“CONFINI E MURI”: IL DIRITTO ALLA COMPRENSIONE E ALL’UNIONE TRA I POPOLI. IL RAZZISMO by Marco Cacciolo; Costanza Liprino - Ourboox.com
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“CONFINI E MURI”: IL DIRITTO ALLA COMPRENSIONE E ALL’UNIONE TRA I POPOLI. IL RAZZISMO

  • Joined May 2017
  • Published Books 4

Le nuove generazioni all’insegna di un futuro di pace e fratellanza

La scuola rappresenta un’occasione unica per mettere a confronto ragazzi e ragazze con una cultura e delle abitudini diverse, a cominciare dalla lingua. Il contatto quotidiano rappresenta l’occasione per ascoltare l’altro e scoprire i legami e le somiglianze che caratterizzano tutti gli esseri umani. Ciò va al di là del colore della pelle. La scuola è il luogo dove si incontrano e si studiano le varie culture, dove ognuno comprende che le razze non esistono e che il razzismo, la xenofobia e l’etnocentrismo non sono altro che il frutto dell’ignoranza.

 

Giudicare una persona, in base alla sua etnia, al colore della pelle, alla religione, è completamente sbagliato; eppure il razzismo ha radici profonde e attraversa tutti i continenti, alimentando odi, conflitti e tragedie. Oggi, in un mondo in continua evoluzione, in cui tutti i popoli entrano in contatto tra di loro, diventa insensato giudicare in base all’origine, o alla cultura. E’ stato ampiamente dimostrato, in campo scientifico, che le razze non esistono e gli esseri umani appartengono tutti, indistintamente, ad una sola specie: quella dell’Homo sapiens sapiens. E’ vero che l’aspetto varia, a seconda dei popoli e delle zone, ma ciò è il frutto dell’adattamento ai diversi climi e altitudini, in cui l’uomo si è trovato a vivere.

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La schiavitù è sempre esistita però, nel corso del tempo, si è modificata. Dopo quella dell’antichità, inizia una nuova fase, nel XVI secolo, quando gli europei iniziarono a coltivare le terre del Nuovo Mondo e scelsero la popolazione africana perché si riteneva che fosse più resistente alle alte temperature, nelle ore di punta e quindi garantiva più lavoro, rispetto ai bianchi. Gli schiavi venivano selezionati e divisi: gli uomini impiegati per i lavori più pesanti, le donne per i lavori domestici, mentre i bambini sfruttati, date le loro piccole mani, per cucire o assemblare qualcosa. Dopo la selezione, venivano disposti in file, legati l’uno all’altro e imbarcati sulle navi negriere, come succede, ancora oggi, con i trafficanti di merce umana. Molti di loro morivano durante la traversata. Il commercio degli schiavi, nei tempi andati, avveniva quotidianamente, perché questi esseri umani erano fondamentali per l’economia, mentre i padroni si dedicavano ad altro. Essi non potevano usufruire di diritti, libertà e vita privata; avevano solo doveri, imposti con la forza e venivano venduti e comprati per volontà del padrone; lavoravano senza paga, in cambio di vitto e alloggio, mentre un’altra crudeltà, adoperata nei loro confronti, riguardava i loro figli, i quali venivano venduti per evitare di stringere rapporti affettivi. Di uguaglianza tra gli uomini, di qualsiasi razza o colore, si incominciò a parlare solo tra il XVII e il XVIII secolo, quando si diffuse l’idea che nessun uomo poteva essere padrone dell’altro. Oggi, tuttavia la schiavitù, nonostante le leggi che la vietano e la “Dichiarazione Universale dei diritti”, non è completamente scomparsa ed esistono ancora alcune forme, in cui essa si manifesta. Sulla schiavitù del mondo contemporaneo, in particolare, si arricchiscono diverse organizzazioni criminali, nel lavoro nero, in agricoltura, nella criminalità e nella vendita di sostanze stupefacenti. Altro esempio, che vediamo nella quotidianità, riguarda i bambini sfruttati, davanti ai semafori, ai supermencati  per non essere picchiati, dai loro aguzzini.

