SI PUO’ MORIRE DI CYBERBULLISMO? by monica giunchi - Ourboox.com
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SI PUO’ MORIRE DI CYBERBULLISMO?

  • Joined Mar 2019
  • Published Books 26

MORIRE DI CYBERBULLISMO

Inquietante e dolorosa è la storia di Carolina Picchio che, come molte altre ragazze/i, si è trovata vittima dei social network.

Era una ragazza così solare, simpatica e gentile che tutti le volevano bene.

Carolina era andata ad una festa e i suoi amici la inducono a bere alcol e la fanno ubriacare.

Sotto l’effetto dell’alcol perde il controllo di sè, e alcuni compagni fanno finta di avere rapporti sessuali con lei filmando tutto con un cellulare.

Il giorno dopo l’accaduto Carolina non si ricordava nulla.

Tutti i suoi “amici” presenti alla festa hanno negato di averla ripresa e di aver caricato il video sui social, eppure il video  l’hanno visto tutti.

Carolina si vergogna tantissimo e non sopporta l’idea che tutti l’abbiano vista in quelle condizioni; arriva ad un limite, non riesce più a sopportare una pressione psicologica di quel tipo fino ad arrivare al gesto estremo di togliersi la vita.

Prima di uccidersi, Carolina scrive questo messaggio: “ Le parole fanno più male delle botte. Ma a voi non fanno male? Siete così insensibili?”

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Il padre ha rilasciato alcune interviste e in una di queste ha spiegato tutta la storia della figlia assieme a tutti i compagni di classe di Carolina.

Alcuni dei suoi amici sono intervenuti e l’hanno ricordata come una persona solare e allegra, altri invece si sono mostrati più distaccati dicendo che era solo una compagna di classe. Tuttavia, è troppo tardi, il rimpianto non serve più a niente, lei non c’è più ed è morta per la crudeltà dei compagni e per una sua fragilità che non le ha permesso di affrontare la situazione senza farsi travolgere dagli eventi.

La storia di questa ragazza ci deve fare capire quanto i ragazzi siano “cattivi “ nel web, perché dietro a uno schermo è più facile umiliare e prendere in giro la vittima.

C’è il gusto sadico di approfittarsi di un momento di debolezza o di difficoltà di una persona con l’intento di ridicolizzarla; tutto è voluto, è fatto di proposito e questa è la cosa che si fa fatica ad accettare. Non si riesce a mettersi nei panni dell’altro, della vittima, non c’ la minima empatia  e, con leggerezza, una ragazza viene data in pasto alle belve con un video che diventa virale.

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RECENSIONE DEL FILM “Cyberbulli”

REGISTA: Charles Bimame

ATTORI E PERSONAGGI:

Emily Osment: Taylor

Kay Panabaker: Samantha Caldone

Kelly Rowan: Kris Millrdge

Son Mclaren: Scott Ozsik

Meagan Rath: Cheyemme Mortenson

Jade Massocine: Caleb

Robert Naylor: Erik Millirdge

Ronda Louis: Becca

NOME PRODUTTORE: Jesse Prupass

LOGO DI PRODUZIONE: USA

ANNO DI PRODUZIONE: 2011

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Questo film è la storia di una ragazza, Taylor, anzi una giovane liceale, molto attiva sui social.

Per questo sua mamma decide di regalarle un computer nuovo così, Taylor, entusiasta per la sua indipendenza sul web crea un nuovo profilo su un social molto conosciuto dai ragazzi della sua età e lo utilizza per “chattare” con Scott, uno dei ragazzi più popolari della scuola per cui lei ha una cotta.

Purtroppo Taylor inizia ad essere vittima di cyberbullismo  e viene tradita proprio dalle persone a lei più care come il fratello Erik e la sua migliore amica Samantha.

Tutte le persone che la incontrano la umiliano e la insultano,la situazione diventa insostenibile e Taylor tenta il suicidio, però, grazie all’intervento della madre, riesce a recuperare la voglia di vivere e di superare le sue difficoltà.

Tuttavia, è ancora molto scossa perchè ha scoperto che è stata Samantha ad incitare gli altri ragazzi a prenderla in giro.

Taylor si è sentita tradita da tutti coloro che la circondano e riesce a sentirsi meglio solo quando, un giorno, Samantha ammette, in una intervista per un giornale, il terribile errore che aveva commesso.

Così Taylor diventa ancora più forte ed affronta tutti i bulli che cercarono di umiliarla reagendo alle loro minacce e offese.

I personaggi che entrano in azione sono diversi ed ognuno risulta ben caratterizzato:Taylor è la protagonista ed è una liceale; è una bella ragazza

, è riservata, introversa e sensibile, per questo si rifugia nel mondo dei social network dove si sente a suo agio e meno intimorita dagli altri.

Samantha, invece, è la migliore amica della protagonista.

Ha un carattere riservato ed insicuro, per questo tradisce Taylor, vuole sentirsi al centro delle attenzioni, anche se a farne le spese sarà la sua migliore amica.

Scott è il compagno di classe per cui Taylor ha una cotta ed è il ragazzo più popolare della scuola.

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Il tema trattato, come si è capito dalla trama, è il cyberbullismo adolescenziale simile al bullismo.

Sui social, e quindi dietro ad uno schermo, risulta evidente come è più facile umiliare e deridere le altre persone senza un motivo vero e proprio.

Le parole feriscono più dei pugni perché  ti impediscono di sentirti al sicuro anche a casa.

Il cyberbullismo va affrontato e non bisogna vergognarsi di chiedere aiuto.

Io in questo film mi sono molto identificata con la protagonista, infatti anch’io mi sono a volte sentita presa in giro e allo scoperto e penso che tutte le umiliazioni e le prese in giro non siano facili da affrontare da soli, bisogna chiedere aiuto ai genitori o agli amici più stretti, anche se non sempre sono affidabili. Infatti nel film è proprio la migliore amica, Samantha, a tradire Taylor, creando un account falso sui social e schierandosi con i cyber-bulli.

Certamente la cosa peggiore che si può fare è quella di chiudersi in se stessi e di pensare di farla finita perché non si vede una via di uscita.

Non bisogna arrendersi mai, Taylor è stata fortunata perché Samantha si è accorta dell’atto che stava per compiere, ma se non se ne fosse accorta? Come sarebbe andata a finire?

Taylor sarebbe morta, e purtroppo la cronaca ci ha reso noto che i suicidi per cyberbullismo sono diventati abbastanza frequenti.

I social e la rete sono una grande comunità che sa includere, mettere in relazione e far incontrare persone anche a distanza, ma sa, allo stesso stesso tempo escludere e mettere alla gogna. E sentirsi presi di mira davanti agli occhi di tutti, per alcuni ragazzi particolarmente deboli e insicuri, può diventare una condanna a morte.

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