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Starting Digital

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Artwork: Antonio Visco

  • Joined Jun 2022
  • Published Books 1

Blockchain

 

 

La blockchain può essere definita come un registro contabile digitale. Esso è caratterizzato da una forte componente algoritmica che dota il sistema di un altissimo grado di sicurezza.

Essa è completamente trasparente, essendo consultabile da chiunque in qualsiasi momento.

Concettualmente, l’intero registro può essere schematizzato graficamente come una catena di blocchi, da qui il nome stesso della tecnologia, in cui ogni blocco contiene informazioni relative alle transazioni che avvengono tra gli utenti del network. Ogni blocco ha il compito di distribuire consenso e validazione all’intero sistema, processo complesso alla base dei successi in termini di popolarità di questa nuova tecnologia.

 

Quando si parla di blockchain, è bene tenere in mente alcune caratteristiche fondamentali che ne hanno determinato l’immenso successo degli ultimi anni.

Innanzitutto, attraverso la blockchain è possibile dare vita a progetti completamente decentralizzati. Tutti i dati registrati sulla catena sono divisi su molteplici nodi, questo rappresenta un fattore di grande sicurezza ma anche la possibilità di effettuare operazioni bypassando i limiti imposti da organismi centralizzati come banche e istituzioni.

Un aspetto molto importante di questa innovativa tecnologia è proprio la grande sicurezza che caratterizza il sistema. Attraverso complessi algoritmi di consenso, la validazione dei blocchi che compongono la catena è, nei sistemai più complessi, estremamente dispendiosa. Ciò rende quasi impossibile la manomissione da parte di eventuali malintenzionati.

Inoltre, l’immutabilità dei dati contenuti nel registro e la possibilità di programmare operazioni e trasferimenti rende la blockchain un ambiente sicuro anche per la stipulazione di contratti e la creazione di applicazioni.

Pur avendo riscosso già parecchio successo, la tecnologia blockchain è lungi dall’essere utilizzata nel suo pieno potenziale. La grande varietà di utilizzo rappresenta certamente un vantaggio competitivo della blockchain rispetto a tecnologie simili. Anche per questi motivi, gli ultimi mesi hanno visto l’esplosione del fenomeno blockchain in termini di utenza e applicazioni.

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Criptovalute

 

 

Le criptovalute sono beni digitali, nate con lo scopo di rappresentare vere e proprie valute virtuali. L’idea alla base delle criptovalute è la decentralizzazione, ossia il pieno controllo da parte degli utenti nel processo di creazione di nuova moneta. In questo modo, le nuove monete non hanno bisogno di intermediari istituzionali centralizzati, come ad esempio le banche, per essere coniate e scambiate.

 

Sicurezza, velocità e trasparenza sono alla base di ogni transazione che abbia come oggetto le criptovalute.

Eliminando intermediari come banche o servizi di pagamento tradizionali, le operazioni saranno rapide, gratuite e accessibili a chiunque. In alcune circostanze, le transazioni di criptovalute possono essere portate a termine con un buon grado di anonimato.

Inviare e ricevere criptovaluta ovunque ci si trovi e con persone di ogni nazionalità è estremamente semplice. Senza alcun organismo centrale a cui fare riferimento, non ci sono limiti alla loro possibilità di utilizzo, con costi bassi e sicurezza di alto livello.

Oggi esistono moltissime criptovalute. La più famosa in assoluto, Bitcoin, è anche la prima criptovaluta mai realizzata ed è, al momento, anche quella dal valore più alto.

 

L’estrema sicurezza delle transazioni è un punto di forza da non sottovalutare quando si parla di criptovalute. Ogni informazione relativa alla transazione viene gestita attraverso chiavi pubbliche e private, beneficiando del sistema di crittografia.

Violare il sistema alla base della catena è quindi enormemente difficile, anche grazie al complesso algoritmo che regola il consenso e la validazione dei blocchi.

Per farsi un’idea, la potenza di calcolo necessaria a violare la blockchain di Bitcoin potrebbe non essere calcolabile!

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Bitcoin

 

 

Bitcoin è sicuramente la criptovaluta più nota in circolazione. È la prima valuta digitale mai apparsa e, al momento, detiene anche il primato di criptovaluta con più alto valore al mondo.

Satoshi Nakamoto, suo presunto creatore, è soltanto uno pseudonimo. Infatti, nessuno sa chi si celi realmente dietro questo nome, avvolgendo la vera identità del creatore della famosa criptovaluta in un velo di mistero.

