LE DONNE NELLA STORIA by maestra emy - Illustrated by alunni classi quinte sez. A - B                            I.C.Nunzio Nasi di Trapani - Ourboox.com
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LE DONNE NELLA STORIA

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Artwork: alunni classi quinte sez. A - B I.C.Nunzio Nasi di Trapani

  • Joined Mar 2017
  • Published Books 13

“La donna uscì dalla costola dell’uomo,

non dai piedi per essere calpestata,

non dalla testa per essere superiore,

ma dal lato, per essere uguale,

sotto il braccio per essere protetta

accanto al cuore per essere amata.

 

William Shakespeare

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                                                           NELLA PREISTORIA

Nella preistoria la donna godeva di una grande considerazione per la sua facoltà di procreare. Ne sono testimonianza le Veneri preistoriche, statuette databili ad almeno 15.000 anni fa, che riproducono immagini di fertilità con seni e fianchi enfatizzati. Si pensa che le donne in quel periodo potessero detenere il potere: matriarcato. Una volta del lavoro, la raccolta dei prodotti della terra era il compito delle donne, mentre era considerata più importante. Questa  divisione conteneva il germe di una futura subordinazione.

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VENERE

                                                        DAL CODICE DI HAMMURABI

Se una donna litiga con il marito e dice: “Tu non sei adatto a me” perché lui la lascia e la trascura, se lei non ha colpa, e non c’è difetto nella sua parte può presentare richiesta di divorzio.Poi può prendere la sua risposta e ritorno nella casa di suo padre.

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NELL’EGITTO DEI FARAONI

Le donne fin da bambine erano allevate a pensare al matrimonio, si sposavano intorno ai 13 anni e gli uomini intorno ai 20 anni. La vita della donna dipendeva dalla propria classe sociale:chi non disponeva di schiavi, oltre alle faccende domestiche, lavorava nei campi, tessere le stoffe impastare e cuocere il pane, preparare la birra. Le donne dell’alta società, che sapevano leggere e scrivere diventavano sacerdotesse, cantanti e musiciste delle divinità; erano a capo di aziende agricole, commerciavano, partecipavano ai banchetti. Indossavano lunghi abiti di lino, curavano molto il proprio corpo con unguenti e profumi. Furono anche regine, le più famose Nefertari e Cleopatra.

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DONNA IN GRECIA

Nell’antica Grecia, le donne vivevano in uno spazio appartato della casa, il gineceo (parola che deriva dal greco gynè, << donna >>, dove trascorrevano il tempo filando, tessendo, organizzando il lavoro delle schiave: Non partecipavano alle assemblee, non votavano, raramente frequentavano la scuola o la palestra, e solo una sparta partecipata ai giochi sportivi.Prima del matrimonio erano completamente sottomesse dall’autorità del padre, dopo il matrimonio a quella del marito.Il compito più importante era di stabilire la discendenza alla famiglia.Il matrimonio si basava su un accordo tra lo sposo e il padre, non era richiesto il consenso della donna.Tra lo sposo e la sposa sono esserci anche 15 anni di differenza.

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LA DONNA PRESSO I ROMANI

Ai tempi della monarchia, per i romani il padre era il padrone assoluto della famiglia: tutto l’apparteneva e niente poteva essere fatto contro la sua volontà. Aveva potere di vita o di morte sulla moglie, sui figli e sulla servitù. I l egislatori latini sostenevano che le donne non erano in grado di agire in modo autonomo in quanto ignoravano le leggi, erano deboli, superficiali e hanno un’intelligenza limitata.Le donne romane non sono state approvate da solo il mio,  cioè il titolo della famiglia a cui appartiene. Se le figlie sono più di una, ricevevano nomi come Prima, Secunda, Tertia, Maxima. Le fanciulle ricevevano in casa una sommaria istruzione, che riguardava per lo più l’economia domestica.All’età di 12-14 anni circa potrebbe sposarsi e il padre sceglieva il futuro marito. Durante la cerimonia nuziale la donna prende il del marito. Il dovere della donna sposata era quello di essere fedele al marito, di dirigere la casa, di partorire figli, di curarli e di istruirli fino all’età di 7 anni, da quel momento loro passavano sotto la tutela del padre e la madre non aveva nessuna influenza su di loro.