 

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In questa lirica il poeta condanna l’uomo moderno. Secoli e millenni di civiltà e di progresso non sono riusciti a cambiare i suoi istinti brutali; egli è ancora simile a quello delle caverne: ha solo inventato più efficaci e più rapidi strumenti di rovina e di morte; la stessa violenza, insana ed omicida, guida le sue azioni, come in passato.

Il poeta, con un linguaggio addolorato e ricco di immagini crude e realistiche, condanna duramente chi persiste, ancora, nell’umana follia, disseminando guerre e stragi. Rivolge, inoltre, un accorato invito ai giovani, affinché dimentichino gli orrori dei loro padri e costruiscano un mondo nuovo, basato sull’amore, sulla fratellanza e diventino “degli uomini migliori”.

Con il passare del tempo, purtroppo, l’uomo non ha abbandonato la sua indole da selvaggio e, nonostante si ritenga “ipocritamente civile”, uccide, ancora, con la stessa aggressiva ferocia con cui i progenitori uccidevano, nelle età remote, per liberarsi dagli animali, scagliatisi contro, per divorarli.

Il sangue di oggi, dice il poeta, è lo stesso sangue che spinse Caino, omicida del fratello.

Quasimodo fa un’appassionante invocazione agli uomini, chiamandoli “figli”, consigliando loro di desistere dalla crudeltà, per non seminate più tanto male. Infine, auspica l’Amore universale, predicato da Cristo.

Riteniamo che questa poesia sia attualissima ed attinente alla tematica della pace e della fratellanza tra i popoli che auspichiamo avvenga in un futuro, non molto lontano.

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Questo romanzo è narrato in prima persona, da Scout, la protagonista, ormai adulta, ed è ambientato in Alabama. Si tratta, infatti, del suo percorso di crescita che parte dall’età di sei anni quando guardava il mondo con innocenza, come tutti i bambini e che terminerà a nove anni. Gli eventi che la bambina ha dovuto attraversare l’hanno fatta diventare una piccola adulta.

Attraverso l’esperienza dell’ingiustizia e della diversità, Scout modifica la sua percezione del mondo. Nel testo sono trattati alcuni temi che, nonostante il passare degli anni, restano ancora vivi più che mai. Emerge, inoltre, una profonda divisione razziale che non porta ad altro se non a distruzione e dolore. La comunità bianca di Maycomb si contraddistingueva per un cieco razzismo, la comunità nera, invece, risultava più aperta, perlomeno nei confronti dei bambini. I piccoli Finch infatti, quando rimangono isolati dai loro concittadini e coetanei, verranno accolti dalla comunità ecclesiastica, frequentata dalla governante Calpurnia, afroamericana, con la quale assistono alla messa di Natale.
A questo aspetto si lega anche il discorso sulla tolleranza e l’accettazione del diverso che va a coinvolgere anche il vicino di casa, Boo Radley, la cui diversità non consiste nel suo status sociale.
Scout è una bambina con  delle caratteristiche che la portino ad essere definita “un maschiaccio”. Il padre Atticus assecondava la velleità della figlia, con una modernità di vedute disarmante. Scout era portata a credere che le persone, attorno a lei, fossero essenzialmente buone, ma crescendo finirà per rendersi conto che a coesistere con il bene vi sono sempre il male, la paura e l’ignoranza, tipiche dell’uomo.
Nonostante ciò, il romanzo si chiude con le riflessioni della protagonista, la quale sostiene che, nella vita, bisogna mantenere, sempre, un comportamento tollerante e accogliente nei confronti del prossimo.

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La capanna dello zio Tom è un romanzo anti-schiavista scritto dall’americana Harriet Beecher Stowe. Pubblicato nel 1852, in seguito ad un atto legislativo promulgato nel 1850, il Fugitive Slave Law, che decretava un dovere: la denuncia degli schiavi fuggiti e la restituzione ai proprietari. Il romanzo ebbe un profondo effetto sugli atteggiamenti nei confronti degli afro-americani e la schiavitù negli Stati Uniti e rese più acuto il conflitto che condusse alla guerra civile americana.

Stowe, un’attiva abolizionista, focalizzò il romanzo sul personaggio di Zio Tom e sulla lunga sofferenza degli schiavi neri attorno alla quale si intrecciano le storie di altri personaggi. Il romanzo raffigura la crudele realtà della schiavitù e afferma che l’amore cristiano può superare la distruzione e la riduzione in schiavitù di altri esseri umani.

