Dada Street by Beni Culturali - Illustrated by Esposito Stefano - Ourboox.com
This free e-book was created with
Ourboox.com

Create your own amazing e-book!
It's simple and free.

Start now

Dada Street

by

Artwork: Esposito Stefano

  • Joined Nov 2016
  • Published Books 34

ORIGINE e STORIA del DADAISMO

Il Dadaismo è un movimento artistico che nasce in Svizzera, a Zurigo, nel 1916. Ebbe come sede il “Cabaret Voltaire”, fondato appunto nel Febbraio del 1916 dal regista teatrale Hugo Ball.

Quest’ultimo, assieme ad altri artisti ed intellettuali come Hans Arp (tedesco), Tristan Tzara (rumeno), Marcel Janco, Richard Huelsenbeck e Hans Richter si era rifugiato a Zurigo per sfuggire alla Guerra perchè, come sappiamo, la Svizzera era un paese neutrale.

Il contesto storico in cui sorge il movimento è proprio quello della Prima Guerra Mondiale, verso la quale i Dadaisti (che in questo modo si differenziano dai Futuristi ) esprimevano un netto rifiuto.

La loro arte infatti, era una manifestazione provocatoria che mirava ad opporsi a qualsiasi forma di razionalismo e tradizionalismo, una sorta di “arte contro l’arte”.

La cultura tradizionale e il razionalismo costituivano infatti, per i Dadaisti, le radici della Prima Guerra Mondiale, nonchè quell’insieme di valori tipici della cultura borghese che dovevano essere demolite per lasciare iol posto ad un’arte più vicina allla vita vera.
Dopo l’esordio a Zurigo, il Dadaismo si diffonde in Europa, in particolare in Germania e in Francia. Si hanno addirittura esempi di arte dadaista oltreoceano, a New York (Stati Uniti), dove si incontrarono importanti figure artistiche come Marcel Duchamp, Man Ray, Francis Picabia e Alfred Stieglitz.
Tuttavia il movimento ha vita breve, poichè attorno al 1924 scompare trasformandosi o evolvendosi nel Surrealismo.
Questa trasformazione è resa chiara dal tema “Caso”. Questo tema infatti, che governava l’arte dei Dadaisti e anche il mondo (secondo la loro lettura), fungerà da base d’appoggio anche per il Surrealismo.

 

Il “CABARET VOLTAIRE”

 

Durante la Prima Guerra Mondiale la Svizzera è un paese neutrale; tra molti rifugiati che arrivano a Zurigo sono presenti molti artisti provenienti da tutta Europa.
Ball e Hennings si accordano con il proprietario del Meitrei Bar al numero 1 di Spiegelgasse, chiedendo di poter usare la sala sul retro per degli eventi. Dal comunicato stampa che accompagna l’apertura del locale si legge:

« Cabaret Voltaire. Sotto questo nome un gruppo di giovani artisti e scrittori si è formato con lo scopo di creare un centro per l’intrattenimento artistico. L’idea del cabaret sarà che gli artisti ospiti verranno e offriranno esibizioni musicali e letture agli incontri quotidiani. I giovani artisti di Zurigo, qualunque sia il loro orientamento, sono invitati a partecipare mediante suggerimenti e contributi di ogni tipo. »
(Zurigo, 2 febbraio, 1916)
Il Cabaret è caratterizzato dalla danza, dalla musica e dalle letture. Al Cabaret si tenevano mostre d’arte russa e francese, danze, letture poetiche, esecuzioni di musiche africane. Spettacoli provocatori e dissacranti che si trasformavano in autentici “eventi” culturali. Specchiando la situazione generata dalla prima guerra mondiale l’arte esibita è caotica e brutale. In almeno un’occasione il pubblico attacca il palco del Cabaret Voltaire.

