo di sicuro la partita” e gli chiesi di non tirare più in quel modo . Durante l’azione successiva la partita continuò e passai il pallone al mio compagno; lui avanzò nell’area di rigore e segnò. La mia felicità esplose in un grido di esultanza; da quel momento misi tutta la forza che avevo e mi impegnai al massimo, correndo velocemente e scartando un avversario feci gol di scivolata ricevendo gli applausi di tutti.
La partita non terminò qui,il compagno più forte della squadra avversaria scartò me e Lorenzo, si avvicinò all’area di rigore e segnò. La partita stava per terminare : mancava un solo gol per vincere. Con tutta la forza che mi rimaneva in corpo superai due avversari,arrivai davanti al portiere per fare gol ma lui parò e lanciò la palla al compagno che fece gol.
Questa giornata è stata molto emozionante non solo perchè ho giocato a calcio, ma anche perchè io e Lorenzo ci siamo aiutati a vicenda.
E’ bello sapere che si può fare affidamento su un compagno che gioca con te, sentire che c’è fra noi sintonia e collaborazione, che i miei sforzi si uniscono ai suoi e che insieme facciamo squadra.
L’amicizia è proprio questo: un gioco di squadra.
Il mio migliore amico
Io e Filippo ci conosciamo da tre anni, la prima volta che ci siamo incontrati è stato il primo giorno di scuola.
Mi ricordo come se fosse ieri: ero emozionata quando ho visto la mia classe in cerchio nel cortile della scuola, purtroppo non conoscevo nessuno dei miei nuovi compagni.
Filippo al primo anno non mi dava importanza più di tanto, ma al secondo ci siamo conosciuti meglio e a me stava comunque simpatico.
I capelli lunghi e castani nascondono occhi azzurri come il cielo e la pelle chiara li fa risaltare ancora di più, mentre la bocca sottile e sempre sorridente mette in risalto il suo carattere sempre allegro e gioioso.
Ha un carattere un molto vivace perché non riesce mai a stare fermo, infatti durante le lezioni ride sempre. Una volta mi sono arrabbiata perchè faceva lo stupido e non era il caso, certe volte esagera e questo mi dà fastidio.
La cosa che mi piace più di lui è che è molto sincero, anche se a volte la verità mi può dar fastidio: non esita a dirla perché è una persona schietta e crede che sia giusto fare così.
Tutte le volte che litigo con altri miei amici con lui mi dà conforto, ogni volta che sono triste mi tira su il morale e per questo io lo considero un migliore amico.
Con lui posso parlare tranquillamente di tutto, perché sono sicura che non dirà niente a nessuno perché è una persona affidabile.
Non abbiano tante cose in comune, ma questo ci rende la nostra amicizia ancora più speciale perché secondo me in un amico ci incuriosisce la sua diversità che ci completa.
Di solito ci piace truccarci e, anche se è un maschio gli piace mettersi il mascara, e questo lo rende ancora più stupido.
La sua voce quando canta è meravigliosa, ogni volta che c’è l’ora di musica lui sta sempre vicino al prof a cantare.
Insieme abbiamo creato una coreografia per il saggio di fine anno.
Il suo sogno è quello di diventare un bravo ballerino e un ottimo cantante.
Io sono felice perché l’anno prossimo andremo nella stessa scuola, al Macrelli, e sono contenta che non sarò sola e ci sarà lui a tirarmi su di morale come sempre.
Alunna Avasiloaie Nicoleta Laura
Tutor: Fabbri Giovanna
Il campo a pagamento ( Francesco Pio)
Era un caldo giorno di agosto e decisi di andare in piscina con i miei amici. Arrivati appoggiammo gli zaini e andammo a fare un bagno. Ci divertimmo nuotando e salendo l’uno sulle spalle dell’altro. Usciti dall’acqua ci venne fame e ci recammo al bar della piscina per fare merenda. Prendemmo un gelato e ci inchiacchierammo per un po’ di tempo. Dopo aver parlato ci venne voglia di giocare a calcio, e insieme, ci recammo al campo. Arrivati notammo che sulla porta d’ingresso c’era un cartello con scritto “Campo a pagamento, vietato l’accesso ai non autorizzati”. Dopo averlo letto riflettemmo sul fatto di entrare o no. Ero con il mio amico Lorenzo: è un ragazzo biondo, piuttosto basso, snello, e ama mettersi nei guai; gli piace vivere situazioni avventurose e sentire l’adrenalina nel corpo. Ad un certo punto infatti disse: “Ma dai entriamo, tanto non ci scoprirà nessuno!” Ci pensammo un po’ su e decidemmo di entrare. Aprimmo la porta e vedemmo un vasto campo di erba sintetica. Ci dividemmo in due squadre e cominciammo a giocare a calcio. Fu una partita tranquilla fino a quando non sentimmo aprire la porta. Da lontano vedemmo una grande ombra che pian piano avanzava verso di noi. Subito smettemmo di giocare e cominciammo a fissarla. Era un signore alto e robusto, e, appena varcò la soglia della porta, ci guardò male e ci raggiunse per venire a controllare se avevamo il timbro sulla mano, ma nessuno di noi l’aveva.
