DADAISMO:
Del Dada, Tristan Tzara, il teorico del movimento, lascia scritto:”Dada non significa nulla. Dada è un prodotto della bocca, usato per designare quello che sarà, più che un movimento artistico omogeneo, uno spirito e un atteggiamento accomunante intellettuali di diversa estrazione nei confronti del fare e del pensare l’arte”.
CHE COS’è IL DADAISMO E COME SI COLLEGA ALLA POLITICA:
Il Dadaismo nasce in Svizzera a Zurigo nel 1916, e trova come contesto storico la prima guerra mondiale.
Il concetto e l’idea di Dadaismo nasce specilamente all’interno del Cabaret Voltaire, dove numerosi inellettuali ed artisti si riunivano per discutetere e pensare l’arte.
Le serate al Cabaret Voltaire non sono molto diverse dalle serate organizzate dai futuristi: in entrambe vi è l’intento di stupire con manifestazioni inusuali e provocatorie, così da proporre un’arte nuova ed originale.
I due movimenti sebbene tecnicamente distanti l’uno dall’altro hanno diversi punti concordanti, ma discordano sull’osservazione e sul paere legato alla guerra:
I futuristi, nella loro posizione interventista, sono tutto sommato favorevoli alla guerra, mentre ne sono del tutto contrari i dadaisti. Questa diversa impostazione conduce ad una facile, anche se non proprio esatta, valutazione per cui il futurismo è un movimento di destra, mentre il dadaismo è di sinistra.
SIGNIFICATO DELLA PAROLA:
Ma veniamo ai contenuti principali del dadaismo:
Il titolo: La parola Dada, che identificò il movimento, non significava assolutamente nulla, e già in ciò vi è una prima caratteristica del movimento: quella di rifuitare tutto ciò che ha a che fare con la ragione e la razionalità, ovviamente tale rifiuto è provocatorio e tende a denunciare la relatà borghese attorno all’arte in quel periodo. Pur di rinnegare la razionalità i dadaisti non rifiutano alcun atteggiamento dissacratorio, e tutti i mezzi sono idonei per giungere al loro fine ultimo: distruggere l’arte.
Tuttavia tale distruzione è necessaria in quanto la mentalità dadaista predilige una forma d’arte totalemente slegata da quelli che sono i canoni borghesi, un’arte viva e libera.
EVOLUZIONE DELL’ARTE DADAISTA:
In America : Il dadaismo americano riprende oggetti di uso comune, li inserisce in spazi anomali caricandoli di significati originali.
A New York Duchamp comincia con il “ready made” esponendo oggetti come orinatoi, attaccapanni e badili, attribuendo loro un senso nuovo.
A Parigi Andre Breton costituisce un gruppo dadaista, con il comune scopo di essere un movimento antiartistico e scandaloso e di trasformare la poesia in azione.
Tuttavia lo sviluppo del dadaismo in Francia fu breve in quanto si trovò subito discordante da quello di Zurigo e si trasformò presto in Surrealismo.
RICERCA: Dadaismo. Man Ray.
-Man Ray è un artista/fotografo nato nel 1890 a Filadelfia.
-egli fin da subito aveva provato astio nei confronti della pittura accademica e divenne così un ribelle della pittura, affiancandosi a sua volta all’ambito fotografico.
-Man Ray trovò una maggiore libertà quando cominciò a frequentare i corsi serali all’istituto d’arte Francisco Ferrer Social Centern, luogo di incontro degli intellettuali più avanzati dell’epoca.
-tuttavia la sua pittura non può essere collocata o legata a nessun periodo o a nessuna corrente artistica, sebbene possa essere considerato vicino al surrealismo a al dadaismo.
-le opere pittoriche di Man Ray non presentano alcun ordine cronologico, alcuna evoluzione stilistica e nessuna vocazione di tipo estetico e decorativo: vi sono solo momenti diversi e variazioni su temi diversi.
–” non si può far meglio degli antichi maestri, si può solo essere diversi. Non so che cosa sia originale o moderno. Non sono in anticipo rispetto al mio tempo: vivo solo nel mio tempo e cerco di essere me stesso.”