La capanna dello Zio Tom è stato il romanzo best-seller del XIX secolo e molti critici ritengono che esso possa aver alimentato la causa abolizionista del 1850. L’impatto del libro fu così grande che quando Abraham Lincoln incontrò la Stowe, all’inizio della guerra civile americana, dichiarò: “Questa è la piccola signora che ha scatenato questa grande guerra”.

Il libro, soprattutto per i luoghi dove è ispirato, ha anche contribuito a creare una serie di stereotipi sui neri, molti dei quali durano ancora.

Venne pubblicato a puntate sul giornale di Washington, di impronta abolizionista, tra il 1851 e il 1852 e in seguito presso l’editore John P. Hewett, in due volumi. Naturalmente non vennero risparmiate le critiche che accusavano l’autrice di aver inventato tutto quanto, ma nel 1853 venne pubblicato un testo, scritto dalla stessa Stowe, nel quale la scrittrice riportava ogni fonte e prova della veridicità di quanto ella aveva scritto nel romanzo, riguardo alle condizioni degli schiavi.

Il romanzo venne tradotto e pubblicato in tutto il mondo e giunse in Italia nel 1852, poco dopo la pubblicazione americana.

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LE RAZZE UMANE NON ESISTONO

Dividere gli uomini in gruppi caratterizzati da differenze di pelle o da altre caratteristiche è profondamente scorretto.  Anche dal punto di vista scientifico.

Con la scoperta del genoma umano, nel 2001 alcuni genetisti, hanno dimostrato che il concetto di razza, non ha fondamenta scientifiche,  perché  il DNA umano è simile nel 99,9% di ogni individuo. Le differenze si possono trovare nello 0,1% della popolazione mondiale, una percentuale troppo bassa per stabilire il concetto di razza.

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Questi due bambini sono geneticamente molto più simili di quanto di possa immaginare

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LA RAZZA DELLA SPECIE UMANA

L’uomo appartiene al regno degli animali è chiamato HOMO SAPIENS SAPIENS.

Nonostante l’appartenenza  a  un’ unica sottospecie, la variabilità esteriore è grande: le caratteristiche fisiche, come il colore della pelle ,il taglio degli occhi e la statura.

In seguito alla teoria Charles Darwin e agli studi di genetica si sviluppò una disciplina scientifica, l’antropologia fisica. Alla fine dell’ottocento gli  antropologi  individuarono molteplici “razze umane”: la bianca, la nera e la gialla. Nacque in seguito il “Razzismo Scientifico” che ipotizzava la superiorità della razza bianca sulle altre. L’uso del termine” razza” per distinguere la specie umana è scientificamente un errore. Il DNA umano varia pochissimo fra i diversi popoli della  terra. Per spiegare l’uniformità del DNA gli scienziati hanno ipotizzato che tutti gli esseri umani discendano da poche centinaia o migliaia di progenitori comuni. Questo significa che gli esseri umani sono strettamente imparentati tra loro. Gli scienziati ritengono che gli antenati comuni siano partiti dall’Africa circa 100000 anni fa e colonizzando i vari continenti, abbiamo dato origine a una discendenza di uomini con caratteristiche diverse per adattarsi  ai vari ambienti.

IL Razzismo inteso come diversità e superiorità di un gruppo rispetto a un altro, non ha alcuna base scientifica.

Con il termine razzismo si intende l’insieme di teorie e comportamenti che pretendono di divedere l’umanità in razze “superiori” e razze “inferiori”. Secondo tali teorie, infatti, il patrimonio biologico sarebbe responsabile non solo dei comportamenti individuali ma anche dello sviluppo (culturale, politico, economico, ecc.) delle società. La diretta conseguenza di questa connessione porta a considerare superiori le razze in grado di costruire società più evolute.

 

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Razzismo

(storia e geografia)

Un atteggiamento di tipo razzista è costantemente presente nella storia dell’umanità, anche se per l’antichità è più corretto parlare di xenofobia, cioè <odio per gli stranieri>. Infatti gli antichi greci, e inseguito i romani, chiamavano “barbari” (stranieri) quelli che non parlavano la loro lingua, avevano costumi, religioni e istituzioni diverse e vivevano al “limite” del loro mondo.

