I princìpi nutritivi
Il nostro corpo ha bisogno di energia, e questa la ricava daglia alimenti. Gli alimenti sono costituiti da sostanze semplici che si trovano nei princìpi nutritivi: proteine, zuccheri, acqua e sali minerali. I principi nutritivi contribuiscono inoltre a svolgere le tre funzioni fondamentali: funzione energetica, plastica e regolatrice.
Proteine
Svolgono la funzione plastica, quella regolatrice ed energetica. Queste vengono classificte in animali e vegetali. La carenza di proteine provoca disturbi alimetari come la diminuzione della massa muscolare.
Glucidi (zuccheri)
Costituiscono la fonte principale di energia per lo svolgimento dell’attività fisica soprattutto. Si dividono in zuccheri semplici e complessi. Gli zuccheri complessi si trovano ad esempio nell’amido, quelli semplici, sono ad esempio il fruttosio o il calcio, e si trovano soprattutto in frutta e verdura. La carenza di zuccheri provoca caduta di capelli o ritardi nella crescita.
Lipidi (grassi)
Sono le sostanze più ricche di calorie; hanno una funzione soprattutto energetica ma anche plastica. Si dividono in grassi acidi saturi, che sono difficili da digerire, mentre quelli saturi sono più digeribili.
Le vitamine
Sono sostanze molto diverse tra loro e prive di potere energetico, ma indispensabili per lo sviluppo degli organi.
L’acqua
Il corpo umano è composto da un’alta percentuale d’acqua: negli adulti il 65% e nei bambini il 75. L’acqua aiuta a mantenere l’equilibrio termico e aiuta nell’eliminazione delle sostanze di rifiuto.
I minerali
Si trovano sottoforma di sali. La loro funzione è protettiva. Si distinguono in macroelementi che sono presenti in grandi quantità nel nostro corpo, e oligoelementi che sono presenti solo in tracce. I principali sono:
Calcio (ca)
Fosforo (p)
Magnesio (mg)
Sodio (na)
Potassio (ka)
Ferro (fe)
I gruppi Alimentari
Per seguire un’alimentazione varia e completa per qualità e quantità degli alimenti, bisogna considerare che i cibi contengono i principi alimentari in diverse percentuali. Gli specialisti della nutrizione suddividono i cibi in 7 gruppi, a seconda della loro funzione. ogni gruppo fornisce uno specifico apporto di sostanze nutritive per cui, se almeno un alimento di ciascuno dei sette gruppi è presente nell’alimentazione quotidiana, si è certi che vengono introdotti nel loro organismo i nutrienti essenziali.
Mangiare pensando: La dieta equilibrata
Nel linguaggio scientifico con il termine dieta indichiamo l’insieme dei cibi consumati e la loro quantità. Una dieta equilibrata è quel tipo di alimentazione che apporta al nostro organismo, in giusta quantità, tutti i principi nutritivi.
La priramide Alimentare
La “Piramide dell’alimentazione” dà una indicazione immediata di quali e quanti alimenti bisogna consumare quotidianamente. Nella dieta giornialiera, è opportuno consumare una buona quantità di cibi contenenti amidi poichè il fabbisogno energetico dovrebbe essere costituito per circa il 60% da zuccheri soprattutto quelli complessi; -molta frutta e verdura
-non troppa carne e formaggi
-pochi dolci e condimenti.
I grassi sono già contenuti in molti alimenti, per cui la piramide indica di usare con moderazione i condimenti.
Il fabbisogno energetico giornaliero deve essere ripartito in 4 pasti(colazione, pranzo, merenda e cena). Anche le quantità sono importanti. E’ necessario anche fare attenzione a quanto si magia. Con una dieta sana ed equilibrata è possibile evitare tante malattie. L e cattive abitudini alimentari predispongono all’obesità e possono condurre a malattie del fegato e al diabete.
La Dieta Mediterranea è un modello nutrizionale ispirato ai modelli alimentari diffusi in alcuni paesi del bacino mediterraneo (come l’Italia e la Grecia) negli anni cinquanta del XX secolo. Si basa su alimenti tradizionalmente consumati in questi paesi per esempio cereali,frutta e verdura,olio di oliva,carne,pesce e latticcini. Il concetto di dieta mediterranea è stato introdotto e studiato inizialmente dal fisiologo statunitense Ancel Keys, il quale ne ha dimostrato i benefici effetti sulla longevità e sulla salute nel leggendario Seven Country Study[1].
