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LA PERSONALITA’

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Artwork: Monica Massari

  • Joined Nov 2017
  • Published Books 3

LA PERSONALITA’

E’ un unità dinamica.
UNITA’: atomo, individuo.
DINAMICA: cambia a seconda di fattori biologici, psicologici, sociali.
Deriva da PERSONA (attore all’interno della società) (maschera) e si suddivide in ruolo e status.
STATUS: posizione che l’individuo (atomo, inscindibile, non separabile, ognuno di noi unico e irripetibile) occupa all’interno della società.
Può essere ascritto o acquisito.
ASCRITTO non dipende dalla mia volontà (essere nato con i capelli biondi e gli occhi azzurri).
ACQUISITO dipende dalla mia volontà (se voglio diventare medico, studio per raggiungere questo obbiettivo)
RUOLO: ciò che l’individuo compie in base al suo status.
ESEMPIO: se il mio status è quello di essere una studentessa; il mio ruolo è studiare.

 

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LE TEORIE DELLA PERSONALITA’

Jung

Adler

Horney

Maslow

Goldstein

Rogers

Allport

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JUNG

Jung definisce archetipo la tendenza presente nell’inconscio collettivo a formare singole rappresentazioni di uno stesso motivo che, pur nelle loro variazioni individuali, anche sensibili, continuano a derivare dal medesimo modello fondamentale.

Infatti archetipo vuol dire modello originale.

Gli archetipi influenzano profondamente la vita psichica e si manifestano mediante simboli, immagini, personaggi tipici.

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GLI ARCHETIPI

ARCHETIPO 1:

ANIMA: rappresenta l’elemento simbolico femminile presente nell’uomo. E’ la personificazione di tutte le tendenze psicologiche femminili della psiche dell’uomo. Queste sono: intuizione, presentimento, rispetto per la vita.
Può essere sia positiva che negativa.
POSITIVA: guida spirituale che conduce l’uomo a una forma di vita più elevata (FATA TURCHINA in Pinocchio; BEATRICE in Dante).
NEGATIVA: porta alla perdizione dell’uomo (SIRENA che seduce; FEMMINA FATALE corrompe l’uomo con la seduzione).

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ARCHETIPO 2

ANIMUS: personificazione maschile presente nella donna.
Può essere positivo o negativo.
POSITIVO: spinge la donna a realizzarsi in modo creativo.
NEGATIVO: spinge la donna ad atteggiamenti distruttivi o alla passività (BARBA BLU bandito/assassino).
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ARCHETIPO 3

PERSONA: costituito dalla somma dei ruoli, espressione delle appartenenze sociali.
MASCHERA (teatro latino Plauto).

ARCHETIPO 4

OMBRA: aspetto oscuro della personalità, rappresenta la parte istintuale nascosta agli altri e a noi stessi.
Con questo si hanno tendenze egoistiche, primitive, infantili ma anche vitali.

ARCHETIPO 5

SE’: rappresenta la totalità della persona.
Comprende sia la parte conscia che quella inconscia.
Con questo lo scopo della vita diventa la realizzazione più profonda del nostro essere.

ARCHETIPO 6

INDIVIDUAZIONE: da senso e scopo alla vita, al SE’.
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TEORIA TIPI PSICOLOGICI

Jung descrive la personalità tramite 2 caratteri generali: ESTROVERSIONE e INTROVERSIONE.
Coabitano nella stessa persona, a seconda delle fasi della vita può prevalere l’una o l’altra.
ESTROVERSIONE: la propria attenzione è rivolta alla realtà esterna.
INTROVERSIONE: si ha un interesse maggiore per i propri processi psichici interiori.
Jung per completare la sua teoria considera la combinazione di questi 2 caratteri generali con le 4 funzioni fondamentali.
Queste sono SENSAZIONE (testimonianza delle cose),PENSIERO (cos’è la cosa di cui si ha esperienza), SENTIMENTO (rivela se si tratta di una cosa più o meno piacevole) e infine INTUIZIONE (fa capire la provenienza e lo scopo della cosa di cui abbiamo esperienza).
Ne derivano le seguenti combinazioni:
-SENSORIALE INTROVERSO E ESTROVERSO
-INTELLETTUALE INTROVERSO E ESTROVERSO
-SENTIMENTALE ESTROVERSO E INTROVERSO
– INTUITIVO ESTROVERSO E INTROVERSO

