INDICE
Microscopio
Membrana cellulare
Nucleo
Mitocondri
Ribosomi
Reticolo endoplasmatico
Apparato del Golgi
Vacouli
Parete cellulare
Cloroplasti
Lisosomi
Van Leeuwenhoek
Camillo Golgi
Rosalin Elsie Franklin
“IL MICROSCOPIO È ….
uno strumento che permette all’occhio umano, per mezzo di più lenti, di osservare immagini ingrandite di oggetti molto piccoli, rendendo visibili particolari altrimenti non visibili
Il MICROSCOPIO (dal greco: μικρόν (micron) piccolo e σκοπεῖν (skopein) guardare) è uno strumento che consente di risolvere e ingrandire oggetti di piccole dimensioni per permetterne l’osservazione.
Utilizza la Radizione luminosa per INGRANDIRE e RISOLVERE le immagini.
INGRANDIRE = ottenere l’immagine ingrandita di un oggetto;
RISOLVERE = aumentare il potere risolutivo dell’occhio umano, cioè aumentare la capacità di distinguere i dettagli dell’immagine. Il POTERE RISOLUTIVO è una caratteristica
fondamentale di un microscopio.
Può essere: ottico, e quindi basato sull’osservazione nell’ambito dello spettro elettromagnetico della luce visibile,
|
STORIA di uno strumento
La scoperta del potere di ingrandire le immagini, posseduto da particolari superfici era noto fin dall’antichità, ad esempio Nerone (molto miope) utilizzava uno smeraldo come lente per poter osservare i combattimenti dei gladiatori.
Il Primo trattato di ottica: Alhazen (Bàssora, 965 – Il Cairo, 1038) è uno dei più importanti e geniali scienziati del mondo islamico è considerato l’iniziatore dell’ottica moderna. A lui si deve il primo trattato di ottica, in cui viene descritto come nell’occhio umano il cristallino formi un’immagine sulla retina
Il Primo microscopio semplice è datato 1595 è’ costituito soltanto da un tubo con una piastra per l’oggetto da osservare ad un’estremità e, all’altra, da una lente “obiettivo” in grado di dare un ingrandimento di circa dieci al massimo venti volte la dimensione reale.
Anton van Leeuwenhoek (1632-1723) E’ i padre della microscopia. Comiciò come apprendista in un emporio di stoffe dove le lenti erano usate per osservare la trama delle stoffe. Costruì molti microscopi, circa 550 esemplari, costituiti di una sola, piccolissima lente biconvessa. Oggi, nove di questi , sono conservati in vari musei, il migliore di questi ,ha un potere di ingrandimento di circa 270 diametri.
Spallanzani, nel 1773 scoprì, grazie al microscopio di Lyonnet, i tardigradi e la loro capacità di morire e “risorgere” più volte: quel fenomeno noto oggi come anidrobiosi. Questa scoperta è stato uno dei più importanti rompicapo della biologia del settecento.
Per trovare il Microscopio Ottico inteso come sistema composto di lenti, bisogna aspettare fino al 1600 per trovare le prime testimonianze di strumenti con queste caratteristiche. Probabilmente la realizzazione dei primi esemplari è avvenuta simultaneamente ad opera di vari studiosi ed artigiani, in maniera assolutamente indipendente e seguendo percorsi differenti.
“ET PERCHÉ IO FO ANCHE MENTIONE DI QUESTO NUOVO OCCHIALE DI VEDER LE COSE MINUTE, ET LO CHIAMO MICROSCOPIO “
Punto di partenza per la loro costruzione sono stati probabilmente i i telescopi di cui Galileo era un esperto conoscitore. Nel 1624 Galileo Galilei realizzò per un amico, un “occhialino” capace di ingrandire l’immagine fino a 35 volte, e
dotato di lente convergente. Battezzato in seguito dall’amico di Galileo Giovanni Faber, con il nome di microscopio.
dotato di lente convergente. Battezzato in seguito dall’amico di Galileo Giovanni Faber, con il nome di microscopio.
Microscopio di Robert Hooke (1635-1702/3), grande scienziato inglese e abilissimo inventore di strumenti scientifici, concepì un tipo di microscopio con notità importatissime nel sistema ottico, nel più sofisticato apparato di illuminazione e nello stativo.
Hooke pubblicò a Londra , nel 1665, il primo vero studio compiuto attraverso l’uso del microscopio . Il trattato si occupava dell’anatomia degli insetti , ma l’importantssima
scoperta, nel sughero, di quelle cavità, separate da pareti, che chiamò ‘cells’ (cellule).