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                                                          LA DONNA ETRUSCA

La donna etrusca viveva in una situazione sociale di maggiore considerazione e libertà. Per gli Etruschi ella puoi partecipare addirittura ai banchetti conviviali, seduti al suo uomo ai giochi sportivi ed agli spettacoli. La donna potrebbe anche trasmettere il proprio ai propri figli, nelle classi più elevate della società. I Greci ei Romani si considerano questa libertà della donna scandalosa. La donna etrusca indossava tuniche lunghe fino ai piedi delle quali poneva un mantello dai vivaci colori. Amava le calzature di lusso, fatte di cuoio e finemente lavorate, dalla forma lunga e appuntita. Si ornava di gioielli raffinatissimi (diademi, orecchini, braccialetti e anelli); apprezzava moltissimo i cosmetici.Il suo nome compariva accanto a quello del marito in tutti i documenti ufficiali e prendeva tutte le decisioni insieme al suo coniuge. Aveva, quindi, una cosa assai rara nel’antichità gli stessi diritti e la stessa dignità degli uomini.

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 COME  E’ NATA LA PAROLA DONNA ?

Questo termine deriva dal latino domina (che deriva da sua volta da domus “casa”), perciò il significato di signora, padrona della casa. Le donne in passato non sono state prese in considerazione anche dagli storici. Col passare del tempo le donne hanno rivendicato il loro ruolo, in società, alla pari dell’uomo. Lentamente le cose sono cambiate, in molte parti del mondo: le donne, oggi, si distinguono in tanti mestieri e professioni prima riservati agli uomini.

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LA DONNA IERI E OGGI

La prima guerra mondiale segna l’ingresso delle donne nella storia. Anche se prima del 1915 ci sono state parecchie donne importanti, con la grande forza però, le donne hanno provato di saper prendere il posto degli uomini facendo le stesse cose e magari anche meglio. Per la prima volta tutti gli uomini sono stati mobilitati per andare a combattere, le donne rimaste a casa sono sempre un piacere il lavoro degli uomini: lavorare in fabbrica, guidare i tram, fare il barbiere …. Le donne si laureano e ragazzo ad aspettare le libere professioni: medici, avvocato …. Cominciano a chiedere il riconoscimento dei loro diritti. Cambiano anche il loro modo di vestire: indossare i capelli più corti e indossano abiti più pratici.  

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DONNE ECCELLENTI

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                                             BYRON LOVELACE: LA MADRE DEL COMPUTER

Byron Lovelace era una matematica, figlia del famoso poeta inglese George Byron. E ‘considerata una delle prime menti dell’informatica moderna nonché “madre del computer”, e prima programmatrice della storia poiché nel 1843 scrisse il primo programma per computer della storia. Studiando la macchina analitica di Babbage, (un marchingegno meccanico in grado di fare i calcoli), arriva ad essere un algoritmo capace di generare i numeri di Bernoulli.

Questo è il primo algoritmo pensato espressamente per una macchina.                

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                                                               RITA LEVI MONTALCINI

Rita Levi Montalcini, nacque a Torino nel 1909, da una famiglia ebrea. I genitori erano molto colti e inculcano nei figli la passione per la ricerca. Era ancora una bambina quando la sua tata morì di cancro,allora decise di diventare una dottoressa. Purtroppo assistette alla seconda guerra mondiale. Un dittatore decise che gli ebrei non potevano lavorare all’università,lei scappò molte volte,però in ogni luogo lei si rifugiava costruiva un suo laboratorio per studiare e fare esperimenti. Si laureò con il massimo dei voti nel 1936. Era molto affascinata dai neuroni, cominciò quindi le sue ricerche in questo campo insieme ad un gruppo di scienziati. Nel 1947 si trasferisce negli Stati Uniti e continua lo studio del sistema nervoso. Quando non si occupa delle cellule nervose si dedica alla musica, segue l’attività artistica della sorella e prepara ottimi dolci rimanendo sempre molto curiosa di tutto ciò che la circonda. Lei dice ai giovani di seguire le loro passioni senza paura, di non temere i momenti difficili.Nel 1986 ricevette  il premio Nobel per la medicina. Morì a Roma nel 2012.

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MARIA MONTESSORI

Maria Montessori era una dottoressa e una insegnante per bambini disabili. Un giorno creò un nuovo metodo di insegnamento,al fine di far diventare i bambini disabili indipendenti.Fondò una scuola chiamata “La casa dei bambini”. Maria ideò dei tavoli, sedie e scaffali su misura così da non chiedere aiuto agli adulti. Maria insegnava ai bambini: allacciarsi le scarpe, abbottonarsi le camicie, ad apparecchiare la tavola ecc.  Il suo metodo è usato ancora oggi nelle scuole d’infanzia. Il viso di Maria Montessori è stato posto sulla banconota delle 1000 lire e sul francobollo del 1970. Maria Montessori diceva: Mai aiutare un bambino sta sta svolgendo un compito nel quale sente di poter avere successo.