 

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PRANZO IMMAGINARIO

PADRONE: gentiluomo, collezionista di quadri, esperto di pittura antica SENSORIALE INTROVERSO.
PADRONA: donna perfetta SENTIMENTALE ESTROVERSA.
INVITATO 1: avvocato di talento INTELLETTUALE ESTROVERSO.
INVITATO 2: uomo d’affari SENSORIALE ESTROVERSO.
INVITATO 3:  moglie dell’invitato 2, taciturna, enigmatica musicista SENTIMENTALE INTROVERSA.
INVITATO 4: eminente studioso INTELLETTUALE INTROVERSO.
INVITATO 5: brillante ingegnere INTUITIVO ESTROVERSO.
Si aspetta INVITATO 6: poeta, il quale non arriverà mai perchè si è dimenticato dell’invito INTUITIVO INTROVERSO.
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Adler

Uno dei concetti che sono alla base del suo sistema è quello del “sentimento di inferiorità”. Esso si sviluppa in modo naturale in tutti gli uomini, quando da fanciulli sono soggetti in tutto e per tutto agli adulti. Di qui la necessità di trovare un compenso alla propria inferiorità. Importante è anche il concetto di “inferiorità d’organo”, riferito a una minorazione organica vera o presunta, che l’individuo cerca in ogni modo di compensare, e che può rendere ragione di molti sintomi neurotici. Il sentimento di inferiorità non è comunque nulla di patologico, anzi è la molla che spinge l’uomo a migliorarsi. Se tuttavia è troppo intenso (divenendo complesso di inferiorità) esso può condurre alla nevrosi. Un altro concetto centrale nel suo sistema è quello di “stile di vita”, che può essere definito come l’insieme dei modi con cui l’uomo si comporta di fronte ai problemi dell’esistenza in vista del fine che si è proposto per la sua vita. Il concetto non è semplice (anche perché non viene mai da Adler definito con chiarezza); può anche essere indicato come il complesso dei meccanismi di difesa che vengono posti in atto nel corso della vita. Esso si forma precocemente, nel corso dell’infanzia (tra i quattro e i cinque anni). Ha quindi molta importanza la costellazione familiare in cui l’individuo vive, e in particolare la sua posizione rispetto ai fratelli. Una volta che lo stile di vita si sia stabilito, non cambierà che difficilmente.

 

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Horney

Horney vide nella relazione madre-bambino la dimensione sociale piuttosto che quella sessuale. Le espe­rienze infantili che fanno sentire il bambino so­lo in un mondo ostile infondono un senso di in­sicurezza cronica rispetto al bisogno di ricevere una gratificazione dei propri bisogni interperso­nali. Poiché il bambino si sente insicuro quando esprime sensazioni di angoscia e di ostilità nei confronti di chi si prende cura di lui e da cui dipende, questi sentimenti permangono anche nell’età adulta.

Secondo Horney, quando cerca di ottenere si­curezza, l’adulto fondamentalmente ansioso può mettere in atto tre stili disadattivi di relazione con gli altri.

1. L’adulto nevrotico che ha bisogno soprattutto di amore si avvicina agli altri e cerca in ogni modo di piacere e così facendo sacrifica la propria crescita personale in cambio di affet­to.

2. Un’altra soluzione disadattiva consiste nell’allontanarsi dagli altri. Il tipo solitario cerca la libertà e la distanza, negando i propri bisogni emotivi.

3. soluzione nevrotica è quella di muoversi contro gli altri, sfruttandoli aggressi­vamente per ottenere quello di cui si ha biso­gno.

Horney, quindi, si è allontanata dall’orto­dossia freudiana ed stata fra i primi a descri­vere la complessità dei rapporti sociali adulti in termini non sessuali. La psichiatra evidenziò ampiamente come il comportamento e lo psichismo individuale siano influenzati molto più dalle condizioni socioculturali che da fattori innati o genetici.

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Maslow

I bisogni di base sono bi­sogni da carenza e sono pressanti perché segna­lano che una persona manca di qualcosa; sono organizzati secondo un sistema gerarchico in cui al primo posto si trova quello più potente.  Una persona deve soddisfare i bisogni del livello inferiore prima di essere in grado di dedicare le proprie energie ai livelli superiori.

