SU UNO SPUNTONE DI ROCCIA APPESA AL CIELO, DA SOLO, SENZA NESSUNO CON CUI FARE AMICIZIA …
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…VIVEVA UNO.
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UNO ERA L’ULTIMO SOPRAVVISSUTO DELLA SUA SPECIE. LA SUA ASTRONAVE, IN ROTTA PER CHISSÀ DOVE, AVEVA AVUTO UN GUASTO E UNO ERA ATTERRATO SUL PRIMO PIANETA A PORTATA DI GALASSIA, PROPRIO IN CIMA ALLA MONTAGNA.
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DA ALLORA ERA RIMASTO SOLO E NON SI RICORDAVA PIÙ IL SUO VERO NOME, PERCHÉ “UNO” ERA IL NOME CHE GLI AVEVANO DATO TUTTI.
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ERA COSÌ CHE LO CHIAMAVANO OGNI VOLTA CHE PROVAVA A CHIACCHIERARE CON LORO, A GIOCARE CON LORO, A STARE CON LORO. – SPIACENTI, MA TU NON SEI COME NOI TUTTI. NON SEI DEI NOSTRI. SEI UNO DIVERSO.
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UNO SAPEVA DI ESSERE “UNO” PERCHÉ LO DICEVANO TUTTI, ANCHE SE PROVAVA IN TUTTI I MODI A ESSERE COME TUTTI GLI ALTRI, TUTTI I GIORNI … SALUTAVA CON UN ENORME SORRISO, MENTRE DALL’EMOZIONE IL SUO VISO DIVENTAVA DEI COLORI DELL’ARCOBALENO, DICENDO: “CIAO, AMICI, COME VA?”
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SI VESTIVA CON ABITI SGARGIANTI, DI TUTTI I COLORI, DI TUTTE LE STAGIONI, TUTTI ASSIEME.
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FACEVA I DISEGNI, TANTI, CHE ATTACCAVA SULLE PARETI DI TUTTA LA SCUOLA. BEVEVA LE BIBITE CON LA CANNUCCIA DAL NASO.
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GIOCAVA A PALLONE A MODO SUO, FACENDO SEMPRE GOAL NELLA RETE DELLA PROPRIA SQUADRA, MAI IN QUELLA AVVERSARIA.
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INSOMMA, PER QUANTO SI IMPEGNASSE, TUTTI GLI DICEVANO: – UNO, MA SEI PROPRIO DIVERSO DA NOI TUTTI!
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COSÌ UNO, TUTTI I GIORNI, RITORNAVA TRISTE E SCONSOLATO ALLA SUA ASTRONAVE, CHE DONDOLAVA AL VENTO, LASSÙ, SULLO SPERONE DELLA MONTAGNA.
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SI PREPARAVA IL TÈ CON TRENTA VASSOI DI PASTICCINI, LEGGEVA QUALCHE LIBRO E POI SI METTEVA A DORMIRE, ABBRACCIANDO IL SUO PELUCHE PREFERITO. FINO ALL’ INDOMANI, QUANDO AVREBBE DI NUOVO PROVATO A ESSERE COME TUTTI.
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UNA NOTTE, PERÒ, MENTRE SI STAVA PREPARANDO PER ANDARE A LETTO, SENTÌ UN FORTE RUMORE DI FERRAGLIA E UN BOTTO.
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USCÌ DI CORSA E VIDE CHE PROPRIO ACCANTO ALLA SUA ASTRONAVE NE ERA ATTERRATA UNA PIÙ PICCOLA, MOLTO MALCONCIA E RUMOROSA. – OH, MAMMA … CHISSÀ CHI CI SARÀ?
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PER LA PAURA SI PRECIPITÒ SOTTO LE COPERTE, CHIUDENDO BENE A CHIAVE LA PORTA. MENTRE TREMAVA, ABBRACCIATO AL SUO PELUCH, SENTÌ BUSSARE ALLA PORTA.
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UNO, CHE AVEVA UNA GRAN PAURA MA ERA ANCHE CURIOSO, DECISE DI ALZARSI A GUARDARE DALLO SPIONCINO. SÌ, C’ERA QUALCOSA O MEGLIO …
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… QUALCUNO! ERA LA CREATURA PIÙ BIZZARRA CHE AVESSE MAI VISTO, CON TANTE LUCETTE CHE SI ACCENDEVANO E SPEGNEVANO A INTERMITTENZA.
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SICURAMENTE ARRIVAVA DA UNA GALASSIA ANCORA PIÙ LONTANA DELLA SUA. UNO SOCCHIUSE LA PORTA.
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– CIAO AMICO! MI CHIAMO QUALCUNO, PIACERE DI CONOSCERTI. POSSO ENTRARE? SONO PROPRIO STANCO E AFFAMATO – DISSE LO STRANO ESSERE, ALLUNGANDO LE ZAMPE, CHE FORSE ERANO PINNE OPPURE ALI SQUAMOSE …
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– NEANCHE PER SOGNO! – URLÒ SPAVENTATO UNO, CHIUDENDO IN FRETTA LA PORTA.
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“BRRR … È LA CREATURA PIÙ DIVERSA E STRAVAGANTE CHE ABBIA MAI INCONTRATO! “ PENSÒ UNO, DI SOTTO LE COPERTE, STRETTO AL SUO PELUCHE.