Ai primi microscopi composti, però mancavano ancora i moderni sistemi di correzione delle aberrazioni, in particolare di quella cromatica, quindi le prime immagini ottenute erano brutte di scarsa qualità
Giovan Battista Amici ( professore di matematica presso Università di Modena Reggio Emilia) 1825 si dedicò alla costruzione di strumenti ottici realizzando numerosi microscopi e telescopi di altissima qualità. Introdusse l’uso di obiettivi ad immersione, per accentuare l’ INDICE DI RIFRAZIONE del microscopio e aumentare il potere di risoluzione della strumento.
“Padre” della moderna microscopia, fisico tedesco ERNST ABBE che , cooperando con la casa costruttrice ZEISS avviò la
produzione di ottiche per microscopia di elevata qualità, ancora oggi largamente utilizzate.
La membrana è costituita principalmente :
- da un doppio strato di fosfolipidi
- proteine e glucidi, in forma di glicoproteine e glicolipidi,
- molecole di colesterolo che stabilizzano la membrana cellulare.
A)I fosfolipidi hanno una testa idrofila (amica dell’acqua ) e due lunghe “code “ idrofobe (nemiche dell’acqua ), questa membrana è semipermeabile , svolge un’importante funzione selettiva, impedendo alle sostanze dannose di penetrare all’interno della cellula, assicurando così l’integrità biochimica del citoplasma.
B) Le proteine di membrana si distinguono tra integrali, se attraversano completamente il doppio strato, e periferiche se lo penetrano solo parzialmente o vi sono poggiate sopra.
L’immagine che rappresenta le proteine è quella di un nastro avvolti a elica.
Le proteine di membrana, oltre ad avere un ruolo strutturale, svolgono diverse funzioni. Possono agire infatti come:
- enzimi;
- recettori per il riconoscimento tra cellule;
- proteine di trasporto.
FUNZIONI DELLA MEMBRANA CELLULARE SONO:
– determina i contorni della cellula e dei suoi componenti
– protegge la cellula
– trasmissione di messaggi chimici
– costituire siti di specifiche funzioni = RECETTORI DI MEM
– controlla e regola l’entrata e l’uscita di sostanze buone o cattive
Ciò permette alle molecole fosfolipidiche di formare “bolla” dove le code non sono a contatto con essa l’ambiente acquoso.
Le sostanze idrofobe (come lipidi ,ormoni), e molecole molto piccole (come acqua e anidride carbonica) riescono ad attraversare la membrana liberamente. Ioni e molecole polari, invece, possono attraversare la membrana solo grazie a meccanismi specifici.
Il nucleo è un organulo di forma sferica che può essere paragonato a un archivio dove sono conservate le informazioni della cellula: decide, dirige e organizza tutte le sue funzioni.
Il nucleo è una struttura così importante che i biologi suddividono le cellule in due grandi categorie quelle in cui è assente (cellula procariota), oppure presente (cellula eucariota)
Il Nucleo è quindi un compartimento cellulare dove è custodito il DNA (il materiale genetico), che si organizza in strutture particolari: i cromosomi.
1)DOPPIA MEMBRANA: è costituita da fosfolipidi ed è formata da due parti come dice le parola stessa: la membrana interna, che definisce l’area nucleare e quella esterna. Questo involucro non è continuo infatti, in alcuni punti presenta delle aperture chiamate pori nucleari.
2)SPAZIO PERINUCLEARE: è lo spazio tra membrana interna ed esterna.
3)INVOLUCRO NUCLEARE: è una specie di barriera che racchiude il nucleo.
4)LAMINA BASALE:aiuta a dare la forma al nucleo e si divide in tre tipi: lamina A, B, C.
5) NUCLEOLO: è privo di membrana, serve alla costruzione dei ribosomi ed è facilmente identificabile all’interno del nucleo.
6) normalmente, le lunghissime molecole di DNA sono stipate insieme ad alcune proteine in una forma aggrovigliata , formano la cromatina . Quando la cellula sta per dividersi, la cromatina si addensa formando i CROMOSOMI che hanno la forma di bastoncello, nei quali sono presenti le informazioni genetiche.
Nel nucleo avvengono:
- la duplicazione del DNA
- la sintesi dell’RNA.
IL DNA
Il DNA è un acido DesossiriboNucleico che viene definito il grande libro della vita. Contiene tutte le informazioni per definire le nostre caratteristiche; è il prezioso volume che tramanda le informazioni di generazione in generazione.
La struttura del DNA a doppia elica è stata descritta per la prima volta nel 1953 dall’americano Watson e dall’inglese Crick premiati con il Nobel; che elaborarono il loro modello anche grazie alle scoperte di una ricercatrice Rosalind Franklin. Essa scoprì per prima che esistevano due forme di DNA: la forma A (secca e disidratata) e la forma B ( bagnata e idratata).
Luis Pauling (un concorrente di Rosalind), aiutato da Wilkins (ex collega di Rosalind) fece passare delle foto dalla concorrente per sue rubandole il merito, in particolare la foto 51.
