THE INDYPENDENT – L’arte di ribellarsi – Dada

by Beni Culturali

Artwork: Camilla Cevolani

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THE INDYPENDENT – L’arte di ribellarsi – Dada

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Artwork: Camilla Cevolani

  • Joined Nov 2016
  • Published Books 34

INDICE 

1.   studio dell’idea e schizzo di ricerca del primo bozzetto

2.   studio dell’elaborazione del primo schizzo

3.   bozzetto finale; scelto per l’opera finale

4.   ambientazione del bozzetto finale

5.   analisi connotativa e denotativa

6.   studio dell’idea e schizzo di ricerca del secondo bozzetto

7.   studio dell’elaborazione del secondo schizzo

8.   bozzetto finale

9.   analisi connotativa e denotativa

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STUDIO DELL’IDEA E DELLO SCHIZZO DI RICERCA DEL PRIMO BOZZETTO 

”Il moto dell’universo” 

La prima fase del lavoro consiste in un autoritratto disegnato velocemente a schizzo e poi elaborato attraverso il tema del simbolo del sole e del moto dell’universo.

Il simbolo inserito è uno dei simboli più antichi della storia dell’uomo, ritrovato in grotte paleolitiche, su edifici bizantini, in civiltà tra loro diversissime come quelle del Sud America e quelle dell’India, o nel credo buddhista, o ancora negli antichi templi greci.

Inoltre il disegno nasce da un libro, allegoria della conoscenza.

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STUDIO DELL’ELABORAZIONE DELLO SCHIZZO 

 

”Il moto dell’universo” 

E’ curioso notare come il simbolo della svastica letteralmente significhi ” piccola cosa che dona piacere”. Tuttavia l’uso del simbolo si discosta molto dal suo reale significato.

L’elaborazione dello schizzo si basa sulla distinzione cromatica del disegno dentro al simbolo e della porzione disegno esterna al simbolo.

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BOZZETTO FINALE  opera scelta + ambientazione 

Il bozzetto finale presenta un’ulteriore distinzione del disegno tra la parte interna del simbolo (disegno su sfondo giallo) e quella esterna (realizzazione in negativo).

Titolo del bozzetto: ”Il moto dell’universo” 

Tecnica: china e pennarello su carta da lucido

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Ambientazione del primo bozzetto finale, in una possibile mostra

ANALISI CONNOTATIVA 

L’idea nasce dal doppio significato del simbolo della svastica e punta alla sua riqualificazione. E’ provocante come il Dada perché, indubbiamente, l’ideologia della maggior parte degli osservatori viene riportata al partito nazista del Novecento e ciò crea scandalo; perché la svastica è diventata un simbolo di morte e terrore. Il vero significato di tale forma è invece decisamente più positivo e cosmopolita, antico simbolo del sole e del moto dell’universo. Il bozzetto raffigura i due aspetti del simbolo: all’esterno della forma l’autoritratto è in negativo e prevale il nero, un’atmosfera triste e cupa che riporta subito all’idea degli stermini nazi-fascisti. Mentre all’interno della svastica il disegno è candido e pulito, come il reale significato, ed è accompagnato da un caldo colore giallo ocra, che ricorda proprio la luce del sole. Inoltre il disegno ”nasce” dalla figura di un libro, il quale è posto alla base proprio perché i libri sono in capostipite dell’apprendimento di nozioni come può esserlo la storia della svastica.

ANALISI DENOTATIVA 

Il bilancio cromatico del disegno tende a pesare molto sul nero, ma è spezzato dall’ocra e dal bianco, colori che vogliono ricordare il sole e dunque il significato intrinseco della forma. Lo studio del bozzetto è passato da un’ipotesi compositiva bicolore, cioè il secondo schizzo, e un’elaborazione finale di maggiore impatto e efficacia visiva e compositiva.

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STUDIO DELL’IDEA E DELLO SCHIZZO DI RICERCA DEL SECONDO BOZZETTO 

”Who cares to Live forever?”

La prima parte del lavoro si è risolta in una ricerca fotografica sul web, dal sito: blogs.privet.ru/user/blonde_604/126929594/ 

Il primo schizzo è un’astrazione della figura della donna russa dal paesaggio, con l’aggiunta di cuffie auricolari e linee immaginarie intorno a lei, che richiamano la chiave di violino, per introdurre il tema della musica.

Ella risulta come immersa nel suo mondo musicale. Il bozzetto quindi non vuole trasportare un messaggio sociale, come il primo, bensì funge più come ”elogio alla musica”, ispirato alla canzone ”Who Wants to Live Forever”, dei Queen.

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DOPPIA ELABORAZIONE DELLO SCHIZZO 

”Who cares to Live forever?”

L’elaborazione di questo schizzo si biforca in due diversi disegni. Sono ambedue meno dettagliati del primo, il secondo bozzetto presenta ancora un riferimento alla panchina su cui la donna è seduta, quindi al paesaggio circostante, mentre il terzo bozzetto vede la protagonista estrapolata dal contesto paesaggistico e solo circondata la linee che ricordano, appunto, la musica. Inoltre quest’ultimo presenta delle iscrizioni, ovvero delle citazione della canzone di riferimento.

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BOZZETTO FINALE 

Nel finale, come per il primo bozzetto finale, il disegno si differenzia per i colori, infatti le linee di contorno che compongono la donna sono nere, mentre si trasformano in colori caldi mano mano che divengono le linee intorno a lei.

Titolo del bozzetto: ”Who Wants to Live Forever?” 

Tecnica del bozzetto: acrilico e china (per le citazioni) su carta sottile 

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ANALISI CONNOTATIVA

Questo bozzetto è ispirato alla canzone dei Queen – Who wants to live forever.

Il disegno è un elogio all’atto di ascoltare la musica, forse più che alla musica stessa. La donna, stilizzata, a busto nudo è in pieno contatto con le note che sta ascoltando, e tende a indurre l’osservatore a rimembrare una melodia che gli stia particolarmente a cuore. La figura femminile è come l’introspezione di noi stessi, quando entriamo in trans, immersi nella Nostra melodia, quale, in questo caso, la melodia dei Queen.

ANALISI DENOTATIVA

Il bozzetto finale è semplice ed essenziale nella sua composizione. Creato da acrilico nero sul corpo della ragazza. Spostandosi sulle ‘linee della melodia’ il colore si fa più materico e assume colori caldi; come a sottolineare le sensazioni scaturite dalla melodia in questione.

Tali sensazioni sono sottolineate dal ”fluttuare” del corpo, il quale ha perso l’appoggio della panchina sulla quale sedeva per favorire l’attenzione sulla sfera emotiva.

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