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QUEL “BRRR” ERA DOVUTO UN PO’ ALLA PAURA, MA SOPRATTUTTO AL FREDDO. SOFFIAVA INFATTI UN FORTE VENTO DI TRAMONTANA CHE FACEVA DONDOLARE LA SUA ASTRONAVE E QUELLA DEL NUOVO ALIENO COME DUE ALTALENE DEL PARCO.
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DA LÌ A POCO SAREBBE SCOPPIATA UNA TREMENDA TEMPESTA DI NEVE. FUORI, IL VENTO ULULAVA, MENTRE DENTRO LA TESTA DI UNO, ANCHE SE BEN COPERTA DAL CUSCINO, UNA PAROLA CONTINUAVA RIECHEGGIARE: “ AMICO”.
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IL BUFFO PICCOLO ALIENO LO AVEVA CHIAMATO PROPRIO COSÌ. TUTTI LO CHIAMAVANO “UNO”. NESSUNO LO AVEVA CHIAMATO MAI “AMICO” … SI RICORDÒ DEL FREDDO CHE SENTIVA DENTRO, OGNI VOLTA CHE TUTTI LO EVITAVANO.
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A UNO SCESE UN LACRIMONE E POI FU LUI A SCENDERE DAL LETTO, DI CORSA, PER APRIRE AL SUO NUOVO AMICO.
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– ASPETTA. RIMANI, NON ANDARTENE! NON SEI COME ME, MA SEI QUALCUNO. SE TI FA PIACERE, PUOI RIMANERE QUI PER QUESTA NOTTE. FORZA, ENTRA! NON VORRAI MICA CONGELARE? – GRAZIE, GRAZIE! – DISSE QUALCUNO. – LA MIA ASTRONAVE È VOLATA VIA CON IL VENTO.
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UNO AFFERRÒ LA ZAMPA-PINNA-ALA DI QUALCUNO E, ABBRACCIANDOLO STRETTO, LO ACCOLSE A CASA SUA. – SEI TANTO DIVERSO E BUFFO, QUALCUNO, MA HAI UN CUORE CHE BATTE PROPRIO COME IL MIO!
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DA QUEL GIORNO UNO EBBE QUALCUNO DI CUI ESSERE AMICO. DIVENNERO DAVVERO AMICI PER LA PELLE, PER LE PINNE E PER LE ALI TUTTI INSIEME.
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UNO E QUALCUNO SALUTAVANO CON UN ENORME, GIGANTESCO SORRISO, MENTRE DALL’EMOZIONE I LORO VISI DIVENTAVANO DEI COLORI DELL’ARCOBALENO, DICENDO: “CIAO, AMICI COME VA?”
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SI VESTIVANO CON ABITI SGARGIANTI, DI TUTTI I COLORI, DI TUTTE LE STAGIONI, TUTTI INSIEME.
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FACEVANO I DISEGNI, TANTI, CHE ATTACCAVANO SULLE PARETI DI TUTTA LA CITTÀ.
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BEVEVANO LE BIBITE CON LA CANNUCCIA.
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GIOCAVANO A PALLONE A MODO LORO, FACENDO SEMPRE GOAL NELLA RETE DELLA PROPRIA SQUADRA, MAI IN QUELLA AVVERSARIA …
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RIDEVANO COME MATTI PERCHÉ INSIEME SI DIVERTIVANO DA MATTI. TUTTI INIZIARONO A GUARDARLI IN MODO DIVERSO: UNO E QUALCUNO NON SONO UGUALI, MA VANNO D’ACCORDO E SONO PROPRIO AMICI.CHE FORZA!
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PIANO PIANO L’ASTRONAVE COMINCIÒ A ESSERE UN PO’ STRETTA, MA MOLTO PIÙ FELICE. TUTTI INIZIARONO A FARE VISITA A UNO, PORTANDO CHI UN SORRISO, CHI DEI LACCI DA SCARPE ANNODATI, CHI UN PALLONE BUCATO, UN DOLCETTO BRUCIACCHIATO, UNA SUPER CANNUCCIA ROTANTE O UN ABBRACCIO.
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TUTTI DONI DIVERSI PERCHÉ OGNUNO DEI TUTTI ERA UNICO E STRAORDINARIO, COME UNO E QUALCUNO. E NESSUNO AVEVA PIÙ PAURA DI FARE COSE DIVERSE, COME UNA GIRAVOLTA, DIPINGERSI DI COLORI, SALTARE NELLE, POZZANGHERE O SBAGLIARE UN TIRO IN PORTA.
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QUANDO IN UNA NOTTE GELIDA QUALCUNO SCESO DA UNA NAVICELLA BUSSAVA ALLA PORTA DELL’ASTRONAVE CHE SI TROVAVA LASSÙ, SU UNO SPUNTONE DI ROCCIA APPESA AL CIELO …
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… NON DISSERO MAI CHE NON POTEVA STARE LÌ PERCHÉ NON ERA IL SUO POSTO O ERA UNA CREATURA DIVERSA DA LORO …
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… MA AGGIUNGEVANO UN LETTINO, UN PELUCHE, UNA TAZZA DI TÈ, TRENTA VASSOI DI PASTICCINI.
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STRINGENDOSI UN PO’, PER FARGLI SPAZIO, DICEVANO : – SU, RACCONDACI DI TE …
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AMICO!
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Published: Apr 6, 2019
Latest Revision: Mar 15, 2020
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