Il DNA e le cellule procariote e eucariote
In tutte le cellule procariote il DNA cellulare si trova sotto forma di una singola molecola circolare, in questo caso si dice che la cellula possiede un solo cromosoma.
In tutte le cellule eucariote il DNA è invece suddiviso tra 2 o più cromosomi i quali sono contenuti in un nucleo circondato da una membrana, il numero dei cromosomi non cambia , resta cioè costante , quando la cellula si divide.
Le cellule umane contengono 2 serie di 23 cromosomi omologhi. Ogni cromosoma contiene una molecola di DNA a doppia elica.
I mitocondri hanno forma variabile ma solitamente tondeggiante, simile a un fagiolo e non è possibile distinguerli al microscopio ottico perchè hanno un diametro variabile da 1 a 6m, presenti a centinaia nelle cellule. Si pensa che derivino per evoluzione da antichissimi batteri inglobati nelle cellule primitive. I mitocondri hanno un’altra importante caratteristica: sono la sola struttura della cellula, oltre al nucleo, a contenere materiale genetico (DNA). Il DNA mitocondriale è relativamente scarso, paragonabile alla quantità che troviamo nei virus, ed è costituito da molecole circolari, organizzate in raggruppamenti distinti nella matrice del mitocondrio, ancorate alla membrana interna.
Il DNA mitocondriale contiene il codice genetico necessario per la sintesi di alcune proteine che si trovano esclusivamente all’interno del mitocondrio. Altra importante caratteristica dei mitocondri è quella che non di poter essere costruiti dalla cellula ma derivano
dalla divisione di altri mitocondri.cellula ma derivano dalla divisione di altri mitocondri.
Sono rivestiti da una doppia membrana:
- La membrana interna che si estende nella matrice formando delle pieghe dette creste mitocondriali contenenti enzimi funzionanti in modo sequenziale, essi formano una catena essenziale per la produzione di molecole energetiche ( ATP) a partire da altre molecole ricavate dal nutrimento.
- la membrana esterna;
- spazio intermembrana detto matrice mitocondriale;
Ruolo svolto dei mitocondri
Le cellule hanno bisogno di un continuo apporto di energia per le funzioni cellulari; questa energia deriva dalla” combustione” molecole di base delle sostanze nutritive.
I mitocondri sono organelli cellulari, in grado di svolgere questa “combustione” e per questo sono considerati la centrale energetica della cellula. Al loro interno avviene un’intera serie di importanti reazioni chimiche che provvedono al rifornimento di ATP; La respirazione cellulare da non confondere con la respirazione esterna. La respirazione cellulare, può essere paragonata ad una combustione in cui l’energia prodotta viene liberata gradualmente che viene immagazzinata nelle molecole di Adenosina Trifosfato (ATP). Le molecole di ATP sono le “ banconote” di energia che verranno poi spese per svolgere ogni tipo di attività cellulare.
I ribosomi sono organelli cellulari, numerosissimi, presenti in tutte le cellule.
Sono formati da acido nucleico RNA e da proteine . Di forma tondeggiante, sono formati da due subunità, una maggiore e una minore che si separano al termine di ogni ciclo di sintesi proteica.
Funzionano come “banchi di lavoro” per l’assemblaggio delle proteine.
Possono essere associati alle membrane del Reticolo endoplasmatico (RE ruvido), oppure liberi nel citoplasma o all’ interno dei mitocondri.
Tutti i ribosomi sono identici, quindi si possono cambiare di posto all’interno della cellula.
Hanno un ruolo importante nell’assemblaggio degli amminoacidi per la sintesi delle proteine.
Operano la traduzione degli mRNA che hanno attraversato la membrana nucleare, in proteine, gli mRNA contengono, infatti, l’informazione per la tale sintesi.
Sono quindi dei il banco di lavoro per la traduzione di questi messaggi.
Nelle cellule esistono diversi sistemi di membrane, funzionalmente e strutturalmente diverse:
quelle che sono associate ai ribosomi che si chiamano reticolo endoplasmatico ruvido ( o granulare= RER ), al quale, sul lato citoplasmatico della membrana, sono attaccati i ribosomi,
RER è interessato sia alla sintesi sia al trasporto fuori dalla cellula delle proteine.
il reticolo endoplasmatico liscio, (RE liscio) che fisicamente
è una porzione dello stesso reticolo endoplasmatico ruvido, ma privo di ribosomi.
Il reticolo endoplasmatico liscio è importante nella:
– sintesi dei lipidi,
– demolizione di sostanze dannose per la cellula,
– nel trasporto delle proteine che sono state assemblate a livello dei ribosomi del RER e che vengono poi veicolate verso l’Apparato del Golgi.