Il razzismo vero e proprio nasce nel 1492 con  la scoperta dell’America, quando si creò il concetto di purezza del sangue e le grandi potenze europee svilupparono ideologie razziste per risolvere la dissonanza tra valori cristiani, di eguaglianza e carità, e lo sfruttamento delle popolazioni indigene in America,i cui membri furono dichiarati  homunculi, cioè esseri non pienamente umani, per giustificare la loro riduzione in schiavitù.  Lo stesso disprezzo razzista fu  esteso ai neri africani e agli iberici spagnoli che si erano mescolati con essi e  che vennero poi portati come schiavi nel Nuovo Mondo. Questo creò una società in cui la stratificazione sociale era legata anche al gruppo etnico di appartenenza.

Il razzismo iberico, è completamente diverso da quello che nasce nell’Ottocento, che impediva il mescolamento tra le razze, perché nocivo per quello superiore (i bianchi).Un’ulteriore spinta verso una forma di razzismo più estrema si ebbe negli USA dove, nel dibattito relativo all’abolizione della schiavitù, uno degli argomenti proposti dai sui sostenitori fu che i neri non fossero esseri umani, ma andassero catalogati in una categoria diversa. L’abolizione della schiavitù con la guerra di Secessione (1865) non  migliorò le condizioni di vita reali dei neri. Infatti la schiavitù era cessata solo formalmente; si dovettero aspettare quasi cento anni, quando, con l’avvento di Martin Luther King, si ebbe la revoca definitiva della discriminazione nei confronti deii neri che però non scomparve del tutto in via di fatto.

 

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Il razzismo raggiunse i suoi esiti più tragici nella Germania nazista, dove diventò ideologia ufficiale dello Stato. Adolf Hitler sosteneva la superiorità della razza ariana e dell’antisemitismo. Nella Germania nazista gli Ebrei, dichiarati esseri subumani (sottouomini), furono oggetto di comportamenti discriminatori e di leggi razziali, che, durante la Seconda Guerra Mondiale, legittimarono e resero possibile il genocidio di sei milioni di ebrei e di altri cinque milioni di persone considerate marginali (accanto agli ebrei, zingari, comunisti, omosessuali, disabili ecc.).Non è un caso che il progetto di sterminio perseguito lucidamente dai nazisti sia stato chiamato “soluzione finale” e solo la sconfitta, impedì a Hitler di ultimare il genocidio. E’ bene ricordare che la Germania nazista non fu l’unico Paese a essere segnato dal razzismo; in Italia, nel 1938, vennero emanate le “leggi per la difesa della razza”, che determinarono la discriminazione degli ebrei e ne favorirono successivamente la deportazione nei campi di sterminio

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Non appena la Seconda Guerra mondiale ebbe termine, si crearono delle tensioni tra l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti, esse sfociarono in quella che è stata chiamata “Guerra Fredda”: un pericoloso conflitto tra due grandi blocchi. Il primo, a ovest,  era costituito dagli Stati Uniti e dai loro alleati; il secondo, a est,  era costituito dall’Unione Sovietica e dai suoi alleati. La città di Berlino riproduce in piccolo la stessa suddivisione subita dalla Germania: era divisa, infatti, in due zone, occupate ad est dall’Unione Sovietica e prese appunto il nome di Berlino Est, invece, ad ovest dagli Stati Uniti e prese il nome di Berlino Ovest. Inizialmente ai cittadini di Berlino era permesso circolare liberamente in entrambe le aree, così migliaia di persone emigrarono verso la Germania Ovest perché nella Germania Est molte libertà venivano negate o fortemente limitate. Nel 1961 la Germania Est decise di chiudere le proprie frontiere, fu così costruito un lungo muro che tagliava in due la città di Berlino. Berlino Ovest fu circondata completamente e divenne come un’isola all’interno dei territori della Germania Est. Il governo della Germania Est si giustificò dichiarando che il muro doveva servire per difendere la città da un eventuale attacco militare da parte dell’Ovest, ma era chiaro a tutti che serviva invece a impedire ai cittadini della Germania Est di passare ad Ovest. Nonostante tutto molti tentarono la fuga: in tanti persero la vita per colpa dell’esercito, altri riuscirono a fuggire. Nel settembre del 1989 iniziarono nella Germania Est le prime manifestazioni di massa contro il governo, chiedendo venissero introdotte delle riforme e che venisse abbattuto il muro. E finalmente il 9 novembre del 1989 vennero aperte tutte le frontiere e il muro venne demolito.

