Nasce il 9 agosto 1896 ed è stato uno psicologo, biologo, pedagogista e filosofo svizzero.
Viene considerato il fondatore dell’epistemologia genetica, ossia dello studio dei processi cognitivi del bambino nel corso del suo sviluppo.
Jean Piaget era il figlio maggiore di Arthur Piaget, docente universitario, e Rebecca Jackson. all’età di 11 anni scrisse un breve trattato che segnerà l’inizio di una brillante carriera scientifica e che lo portò a pubblicare ben oltre 60 libri.
Nella tarda adolescenza sviluppò un forte interesse per i molluschi che lo portò a collaborare con alcuni zoologi che gli offrirono di dirigere la sezione molluschi nel museo di storia naturale a Ginevra. Dovette però declinare l’invito, in quanto era ancora alle superiori.
Dopo la scola superiore studiò scienze naturali presso una università svizzera dove ottenne un dottorato. Durante questo periodo pubblicò due scritti filosofici che si riveleranno molto importanti per la sua futura produzione.
Presso l’università di Zurigo sviluppò un grande interesse per la psicanalisi, si pensa a causa dei disturbi nevrotici della madre.
Dopo di che lasciò la Svizzera e si trasferì in Francia.
Trascorse un anno lavorando presso un istituto per ragazzi creato da Binet e Simon. Qui Piaget effettuò una serie di interviste finalizzate alla standardizzazione dei test di Binet, e rimase progressivamente affascinato dai processi di pensiero che portavano alle risposte; decise quindi di rimanere e nei due anni successivi compì i suoi primi studi sull’età evolutiva. Il suo interesse aumentò quando cominciò a chiedere ai bambini le giustificazioni delle risposte corrette e corrette da loro date. Cominciò ad essere affascinato dai processi di pensiero che apparivano guidare le risposte. In queste conversazioni faceva uso di tecniche psichiatriche che aveva appreso quando intervistava malati mentali peri il corso che seguiva alla Sorbonne.
Nel 1921 iniziò le sue ricerche sugli schemi mentali dei bambini in età scolare.
Nel 1923 sposò Valentine Chatenay; la coppia ebbe tre figli, Jaqueline, Lucienne e Laurent il cui sviluppo intellettuale e linguistico furono oggetto di studio da parte di Piaget.
Dopo la seconda guerra mondiale divenne presidente della commissione svizzera dell’UNESCO e nel 1955 fondò e diresse fino alla sua morte in Centro Internazionale di Epistemologia Genetica.
Morì poi a Ginevra il 16 settembre 1980 dopo aver ottenuto un riconoscimento per le sue importanti scoperte.
Non si può fare a meno di essere colpiti dalla straordinaria produttività di Piaget. Una stima conservativa dei suoi scritti parla di un numero di libri superiore a 40 e più di 100 articoli solo di psicologia del bambino. Se si aggiungono le pubblicazioni di filosofia ed educazione, le cifre si gonfiano ancora di più.
Uno dei suoi primi scritti un opuscolo (scritto in matita, perchè non gli era permesso di scrivere con l’inchiostro) in cui descriveva un autovap, un interessante unione fra un carro e una locomotiva. La prima pubblicazione di Piaget fu un articolo di una pagina su un passero albino che egli aveva osservato nel parco. Questo risultato fu raggiunto all’età di 10/11 anni.
I conflitti fra l’insegnamento religioso e quello scientifico lo stimolarono ad una inquietudine filosofica espressa in un romanzo filosofico, pubblicato nel 1917. Continuò poi a scrivere intorno a una quantità di questioni filosofiche. In questi scritti si possono ritrovare temi che sono fondamentali nei successivi scritti di Piaget, quali l’organizzazione logica delle azioni e la relazione fra le parti del tutto.
La successiva pubblicazione di tre articoli basati sulla ricerca condotta nel laboratorio di Binet gli procurò nel 1921 l’offerta di diventare il direttore degli studi all’Istituto J.J. Rousseau a Ginevra. Piaget progettava di passare solo 5 anni a studire la psicologia del bambino. La libertà e le facilitazioni per la ricreca, che Piaget ha avuto in questa posizione, nutrirono le sue tendenze produttive e lo condussero a pubblicare 5 libri: Il linguaggio e il pensiero del fanciullo (1923), Giudizio e ragionamento nel bambino (1924), La rappresentazione del mondo del fanciullo (1926), La casualità fisica nel bambino (1927), Il giudizio morale nel fanciullo (1932).
Dopo l’entrata all’UNESCO, collaborò con vari scienziati, matematici e fisici su temi come la manipolazione di oggetti, le nozioni di nmero, di quantità fisica, di spazio e lo sviluppo della percezione.
Venuto a conoscenza del lavoro di Piaget, Albert Einstein lo incoraggiò ad occuparsi dei concetti di tempo, velocità e movimento. In seguito a questo suggerimento, Piaget scrisse 2 libri stimolanti: Lo sviluppo della nozione di tempo rispetto al bambino (1946) e La nozione del movimento e della velocità rispetto al bambino.
Perfino durante i suoi ultimi anni di vita, libri e articoli continuarono ad essere prodotti dalla sua casa, il Centro di Epistemologia Genetica.
Piaget formulò una teoria sullo sviluppo cognitivo del bambino.
Per definire il concetto di intelligenza abbiamo bisogno di 3 preconcetti: l’assimilazione, l’accomodamento e l’adattamento.
Per assimilazione si intende il processo di conoscenza del mondo esterno grazie a schemi già in suo possesso.
Per accomodamento si intende invece la modificazione degli schemi già in suo possesso in base a nuove esperienze che forniscono nuove informazioni.
Infine l’adattamento è un equilibrio fra assimilazione e accomodamento.
La teoria piagetiana si basa su l’individuazione del concetto di intelligenza.
L’intelligenza è una forma di adattamento attraverso cui l’uomo conosce l’ambiente che lo circonda e interviene attivamente su di esso per modificarlo.
Individua 4 stadi di durata più o meno ampia, in cui l’organizzazione mentale (struttura assunta dalle strategie mentali nel progressivo adattamento alla realtà) del bambino si trasforma nel tempo e subisce dei cambiamenti.
I 4 stadi individuati da Piaget sono:
Stadio SENSOMOTORIO (0-2 anni);
Stadio PREOPERATORIO (2-6 anni);
Stadio delle OPERAZIONI CONCRETE (6-12 anni);
Stadio delle OPERAZIONI FORMALI (12 anni in poi).
Analizziamole.
Nello stadio sensomotorio il bambino utilizza i sensi e le abilità motorie per adattarsi all’ambiente.
Sviluppa determinate capacità:
- INTENZIONALITA’: il lattante inizia a differenziare il proprio corpo dagli oggetti esterni e agisce sulla realtà esterna per uno scopo.
Published: Nov 28, 2017
Latest Revision: Nov 28, 2017
Ourboox Unique Identifier: OB-388723
Copyright © 2017