L’intervista: l’aiuto offerto dalla polizia di Stato by monica giunchi - Ourboox.com
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L’intervista: l’aiuto offerto dalla polizia di Stato

  • Joined Mar 2019
  • Published Books 26

Intervista al Sovrintendente Capo della Polizia di Stato Antonio Santoro

La polizia postale svolge un ruolo fondamentale nel controllo della rete e nell’intercettazione di persone che compiono reati.

Pertanto,abbiamo deciso di intervistare il Sovrintendente Capo della Polizia di Stato per chiedergli quale ruolo svolge la Polizia nel controllo della rete per la sicurezza dei cittadini e quali sono i maggiori rischi che si corrono navigando.

1.Quali sono i diversi rischi della rete? Quali secondo lei sono i più pericolosi?
I pericoli nella rete sono molteplici e tutti possono essere pericolosi, in base al tipo di vittima che colpiscono.
Ce ne sono di “generici”, come ad esempio un virus, che possono compromettere l’uso del nostro pc senza crearci troppi “danni”, ma che se rivolti ai server di una grossa azienda possono cancellarne dati importanti e comprometterne la stabilità.

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Altri rischi della rete riguardano le truffe alle persone meno esperte, come gli anziani, perpretate attraverso il phishing.
Questo fenomeno è messo in atto con l’invio di una falsa mail della banca, che richiede le credenziali di accesso al proprio conto corrente.
Una volta inserite, queste vengono “rubate” e utilizzate dai truffatori per compiere operazioni bancarie a nome della persona truffata.
A mio avviso però, i più pericolosi rimangono i rischi legati ai giovani perchè non riescono a chiedere aiuto agli adulti ed inoltre non sono in grado di reagire in modo opportuno.

Mi riferisco soprattutto al cyberbullismo, dove la “vittima” è presa di mira da un bullo (o da un gruppo di bulli), all’adescamento online, in cui chi viene preso di mira per timidezza o vergogna non trova il coraggio di denunciare le molestie e non riesce a chiedere aiuto perchè si sente abbandonato dagli amici che osservano disinteressati.

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2.Pensa che le nuove tecnologie abbiano incentivato l’uso delle parole “ostili”? In che modo?
Anche se le parole “ostili” sono sempre esistite, sicuramente le nuove tecnologie hanno incentivato il loro diffondersi.
Negli anni passati, un certo tipo di linguaggio era utilizzato solo da un ristretto gruppo di persone.
Le nuove tecnologie invece, offrono la possibilità di diffondere certe terminologie in modo rapidissimo, anche ad una parte di persone che non avrebbero nemmeno voluto utilizzarle.
Basti pensare ad un ragazzo con 1000 follower (chi non ha 1000 follower?), che mette frasi o immagini “ostili” nella propria pagina Instagram.
Quest raggiungeranno “immediatamente” ed “indiscriminatamente” tutte le 1000 persone che lo seguono.

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3.L’uso delle emoji o della punteggiatura è importante in una conversazione/ commento?
Le emoji permettono di arricchire il testo di un messaggio, esprimendo, graficamente, lo stato d’animo della persona.
Sono utili per far capire all’interlocutore, ad esempio, che una frase è detta in tono scherzoso e che quindi deve essere interpretata come una battuta.
Ci però sono alcune considerazioni da fare.
Non tutti conoscono il significato di alcune emoji e quindi a volte le stesse “aggravano” il fraintendimento di una frase.
Altre volte vengono interpretate come un segno di falsità dell’interlocutore che “scrive una cosa, ma con la faccina me ne vuole dire un’altra”.
La soluzione migliore rimane sempre quella del dialogo.

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4.I social condizionano i ragazzi in modo positivo o negativo? Perchè?
I social condizionano i ragazzi nella vita quotidiana, riempendo quasi completamente tutto il loro tempo libero.
Se da un lato rappresentano uno strumento di isolamento del ragazzo, chiuso in camera a scorrere freneticamente centinaia di pagine di Instagram, Facebook, Tik Tok, ed altre centinaia di social network, dall’altra possono rivelarsi utili per mantenere le amicizie con persone lontane, comunicare con compagni di scuola su attività scolastiche, organizzare delle uscite con amici, ecc.
Come per ogni altro strumento di lavoro o di comunicazione, l’importante rimane sempre il modo in cui si utilizzano i social.