SINTESI PROTEICA :
Abbiamo detto che le proteine vengono prodotte dai ribosomi nel citoplasma.
Quando una cellula deve sintetizzare una proteina, l’informazione deve essere trasferita dal nucleo alla sede di traduzione, cioè ai ribosomi.
Nel Nucleo si ha la trascrizione ( cioè viene ricopiato) di una porzione di DNA in cui sono presenti le istruzione per la proteina, si ottiene così un mRNA che, dal nucleo, passa nel citoplasma e porta ai ribosomi il messaggio per la sintesi .
A livello ribosomiale si ha la decodifica di questo messaggio,
Il DNA e l’RNA sono composti da lunghissme sequenze di 4 tipi di nucleotidi
A : Adenina
C: Citosina
G: Guanina
T: Timina che nell’RNA è sostituito da Uracile ( U) ,
E’ come l’alfabeto morse, a ogni gruppo di 3 nucleotidi, corrisponde ad un particolare amminoacido che deve arrivare ai ribosomi.
Questo amminoacido viene trasportato all’mRNA, dall’tRNA (RNA trasportatore che si appaia con l’RNAmessaggero,“bloccato”sul ribosoma, lasciando l’amminoacido trasportato.
Questo processo continua fino a quando tutto l’RNA messaggero non viene tradotto e termina la sintesi della proteina
RIASSUMENDO
Le fasi della sintesi proteica in “PILLOLE” sono:
- il nucleo manda un messaggio al DNA della proteina di cui necessita
- il DNA viene trascritto su un mRNA, che trasporta la sequenza in triplette
- l’mRNA porta il messaggio dal nucleo al ribosoma dove giungono i tRNA con le sequenze di aminoacidi corrispondenti
- il tRNA si allinea in modo esatto, alla tripletta dell’mRNA in corrispondenza del sito di attacco specifico, presente sul ribosoma, permettendo la costruzione di una sequenza precisa di amminoacidi che formeranno la proteina richiesta dalla cellula.
E’ un sistema di canalicoli e cisterne delimitate da membrane.
– reticolo rugoso: con ribosomi distribuiti lungo le membrane), che prende parte alla sintesi delle proteine.
– reticolo liscio: contenente enzimi che degradano le sostanze dannose per la cellula), sede del metabolismo dei lipidi.
Il reticolo endoplasmatico svolge le funzioni di:
-trasporto di proteine appena tradotte a livello dei ribosomi della cellula ;
–glicosilazione di proteine (aggiunta di oligosaccaridi) e indirizzamento di queste verso le sedi finali (apparato di Golgi)-controllo e degradazione di proteine non usate correttamente;
–controllo e degradazione di proteine.
–riserva di ioni calcio (utile per la vita cellulare)
–detossificazione da sostanze esterne;
–osmosi delle specie reattive dell’ossigeno e dell’azoto
Occupa gran parte del volume cellulare ed è delimitata da una membrana tonoplasto, nei vacuoli vengono accumulate le sostanze di rifiuto o prodotti di riserva. Regolando il suo contenuto di acqua determina l’aspetto più o meno gonfio delle cellule vegetali.
Difende il citoplasma dal congelamento durante la stagione fredda: assorbendo acqua dal citoplasma lo rende più concentrato abbassando la temperatura di solidificazione della soluzione.
All’interno del vacuolo vengono immagazzinate le sostanze di riserva (es. le sostanze proteiche di riserva nei semi) e i prodotti intermedi di alcuni processi metabolici, possono contenere anche particolari sostanze con funzioni diverse, come, per esempio, i pigmenti (flavonoidi) che danno il colore ai petali dei fiori o sostanze tossiche e amare che svolgono azione di difesa contro l’attacco degli animali erbivori.
Una delle caratteristiche principali delle cellule vegetali è la presenza di una parete con funzioni meccaniche, un sottile involucro, ha infatti uno spessore compreso tra 0,1 e 100 μm, di cellulosa mantenuto in tensione grazie al turgore assicurato dall’acqua contenuta al suo interno,
La parete separa e contemporaneamente mantiene in comunicazione l’interno e l’esterno della cellula.
La sua struttura e composizione dipendono dalle funzioni svolte, che sono quelle di:
– permettere la crescita della cellula
– lo scambio di materiale con l’esterno
– funzione di sostegno
La parete cellulare dei vegetali è formata da 3 strati :
lamella mediana è lo strato più esterno e viene prodotto per prima dopo la divisione cellulare; ha una struttura gelatinosa è ha la funzione di far aderire 2, o più, cellule vicine
parete primaria ha uno spessore da 0,2 a pochi µm,si forma tra la lamella mediana e la membrana cellulare; è formata da un fitto intreccio di fibre di cellulosa immerse in uno strato gelatinoso di proteine, ha una struttura elastica è ha la funzione di permettere l’accrescimento della cellula. L’acqua che può arrivare al 60% in peso
parete secondaria. non è sempre presente e viene prodotta quando la cellula ha terminato la sua fase di accrescimento ; è formata da fibre di cellulosa che sono però disposte in modo ordinato e parallelo fra loro. E’ rigida e per questo conferisce un maggior sostegno alla cellula.