Molti popoli risiedono sulle coste del Mediterraneo con grandi differenze etniche, culturali, religiose, economiche e politiche, le quali possono aver influito sulla quantità e sulla qualità dell’alimentazione. Per questo l’identificazione di elementi dietetici comuni ha rappresentato una sfida per gli studiosi. Data la grande varietà delle abitudini gastronomiche dei paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo e le loro variazioni nel corso della storia, si è ritenuto di dover riservare il termine di Dieta Mediterranea, in senso stretto, alle abitudini alimentari associate a esiti più salutari in alcune località dell’isola di Creta e dell’Italia meridionale a cavallo degli anni cinquanta e sessanta, quelle cioè studiate da Ancel Keys[2]. E poiché il principale apporto di grassi di quei gruppi sociali veniva dall’olio d’oliva, il modello dietetico è stato esteso a includere le diete consumate nei paesi mediterranei produttori di olive[3].
Le implicazioni storiche e antropologiche della Dieta mediterranea hanno portato l’UNESCO alla sua inclusione dal 2010 nella Lista dei patrimoni culturali immateriali dell’umanità di Italia, Marocco, Spagna e Grecia; dal 2013 tale riconoscimento è stato esteso anche a Cipro, Croazia e Portogallo.[4]. Attualmente la definizione di Dieta mediterranea si è estesa a molte varianti di quella originaria, soprattutto nel campo della pratica gastronomica di molti paesi che rivendicano la qualità della propria cucina, tanto da includere stili dietetici ampiamente eterogenei, per i quali non esistono altrettante evidenze scientifiche[5].
Accanto al significato dietologico del termine Dieta mediterranea, si è fatto quindi spazio sia l’allargamento del concetto a una vastissima gamma di gastronomie ad opera di una pubblicistica popolare, sia l’opinione critica di alcuni storici, che ne hanno evidenziato l’aspetto astratto o di nuova mitologia. Il significato che si attribuisce al termine Dieta mediterranea «si è plasmato nel tempo, acquisendo connotati non sempre documentati, nel rispetto della migliore “tradizione” generatrice di miti..Basti pensare a come l’attuale approccio riduzionistico appaia inadeguato per spiegare un fenomeno complesso come il “modello” alimentare mediterraneo. È infatti di modello o “mediterraneità” che si deve parlare, evitando di confinare l’argomento al pur importante aspetto dell’assunzione di cibi specifici (la dieta), come invece sembra fare la ricerca medica. «La dieta mediterranea non è solo dieta e non c’è una sola dieta mediterranea»[6].
I disturbi Alimentari: due facce di uno stesso problema
Soprattutto fra gli adolescenti sono sempre più diffusi due disturbi dell’alimentazione: l’anoressia cioè il rifiuto del cibo, e la bulimia, cioè l’assunzione di cibo in eccesso e in modo impulsivo. Sono disturbi di origine psicologica, legati ad un’immagine negativa che l’adolescente ha di sé. Chi soffre di questo tipo di disturbi può reagire in modi diversi alle proprie diffcoltà psicologiche:
. Nell’anoressia riducendo la quantità di cibo, riducendo la quantità di cibo, addirittura provocando il vomito dopo aver mangiato;
. Nella bulimia mangiando velocemente tutto il cibo a disposizione, poi pentirsi e provocare il vomito.
Spesso a periodi di anoressia si alternano periodi di bulimia. Il risultato dell’anoressia è la perdita della massa corporea, comunque non sufficiente a migliorare la valutazione del proprio fisico. Per combattere questi disturbi, spesso sono necessari ricoveri in strutture sanitarie, e l’alimentazione forzata. Attualmente sono stati creati centri specializzati dove operano insieme medici e psicologi.
Agonismo sportivo e dieta
Ogni sport ha la sua benzina, per ognuno c’è una specifica dieta da seguire durante gli allenamenti o in prossimità di una gara. Adolescenza e agonismo sportivo possono convivere grazie alla dieta appropriata, che soddisfi l’elevato fabbisogno energetico e calorico, e risponda alle esigenze necessarie durante le trasformazioni che il nostro corpo vive crescendo. I carboidrati costituiscono il carburante perfetto da offrire ai muscoli durante l’allenamento, mentre le proteine sono necessarie solo per il rinnovo e l’accrescimento del tessuto muscolare. Prima dell’allenamento meglio una semplice pagnotta farcita con mortadella.