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                                                       MADRE TERESA DI CALCUTTA

 

E ‘stata una religiosa albanese di fede cattolica, fondatrice della congregazione religiosa delle missionarie della carità. Quando nel 1950 prese i voti decise che la sua missione sarebbe stata quella di prendersi cura dei più poveri dei poveri e di tutte quelle persone che si sentono non volute, non amate, non curate dalla società e che sono diventate un peso per tutti. Stabilì come divisa un semplice sari bianco a strisce azzurre, perché era il più economico e perché aveva i colori della casa degli intoccabili, la più povera dell’India. Il suo lavoro instancabile tra le vittime della povertà di Calcutta la rese una delle persone più famose al mondo. Per questo ha ricevuto il premio Nobel per la pace nel 1979. E ‘stata proclamata Santa da Papa Francesco il 4 settembre 2016.

Aforisma:

“SE QUALCUNO TI RESTA ACCANTO NEI MOMENTI PEGGIORI ALLORA MERITA DI ESSERE CON TE NEI MOMENTI MIGLIORI”

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MARGHERITA HACK

12 Giugno1922 29 Giugno 2013.

Il 12 Giugno 1922 nacque a Firenze nella via delle 100 stelle. Margherita Hack. Studiò la fisica e si interessò alle stelle, osservava le stelle dal telescopio dell’ osservatorio di Arcetri e mentre le osservava si faceva mille domande su di esse.Margherita Hack diceva: – Le stelle non sono molto diverse da noi: nascono, crescono, invecchiano, e muoiono. Fu la prima donna italiana a dirigere un osservatorio astronomico a Firenze. Le sue amiche erano le stelle e si chiamavano: Eta Boo, Zeta Her, Omega Tau, 55 cygni,inoltre c’è un asteroide che prende il nome di Hack.  Per Margherita Hack, essere una scienziata significava basare la propria conoscenza del mondo naturale sui fatti sulle osservazioni e sugli esperimenti. Ebbe una instancabile curiosità per il mistero della vita.

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Samantha Cristoforetti

E’ nata a Milano il 26 aprile 1977, in Trentino si trovano le sue origini e proprio tra le montagne di Malè da bambina ha iniziato a scrutare il cielo ed è stata in quelle occasioni che si è innamorata di stelle e pianeti. Possiede titoli sufficienti per 3 persone: si è laureta in ingegneria aerospaziale, all’università tecnica di Monaco di Baviera, in scienze aeronautiche a Napoli. Ha conseguito la specializzazione in euro-Nato pilot training in Texas. E’ abilitata al pilotaggio di vari tipi di aeromobili. Parla, oltre alla lingua madre Tedesco, Francese, Inglese, Russo. Il 23 novembre 2014 è partita per una missione nello spazio che è durata 7 mesi. E ‘stata la prima donna italiana ad effettuare una missione nello spazio. E ‘molto seguita sui social.

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MALALA YOUSAFZAI

E’ nata a Mingora il 12 luglio 1997,è  un ‘attivista e blogger pakistana. All’età di 11 anni è diventata celebre per il blog, nel quale documentava il regime dei talebani  pakistani contrari ai diritti delle donne. Il 9 ottobre 2012 e ‘stata gravemente colpita alla testa da uomini armati saliti a bordo del pullman scolastico su cui tornava una casa da scuola. Ricoverata nell’ospedale militare di Peshawar, è sopravvissuta all’attenzione, dopo la riparazione chirurgica dei proiettili. La ragazza in seguito trasferita in un ospedale di Birmingham in Inghilterra che si è offerta di curarla. Il 12 luglio 2013 in occasione del suo sedicesimo compleanno, parla al palazzo di vetro dell’ Onu a New York, lanciando un appello all’istruzione delle bambine e dei bambini di tutto il mondo. Il 10 ottobre 2014 è stata insignita del premio nobel per la pace con la seguente motivazione:Per la lotta contro la sopraffazione dei bambini e dei giovani e per il diritto di tutti i bambini all’istruzione.

Aforisma: un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo.

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                                         BEATRICE MARIA ADELAIDE MARZIA VIO

Beatrice Maria Adelaide Marzia Vio, detta Bebe è nata Venezia il 4 marzo 1997 è una schermitrice, campionessa paraolimpica e mondiale di fioretto individuale. Quando aveva 11 anni è stata colpita da una meningite fulminante che le causò un’estesa infezione con necrosi ad avambracci e gambe di cui si rese necessaria l’amputazione. Dopo 3 mesi di degenza ospedaliera ritornò subito a scuola e iniziò la riabilitazione motoria presso un centro di fisioterapia. Dopo un anno, l’attività sportiva di schermitrice, grazie ad una particolare protesi progettata per sostenere il fioretto. Ha vinto numerose gare al livello nazionale e mondiale. Nel settembre 2016 ha posato per una compagna a favore della vaccinazione contro la meningite.Il 18 ottobre 2016 ha fatto parte della delegazione alla cena di stato alla Casa Bianca con il presidente Obama. Nel 2017 ha condotto un programma televisivo Rai1 dal titolo “LA VITA E ‘UNA FIGATA”                                                                                                                                                                                                                                                                                                                          