Da che cosa è composta la parete cellulare?
Dal punto di vista chimico la parete cellulare dei vegetali è formata da diversi composti :
- Cellulosa : C come cellulosa, dal latino “cellula” piccola cella piccola camera;
è un polisaccaride cioè un polimero del glucosio, tantissime unità di zucchero legati fra loro in una forma sfalsata, in catene molto lunghe che non si sciolgono in acqua
Noi esseri umani non abbiamo gli enzimi in grado di demolire la cellulosa mentre i ruminanti hanno nel loro intestino batteri capaci di produrre enzimi in grado di demolire la cellulosa.
- Emicellulose chimicamente diverse dalla cellulosa , sono dei polisaccaridi di zuccheri diversi legati in catene lunghe e lineari, che possono presentare delle ramificazioni laterali. Hanno una funzione cementante nelle parti lignificate delle piante
-
Lignina proviene dal termine latino lignum, che significa “legno”, e per questo motivo le piante che contengono una grande quantità di lignina sono denominate legnose. Chimicamente è un polimero, che conferisce rigidità e idrofobicità alle pareti in cui è deposta.
FUNZIONI DELLA PARETE CELLULARE
PROTETTIVA: protegge e fa da barriera contro danni e aggressioni di fitopatogeni
FILTRO permette l’entrata e l’uscita: passiva di sostanze grazie alla struttura della cellulosa; attiva per la presenza nella parete di enzimi che permettono il passaggio di sostanze provenienti da/e verso il citoplasma
SOSTEGNO: la parete cellulare è una struttura che si modifica durante lo sviluppo.In fase giovanile è una struttura flessibile che può essere smantellata per dare origine a nuove cellule figlie e compensa la pressione osmotica del vacuolo. Successivamente, diventa meno elastica, più spessa e si può impregnare di sostanze complesse come la lignina e la
suberina.
BILANCIAMENTO permette di regolare le dimensioni del vacuolo e quindi regola la pressione osmotica, che è fondamentale per il trasporto cellulare e per l’energia solare viene assorbita dalla clorofilla e dai pigmenti situati nelle membrane dei tilacoidi dove le molecole d’acqua vengono demolite liberando ossigeno l’energia luminosa viene convertita in energia chimica, poi immagazzinata in speciali molecole (ATP).
La fase oscura o ciclo di Calvin che può svolgersi sia in presenza che in assenza di luce ,si tratta di una seria ciclica di reazioni durante le quali l’ATP prodotto nella fase luminosa viene utilizzato per la sintesi di molecole di glucosio,il carbonio dell’anidride carbonica viene incorporato nel glucosio (C6H12O6), questo ciclo si svolge nello stroma.
Cosa sono i cloroplasti?
Il cloroplasto è un organello presente nella cellula vegetale che permette alla pianta di svolgere il processo di fotosintesi.
LA STRUTTURA DEI CLOROPLASTI
I cloroplasti si presentano generalmente come dischi piatti del diametro di 2-10 micrometri e spessi 1 micrometro che possono essere paragonati a pannelli fotovoltaici: si tratta di minuscole “centrali energetiche” che trasformano l’energia solare in energia chimica attraverso il processo della fotosintesi.
Il cloroplasto è delimitato da due membrane: la membrana esterna (facile da attraversare) e quella interna (molto più selettiva), tra queste due membrane è presente un piccolo spazio intermembrana e membrane racchiudono la parte interna del cloroplasto in cui troviamo un fluido chiamato stroma contenente enzimi coinvolti nel metabolismo dell’organulo, granuli di amido, il DNA circolare e i ribosomi.
La membrana interna si ripiega formando dei sacchetti chiamati tilacoidi a loro volta sovrapposti gli uni sopra gli altri in pile chiamate “grana” .
Queste pile sono a loro volta collegate da porzioni di membrana chiamate lamelle.
il funzionamento dei cloroplasti.
