Viaggio all’interno del corpo umano…scienza al tempo di Leonardo

by Claudia

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Viaggio all’interno del corpo umano…scienza al tempo di Leonardo

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CAPITOLO 1

“APPARATO TEGUMENTARIO”

 

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Apparato tegumentario

Il viaggio di Roger

Roger era una persona qualunque, con la passione del corpo umano. Un giorno quando era in casa gli arrivò una lettera da un laboratorio scientifico. In questa c’era scritto: “Sig. Roger lei è il fortunato vincitore dell’ultimo posto libero in laboratorio specializzato nel corpo umano”. Roger era molto entusiasta della notizia e non smise di pensarci finché non andò a dormire.

Quando prese il sonno profondo ….

si sentì cadere. La caduta fu abbastanza morbida: Roger era appena sprofondato sull’epidermide che è lo strato superiore della pelle, detto anche Strato Corneo.

Roger non sapeva come entrare dentro il derma, uno strato  

 

 

 

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connettivo ricco di vasi sanguigni e follicoli piliferi, ghiandole e ricettori sensoriali.

In lontananza vide un grosso insetto dotato di pungiglione che punse l’epidermide creando così un piccolo buco.

Roger approfittò dell’occasione per introdursi dentro il buco creato dall’insetto: sceso all’interno si aggrappò come se fosse una liana ad un follicolo pilifero e osservò attentamente cosa c’era intorno a lui per continuare il suo viaggio.

Sfruttò i vari vasi sanguigni come scivoli per poi aggrapparsi a quello che sembrava un intestino.

Roger incuriosito si addentrò dentro questo corpo estraneo e capì solo all’interno che era una ghiandola sudoripara: questa ha il compito principale di eliminare il sudore, un liquido incolore e dal caratteristico odore acido.

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Ci mise un po’ per uscire da quello che sembrava un labirinto intrecciato ma felice di proseguire sano e salvo.

Si buttò sopra i vasi sanguigni che fecero da ammortizzatori e lo scaricarono nell’ipoderma che è lo strato sottocutaneo formato da riserve di grasso.

Quando cadde rimbalzò sopra le cellule adipose come se fossero un tappeto elastico, e nel cadere ci restò appiccicato.

Per sua fortuna riuscì ad aggrapparsi ad una terminazione nervosa che assomigliava ad una liana verde chiaro e così facendo continuò il suo viaggio.

Fu incuriosito da un altro tipo di ghiandola.

Grazie al percorso del vaso sanguigno riuscì ad aggrapparsi ad essa,

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e solo all’interno capì che era una ghiandola sebacea.

All’interno era tutto scivoloso dato che queste ghiandole producono il sebo che viene riversato sull’epidermide. Il sebo è una sostanza cerosa e oleosa  che impedisce la proliferazione dei batteri e rende la pelle morbida, impedendo che si sgretoli . Per Roger fu difficilissimo camminarci all’interno perché ad ogni passo scivolava come un pinguino sul ghiaccio. Riuscì magicamente ad uscire da lì e si rifiondò sul povero vaso sanguigno. 

Visto che il suo viaggio era ormai quasi finito decise di risalire nell’epidermide; si soffermò a guardare piccole cellule che producevano una sostanza detta melanina: pigmento che, insieme al sangue, conferisce il colore alla pelle.

Ad un certo punto iniziò a tremare e dopo un po’ si svegliò.

Capì che il suo viaggio era stato solo un sogno…. e la mattina 

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dopo arrivò in laboratorio e iniziò a scrivere il suo viaggio su un taccuino. Quando finì lo portò al suo capo  che lo lesse con attenzione. Alla fine il capo si congratulò con Roger e gli diede una promozione, il suo taccuino divenne un’idea per un libro. Ecco come Roger diventò famoso!!!

 

Stanzani Alessia, Morelli Carlo, Maurizzi Elia, Orlandi Sofia, Abaghioaei Gabriele

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Max va nello spazio   

Fin da piccolo un ragazzo di nome Max, figlio di un famoso imprenditore della NASA, sognava di andare nello spazio e studiare la pelle degli alieni per confortarla con la pelle umana. Un giorno, mentre stava curiosando nel laboratorio del padre, Max entrò di nascosto dentro una navicella spaziale per guardare come era all’interno.