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Un’altra rappresentazione del razzismo fu l’apartheid, un regime di segregazione razziale istituito nel 1948 in Sudafrica, dove la minoranza bianca costrinse la maggioranza nera a vivere in quartieri separati. L’apartheid fu abolito negli anni Novanta, quando il movimento antisegregazionista di Nelson Mandela e dell’African National Congress riuscì a trionfare, col sostegno dell’ONU e della solidarietà mondiale.

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Forme di discriminazione razziale sono tutt’ora presenti in vari paesi, per esempio nei confronti degli Indios del Chiapas in Messico o degli aborigeni in Australia. Episodi di razzismo e movimenti xenofobi si sono manifestati negli anni Ottanta del Novecento, anche nei paesi europei interessati da migrazioni di massa dai paesi poveri. L’Italia ha conosciuto il fenomeno alla fine del secolo, quando è diventata la principale “porta” per l’Europa per gli immigrati provenienti dal Mediterraneo. Alla fine del secolo si sono ripresentate anche orrende pratiche di “pulizia etnica”. Le più gravi sono state quelle perpetrate nella ex Iugoslavia dai Serbi nei confronti dei Croati e degli Albanesi del Kosovo e i massacri di Tutsi e Hutu in Ruanda del 1994. I progressi della scienza genetica hanno tolto ogni fondamento alle teorie razziste. L’umanità deriva da un unico ceppo che dall’Africa si diffuse nei vari continenti: la capacità di apprendimento e uguale in tutti i tipi di umani e non c’è ne sono alcuni biologicamente più dotati di altri. Voglio concludere dicendo che il razzismo è nato da quando fu la terra e a prodato l’uomo, in quanto lui c’ è sempre stato in uno spirito di sopraffazione e di superiorità rispetto agli altri. Bisognerebbe però che questo spirito, questa voglia venga soppressa. Proprio come diceva Simone Bonazzi: “essere Gay è una condizione, essere Down è una condizione, essere Nero, Bianco, Giallo sono condizioni, essere Razzista è una malattia, spesso contagiosa, ma come tutte le malattie alla fine sarà distrutta!”

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Il razzismo nell’arte

Frasi e aforismi

Il razzismo è un’assurda invenzione dell’uomo. Che lingua parla il vento? Di che nazionalità è una tempesta? Da quale paese viene la pioggia? Di che colore è un fulmine?
(Fabrizio Caramagna)

 

Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato l’arte di vivere come fratelli.
(Martin Luther King)

 

Abbiate il coraggio di posare la vostra mano nel buio, per portare un’altra mano nella luce.
(Norman B. Rice)

 

Noi tutti dovremmo sapere che è la diversità che rende ricco un arazzo, e dovremmo capire che tutti i fili della arazzo sono uguali in valore, non importa quale sia il loro colore.
(Maya Angelou)

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IL CYBERBULLISMO

ll cyberbullismo è mobbing in Internet, infatti, per designarlo si usano anche i termini cybermobbing e internet mobbing. Viene messo in atto mediante l’uso dei media digitali e consiste nell’invio ripetuto di messaggi offensivi tramite sms, in chat o su facebook per molestare una persona per un lungo periodo.

Gli autori, i cosiddetti «bulli» o il cosiddetto «branco», sono spesso persone che la vittima ha conosciuto a scuola, nel quartiere o in un’associazione. Offendono, minacciano o ricattano le loro vittime direttamente o facendo pressione psicologica su di loro, le diffamano, le mettono alla gogna e diffondono dicerie sul loro conto. Chi ne è vittima può subire conseguenze molto gravi, come la perdita della fiducia in se stesso, stati di ansia e depressione.