-Anche se negli anni trenta del novecento Man Ray era più noto come fotografo che come pittore, egli considerava la fotografia come un modo per guadagnarsi da vivere, privilegiando la pittura come arte che più gli interessava: “l’arte non è fotografia.”
RICERCA: Man Ray come fotografo:
“dipingo chi non può essere fotografato”
Il 14 luglio del 1921 Man Ray si trasferì a Parigi dove si avvicinò a quella che è l’idea e l’arte dadaista.
Nel contempo al suo avvicinamento a questo tipo di arte si affermò come fotografo per grandi riviste, tuttavia, lui fu un fotografo particolare e anticonformista.
Nonostante tutto Man Ray non si affezionò particolarmente al mezzo fotografico, o almeno non rimase particolarmente colpito a come gran parte dei fotografi usavano la tecnica fotografica.
Ai suoi studenti diceva: “se volete fare fotografie, gettate via la macchina fotografica.”
immagine di ispirazione per la creazione dei bozzetti.
BOZZETTO 1:
-il primo bozzetto è stato realizzato secondo la tecnica a collage.
-riprende una figura femminile, alla quale ho tagliato la parte che corrisponde ai capelli e alla sopracciglia sovrapponendo l’immagine alla foto stampata di un’opera dadaista, in maniera tale che la donna sia integrata al’opera d’arte che emerge nelle parti tagliate.
-l’immagine da contrapporre è stata scelta in base al movimento e alla continuità che fornisce visivamente.
-con questo bozzetto volevo evidenziare come l’arte dadaista una volta che incontra la mente e i sensi dell’uomo continuerà a rimanere parte della tua mentalità.
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“le mani nei capelli”:
BOZZETTO 2:
-Il secondo bozzetto è realizzato anche esso secondo la tecnica a collage con l’integrazione di una componente pittorica che coincide con l’utilizzo dell’acrilico nero.
-lo sfondo è realizzato con l’impostazione di un’immagine di base, che corrisponde essenzialmente alla corrente dadaista.
-il primo dei due tentativi di bozzetto presenta come immagine/sfondo una tipica immagine dadaista che raffigura una sequenza di mani disposte in posizioni sempre differenti.
-una volta disposta l’immagine ho coperto parte di essa con dell’acrilico nero abbastanza diluito.
-una volta asciutto il colore ho aggiunto delle lettere a formare la parola DADA con la stessa immagine di quella di partenza che fa da sfondo, in maniera che si creasse l’illusione della scritta centrale che emerge rispetto allo sfondo.
“black dada”:
BOZZETTO 3:
-Anche il terzo bozzetto è stato realizzato sempre con la tecnica del collage con inserimenti pittorici.
-Lo sfondo è stato realizzato tramite l’unione di differenti immagini di opere dadaiste.
-al centro dell’opera a collage ho aggiunto l’opera realizzata pittoricamente su supporto rigido di cartone vegetale.
-l’opera pittorica raffigura un cervello umano, nella parte posteriore, tuttavia, viene quasi “storpiato” da una serie di figure triangolari di colori e forme tutte differenti.
-il cervello è colorato attraverso l’impiego di colori chiari e poco appariscenti, a contrasto ho colorato i triangoli con colori molto appariscenti, che attirano l’occhio dell’osservatore.
-per realizzare quest’opera mi sono collegata al fatto che per i dadaisti è concepibile solo tutto ciò che deriva dalla creatività e dall’immaginazione più stravagante, mentre si rifiuta tutto ciò che è razionale e logico.
-con la mia opera ho voluto rappresentare come l’arte e la mentalità dadaista riesca ad invadere la mente dell’uomo, sovrastando quelle che sono le parti del cervello dedite alla ragione e alla logica.
“dadaismo = ragionamento inconsapevole”:
ANALISI DENOTATIVA:
-l’opera da me presentata si sviluppa essenzialmente su due livelli.
-l’opera presenta uno sfondo realizzato a collage, mediante l’unione e la sovrapposizione di ritagli di opere dadaiste differenti; tale sfondo ricopre completamente il supporto.
-lo sfondo è coperto nella parte centrale da un’opera pittorica realizzata su cartone vegetale di dimensioni 17×23 che ritrae su sfondo nero un cervello visto di profilo. Tale soggetto nella parte posteriore presenta una “storpiatura” nella parte posteriore che consiste nell’introduzione di forme triangolari di diversa dimensione e di diverso colore.