Il 28 luglio 1916 Ball rende pubblico il Manifesto Dada. A giugno, pubblica un periodico con lo stesso nome; contiene lavori di artisti come Guillaume Apollinaire e la copertina è disegnata da Jean Arp. Anche se è il luogo di nascita del movimento dadaista, il cabaret ha a che fare con ogni settore dell’avanguardia, incluso il futurista Marinetti. Vengono presentati artisti radicalmente sperimentali, molti dei quali finiscono col cambiare l’espressione delle loro discipline artistiche; gli artisti in questione includono Kandinsky, Paul Klee, de Chirico ed Ernst.

Mentre il movimento Dada sta iniziando, nel 1917, l’eccitazione generata dal Cabaret Voltaire si spegne e gli artisti sono costretti a trasferirsi in altri posti a Zurigo, come la Galerie Dada a Bahnhofstrasse 19, e in seguito a Parigi e Berlino. Le attività al cabaret generano il movimento culturale Dada che ha una forte influenza sul surrealismo.

MANIFESTO DADA 1916

2

DADAISMO e FILOSOFIA CINESE

La loro arte era composta da qualsiasi oggetto traslato dalla quotidianità, quindi liberato da ogni caratteristica funzionale, per essere poi posto al pubblico come interrogativo su cui meditare in modo da conferire all’oggetto una nuova potenzialità immaginativa. L’arte dadaista non risiedeva più nell’opera stessa, bensì nel pensiero del pubblico.
Questa idea di trascendere il reale sospendendo l’oggetto in uno stato indefinibile tra l’essere ed il non essere, dandogli quindi una enorme potenzialità immaginativa, deriva dalla filosofia cinese contenuta anche nei racconti Zen di Teitaro Suzuki. Proprio in uno dei suoi racconti, Suzuki narra di un discepolo che incontra il maestro per chiedergli la spiegazione di un dubbio che lo tormenta: qual è la differenza tra l’essere e il non essere; il maestro non gli fornisce alcuna risposta mandandolo soltanto a prendere una brocca d’acqua. La reazione del maestro è comprensibile in quanto non esistono termini adatti per poter spiegare il senso dell’essere ed il non essere. L’arte dadaista è piuttosto uno stallo tra l’essere ed il non essere e proprio nel suo manifesto, scritto nel 1918 da Tristan Tsara a movimento finito, si legge:

“…Per il suo creatore l’opera è senza causa e senza teoria. Ordine equivale a disordine; io equivale al non io; affermazione equivale a negazione: sono questi i fulgori supremi di un’arte assoluta. Assoluta nella purezza di cosmico e ordinato caos, eterno nell’attimo globulare senza durata, senza respirazione, senza luce e senza controllo”.

L’oggetto trasmutato in opera d’arte viene posto in uno stato indefinibile su cui lo spettatore deve porsi degli interrogativi e contemplarla al di fuori dalla realtà in cui esso vive.

Laozi, filosofo cinese del VI-V secolo a. C., esprime il concetto di Dao con queste parole:

 

La Via che come tale può esser presa, Via eterna non è.
Il nome che come tale può esser preso, nome eterno non è.
“Senza nome” è dei Diecimila esseri il cominciamento,
“Ha nome” quel che dei Diecimila esseri è la Madre,
Sicchè, nella costante cessazione di desìo, se né contempla il prodigio,
E nel costante desìo se né contempla il limite manifesto.
Comune han la fonte, distinti i nomi, eppur entrambi son designati:
“Arcano dell’Arcano”,
“Acceso di ogni Prodigio”.