Dentro trovò un’infinità di bottoni, all’improvviso la porta si chiuse e Max iniziò ad urlare per essere salvato, ma nessuno lo sentiva. Max decise di premere un bottone con scritto “rocket opening”  per cercare di aprire la porta, pensando che la scritta volesse dire “aprire la porta”, però invece sentì un forte boato e la navicella iniziò a muoversi.

Max era così terrorizzato che svenne.

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Si svegliò quando ormai era arrivato su Marte, la navicella atterrò sulla cima d’una montagna.

Quando Max riprese completamente conoscenza scese dalla navicella, però scoprì che si trovava su Marte e non poteva respirare, quindi cercò nella navicella delle bombole di ossigeno per uscire e per approfittare della situazione per studiare la pelle degli alieni.

Oltre alle bombole d’ossigeno prese anche gli strumenti utili per la sua ricerca.

Uscì dal veicolo e meravigliato si incamminò ,con passo insicuro, verso terre inesplorate.

Dopo diverso tempo, quando ormai stava perdendo le speranze, in lontananza vide delle strane strutture con buffi umanoidi.

Sapeva che non erano umani, quindi con estrema cautela si nascose dietro ad una pietra e si mise ad osservarli.

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Erano bassi e magri, con occhi e testa enormi, ma soprattutto dalla pelle grigiastra.

Max era molto spaventato, stava pensando di tornare alla navicella, ma spinto da un impeto di coraggio, si avvicinò all’alieno più in disparte.

L’essere era girato di spalle, così Max lo prese per un braccio.

L’essere si girò spaventato e Max come un fulmine prese una pinzetta e cercò di staccare un lembo di pelle per esaminarlo.

La pelle però sembrava non staccarsi, intanto l’essere dal dolore urlò, richiamando così l’attenzione degli altri.

Una folla di esseri si stava precipitando su di loro, così Max con un ultimo strappo riuscì ad avere un lembo di pelle.

Aveva ormai la folla alle calcagna, ma Max molto più veloce di loro e quindi riuscì a seminarli.

 

 

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Tornato alla navicella, prese fiato e cercò al più presto un microscopio.

Per comparare la pelle aliena a quella umana, serviva anche un donatore umano, l’unico in milioni di chilometri era Max.

Non era molto dell’idea, ma per la scienza si fa tutto!

Dopo essersi strappato un po’ di pelle, la mise sul microscopio.

Riuscì a vedere dei minuscoli strati, più precisamente tre.

Si ricordò che lo strato più in superficie si chiama epidermide, che era composto da cellule morte e cheratina, serviva come barriera protettiva contro la perdita d’acqua e agenti esterni.    Il secondo era il derma che serviva per dare elasticità alla pelle, ricco di bulbi piliferi, ghiandole, recettori e vasi sanguigni, ecco perché la sua ferita sanguinava.

Il terzo, detto ipoderma, era composto da tessuto adiposo e connettivo, serviva come riserva di energie e come riserva di grasso sottocutaneo.

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Intanto la sua ferita continuava a sanguinare e fargli molto male, grazie ai recettori posti nel derma, così prese la prima garza capitatogli a tiro.

E ora toccava alla cosa che lo emozionava di più, esaminare la pelle aliena.

La prese con attenzione maniacale e la mise nel microscopio.

Notò che a differenza di quella umana, la pelle aliena era composta da un solo strato, molto spesso, ecco perché faticò a strapparla.

La pelle era priva di peli o sporgenze, l’unica particolarità era che al suo interno presentava lunghe linee ondulate, erano così piccole che a stento riuscì a vederle.

Non sapeva a cosa servissero, forse erano ghiandole, grasso oppure vasi sanguigni.

Appuntò tutto su un taccuino, e visto l’orario decise di tornare a casa per non far insospettire i genitori.

