Negli ultimi 10 anni la percentuale di bambini e giovani tra i 6 e i 15 anni che non vanno a scuola è diminuita: oggi l’11,5 % dei bambini in età scolare – pari a 123 milioni – non frequenta la scuola, nel 2007 erano il 12,8% – ovvero 135 milioni.
I bambini che vivono nei paesi più poveri del mondo e nelle zone di conflitto sono colpiti in maniera sproporzionata.
Dei 123 milioni di bambini che non frequentano le scuole, il 40% vive nei paesi meno sviluppati e il 20% in zone di conflitto.
Le guerre continuano a minacciare – e a invertire – i progressi fatti nel settore dell’istruzione.
Secondo l’UNICEF, nei 10 Stati con i più alti tassi di esclusione dall’istruzione elementare, ben 18 milioni di bambini non vanno a scuola (quasi 2 su 5).
La Liberia ha la più alta percentuale, con quasi i due terzi dei bambini in età di scuola primaria che non frequenta le lezioni, il secondo paese con la percentuale più alta è il Sud Sudan, con il 59% ed 1 scuola su 3 chiusa a causa del conflitto.
Afghanistan (46%), Sudan (45%), Niger (38%) e Nigeria (34%) sono tra i primi 10 paesi con i più alti tassi di esclusione dalla scuola elementare: ciò significa che emergenze umanitarie e crisi prolungate stanno spingendo i bambini fuori dalla scuola.
Anche se non rientra nei 10 paesi con il più alto tasso di bambini esclusi dall’istruzione, la Siria ha 2,1 milioni di bambini in età scolare (5-17 anni), che non vanno a scuola e ulteriori 600.000 bambini siriani che vivono come rifugiati nella regione risultano esclusi dalla scuola.
In Italia è sconosciuto non solo il suono della campanella d’inizio lezione ma persino l’edificio scolastico. In Calabria, i Carabinieri hanno denunciato 165 nuclei familiari che non hanno iscritto i propri figli alle scuole dell’obbligo. Le motivazioni? In base agli accertamenti effettuati dai militari, sono molteplici spesso aggravate da condizioni socio-economiche difficili in cui i minori sono vere risorse per la famiglia che li avvia a saltuari lavori piuttosto che alla gestione quotidiana di mansioni di controllo su fratelli più piccoli.
Ma la mancata frequenza o l’abbandono del percorso di studi è un serio problema che affligge molte Regioni del Sud Italia anche se con delle insospettabili aree del Centro-Nord. Ma chi abbandona lo studio o non inizia neppure? I maschi o le femmine?
Secondo i dati del Ministero dell’Istruzione la maggiore propensione all’abbandono scolastico, è da parte degli alunni di sesso maschile ed è particolarmente evidente nelle aree più disagiate del paese: per la scuola secondaria di I° grado, la differenza è particolarmente elevata soprattutto in Sicilia, Sardegna, Campania e Calabria; per la scuola secondaria di II grado oltre alla Sicilia, alla Sardegna, Calabria e alla Puglia spiccano, a sorpresa, anche le Marche e la Liguria.
Gli obiettivi principali per l’Unicef sono:
Obiettivo 1 – Dimezzare povertà e fame
- Dimezzare povertà e fame.
- Istruzione primaria universale.
- Pari opportunità ed empowerment femminile.
- Ridurre la mortalità infantile.
- Migliorare la salute materna.
- Combattere HIV/AIDS, malaria e altre malattie.
- Assicurare la sostenibilità ambientale.
- Una partnershipglobale per lo sviluppo.
Obiettivo 2 – Istruzione primaria universale
Nel 2008 più di 100 milioni di bambini in età di scuola primaria non frequentavano la scuola, e il 52% di loro era costituito da bambine.
Dei 100 milioni di bambini in età di scuola primaria che, secondo le stime, non frequentano la scuola, circa 70 milioni vivono nei 33 paesi colpiti da conflitti armati.
Solo 12 paesi e territori in via di sviluppo presentano tassi di frequenza della scuola secondaria pari o superiori al 90%.
Published: Apr 1, 2019
Latest Revision: Apr 1, 2019
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