 

Duchamp

 

3

Il Dadaismo contemporaneo: LA STREET ART

A livello di tematiche, le avanguardie del Dadaismo e del Surrealismo sono state recuperate in chiave contemporanea attraverso un’altra forma d’arte, sorta negli anni ’90, la cosiddetta Street Art (Arte da strada).
Infatti, proprio come gli artisti di inizio secolo cercano di opporsi alla staticità mentale e sociale imposta dai valori tradizionali borghesi, a favore di un’individualità razionale dell’uomo.
Così gli Street Artist lasciano in giro per la città opere di profondo significato simbolico, molto spesso rivolte a temi sociali come la Guerra, il Razzismo, etc… .
E proprio qui che notiamo una continuità con il Dadaismo. l’agire ai limiti della legalità, rappresentare lo scandalo, la trattazione di argomenti sociali e bellici.
Possiamo definire, in un certo senso, gli Street Artist come i Dadaisti del XXI° secolo. Essi sono rappresentati come vandali e le loro opere viste come brutture che rovinano l’equilibrio urbano.
Per la realizzazione dei miei bozzetti e della mia opera finale, mi sono ispirato ad un famosissimo autore di Street Art, ovvero Bansky.
Le sue opere, molto interessanti a livello tematico, giocano sull’accostamento cromatico di nero e , solitamente, rosso usato sapientemente per creare riferimenti simbolici.
Nelle mie opere ho cercato di ottenere questo effetto creato da questo accostamento cromatico.

 

ESEMPI STREET ART

 

 

 

 

4

BANSKY

 

Bansky è considerato uno dei maggiori esponenti della street art.
Il suo vero nome non è noto, ma si sa per certo che è nato a Bristol.
Le sue opere sono spesso a sfondo satirico e riguardano argomenti come la politica, la cultura e l’etica (manipolazione mediatica, omologazione, atrocità della guerra, inquinamento, etc…). La sua arte trova espressione all’interno dello spazio urbano, che diventa luogo di riflessione. L esue opere sono così incidenti a livello sociale che possono essere lette anche da un bambino.
Bansky trasforma gli episodi gravi o atroci sopra elencati in opere facilitando così la sensibilizzazione da parte dei destinatari.

 

 

 

VIDEO CORRELATI:    https://www.youtube.com/watch?v=Qkc921anMBw

 

                                https://www.youtube.com/watch?v=IQu7Ykeo_1E

 

5

SCHIZZI PERSONALI DADAISMO

 

1  

 

2  

 

3  

 

 

6

BOZZETTI PERSONALI DADAISMO

 

1  

2  

 

3  

7

OPERA FINALE

 

Bozzetto scelto  

 

Analisi Denotativa: come opera finale ho deciso di realizzare in scala 1:2 il bozzetto numero 3. Esso misura 16,2 cm di base per 23,9 di altezza pertanto l’opera finale misurerà 32,4 cm di base per 47,8 di altezza. La tecnica utilizzata è quella dello Stencil, tipica tecnica usata per lavori a bombolette spray acriliche. Questa tecnica viene usata dai Graffitari per realizzare i loro murales, ma più comunemente è usata anche nella realizzazione della segnaletica stradale a terra.

L’opera mostra un teschio posto davanti ad un fucile d’assalto AK-47, conosciuto anche come Kalashnikov (in onore del suo creatore), e una rosa, tutti realizzati in bianco e nero. Il resto è costituito da una sorta di esplosione del colore rosso che si staglia su sfondo nero.

Analisi Connotativa: L’opera da me realizzata si ispira a quelle di Bansky, a livello cromatico e tematico, ma non presenta la stessa serenità di queste ultime. Tema centrale è la morte identificata nella figura del teschio. Essa è portata nel mondo dal progresso dell’ingegneria bellica e dal suo impiego durante le guerre, simboleggiata dal fucile d’assalto. L’episodio è reso più espressivo dall’esplosione di sangue sullo sfondo. Ma nell’opera è presente anche un cenno di speranza riguardo la redenzione dell’uomo e la sua rinascita, simboleggiata dalla rosa.

Per riprendere meglio Bansky, l’opera è realizzata a Stencil, di cui l’autore è uno dei massimi esponenti.

8

OPERA FINALE

9
This free e-book was created with
Ourboox.com

Create your own amazing e-book!
It's simple and free.

Start now

Ad Remove Ads [X]
Skip to content