La Fotosintesi, non è un processo diretto e immediato, ma avviene attraverso una serie di reazioni:la luce del sole attraverso la clorofilla converte 6 molecole di CO2 e 6 molecole di H2O in una molecola di glucosio (comunemente chiamato zucchero) C6H12O6 vitale per la pianta
Queste reazioni possono essere raggruppate in due stadi:
la fase luminosa che può avvenire solo in presenza di luce: l’energia solare viene assorbita dalla clorofilla e dai pigmenti situati nelle membrane dei tilacoidi dove le molecole d’acqua vengono demolite liberando ossigeno l’energia luminosa viene
convertita in energia chimica, poi immagazzinata in speciali molecole (ATP).
la fase oscura o ciclo di Calvin che può svolgersi sia in presenza che in assenza di luce ,si tratta di una seria ciclica di reazioni durante le quali l’ATP prodotto nella fase luminosa viene utilizzato per la sintesi di molecole di glucosio,il carbonio dell’anidride carbonica viene incorporato nel glucosio (C6H12O6), questo ciclo si svolge nello stroma.
Fotosintesi clorofilliana
DOVE | cloroplasti |
CHI LA SVOLGE | solo autotrofi |
ENERGIA | solare (assorbita) |
REAGENTI | anidride carbonica e acqua |
PRODOTTI | glucosio e ossigeno |
FINALITA’ | produrre glucosio |
LISOSOMI
I lisosomi sono organuli che racchiudono gli enzimi coinvolti nelle reazioni di idrolisi.Essi sono rivestiti da una sottile membrana che si trova circa a metà del citoplasma,un`altra parte della cellula.La degradazione avviene per mezzo di enzimi idrolitici (chiamati per questo “idrolasi acide“) in grado di degradare proteine, lipidi e carboidrati nei loro costituenti elementari per poi, quando possibile, venire riutilizzati in altro modo o essere espulsi.Poiché gli enzimi contenuti nel lisosoma sono potenzialmente pericolosi, essi non possono essere rilasciati nel citoplasma ma debbono sempre essere confinati all’interno di strutture membranose in grado di contenerli. Il meccanismo con cui tali enzimi entrano in contatto con le sostanze da degradare viene definito autofagìa o eterofagia a seconda dell’origine di tali sostanze.l lisosoma si forma per gemmazione dall’apparato del Golgi che provvede anche al processamento degli enzimi litici prodotti dal reticolo
endoplasmatico. Questi enzimi vengono diretti nei lisosomi tramite fosforilazione a livello del versante cis del Golgi ad opera di una fosfotransferasi che forma un residuo di mannosio-6-fosfato. Gli enzimi marcati con questo motivo vengono diretti specificamente verso i pre-lisosomi (così definiti in quanto il pH non è sufficientemente acido) tramite vescicole endosomali dotate di pH più basso. Quindi, man mano che nuove vescicole apportanti nuovi enzimi si fondono al pre-lisosoma, il suo pH si abbassa attivando infine gli enzimi litici e trasformandosi in vero e proprio lisosoma.La degradazione avviene per mezzo di enzimi idrolitici (chiamati per questo “idrolasi acide”) in grado di degradare proteine, lipidi e carboidrati nei loro costituenti elementari per poi, quando possibile, venire riutilizzati in altro modo o essere espulsi.
Questi enzimi si attivano a pH bassi (4,8), e questo è importante poiché riduce il pericolo della distruzione della cellula ospitante qualora vi sia la liberazione accidentale di tali enzimi nel citoplasma (che ha pH 7). Per ulteriore protezione, la membrana del lisosoma contiene, oltre a proteine di trasporto per portare nel citosol i prodotti della digestione, grandi quantità di glucidi legati a lipidi o a proteine di trasporto per portare nel citosol i prodotti della digestione grandi quantità di glucidi legati a lipidi o a proteine della faccia non citosolica.
Anton van Leeuwenhoek
24 ottobre 2016
384° anniversario della nascita di Antoni van Leeuwenhoek (Google)
è considerato il primo microbiologo della storia e uno dei padri del microscopio.
“… il mio lavoro, che ho fatto per molto tempo, non è stato perseguito al fine di ottenere il prestigio di cui ora godo, ma soprattutto a causa di un desiderio oltre la conoscenza, che ho notato in me più che nella maggior parte degli altri uomini. Per questo motivo, ogni volta che ho scoperto qualcosa di eccezionale, ho pensato che il mio dovere fosse di mettere su carta la mia scoperta, affinché tutte le persone geniali potessero esserne informate.”
Antoni van Leeuwenhoek, lettera del 12 giugno 1716
Antoni van Leeuwenhoek era un uomo comune ma possedeva due qualità assolutamente particolari che gli avrebbero permesso di diventare un punto di riferimento del panorama scientifico dell’epoca, intelligenza brillante ed una straordinaria curiosità, abbinate a un hobby particolare, le lenti, di cui si era innamorato tramite il libro di Robert Hooke Micrographia
Van Leeuwenhoek imparò a levigare le lenti e costruire semplici microscopi con cui iniziò ad osservare il mondo, arrivando a costruire nell’arco della sua vita circa 500 microscopi (meno di dieci sono arrivati ai giorni nostri).
