DaDa by Beni Culturali - Illustrated by Lisa Tori  - Ourboox.com
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DaDa

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Artwork: Lisa Tori

  • Joined Nov 2016
  • Published Books 34
ISTRUZIONI PER L'USO

Singolare destino quello del destino dal dadaismo. Per cinquant'anni è stato ignorato quasi completamente sia dal pubblico di lettori e collezionisti, sia 
"addetti dei lavori" - storici e critici letterari e artistici. Poi ci si è accorti che questo movimento dimenticato da tutti - molto dopo i fauves, i cubisti, i futuristi, gli astrattisti, gli espressionisti, e che ha preceduto solamente i surrealisti - ha inciso, in modo determinante, sulle teorie e la prassi dell'avanguardia contemporanea di questo dopoguerra. Dada e il surrealismo sono stati gli unici due movimenti dell'avanguardia storica a non limitarsi a una rivoluzione visiva ma a propugnare invece una rivoluzione culturale. Mentre gli altri movimenti all'avanguardia storica proponevano una nuova ricetta culinaria, una nuova tavolozza pittori, Dada proponeva una nuova filosofia della vita che contesta, tra l'altro, anche il senso della sperimentazione puramente formale dell'artista ingabbiato in un ruolo elitario dalla sua specializzazione e vittima consenziente della divisione del lavoro.
Così, contrariamente a tutti i movimenti dell'avanguardia storica che l'hanno preceduto, Dada non è sorto in seguito all'iniziativa di pittori ma a quella di poeti e letterati. Ricordiamo solamente i più famosi: Cravan e Breton in Francia, Ball e Tzara a Zurigo, Huelsenbeck, Herzfeld e Jung a Berlino. I pochi artisti che hanno avuto un ruolo iniziale importante sono quelli che, appunto, rifiutano di essere considerati solamente come tali. Picabia, Man Rey, Max Ernst, Haussmann, Schwitters battono strade mai percorse prima e sono più poeti e pensatori che "artisti" nel senso tradizionale che aveva allora questo termine.
Insomma, i pittori Dada, al pari dei poeti e degli scrittori Dada, rifiutano di sottomettersi alla divisione del lavoro, di appartenere a una categoria professionale castrante, di recitare un solo ruolo, di leggere una sola partitura. Il dadaista insorge contro le tavole del conformismo tradizionale e fa del proprio lavoro, in primo luogo, una testimonianza diretta della crisi storica in cui si è trovato a dibattersi. Tutte le leggi e gli imperativi che chiudono il suo orizzonte gnoseologico ed esistenziale sono scetticamente sospesi e finalmente respinti. 

- Arturo Schwarz -
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L'ARTE MODERNA E IL PUBBLICO

Alla radice della difficoltà incontrata dal pubblico davanti all'arte moderna c'è un equivoco che non si limita all'espressioni contemporanee ma si estende anche a quelle antiche: equivoco sorto perché il pubblico guarda all'arte come a un passatempo, a una forma di divertimento a lui dovuta, e rifiuta di fare il minimo sforzo per comprenderne il significato, limitandosi a cercarvi la propria personale visione della vita, le proprie convinzioni ... 
L'arte non è solo un passatempo, una ricerca del piacere, né l'espressione di una bellezza convenzionale: è per l'uomo uno strumento per l'uomo di esprimere, nei modi peculiari lui, alla sua razza e al suo tempo, la profonda necessità di andare oltre il significato esatto delle parole e di toccare la fonte misteriosa della natura. Guardando l'opera d'arte bisognerebbe dunque cercare di dimenticare la propria personalità - per poter comprendere quella dell'artista; cercare di ricostruire il suo pensiero, le sue esigenze e quelle del suo tempo, il linguaggio in cui si esprime. 

- Gabrielle Buffet -
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ANALISI CONNOTATIVA

