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Una famiglia di ricci- Avvicinami piano piano
Era una bellissima estate,una famiglia di ricci venne ad abitare nella foresta.IL tempo era sempre bello e il cielo azzurro, il sole scaldava a meraviglia; i ricci passavano le giornate a divertirsi all’ombra degli alberi.
Verso l’ora del tramonto raggiungevano i campi nei dintorni, dove si sfogavano con le corse, giocavano a nascondino tra i fiori, acchiappavano le mosche per nutrirsi.
Quando veniva notte raggiungevano le tane, ma si addormentavano sul muschio, fuori. Il cielo era sempre stellato.
Un giorno il riccio più piccolo notò una foglia cadere da un albero: la mamma gli spiegò che stava arrivando l’autunno. Giocarono a rincorrere le foglie che cadevano sempre più numerose e che , prima di tocare terra, ondeggiavano trasportate dal vento.
Dopo un po’ le foglie avevano coperto il terreno e , camminandoci sopra, i ricci sentivano un buffo scicchiolio sotto le zampe.
Le notti divennero un po’ più fredde, così i ricci cominciarono a dormire sotto le foglie secche.
Tornarono nella tana più tardi, paralizzati dal freddo. Pensarono che se si fossero avvicinati con più prudenza forse sarebbero riusciti a scaldarsi insieme.
Quando però si avvicinarono di più, di nuovo si punsero il muso.
Gli uccelli si tenevano caldo uno con l’altro, così pure i conogli, le talpe e tutti gli animali; era assolutamente necessario trovare un modo per stare vicini.
Allora , con dolcezza, a poco a poco, sera dopo sera, per potersi scaldare senza pungersi, si accostarono l’uno all’altro, ritirando i loro aculei e , con mille precauzioni, trovarono infine la giusta misura.
Erano stati capaci di stare vicini, stretti stretti, senza ferirsi.
Il vento che soffiava forte fuori non dava più fastidio; finalmente potevano dormire al caldo tutti insieme.
Il racconto di B.Ferrero,A.Peiretti,L’ora di religione 1/201
Published: Jul 30, 2018
Latest Revision: Jul 30, 2018
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