A quel punto con un tono arrogante ci disse di uscire immediatamente dal campo. Così uscimmo e tornammo a fare il bagno in piscina. Una bella, ma paurosa esperienza. In questa situazione mi sono reso conto di aver seguito l’idea di Lorenzo e di non aver pensato che non era il caso di farlo: essere amico di qualcuno non significa farsi condizionare dalle sue scelte solo perché è risoluto e convincente, ma pensare prima di tutto con la propria testa per evitare di mettersi nei guai.
Tema: la mia migliore amica ( Sofia Buzzone)
Otto anni fa conobbi colei che sarebbe diventata la mia migliore amica.
Il suo nome è Asia, ha tredici anni, la sua particolarità sono i suoi occhi indescrivibilmente belli. Quando li guardo mi sento un marinaio che naviga in mare aperto da giorni, ove in lontananza riesce finalmente a urlare:”Terra!!”. Ebbene sì, ha un occhio azzurro e uno con una sfumatura marroncina come il cioccolato. Ha capelli lunghi e biondi che splendono come l’oro.
Non è solo bella esteticamente, ma anche caratterialmente: nei momenti di sfogo e di difficoltà è sempre lì vicino a me a tirarmi su e a risollevarmi. Mi aiuta anche nelle nuove amicizie, quando sono presenti persone per me nuove, mi isolo un po’, ma quando lei se ne accorge mi chiama e inizia a scherzare con me e con tutti gli altri. Insomma con lei non mi annoio mai.
Un ricordo divertente è stato sicuramente quello in cui, dopo una giornata, tornammo a casa e ci facemmo maschere al viso stranissime e mai viste prima, come quella al veleno di vipera.
Insieme il prossimo anno frequenteremo un istituto professionale di moda, il suo sogno (ma anche il mio) è quello di diventare una stilista e di disegnare abiti per marchi importanti. Un sogno molto diverso di quello che aveva da piccola. Sognava con tutto il cuore di fare la parrucchiera e ogni giorno mi diceva che quando avrebbe imparato a padroneggiare le forbici, mi avrebbe fatto acconciature mai viste prima e capelli di colori impensabili.
Quando eravamo piccole sognavano di vivere in una villa gigantesca, di lusso come delle vere principesse, nel nostro sogno c’era un’enorme piscina e quaranta cani con cui passavano le lunghe giornate.
Io e lei siamo inseparabili, è come se ci conoscessimo da sempre e per questo resteremo per sempre migliori amiche .
Sophia Buzzone tutor: Giovanna Fabbri
Una fantastica giornata
In una splendida giornata, di sei anni fa, finita la scuola, la mia migliore amica Martina mi invitò a casa sua. Martina è una persona solare e molto vivace; una cosa che mi colpisce di lei è la sua doppia personalità: da una parte è molto seria e sa aiutarmi nelle decisioni importanti, ma dall’altra è molto spericolata e un po’ pazzoide. Da quando la conosco non è cambiata affatto, soprattutto nell’aspetto fisico: ha ancora i suoi grandi occhi verde smeraldo e nel suo viso sono ancora ben evidenti le sue guance paffutelle. Il suo più grande desiderio da quando era piccola, è quello di essere famosa e la cosa che non sopporta di più al mondo è dover condividere la passione per la stessa persona. Tutto è cominciato quando siamo andate in giardino e abbiamo trovato in un grande campo un teschio di capra ricoperto di terra. Così abbiamo voluto ricreare la scena del crimine e abbiamo iniziato dal bosco. Mentre ci incamminavamo abbiamo sentito dei rumori inquetanti provenire alle nostre spalle. Dallo spavento non abbiamo avuto il coraggio di andare avanti, così siamo corse indietro, ma per non farci mancare nulla siamo inciampate su una radice e siamo cadute su una pozzanghera sporcandoci dalla testa ai piedi. Per tornare a casa ci siamo messe dei sacchetti di plastica sulle scarpe, siamo salite in camera, ma sfortunatamente… ci siamo cambiate in fretta e furia per andare a cenare e, mentre stavamo mangiando, la sorellastra di Martina prese le patatine e le immerse nella Coca-Cola. La cosa ci disgustò. Dopodiché abbiamo fatto un pigiama party e ci siamo raccontate i nostri segreti. È passato molto tempo, ma quella giornata non la dimenticherò mai.
Martina Masciulli
Published: Apr 14, 2019
Latest Revision: Apr 14, 2019
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