Gli effetti dell’alcol
L’alcol deriva dalla trasformazione che alcuni lieviti compiono sugli zuccheri semplici contenuti in alcuni frutti o sugli amidi contenuti nei cereali, trasformandoli in alcol etilico. Questo non è consiederato un alimento anche se apporta un elevato numero di calorie, perchè non ha funzione nutriente. I ragazzi non devono bere bevande alcoliche. Nell’adulto un consumo moderato, non crea disturbi all’organismo, ma l’assunzione incontrollata può provocare disturbi come ebbrezza e ubriachezza. L’alcolismo è la condizione patologica di abuso dell’alcool. Infatti, sebbene molti individui assumano saltuariamente dosi più o meno elevate di alcool senza diventarne dipendenti, l’assunzione prolungata e regolare di alcool può dare origine alla dipendenza. L’abuso di alcool determina modificazioni adattative a carico del sistema ‘gratificatore’ cerebrale che si occupa di processare i rinforzi naturali, implementato dal sistema mesolimbico e dalla via cortico-limbica; la conseguenza è l’instaurarsi di un comportamento di ricerca della sostanza e, pertanto, di dipendenza. L’alcolismo si può definire come un insieme eterogeneo di comportamenti che includono ogni condizione di assunzione di alcool e che provoca complicazioni mediche o sociali.
L’importanza dell’acqua per il corpo umano
Il nostro corpo è composto per grandissima parte da acqua. L’introduzione dell’acqua nel nostro organismo è indispensabile per la vita, infatti il digiuno idrico non può essere protratto per oltre due giorni, massimo tre.
L’acqua, come le vitamine e i minerali, è considerata un costituente non energetico dell’alimentazione, in quanto non apporta calorie.
Ma quanta acqua c’è nel nostro corpo?
L’acqua presente nell’essere umano mostra differenze notevoli secondo l’età, la costituzione, il tipo di alimentazione. Inoltre gli organi e i tessuti sono idratati in modo diverso uno dall’altro. Da giovani siamo decisamente più ricchi d’acqua, soprattutto nei tessuti molli, nella pelle e nei tessuti connettivi e sottocutanei. Crescendo il tenore d’acqua si riduce progressivamente da una media del 75% del bambino piccolo a circa il 50% nella terza età.
L’acqua ci aiuta a digerire e assorbire il cibo, regola la temperatura corporea, elimina le tossine ed i rifiuti tossici , il grasso che si sta bruciando, fa circolare il sangue, protegge i tessuti, organi e articolazioni e trasporta sostanze nutritive e ossigeno alle nostre cellule.
La disidratazione o la mancanza di acqua peggiora molti disturbi comuni tra cui mal di testa, affaticamento, allergie e dolori muscolari.
Un corpo ben idratato soffre raramente di questi disturbi.
Le persone che sono cronicamente disidratate spesso soffrono di numerose malattie a causa del fatto che, senza acqua, le tossine non possono essere facilmente eliminate dal corpo.
L’acqua è anche una parte importante per la perdita di peso poiché non ha calorie, ma può dare la sensazione di sazietà e aiuta il corpo a metabolizzare il grasso accumulato.
Un recente studio condotto dell’Università Virginia Tech presentato da Brenda Davy del Dipartimento di Nutrizione Umana al Meeting dell’American Chemical Society, ha confermato che bere due bicchieri d’acqua prima dei pasti da un senso di sazietà che fa mangiare quasi 100 calorie in meno.
Bere più acqua vi aiuterà anche con il gonfiore, stimolando i reni.
Quando l’acqua non viene consumata a sufficienza, un corpo ha spesso scarso tono muscolare .
Uno dei motivi per cui una persona non riesce a perdere peso, pur mangiando poco , è sicuramente che non sta bevendo abbastanza acqua .
Quanta acqua si dovrebbe bere?
Se vogliamo sapere esattamente quanta acqua è necessaria al nostro organismo , basta fare una semplice operazione:
moltiplicare i kg del nostro peso per 14,2 e poi dividere per 113 .
Le malattie dell’apparato digerente
Lo stomaco, che contiene acido cloridico, può facilmente infiammarsi se, viene meno la protezione dello strato mucoso.
L’infiammazione più diffusa è la gastrite, che si manifesta con bruciori e dolori soprattutto dopo i pasti. Una gastrite trascurata può trasformarsi in ulcera gastrica, che consiste in una lesione di una parete dello stomaco.
Gastriti e Ulcera si curano seguendo una dieta appropriata, evitando alcol e caffè, e utilizzando farmaci specifici.