HYPERNORMALISATION

Alcune varianti Dada, svizzera e francese in particolare, miravano a condannare senza filtri le tendenze belliche dell'Europa durante la prima Guerra Mondiale, disprezzando gli intrighi politico-economici che muovevano lo sterminio in trincea, secondo per numero di vittime solo al successivo conflitto mondiale. Passati cento anni da questi sentimenti anti governativi, la situazione è cambiata ? Solo in peggio. Anche se una guerra di proporzioni globali non è ufficialmente in corso, 474 sono i conflitti tutt'ora aperti nel mondo e difficile è dimenticare gli attacchi che negli ultimi anni hanno terrorizzato l'Europa e i suoi cittadini, fino ad ora vissuti in una bolla di vetro, dimentichi della violenza e lontani dagli orrori della guerra. Le origini di questi drammi moderni è da ricercare - parzialmente certo, perché la complessità di questi argomenti è per me troppo grande da spiegare adeguatamente - per circa 50 anni fa oltre oceano.
Questi due uomini sono Henry Kissinger, segretario di stato poi ministro della sicurezza nazionale negli Stati Uniti degli anni Settanta, e Ronald Reagan, quarantesimo presidente americano i  carica negli anni Ottanta. Kissinger ha giocato un ruolo profondissimo nella politica globale, lasciando tracce visibili ancora oggi; uomo incredibilmente ambizioso, vedeva il mondo come un complesso sistema dove tutto è interconnesso e l'obiettivo di ogni governo è di mantenere un controllo tale da permettere l'equilibrio universale, evitando il caos.
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Seguendo questa visione delle cose, Kissinger giustificò l'intromissione statunitense nelle questioni medio-orientali, mirando a impedire un rapporto pacifico tra palestinesi, ebrei, siriani, libanesi ed egiziani, convinto che un'alleanza tra queste nazioni avrebbe portato paradossalmente alla rottura del delicato equilibrio mondiale. Sostenitore dell'utopico sogno di una grande equilibrata coalizione araba era il dittatore siriano Hafiz al-Asad, principale bersaglio degli inganni politici di Kissinger, il quale operò per riaprire il conflitto tra gli ebrei e i palestinesi rifugiatisi in Libano, Egitto, Siria. Le conseguenze di questa subdola politica estera erano inimmaginabili. Anni dopo, durante il governo del presidente repubblicano Ronald Reagan, iniziarono a essere pesantemente evidenti le inimmaginabili conseguenze di questa subdola politica fatta d'imbrogli e segreti. Reagan diversamente da Kissinger, vedeva la pubblica partecipazione militare americana negli affari esteri come una missione contro il male, occasione di esaltazione per la potenza a stelle e strisce. Truppe americane furono quindi inviate in Medio Oriente per monitorare e controllare i continui attacchi degli ebrei ai rifugiati palestinesi. Nel frattempo Al-Asad, marcendo nel desiderio di vendetta per il crollo del proprio sogno di unità araba, fece propria una nuova forma militare con l'intento di colpire gli Stati Uniti.
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Questa nuova arma aveva avuto origine tra le truppe rivoluzionarie iraniane durante la resistenza contro l'Iraq: la bomba umana. Giovani idealisti erano pronti a sacrificare la propria vita in nome della rivoluzione; martiri che avevano come ultimo obiettivo colpire il nemico più forte possibile, riempiendosi di esplosivo e facendosi esplodere tra le truppe avversari, portando con sé anche centinaia di persone. Nell'ottobre 1983, un attacco delle bombe umane, coordinate dal presidente siriano, fece più di 200 vittime tra i soldati americani della base statunitense libanese.
Quanto ci sono vicine queste vicende oggi ?
Dopo questa lunga premessa storica, torniamo all'opera spiegando infine il titolo. "Hypernormalisation" - termine utilizzato per la prima volta da uno scrittore russo - definisce la tendenza dei cittadini di uno Stato a passare come vera la falsa versione della società proposta dal proprio governo. In condizioni di crisi socio-economica, alcuni antropologi hanno infatti notato una tale incapacità di reazione da parte della popolazione, tale da acconsentire a una distorta versione della realtà, pur sapendo essere costruita su menzogne. Nella mente del cittadino, per autodifesa contro la disperazione del non trovare una via d'uscita dalla propria condizione, vero e falso si mescolano, andando a creare una dimensione "ipernormale", che supera i limiti della realtà. "Tutto va bene", "Non c'è alcuna crisi", "Si risolverà per il meglio". Quante volte abbiamo sentito queste frasi ? Pur sapendole bugie, le abbiamo accolte, perché è più semplice così che scoprire la scomoda infame verità della propria situazione.
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ANALISI DENOTATIVA

Stilisticamente parlando, ho scelto ila segno della china rifacendomi ad alcuni ritratti e disegni Dada, nonostante questa non sia la più comune manifestazione pittorica del gruppo. questo mi ha dato la possibilità di abbinare elementi diversi, senza ricorrere al collage, che trovo limitante a forme già presenti. Le figure sono dettagliate, così d poter leggere i testi delle pagine che compongono lo sfondo, fermate con delle puntine da disegno. Dunque i testi: in questo caso, ho scelto i versi di tre brani dei Violent Femmes, band americana attiva partire dagli anni '80. Fortemente polemici verso il governo americano di quegli anni, questi testi colpiscono l'ipocrisia della società statunitense, promossa dal presidente (citato è Ronald Reagan) e dai mass media, che uccidono la verità della natura umana. 
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