 

Bitcoin viene rivelato in un documento del 2008, pubblicato da Satoshi Nakamoto, in cui venivano espresse funzionalità e obiettivo delle valute digitali. Il fine era creare una rete finanziaria indipendente, con una valuta utilizzabile e scambiabile da chiunque mediante il solo utilizzo di internet. In questo modo, eventuali limitazioni imposte da banche centrali e circuiti finanziari tradizionali sarebbero state bypassate dalla nuova tecnologia.

La possibilità di rendere i servizi finanziari di base alla portata di qualsiasi individuo in ogni angolo del pianeta mediante il solo utilizzo di internet è stato il cavallo di battaglia di Bitcoin che l’ha poi reso lo strumento finanziario che conosciamo oggi.

 

Ovviamente, al giorno d’oggi, Bitcoin non è visto più soltanto come un mezzo per effettuare operazioni finanziarie in modo rapido e sicuro. L’aumento vertiginoso del suo valore sul mercato l’ha portato a venire considerato un vero e proprio asset di primaria importanza.

Il suo incredibile peso economico, basato esclusivamente su domanda e offerta all’interno del mercato, ha da subito attirato l’attenzione di speculatori e malintenzionati.

Ciò non ferma comunque il progresso legato al Bitcoin, né pregiudica il suo obiettivo iniziale. Ad oggi, sempre più realtà stanno implementando l’utilizzo di criptovalute nei propri servizi di pagamento.

A tal proposito, Starting Digital intende dare una mano a tutti i neofiti del mondo blockchain che vogliano muovere i primi passi nell’ecosistema digitale in totale sicurezza.

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Ethereum

 

 

Ethereum è una criptovaluta di grande successo e diffusione, seconda soltanto a Bitcoin in quanto a fama e valore di mercato. La valuta digitale emessa dalla blockchain di Ethereum prende il nome di Ether.

Nel 2014, il programmatore di origine russa Vitalik Buterin presentò Ethereum come una criptovaluta in grado di essere indipendente da qualsiasi banca o ente centralizzato. Fondata su una blockchain indipendente, in poco tempo si è imposto come uno dei network più diffusi e operativi al mondo.

 

La piattaforma di Ethereum entra ufficialmente in funzione nel 2015. L’obiettivo fu chiaro fin da subito: offrire maggiori funzioni e più efficienza rispetto a Bitcoin, con servizi dedicati agli utenti e molteplici funzionalità.

Cresciuta rapidamente nel corso degli ultimi mesi, oggi Ethereum rappresenta la seconda criptovaluta al mondo dopo il colosso Bitcoin. Secondo gli esperti, questo primato non durerà in eterno. Sono in molti a pensare che, in un prossimo futuro, Ethereum riuscirà a superare Bitcoin e ad imporsi come la piattaforma più importante a livello globale.

 

Gli Smart Contract, i cosiddetti contratti intelligenti, sono la vera novità introdotta da Ethereum. Questi ultimi sono veri e propri frammenti di codice, utilizzati per semplificare e automatizzare le transazioni che avvengono tra gli utenti, bypassando ogni tipo di intermediario.

Sulla piattaforma di Ethereum è possibile effettuare scambi e sviluppare applicazioni attraverso protocolli decentralizzati. Questo è un aspetto di primaria importanza che posiziona Ethereum al primo posto tra le piattaforme blockchain in quanto a utilizzi e praticità.

L’ampio utilizzo del sistema Ethereum e la grande diffusione di Ether fanno sì che sempre più servizi e brand rendano possibile effettuare acquisti e pagamenti tramite la criptovaluta originaria di questa blockchain.

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Mining

 

 

Per mining, si intende il processo in cui nuovi blocchi vengono prodotti e validati all’interno della blockchain. L’intero processo rientra nel meccanismo di validazione dei blocchi che prende il nome di algoritmo di consenso, operazione alla base della tecnologia blockchain. Esistono vari algoritmi, il cui esempio più importante e diffuso è certamente la Proof of Work (POW).

Mining deriva dal termine inglese per “minare”, ossia estrarre minerali nel processo di lavoro all’interno di una miniera. Una metafora che calza a pennello con l’estrazione dei blocchi digitali contenenti informazioni crittografate.

 

Gli utenti, denominati nodi, mettono a disposizione la potenza di calcolo delle proprie macchine per partecipare al processo di estrazione e validazione dei blocchi. L’investimento in termini di potenza è immenso, ma è proprio questo processo a rendere la blockchain ancora più sicura e affidabile.

Colui che per primo riesce a individuare il codice necessario alla validazione riceve un premio nella criptovaluta nativa della blockchain. Ad esempio, un lavoro di questo genere effettuato sulla blockchain di Bitcoin prevede un premio nella relativa valuta digitale. Ciò incentiva le persone a mettere a disposizione le proprie risorse per prendere parte al processo di mining.