Il confine tra un comportamento che resta scherzoso e uno che è percepito come offensivo non è così netto. Il cyberbullismo inizia laddove un individuo si sente importunato, molestato e offeso. Raramente i giovani si rendono conto delle conseguenze delle loro azioni nel momento in cui mettono in rete immagini offensive o le inviano agli amici; spesso lo fanno solo per scherzo. Tuttavia, può trattarsi anche di atti mirati a rovinare una persona.

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IL RAZZISMO NELLA MUSICA

Tratteremo il tema del razzismo nella musica. Il razzismo, detto in parole povere, consiste nell’idea che la propria razza sia la migliore e di conseguenza denigrando e svalutando tutte le altre considerandole inferiori, questo è solamente un pensiero stupido dettato dalla nostra cultura. Diciamo questo perché in origine la maggior parte dei generi musicali contemporanei è stata creata da gente di colore. Durante la segregazione razziale in America, nei campi di cotone, i neri usati come schiavi si riunivano segretamente per suonare, per esprimere loro stessi, per sentirsi liberi, per far capire che esistevano! Da lì è nato il jazz, il blues, il rock e la maggior parte della musica che noi oggi ascoltiamo tutti i giorni. Il jazz si iniziò a diffondere tra fine Ottocento e inizio Novecento negli Stati Uniti e ha influenzato tutti i generi musicali con le sue caratteristiche. La musica jazz degli albori era basata su combinazioni di elementi musicali afro-americani, articolata cioè su una scala pentatonica,con caratteristiche blue notes, armonie derivate dalla musica colta europea ed un notevole uso del ritmo sincopato o con maggior precisione di poliritmi. Tra i musicisti più famosi ci sono Louis Armstrong, Dizzy Gillespie, Duke Ellington e Benny Goodman. Quest’ultimo era un musicista di origine ebrea, che dovette fuggire dalla Germania negli Stati Uniti a causa delle persecuzioni di Hitler. Fu il primo musicista della storia a fondare una big band composta da musicisti bianchi e neri che suonavano spalla a spalla. Questo dimostra che la musica è un elemento integrante delle varie culture e delle varie razze. Col passare del tempo si diffuse anche nel Vecchio Continente. Anche in Italia vi sono stati e vi sono ottimi musicisti jazz, ad esempio il cantautore Paolo Conte si ispira a questo genere musicale.Noi pensiamo che l’ignoranza e la poca informazione portino a credere a grandi bugie come il razzismo.

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IL RAZZISMO NELLO SPORT

Quest’anno abbiamo deciso di affrontare il tema del razzismo nello sport. Da sempre lo sport è stato un elemento unificatore. Il legame tra sport e razzismo iniziò nel XIX secolo a causa dell’imperialismo britannico che, anche tramite lo sport, voleva civilizzare le popolazioni primitive in nome della superiorità razziale dei bianchi, per motivazioni soprattutto politiche e sociali. Il barone Pierre de Coubertin nel 1869 ripristinò i giochi olimpici che vennero definite le Olimpiadi Moderne, era contrario alla partecipazione delle donne,egli sosteneva che il ruolo delle donne alle olimpiadi dovrebbe essere solo quello di premiare i vincitori. Nel 1936, Hitler nei Giochi Olimpici di Berlino vietò la partecipazione a tutti gli atleti (anche tedeschi) di origine ebrea per celebrare la supremazia della “razza ariana”. I suoi intenti però fallirono poiché Jesse Owens, un atleta afroamericano, vinse 4 medaglie d’oro, divenendo un emblema dell’anti-razzismo. La svolta si ebbe nelle Olimpiadi di Città del Messico del 1968, nelle quali, in segno di protesta contro la discriminazione razziale, i due velocisti Tommie Smith e John Carlos salirono sul podio sollevando il pugno chiuso e guantato di nero. Nonostante tutto ciò che abbiamo imparato dalla storia il problema del razzismo resta ancora irrisolto. Ad esempio pensiamo agli ultras, gruppi di tifoserie che discriminano le persone di altre razze. Come la scritta, per insultare i tifosi della Roma “Anna Frank è romanista” che compare su un adesivo che ritrae la giovane martire con maglia della squadra giallorossa. O delle parole dell’ex presidente della Federcalcio Tavecchio che, in riferimento ad una polemica sui giocatori stranieri che militano nei club italiani, ebbe a dire:”noi, invece, diciamo che Optì Pobà è venuto qua, che prima mangiava le banane, adesso gioca titolare nella Lazio. Per cercare di combattere gli episodi di razzismo in campo e sugli spalti durante le manifestazioni sportive, nel 1999 è nata su raccomandazione della Commissione Europea, la Football Against Racism in Europe (F.A.R.E.), che può sanzionare i comportamenti scorretti.    Noi pensiamo che lo sport sia un veicolo importante di integrazione, di rispetto e di solidarietà. Vogliamo concludere con una frase di Nelson Mandela: “lo sport ha il potere di cambiare il mondo, di suscitare emozioni e di unire le persone come poche altre cose al mondo. Lo sport può creare speranza, dove prima c’era solo disperazione.