-i colori con i quali ho deciso di colorare le diverse forme triangolari sono colori molto densi e appariscenti, che attraggono subito l’occhio dello spettatore.
-il cervello è realizzato mediante l’impiego di colori chiari, in forte contrasto con l’utilizzo di colori brillanti per la realizzazione delle forme triangolari.
ANALISI CONNOTATIVA:
-realizzando quest’opera ho pensato quali caratteristiche mi fossero rimaste in mente riguardo al dadaismo.
Una in particolare aveva colto la mia attenzione: i dadaisti rifiutano tutto ciò che comprende l’utilizzo della ragione e degli schemi scientifici matematici.
-tale pensiero mi ha molto ispirata, dunque la mia opera si basa proprio su questo.
-lo sfondo realizzato con il collage di differenti opere dadaiste vuole appunto racchiudere in un unico “luogo” l’idea e l’arte dadaista.
-la parte pittorica che ho introdotto, la quale raffigura un cervello che è simbolo indiscusso della razionalità dell’uomo viene appunto “storpiato” da figure colorate come se volessero aggredire il cervello andando ad intaccare le parti dedite alla ragione.
-si ha quindi una contrapposizione: tra parte razionale e logica e parte creativa che attraverso l’ispirazione dadaista prende il sopravvento aggredendo la ragione.
OPERA FINALE:
AMBIENTAZIONE 1:
AMBIENTAZIONE 2:
SCHEDA DEL COLORE:
RELAZIONE FINALE:
Il progetto che ci è stato assegnato dalla professoressa Mattei, è stato ripreso dal tema pittorico della seconda prova d’esame dell’anno 2015/2016.
Secondo l’iter di lavoro fornitoci, abbiamo la possibilità di delineare un progetto ispirandoci sia agli stralci del manifesto riportato nell’iter di lavoro sia alla nostra conoscenza personale, dando prova delle capacità interpretative, espressive e competenze tecnico-artistiche richieste.
Come prima cosa, è stato opportuno documentarsi sull’argomento fornitoci, per averne una conoscenza generale.
Successivamente alla documentazione teorica, si inizia ad osservare delle immagini e in particolare delle opere per comprendere le tecniche maggiormente utilizzate nella corrente artistica da affrontare.
Contemporaneamente alla comprensione teorica e delle immagini si realizzano i primi schizzi collegandone un possibile studio di ricerca su materiale e tecnica.
Personalmente ho realizzato tre schizzi in corrispondenza a tre bozzetti, tutti e tre realizzati seguendo la tecnica del collage con integrazioni pittoriche (tranne nel primo bozzetto).
il primo bozzetto realizzato con la tecnica del collage raffigura una donna anni 50 in particolare Audrie Hepburn in quanto mi interessava come soggetto. Le ho successivamente tagliato le parti corrispondenti ai capelli e alle sopracciglia, facendo coincidere la sua immagine con uno sfondo di un’opera dadaista.
Il secondo e il terzo bozzetto invece sono realizzati con la medesima tecnica a collage.
Successivamente ho deciso quale bozzetto mi sarebbe piaciuto rappresentare graficamente.
Ho scelto quindi il supporto più appropriato e le dimensioni in scala sempre riferite alle misure del bozzetto originale.
Ho deciso di rappresentare pittoricamente il terzo bozzetto, in quanto mi interessava stilisticamente graficamente, in particolare mi piaceva il significato che gli avevo personalmente attribuito.
Una volta conclusa la rappresentazione grafica dell’opera finale ho stipulato una scheda tecnica nella quale ho inserito misure, tecnica, materiale e colori impiegati nella parte pittorica.
All’interno del Book finale ho quindi inserito: ricerca personale sull’argomento, tre schizzi e i tre bozzetti corrispondenti, ambientazione dell’elaborato finale, lettura denotativa e connotativa dell’opera finale e infine la relazione finale.
“era come quando andavo a scuola da bambino: quando tutti mi dicevano che cosa dovevo fare. Io invece volevo già fare ciò che uno non dovrebbe fare.”
Published: Dec 9, 2016
Latest Revision: Dec 23, 2016
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