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Premette il pulsante che lo fece partire e si apprestò al lancio.

Arrivò subito, grazie alla tecnologia all’avanguardia della navicella, giusto in tempo per cenare con i suoi genitori.

Sano e salvo, si apprestò a nascondere i suoi importanti appunti scientifici. Poco dopo il padre arrivò nel suo laboratorio per chiamarlo a tavola, era visivamente  arrabbiato, prontamente chiese a Max cosa ci facesse nel suo laboratorio e di come si fosse procurato quella ferita, Max dalla faccia sognante, rispose disinvolto che quel pomeriggio aveva incontrato delle persone molto speciali. Il padre non capì l’affermazione, ma non ci diede tanto peso, così i due si diressero in cucina.

Dopo qualche anno Max venne chiamato ad intervenire in un importante convegno scientifico per esporre le conoscenze acquisite nel suo viaggio nello spazio. Quindi divenne un importante scienziato a livello internazionale.  

A. Costa, L. Malagutti, A. S. Cantelmo, S. Foglio e M. Mascagni.
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Un istruttivo viaggio virtuale

Bob e Roberto erano due ragazzini che amavano la realtà virtuale.

Un giorno entrarono nella Gamestop con la madre per comprare un altro gioco di guerra, ma il genitore disse che quel gioco era troppo violento, quindi comprò loro un gioco educativo chiamato “Scienziati si diventa”.

Nel primo capitolo c’era scritto: “L’apparato tegumentario” e visto che erano curiosi, arrivati a casa, lo provarono subito.

Entrati, vennero catapultati nello strato corneo, cioè la parte superiore dell’epidermide, costituito da cellule epiteliali morte, appiattite e strettamente unite tra loro.

Poi il gioco disse che questo conteneva cheratina, ovvero una proteina che forma una barriera protettiva.

Dopodichè Bob e Roberto videro che qualcosa si stava distaccando, erano le cellule morte dello strato corneo che

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venivano sostituite da nuove cellule prodotte dallo strato germinativo.

Sotto l’epidermide osservarono il derma, un tessuto connettivo ricco di vasi sanguigni, follicoli piliferi, ghiandole e recettori sensoriali.

Poi si chiesero:”Come si fa ad avere la pelle d’oca?”

 

Il gioco rispose: ”La pelle d’oca si ha quando i muscoli erettori del pelo sono stimolati, poi questi fanno rizzare i peli, facendo esercitare una trazione sui follicoli”.

Ammirarono il derma adagiarsi sullo strato sottocutaneo o chiamato anche ipoderma, cioè uno strato di tessuto connettivo e adiposo.

Poi videro che sullo schermo c’era scritto  “SECONDO CAPITOLO, le funzioni della pelle”.

Più tardi osservarono varie ghiandole: quelle sudoripare che disseminano la nostra pelle; quelle sebacee che producono il

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sebo, una secrezione cerosa e oleosa che impedisce la crescita dei batteri.

E infine le ghiandole mammarie che servono a produrre il latte, tipiche dei mammiferi.

Ritrovarono la cute e videro la sua funzione, cioè quella di depositare il grasso e mineralizzare le ossa.

La cute infatti rileva stimoli naturali come il caldo e il freddo.

Affrontarono il “CAPITOLO 3, il colore della pelle e la melanina”.

Bob e Roberto scoprirono che nell’epidermide si trovano le cellule che producono la melanina e Bob chiese al gioco:”La melanina è quella che fa i meloni?”

Ma il gioco rispose subito:”Ma no! La melanina è il pigmento che insieme al sangue conferisce il colore alla pelle.

Inoltre la melanina protegge la cute e i tessuti dalle radiazioni

solari o dai raggi ultravioletti.

Ah, un consiglio state all’aperto e prendete il sole che fa bene 

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alla salute con un’adeguata protezione solare così non avrete il melanoma, un tumore maligno e adesso andate a studiare che domani avete l’interrogazione di scienze!!! ”.

Sammartino Luca, Ropa Natan, Amiri Mouhamed, Dall’olio Arianna, Sofia Mazzi, Mortalla Karre.