Microscopi composti simili a quelli moderni esistevano già da prima della nascita di Leeuwenhoek, erano però molto meno comodi da usare rispetto alla versione tascabile di Antoni, e meno efficienti.
I suoi microscopi erano più semplici perche utilizzano un solo obiettivo e avevano potentissime lenti di ingrandimento, infatti van Leeuwenhoek era abilissimo a molare lenti (i suoi microscopi ingrandivano oltre 200 volte) , e dedicò inoltre grande cura all’illuminazione
Riuscì a descrivere little animals, così piccoli da essere invisibili all’occhio umano, eppure vivi, in movimento, li aveva chiamati animalcula.
Studiò e descrisse le famiglie di flagellati e cigliati protisti ( chiamati Infusoria ), altre importanti scoperte furono le cellule del sangue, gli spermatozoi,
Non dimentichiamo i batteri ( Selenomonas che cresce nella bocca umana)
Batteri descritti da van Leeuwenhoek e i loro equivalenti contemporanei
Eseguì prove di riproduzione in vitro inoculando microrganismi in acqua bollita, o verificando la loro sopravvivenza in condizioni di essiccamento, o studiando il parassitismo degli afidi, la nascita di farfalle dalle larve e moltissime altre ricerche appassionanti in anatomia e istologia.
Fu probabilmente il primo a fare preparati microscopici e a rendere sistematiche le osservazioni.
Tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento, inviò i suoi studi alla Royal Society di Londra , in cui descriveva cosa aveva visto con i suoi microscopi , studi che hanno rappresentato una tappa verso il superamento della teoria della generazione spontanea.
Nel 1680 Antoni verrà addirittura eletto membro della Royal Society, come Robert Hooke, Henry Oldenburg, Robert Boyle, Christopher Wren e altri luminari scientifici del suo tempo, ma
nonostante questo non parteciperà mai ad una sola riunione né imparerà mai l’inglese o il latino. Divenuto celebre in tutta Europa, fu visitato dalla Regina d’Inghilterra, dallo Zar di Russia Pietro il Grande a cui fece osservare la circolazione nei capillari di un’anguilla.,! Non tenne mai una lezione pubblica, né visitò mai alcuna Università.
Leeuwenhoek continuò le sue osservazioni fino al giorno in cui morì, a 90 anni, il 30 agosto 1723.
Camilio Golgi
Bartolomeo Camillo Emilio Golgi (1843 1926) scienziato e medico italiano. Dopo un breve intervallo come Ordinario di anatomia all’Università di Siena, successivamente professore di Istologia e Patologia a Pavia. Nel 1896 Golgi evidenziò l’apparato di Golgi, studiando cellule nervose di gatto utilizzando tecniche di impregnazione particolari Osservò così che una zona del reticolo endoplasmatico interno presentava una maggiore addensazione del metallo e la descrisse come “apparato reticolare interno”. La struttura dell’Apparato reticolare interno fu poi osservata tramite la microscopia elettronica, e all’organulo fu dato il nome di Apparato del Golgi. Nel 1906, all’apice della fama internazionale, riceve a pari merito con lo spagnolo S. Ramon y Cajal Santiago ilNobel per la Medicina. Primo italiano a ricevere il Nobel qualche giorno prima di Giosuè Carducci. Con la motivazione “in riconoscimento del lavoro svolto sulla struttura del sistema nervoso“
ROSALIND ELSIE FRANKLIN
Rosalind Franklin nacque il 25/07/1920 a Londra. La sua era una stirpe di ricchi studiosi ebrei: suo padre (Ellis Franklin) lavorava in una banca di Londra e sua madre (Muriel) gestiva gli affari di casa.
Le sue giornate quando era bambina passavano velocemente tra scuola, amici, animali e feste e il fine settimana nella casa in campagna del nonno.
Nel 1929 Rosalind venne mandata in collegio, dove si appassionò alla geometria, alla geografia e alla scienza.
Nel 1932 Rosalind entrò alla St. Paul, dove vinse una borsa di studio della Senior Foundation. A sedici anni aveva già le idee chiare sul suo futuro.
All’età di 18 anni iniziò l’università a Cambridge dove si specializzò nella cristallografia a raggi X.
Nel 1940 finì il 2° anno di università con il massimo dei voti e nel 1941 si laureò.
Il lavoro
Rosalind Franklin fu chimica e cristallografa a raggi X.
In una parte della sua vita Rosalind condusse delle indagini sul mosaico del tabacco e studiò la porosità del carbone.
Inoltre lavorò per quattro anni a Parigi per specializzarsi nella diffrazione a raggi X e diventò un’esperta sulla struttura del carbone e del carbonio.
Nel 1951 iniziò a lavorare come ricercatrice al King’s college di Londra nell’unità biofisica, dove ebbe dei rapporti difficili con i colleghi che la giudicavano perché era una donna ebrea.