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5.Quali sono i vantaggi o gli svantaggi di questi?
I vantaggi dei social sono legati alla velocità di diffusione dell’informazione che si vuole condividere e al numero di persone che sono istantaneamente raggiunte.
E’ bello poter condividere con altri un momento importante della propria vita, o una emozione.
Con una foto simpatica si può regalare un sorriso ad una persona che in quello stesso momento sta attraversando un periodo difficile.
Gli svantaggi sono rappresentati dal cattivo utilizzo che si fa dei social network.
La pagina di Instagram può mostrarci una situazione allegra, un momento di vita di un ragazzo, ma può anche essere utilizzata per diffondere messaggi scorretti o per attaccare altri ragazzi con insulti, foto e commenti inappropriati.
Occorrerebbe “educare” tutti ad un corretto utilizzo dei social network, fin da bambini, in modo da comprenderne l’utilità e la pericolosità e imparando così a gestirli.

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6.Perchè secondo lei i giovani non si fanno scrupoli a farsi e poi inviare foto osè? Sono gravi le conseguenze?
Questo è un modo “moderno” di trasgredire alle regole “dei grandi”.
I giovani non si fanno scrupoli a inviare foto “osè”, soprattutto perchè nella maggior parte dei casi si inviano foto “particolari”, tra ragazzi che hanno tra loro una relazione affettuosa, confidando nell’intimità del loro rapporto.
In questo caso non si pensa mai alle conseguenze che questa foto può avere nel futuro.
Nella giovane età, sono pochi i rapporti che si consolidano in modo duraturo, quindi il fidanzato a cui si è inviata una certa foto, dopo qualche tempo può non esserlo più e tornare così ad essere una persona qualunque, in possesso di foto osè della propria ex, che magari lo ha lasciato per il suo migliore amico, e verso cui nutre perciò un forte risentimento.
Le conseguenze possono essere gravi.

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La foto può essere utilizzata per ricattare la vittima, per colpirla con atti di cyberbullismo o per creare falsi account, a lei riconducibili, sui social network.
La legge, in questo caso, punisce la divulgazione di foto e video senza il consenso della persona ritratta, quindi, tramite la Polizia Postale, si potrebbe richiedere la rimozione di alcuni contenuti dai social e la punizione del colpevole, ma se il materiale è stato condiviso tra numerose persone è molto probabile che diverse copie dello stesso rimangano “nascoste” in diversi dispositivi, per poi ricomparire dopo tempo, in qualche altra pagina di social network.

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7.Cosa si potrebbe fare per istruire i ragazzi sui pericoli della rete?
Il modo migliore per istruire i ragazzi è quello di renderli consapevoli, fin da bambini, dei pericoli che si corrono attraverso un uso non appropriato dei social network.
Esattamente come si fa per l’educazione stradale, con lezioni all’asilo sul riconoscimento dei messaggi che il semaforo ci vuole mandare attraverso i suoi colori, che continuano nell’arco della vita scolastica, fino alle scuole superiori con vere e proprie lezioni di educazione stradale, così anche per i social network bisognerebbe intraprendere un percorso graduale, di educazione, che inizi con la “scoperta” dei dispositivi di comunicazione, per continuare, nel corso della vita scolastica, con lezioni di insegnamento al loro corretto uso, ai pericoli della rete, ricevendo, in ultimo, alcuni consigli sui canali di difesa da attivare in caso di problematiche legate ai social (professori, genitori, amici) e sulle armi di difesa che la legge ci mette a disposizione.

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8.Quali sono le cause e le conseguenze dell’uso sbagliato della rete?
Le cause di un uso sbagliato della rete derivano soprattutto da una non consapevolezza dei pericoli che essa nasconde. Condividere foto e video senza essere consapevoli che gli stessi non saranno più rimovibili, può causare gravi danni.
Le persone che utilizzano i social network per attaccare un compagno più debole, spesso non si rendono conto del male che gli stanno provocando, delle conseguenze psicologiche a cui lo stanno esponendo, ed ignorano le conseguenze di carattere penale ai cui potrebbero andare incontro.

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