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Argoz e l’apparato tegumentario

 

 

Un alieno di nome Argoz voleva da tempo esplorare il corpo umano, o come lo definiva  lui, “apparatuz corpuz celebretuz”; quindi si mise in viaggio dal suo pianeta Zetuz dove tutti parlavano con la z alla fine delle parole,per arrivare sulla Terra.

Argoz aveva già intrapreso un’avventura sulla Terra dove aveva studiato la scienza del corpo umano ma ora era pronto a guardarlo con i suoi stessi quattro occhi.

Atterrò, scese dalla navicella, e iniziò subito a cercare una cavia da esaminare.

Trovò un ragazzino di nome Fabio il quale, alla vista dell’alieno, incominciò a urlare come un pazzo, ma l’alieno ormai esperto lo addormentò con una dose di anestetico; lo

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portò nella sua navicella dove con una mini-perforatrice fece un buco sulla pelle di Fabio.

Una volta entrato, Argoz si precipitò verso il derma senza osservare neanche l’epidermide; Argoz partì con l’esplorazione dai vasi sanguigni

e esclamò:

– Wowz quantoz sangue che c’è quiz !!-

– Oraz prendiamoz un pochinoz di sangue-

Mentre prelevava campioni di sangue da portare nel suo pianeta, Argoz pensava:

<<chissàz a cosaz servonoz questiz vasi sanguigni…ah giusto! I vasi sanguigni servono al trasporto del sangue attraverso il corpo le tipologie  sono le arterie, le vene, e i capillari che portano, rispettivamente, il sangue dal cuore al resto dell’organismo e viceversa>>.

Argoz intravide una serie di filamenti e capì subito che si trovava nel follicolo pilifero; si avvicinò per osservarlo meglio

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ma si incasrtò nella papilla e urlò:

– Oh mammaz miaz mi sono cacciatoz proprioz in un belz guaioz!-

Argoz provò in tutti i modi di uscire da quel buco finché non si ricordò di avere ancora la mini-perforatrice; allargò il buco della papilla e una volta uscito si allontanò.

Poi anche se non se ne era reso conto si imbatté nelle terminazioni nervose, che in quel momento stavano emettendo impulsi come pazze; si vede che il corpo di Fabio rivivendo i brutti momenti con Argoz.

Argoz vide molti impulsi nervosi e capì che era finito nelle terminazioni nervose che si occupano di ricevere, elaborare e trasmettere gli impulsi.

Argoz all’improvviso inciampò e scivolò lungo una serie di filamenti fino ad arrivare alla porzione convoluta della ghiandola sudoripara

Esclamò:

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-Finalmente mi sono fermato!

-Ah questaz dovrebbez esserez la ghiandola sudoripara ossia la ghiandola glomerularia avvolta a gomitolo nel derma è preposta alla produzione di sudore, tale processo implica l’utilizzo delle pompe a livello della porzione glomerulare per effettuare il trasferimento degli elettroliti nel lume.

Argoz esclamò:

  • Finalmentez ho finitoz la partez del derma che è lo strato della cute posto sotto l’epidermide, costituito da tessuto connettivo propriamente detto denso, riccamente vascolarizzato e innervato.-
  • ora voglioz propioz vederez l’ipoderma-  
  • eccolo ora vediamoz un po sez mi ricordoz che cosaz eraz-
  • a siz è veroz l’ipoderma si trova al di sotto della pelle e in particolare sotto il derma, da cui non è possibile differenziarlo in maniera netta.

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  • é ora che torni indietro-
  • Ah è veroz mi mancaz ancoraz l’epidermide cioè il più esterno dei due strati (insieme al derma) che compongono la pelle. Istologicamente è classificato come epitelio pavimentoso pluristratificato corneificato o cheratinizzato, essendo formato da cinque strati di cellule.

Una volta uscito dal corpo di Fabio, Argoz lo riportò a casa sua e poi partì soddisfatto verso il suo pianeta Zetus.

Simone Orlandi, Ferrari Nicolò, Lado Marco Matteo e Barberini Fabio.

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