Le malattie dell’intestino
Anche l’intestino può essere colpito dall’ulcera nella sua parte iniziale. L’ulcera duodenale provoca sintomi simili a quelli dell’ulcera gastrica, e si cura allo stesso modo. Altre malattie dell’intestino sono le enteriti, causate da infezioni batteriche. Sostanze nocive che rimangono a lungo nell’appendice, provocano un’infezione chiamata appendicite. Se l’appendice si rompe, l’ifezione potrebbe estendersi al peritoneo, causando la peritonite.
Il colon può essere affetto da coliti, in seguito a stress, o ad un’infezione.
Le malattie del fegato
Le epatiti virali sono infezioni del fegato causate da virus.
L’ epatite A si trasmette attraverso il cibo, come le cozze o le vongole, mangiate crude.
Le epatiti B e C sono invece trasmesse dal contatto col sangue infetto. Si manifestano con nausea e ittero.
Esistono vaccini contro l’epatite A e B. In Italia è obbligatoria la vaccinazione per l’epatite B, ma è consigliabile sottoporsi volontariamente anche all’altra vacinazione. In seguito ad un epatite ci si può ammalare anche di cirrosi epatica, che se non viene curata può anche divenire mortale. Nella cistifellea ppossono crearsi i calcoli, piccole palline di colesterolo, che se ostruiscono il passaggio della bile provocano nausea, vomito e coliche. Per curare questo disturbo, i calcoli possono essere rimossi sia per via chirurgica, o anche attraverso la litotrissia, che consiste nella loro frantumazione attraverso ultrasuoni.
La celiachia
La celiachia è causata dall’intolleranza al glutine, una proteina che si trova in molti cereali. Il glutine agisce sull’intestino tenue, determinando un’infiamazione dei villi intestinali. Non esiste una cura: per stare bene i celiaci devo seguire una dieta priva di glutine. Come fonte di carboidrati sono inveci permessi riso e mais, e gli alimenti preparati con le loro farine.
Il cibo nell’arte
La raffigurazione del cibo nella pittura ha inizio nell’epoca romana, con immagini riconducibili al genere della natura morta che Vitruvio chiama doni per gli ospiti.
l’idea di rappresentare il cibo in diversi contesti è venuta ad un fotografo inglese, Carl Warner, che ne ha fatto il suo lavoro; utilizza una serie di alimenti che vengono manipolati naturalmente, presi a crudo e abbinati secondo un adeguato livello gustativo.
Tramite la sua espressione artistica Warner si propone non solo di rivoluzionare il “modo di fare arte”, ma anche l’obiettivo di promuovere una dieta più sana ed equilibrata.Montagne, foreste, cascate e paesaggi marini vengono rappresentati nei sui lavori con pane, frutta, verdura, formaggi, salumi affettati e tante altre prelibatezze che diventano l’elemento centrale dell’opera a differenza che in passato.
In età antica, il cibo era la base di numerosi riti sacri, assolvendo due principali funzioni: avere il consenso e la benevolenza di Madre Natura e contemporaneamente togliere la colpa per aver sottratto le materie prime alla terra.
A partire dal Medioevo, i cibi assumono significati allegorici, non tanto legati al sostentamento e alla nutrizione, quanto al fattore culturale, rendendo espliciti i rapporti e la differenza tra le classi sociali, identificando regioni geografiche, il susseguirsi delle stagioni e persino le fasi della vita.
Sul finire del Cinquecento, tramite la rappresentazione del cibo nei quadri viene fornita una visione sociologica del periodo. Principalmente si dà importanza al cibo dei poveri o alla contrapposizione del cibo consumato da poveri e ricchi.
Arcimboldo fu interprete della cultura magico-cabalistica del XVI secolo e fu, per molti versi, esponente di quel manierismo nel quale andò progressivamente ad infiacchirsi la pittura rinascimentale.
Piuttosto evidente – come si è detto – è il suo debito verso le deformazioni fisionomiche di Leonardo, ma ancor più palese è il suo debito verso la straordinaria diffusione di enigmatiche decorazioni a grottesche e verso altre e più esplicite elucubrazioni alchemico-pittoriche del tempo.
L’arte di Arcimboldo è dunque figlia del suo tempo, soprattutto quando essa muove giocosamente verso la ricerca del significato nascosto delle cose, sia essa rivolta alla omogenia della parte e del tutto, alle corrispondenze tra macrocosmo e microcosmo, oppure al senso enigmatico e nascosto delle cose. Ma il senso ludico della sua ricerca, quasi per effetto di quel sortilegio alchemico che troviamo spesso nella pittura surrealista si trasforma – almeno allo sguardo dell’uomo d’oggi.
Published: Nov 10, 2016
Latest Revision: Nov 14, 2016
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