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Take me to church

My lover’s got humour
She’s the giggle at a funeral
Knows everybody’s disapproval
I should’ve worshipped her sooner
If the Heavens ever did speak
She is the last true mouthpiece
Every Sunday’s getting more bleak
A fresh poison each week
‘We were born sick, ‘ you heard them say it
My church offers no absolutes
She tells me ‘worship in the bedroom’
The only heaven I’ll be sent to
Is when I’m alone with you
I was born sick, but I love it
Command me to be well
Amen, Amen, Amen

Take me to church
I’ll worship like a dog at the shrine of your lies
I’ll tell you my sins and you can sharpen your knife
Offer me that deathless death
Good God, let me give you my life

Take me to church
I’ll worship like a dog at the shrine of your lies
I’ll tell you my sins and you can sharpen your knife
Offer me that deathless death
Good God, let me give you my life

If I’m a pagan of the good times
My lover’s the sunlight
To keep the Goddess on my side
She demands a sacrifice
To drain the whole sea
Get something shiny
Something meaty for the main course
That’s a fine looking high horse
What you got in the stable?
We’ve a lot of starving faithful
That looks tasty
That looks plenty
This is hungry work

Take me to church
I’ll worship like a dog at the shrine of your lies
I’ll tell you my sins and you can sharpen your knife
Offer me that deathless death
Good God, let me give you my life

Take me to church
I’ll worship like a dog at the shrine of your lies
I’ll tell you my sins and you can sharpen your knife
Offer me that deathless death
Good God, let me give you my life

No masters or kings when the ritual begins
There is no sweeter innocence than our gentle sin
In the madness and soil of that sad earthly scene
Only then I am human
Only then I am clean
Amen, Amen, Amen

Take me to church
I’ll worship like a dog at the shrine of your lies
I’ll tell you my sins and you can sharpen your knife
Offer me that deathless death
Good God, let me give you my life

Take me to church
I’ll worship like a dog at the shrine of your lies
I’ll tell you my sins and you can sharpen your knife
Offer me that deathless death
Good God, let me give you my life

 

 

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DESCRIZIONE

Take me to church è una canzone d’amore.  Il brano ha origine dalla frustrazione dell’autore nei confronti degli insegnamenti della chiesa cattolica. In un intervista infatti andrew hozier-byrne dichiara che crescendo ha notato l’ipocrisia della chiesa cattolica. Nella canzone ci sono scritti i sentimenti che lui prova per questa cosa.

La canzone appunto parla di due ragazzi omosessuali che non si possono sposare proprio per le leggi della chiesa cattolica.

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PRIDE (IN THE NAME OF LOVE)

One man come in the name of love
One man come and go
One man come he to justify
One man to overthrow

In the name of love
What more ganin the name of love?
In the name of love
What more in the name of love?

One man caught on a barbed wire fence
One man he resist
One man washed up on an empty beach
One man betrayed with a kiss

In the name of love
What more in the name of love?
In the name of love
What more in the name of love?

Early morning, April four
Shot rings out in the Memphis sky
Free at last, they took your life
They could not take your pride

In the name of love
What more in the name of love?
In the name of love
What more in the name of love?

In the name of love
What more in the name of love?
In the name of love
What more in the name of love?

 

 

44

DESCRIZIONE

La canzone inizialmente era stata dedicata al presidente degli stati uniti ronald reagan, ma successivamente l’autore fu inspirato da un libro chiamato let the trumpet sound: a life of martin luter king.