Successivamente si spostò al Birkbeck college e fu proprio in questo periodo (1956) che raggiunse il culmine della sua carriera.
Attenzione! Fu derubata.
Rosalind fece ricerche più approfondite sviluppando immagini sempre più nitide del DNA dalle quali riuscì ad ottenere la sua prima importante scoperta in questo campo: esistevano due forme di DNA. Se era bagnata era la forma B, invece se era secca era la forma A. Questo risultato fu essenziale per la grande scoperta che attendeva gli scienziati. La sua abilità nell’allestire i preparati chimici, e nell’analisi ai raggi X, aveva fornito la prima chiara immagine del DNA che John Desmond Bernal (uno scienziato britannico) definì “tra le più belle fotografie a raggi X di qualsiasi sostanza mai scattate”. Il lavoro sul DNA fu successivamente diviso tra Franklin e Wilkins: la prima analizzò la forma ‘A’, mentre il secondo studiò la forma B. Entro la fine del 1951 era stata generalmente accettata al King’s College che la forma ‘B’ del DNA fosse a spirale,ma si dubitava che la forma ‘A’ del DNA fosse ad elica.
Watson e Crick cercarono di farsi direi qualche notizia approfondita del DNA.E nel novembre del 1951 ,i due diedero vita a un primo modello di DNA tenendo conto dei suggerimenti dati da Wilkins e dalle riflessioni della giovane Rosalind.
In seguito cercò di studiare al meglio il DNA e lo poté fare grazie alla foto scattata tra il 1º e
il 2 maggio chiamata foto numero 51: essa mostrava una vera e propria X, formata da strisce nere che si irradiavano al centro della periferia. Era una delle immagini più nitide ottenute e mostrava indiscutibilmente un’elica.
Rosalind Franklin decise nel giugno dello stesso anno di lasciare il King’s per trasferirsi al Birkbeck College, presso il laboratorio di cristallografia del professor Bernal, nel quale avrebbe potuto respirare un’aria migliore rispetto a quella del King’s. Linus Pauling era impegnato nella stessa ricerca comunicò di essere ormai arrivato alla soluzione dell’enigma del DNA (ma non era vero).
Linus Pauling era impegnato nella stessa ricerca comunicò di essere ormai arrivato alla soluzione dell’enigma del DNA (ma non era vero).
Occorreva far presto, se si voleva arrivare primi.
Fu così che Watson prese contatti con Wilkins, il quale gli mostrò delle copie di fotografie scattate dalla Franklin (che lui aveva riprodotto di nascosto), in particolare la foto numero 51.
Il suo lavoro fu pubblcato in una serie dei tre articoli Nature articles, fornenso un valido sostegno alle tesi di Crick e di Watson. Per tali ricerche Wilkins, Watson e Crick ricevettero il Nobel nel 1962, rubando a Rosalind fama gloria e il giusto ricoscimento scientifico.
Rosalind morì a Londra il 16 aprile del 1958 all’età di 37 anni a causa del carcinoma ovarico: tumore alle cellule delle ovaie, uno dei tumori femminili più temuti.
Anche se non avevano più nulla da temere, poiché il Nobel viene conferito solo a persone viventi, non riconobbero il contributo di Rosalind Franklin neppure durante il loro discorso di ringraziamento.
Cast: Alunni 2 E
Abbasi Dua Qaiser Ali
Bargellini Aida
Basconi Greta
Becca Alessandro
Bertuzzi Simone
Cavazzoni Matteo
Dall’Aglio Leonardo
Imbonati Carlo
Kuka Fiordi
Lelli Matteo
Lolli Elisa
Lubertacci Alessandro
Marata Giulia
Mussi Lorenzo
Pecchia Antonio
Pedrini Serena
Querzè Gabriele
Righi Anna
Sacchetti Giorgia
Sola Francesco Davide
Triggiani Mirko
Zirotti Fabio
Regia:
Prof.ssa Biagi Roberta
Montaggio:
Prof.ssa Biagi Roberta
Fiammengo Emanuele
Musiche:
Bertuzzi Simone (chitarra)
Dall’Aglio Leonardo (chitarra)
Imbonati Carlo (pianoforte)
Prof. Mario Serio, Paola Borganti
Editor:
Fiammengo Emanuele
Montaggi effetti luminosi:
Zardini Bruno
Prof.ssa Zardini Claudia
Programmazione:
Becca Alessandro
Cavazzoni Matteo
Lubertacci Alessandro
Sceneggiatura artistica:
Prof.ssa Roberta Raimondi
Basconi Greta
Pedrini Serena
Published: Jan 5, 2019
Latest Revision: Oct 24, 2019
Ourboox Unique Identifier: OB-551346
Copyright © 2019