La Battaglia di Anghiari era una pittura murale di Leonardo da Vinci, databile al 1503 e già commissionata per il Salone dei Cinquecento (allora detto “Sala del Gran Consiglio”) di Palazzo Vecchio a FirenzeA causa dell’inadeguatezza della tecnica il dipinto subì dei danni e non si sa se i suoi resti fossero stati lasciati in loco, incompiuti e mutili; circa sessant’anni dopo la decorazione del salone venne rifatta da Giorgio Vasari; non si sa se all’epoca fossero ancora presenti i frammenti leonardiani e se l’architetto aretino li abbia distrutti. Alcuni sostengono che li abbia nascosti sotto un nuovo intonaco o una nuova parete: ricerche e ‘saggi’ finora condotti non hanno sciolto il mistero.
Nell’aprile del 1503 Pier Soderini, gonfaloniere a vita della rinata Repubblica fiorentina , affidò a Leonardo, da qualche anno tornato in città dopo il lungo e prolifico soggiorno milanese, l’incarico di decorare una delle grandi pareti del nuovo Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio. Si trattava di un’opera grandiosa per dimensioni e per ambizione, a cui avrebbe atteso nei mesi successivi, e che l’avrebbe visto faccia a faccia con il suo collega e rivale Michelangelo, a cui era stato commissionato un affresco gemello su una parete vicina, la Battaglia di Càscina (29 luglio 1364, contro i Pisani)
La Battaglia di Anghiari quindi è famosa perché avvolta in un’aurea di mistero e perché, dalle copie e dai commenti di coloro che l’hanno ammirata dal vivo, rappresentava uno dei massimi capolavori di Leonardo per la forza compositiva ed il realismo violento dei personaggi. Eppure è stata un errore. Leonardo infatti non volle dipingerla ad affresco, tecnica sicura e collaudata per quel tipo di prodotto artistico, ma volle sperimentare un metodo ricavato da Plinio: l’encausto, ovvero la pittura a olio su parete. La scelta era motivata dai tempi più lunghi di asciugatura, tempi che gli avrebbero permesso di elaborare le figure adattandosi meglio alla sua tecnica figurativa.
Ma proprio i lunghi tempi di asciugatura fecero colare il colore e rovinarono in maniera devastante l’opera. Nonostante Leonardo avesse cercato di rimediare studiando degli appositi bracieri per riscaldare l’ambiente, l’esperimento fallì senza rimedio. L’opera non venne portata a termine, anzi fu coperta anni dopo da un altro dipinto del Vasari, che ne celò anche la posizione portandola dal piano della storia a quello della leggenda.
Le ricerche condotte alla fine dello scorso anno all’interno di Palazzo Vecchio, a Firenze, sembrano confermare che dietro l’affresco La Battaglia di Marciano di Giorgio Vasari, sulla parete orientale del Salone dei Cinquecento, si celasse affettivamente un dipinto di Leonardo da Vinci.
Qualcosa, dietro la parete Est del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, c’è. E ci sono scientifiche ragioni per pensare che si tratti della Battaglia di Anghiari di Leonardo da Vinci. E’ quanto ha annunciato Maurizio Seracini, direttore scientifico del Centro Diagnostico per i Beni Artistici e Architettonici di Firenze, da trent’anni sulle tracce del misterioso dipinto del ‘500. ” Si tratta dei primi risultati di analisi chimiche che abbiamo fatto sui campioni prelevati dietro la muratura del Vasari”, spiega a Wired.it Seracini, citando l’affresco – La Battaglia di Marciano – dietro il quale dovrebbe trovarsi l’opera di Leonardo. La presenza di pigmenti è già di per sé ” una forte indicazione del fatto che stiamo lavorando sulla parete giusta” e questi ” frammenti non possono che provenire dall’unica pittura alla quale fanno riferimento i documenti esistenti”. Seracini fa riferimento agli indizi lasciati dal genio fiorentino stesso sui suoi taccuini, ” proseguo a rilento a dipingere la mia Gioconda e pochi giorni fa ho ricevuto l’incarico di affrescare una parete di Palazzo Vecchio con l’immagine della Battaglia di Anghiari”, e dell’indizio ” Cerca Trova” che il Vasari ha lasciato sulla sua opera.
Published: Jan 16, 2017
Latest Revision: Feb 5, 2017
Ourboox Unique Identifier: OB-226091
Copyright © 2017