Nel testo c’è una frase : early morning…

questa frase in ogni concerto dal vivo fu cambiata in: early evening, proprio perchè nel pomeriggio dell’uscita del singolo king fu assassinato. Quindi gli u2 in segno di rispetto a ogni concerto che cantano questa canzone cambiano la frase.

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LA DISCRIMINATION:
QU’ EST-CE QUE C’EST?

C’est le fait de défavoriser des personnes pour leur origine ethnique(racisme), leur
apprence physique, leur sexe (sexisme), leur religion, leur santé…Danse beaucoup
de pays la discrimitaion est un délit et elle est punie par la loi. La discrimination se
fonde souvent sur des préjugés, c’est-à-dire des opinions (généralement négatives)
qu’on se forme sur des personnes qu’on ne connait pas vraiment.

Il existe une seule race…
la race umane

46

L’HOMME QUI TE RESSEMBLE

! J’ai frappé à ta porte
j’ai frappé à ton coeur
pour avoir bon lit
pour avoir bon feu
pourquoi me repousser?
Ouvre-moi mon frère!…..
Pourquoi me demander
si je suis d’Afrique
si je suis d’Amérique
si je suis d’Asie
si je suis d’Europe?
Ouvre-moi mon frère!….
Pourquoi me demander
la loungeaur de mon nez
l’épaisseur de ma bouche
la coleur de ma peau
et le nom de mes dieux?
Ouvre-moi mon frère!….
je ne suis pas un noir
je ne suis pas un rouge
je ne suis pas un jaune
je ne suis pas un blanc
ma je ne suis qu’un homme
Ouvre-moi mon frère!…..
Ouvre-moi ta porte
Ouvre-moi ton coeur
car je suis un homme
l’homme de tous les temps
l’homme de tous les cieux
l’homme qui te ressemble

 

(René Philombe [Cameroun], cité
dans l’Anthologie de la poésie
négro-africaine. Seghers)

47

Cher frère blanc,

qaund je suis né, l’étais noir.
Quand j’ai grandi, l’étais noir.
Quand je suis au soleil, je suis noir.
Quand je suis malad je suis noir.
Quand je mourrai, je serai noir.
Tandis que toi, homme blanc,
quand tu es né, tu étais rose,
quand tu as froid, tu est bleu,
quand tu aspeur tu es vert,
quand tu es malad tu es jeune,
quand tu mourras, tu seras gris.

Alors, de nous deux, Qui est l’homme de couler?

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“CONFINI E MURI”: IL DIRITTO ALLA COMPRENSIONE E ALL’UNIONE TRA I POPOLI. IL RAZZISMO by Marco Cacciolo; Costanza Liprino - Ourboox.com

“ABBIAMO IMPARATO A VOLARE COME GLI UCCELLI, A NUOTARE COME I PESCI, MA NON ABBIAMO ANCORA IMPARATO LA SEMPLICE ARTE DI VIVERE INSIEME COME FRATELLI”

M.L. KING

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LAVORO REALIZZATO DA:

Costanza Liprino 2C

William Radatti 2C

Elia Nibali 2A

Aurora Lupica 2A

Marco Cacciolo 2C

Greta Fabio 2C

Antonietta Lupica 2A

Roberta Triscari 2B

Caterina Fardella 2C

Clara Tavilla 2C

Martina Abramo 2A

Andrea Lipari 2A

Mattia Pio Librizzi 2C

Riccardo Fontana 2C

Giorgia Di Vincenzo 2A

Marco Salvo 2A

Flavia Marta Torrisi 2C

Milena Sayadyan 2C

Bruno Bernardis 2B

Gianmarco Romagnolo 2B

Giorgio Scrofani 2C

Carola Reale 2B

Maria Francesca Micale 2B

Daniele Crascì 2B

Elisa Paladina 2B

CON LA COLLABORAZIONE DI TUTTI I DOCENTI

E DEL DIRIGENTE PROF. RINALDO NUNZIO ANASTASI

ANIMATORE DIGITALE PROF.LINA LAZZARO

Scuola secondaria di primo grado E. Mancari

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