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Goldstein

Il comportamento nor­maleproduce uno stato di tensione

che rende l’organismo capace di realizzare se stesso in at­tività sempre nuove, secondo la propria natura e lo spinge in questa direzione.

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Rogers

Il contri­buto principale dato da Rogers alla teoria della personalità è stato, comunque, quello di mostra­re come il concetto che una persona ha di sé che emerge dall’esperienza, possa ostacolare l’autorealizzazione.

Per Rogers, l’esperienza — tutto ciò che è po­tenzialmente disponibile alla consapevolezza di un organismo — è il fondamento su cui poggia la personalità. Rogers ha definito questa totalità dell’esperienza come il campo fenomenico della persona.

All’interno del campo fenomenico si sviluppa un’area che Rogers chiama il Sé o il concetto di sé, il quale fornisce all’organismo una struttura di riferi­mento per le sue azioni e stabilisce che cosa può diventare cosciente. Affermazioni come “non sono attraente”, “sono onesto”, “sono intel­ligente” sono tutte esperienze del Sé e sono au­tovalutazioni. Sfortunatamente, è possibile che queste affermazioni non siano corrette, perché il concetto di sé subisce pesantemente l’influen­za delle valutazioni formulate dalle altre perso­ne, soprattutto dai propri genitori. Rogers de­finisce queste valutazioni condizioni di va­lore.

Quando le esperienze reali sono sostituite da valori assunti da altri, si genera una frattura tra una falsa valutazione e un’esperienza autentica di sé, ciò che genera tensione e inquietudine nel soggetto.  Il metodo terapeutico proposto da Rogers propone di fornire condizioni non minacciose per ristabilire il concetto di sé.

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Allport

La persona che possiede il tratto della sospettosità, ad esempio, vivrà molte situazioni come potenzialmente pericolose. Il suo comportamento in tutti questi contesti sarà equivalente dal punto di vista funzionale e cer­cherà di tenere lontano il pericolo.

Secondo All­port, sono solo i tratti decisamente caratteristici a rivelarsi importanti per una persona. I tratti più incisivi predispongono ad esprimere queste caratteristiche con una certa frequenza e intensità e in un’ampia gamma di situazioni.

Un tratto cardinale viene espresso con tanta coerenza da influenzare quasi ogni azione compiuta dall’individuo che lo possiede. Ad esempio, probabilmente conosciamo tutti una persona che contraddice sempre, qualsiasi cosa venga detta e che solleva sempre delle obiezioni quando si dice qualcosa. Se ci si comporta in un certc modo, quasi sempre vorrà l’esatto contrario. Se­condo Allport, tuttavia, sono poche le persone che presentano dei tratti cardinali.

Sono più ricorrenti i tratti centrali, come la diffidenza, che vengono manifestati con forte ma non totale, coerenza. Per quanto non siano cosi generali come i tratti cardinali, i tratti centrali sono molto caratteristici nel comportamen­to di una persona.

Secondo Allport, la maggior parte delle persone può essere descritta con discreta precisione ricorrendo a un numero sor­prendentemente ristretto di tratti centrali, pro­babilmente da cinque a dieci. In una ricerca com­piuta sulle lettere scritte da una donna, Allport (1965) trovò che la sua personalità poteva venire descritta da otto tratti centrali: litigiosa-diffidente, centrata su di sé, indipendente, drammati­ca, artistica, aggressiva, cinica e sentimentale.

Quando le persone si comportano in modo da contraddire i loro tratti centrali, ce ne meravi­gliamo e a volte diciamo che stanno interpretan­do un personaggio. Un tratto secondario si esprime in un am­bito più limitato rispetto a un tratto centrale. Ad esempio, in alcune rare situazioni persone altrimenti generose si comportano in modo egocentrico, anche se l’egocentrismo non è solitamente una caratteristica del loro comportamento. Allport, in questo caso, parlerebbe di tratto secondario.

Raymond Cattel è noto soprattutto per aver sviluppato l’analisi fattoriale, una tecnica empirica di rilevazione dei tratti, che distingue in originari e superficiali. I tratti originari, nuclei fondamentali della personalità, fungono da poli di attrazione per le caratteristiche secondarie, dando coerenza generale al comportamento.

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