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LILIANA SEGRE

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha nominato Liliana Segre senatrice a vita “per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale”. Nata a Milano nel 1930 in un’agiata famiglia di origine ebraica e rimasta orfana di madre da giovanissima, fu arrestata nel 1943 mentre con suo padre cercava di scappare in Svizzera per fuggire alle leggi razziali e alle deportazioni. Quando arrivò ad Auschwitz, Segre aveva 13 anni e vi rimase fino al gennaio del 1945, quando i tedeschi in ritirata costrinsero gli 80.000 prigionieri del campo di concentramento a marciare fino in Germania. Segre fu internata nel campo di concentramento di Malchow, dove il 30 aprile del 1945 fu liberata dall’esercito sovietico. Tornata in Italia,andò a vivere con i nonni materni, gli unici membri della sua famiglia ad essere sopravvissuti: si sposò nei primi anni Cinquanta ed ebbe tre figli. Ha collaborato a diversi eventi e documentari sull’olocausto, andando spesso a raccontare la sua esperienza nei campi di concentramento nelle scuole in occasione del Giorno della Memoria .

 Liliana invita i giovani che chiamano “nipoti ideali” un non essere indifferenti nei confronti della cattività degli uomini e di amare la vita non buttarla via facendo uso di droghe o di alcool.

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LE SORELLE MIRABAL

Era il 1960 quando Patria Mercedes, Maria Argentina Minerva e Antonia Maria Teresa MIrabal furono uccise. Con la quarta sorella, Belgica Adela, si opponevano alla dittatura di Rafael Leònidas Trujillo nella Repubblica Dominicana. Quando Trujillo salì al potere, la loro famiglia perse tutto. I loro beni furono nazionalizzati, poi espropriati dal dittatore. Organizzarono un movimento per contestare il dittatore e riportare la democrazia nel loro paese. Il loro nome di battaglia era Mariposas (farfalle). Un Trujillo però la cosa non piacque per niente. Il 25 novembre 1960 le sorelle Mirabal andarono a fare visita ai mariti nel carcere di Puerto Plata.L’auto sulla quale viaggiavano è intercettata e le donne sono costrette a scendere, si trovano in una piantagione di canna da zucchero e uccise un bastonate. I loro corpi sono rimessi in auto e così sono stato fatto da un dirupo per simulare un incidente. Il coraggio delle sorelle Mirabal è di grande ispirazione per i dominicani e diede loro forza di opporsi alla dittatura. Alla fine, Trujillo fu abbattuto. Oggi nella Repubblica Dominicana c’è un murale che celebra le quattro “farfalle” che sfidarono un tiranno.

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Perché è stato scelto il 25 novembre?

Quando l’assemblea delle Nazioni Unite si è data questa notizia in sede dell’uccisione delle sorelle Mirabal, avvenuta nel 1960 a Santo Domingo perché si opponevano alla dittatura del regime di Rafael Leónidas Trujillo. In loro memoria, il 25 novembre del 1981 ci fu il primo Incontro Internazionale Femminile delle donne latinoamericane e caraibiche. Da quel momento in poi, il 25 novembre è stato accettato in larga parte del mondo come dati per ricordare e denunciare il maltrattamento fisico e psicologico su donne e bambine. La data è stata poi ripresa anche dall’Onu quando ha approvato la risoluzione 54/134 del 17 dicembre del 1999.

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LE SCARPE ROSSE

Le scarpe rosse sono simbolo della lotta contro la violenza sulle donne. La prima ad usare l’artista messicana Eliana Chauvet che nel 2009, per denuncia i femminicidi dal 1993 si commette a Ciaudad Juarez una città del Messico, ideò l’installazione Zapatos Rojos: una marcia silenziosa fatta di tantissime scarpe rosse in ricordo delle donne che non ci sono più.

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“Per tutte le violenze consumate su di lei,

per tutte le umiliazioni che ha subito,

per il suo corpo che ha sfruttato,

per la sua intelligenza che avete calpestato,

per l’ignoranza in cui l’avete lasciata,

per la libertà che le avete tappato,

per le sue ali che le tenere tarpato,

per tutto questo:

in piedi, signori, davanti ad una donna!

 

William Shakespeare

 

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