 

I più curiosi se lo saranno certamente già chiesto. È possibile hackerare il sistema per permettere una più semplice e meno dispendiosa validazione dei blocchi?

Riuscire a validare un blocco è estremamente costoso, sia in termini di tempo che di risorse. Allo stesso modo, riuscire a manomettere la catena inserendo malware e blocchi disonesti è praticamente impossibile. La potenza necessaria alla sopraffazione del resto dei nodi della catena è, nelle catene più elaborate, sostanzialmente impossibile da raggiungere poiché superiore alla metà complessiva della potenza messa a disposizione dal resto della catena. In parole povere, collaborare al corretto funzionamento della catena è infinitamente più semplice ed economico piuttosto che agire scorrettamente.

Questo contribuisce alla sicurezza delle catene più note ed elaborate, come ad esempio Bitcoin ed Ethereum.

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Proof of Work (POW)

 

 

La Proof of Work (POW), in italiano “Prova di lavoro”, è il più noto e diffuso algoritmo di consenso, alla base della tecnologia blockchain.

Questo particolare algoritmo è considerato la madre degli algoritmi di consenso che operano sulla blockchain. E’ stato implementato per la prima volta sulla ben nota blockchain di Bitcoin.

 

Nella Proof of Work, i nodi elaborano stringhe di dati fino a quando non producono una soluzione specifica secondo le regole dell’algoritmo stesso. Le informazioni prodotte vengono immesse nel sistema sotto forma di hash.

Una hash è una stringa apparentemente casuale di lettere e numeri che identificano una certa funzione. In questo modo, i blocchi della catena sono controllabili in ogni momento in maniera pressoché automatica da parte del sistema.

Per prendere parte alla procedura di mining, i validatori utilizzano le proprie risorse in termini di energia e potenza di calcolo delle rispettive macchine. Questo processo prende il nome di staking.

I nodi che portano a termine la validazione vengono generalmente ricompensati da frammenti di valuta digitale emessa dalla blockchain stessa, come succede ad esempio con Bitcoin.

Il protocollo in questione stabilisce le condizioni secondo cui un blocco viene ritenuto valido. A questo punto, l’unica strada percorribile per i miner è il brute force input, ossia l’inserimento continuo di hash fino al termine delle combinazioni necessarie per validare il codice.

 

L’intero meccanismo si fonda su ferrei principi di trasparenza ed affidabilità. Dobbiamo essere in grado di scoprire quando qualcuno sta imbrogliando. La creazione di nuovi blocchi è un processo altamente dispendioso e qualsiasi tentativo di manomissione della catena è reso idealmente ancora più complesso.

In parole povere, per riuscire in qualsiasi intento malevolo, sarebbe necessaria una potenza di calcolo tale da eguagliare più della metà della potenza complessiva messa a disposizione da altri nodi. Oltre alla grande trasparenza della blockchain tale per cui qualsiasi utente è in grado di controllare il corretto funzionamento della catena in qualunque momento, violare il sistema appare certamente come un’operazione praticamente impossibile da portare a termine e farla franca.

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NFT

 

 

Gli NFT sono certamente una delle possibilità di utilizzo della blockchain che più ha fatto parlare di sé negli ultimi mesi.

L’acronimo sta per non-fungible token, ossia dei gettoni virtuali unici che possono rappresentare l’esclusività di un determinato bene o servizio a beneficio di un utente.

 

La particolarità di questi token digitali sta proprio nella loro non fungibilità. Essendo artefatti unici e non replicabili, vengono spesso considerati dei veri e propri certificati digitali di garanzia.

Possono infatti venire utilizzati per molte occasioni diverse, dal certificato di possesso di una determinata opera o prodotto digitale fino alla vendita di biglietti aerei.

Nell’ultimo periodo, gli NFT hanno sperimentato un vero e proprio boom di popolarità, arrivando a superare addirittura le criptovalute sui principali motori di ricerca in tutto il mondo.

 

La grande esplosione del fenomeno NFT dello scorso anno ha messo in luce tutte le potenzialità di questo nuovo strumento.

In particolare, gli NFT hanno trovato grande diffusione nel campo dell’arte digitale. Innumerevoli artisti hanno riscosso grande successo pubblicizzando e vendendo le proprie opere d’arte sotto forma di NFT, raggiungendo spesso delle cifre folli per suddette produzioni.

Successivamente, i token non fungibili hanno trovato grande utilizzo negli ecosistemi virtuali legati al concetto di metaverso, un vero e proprio universo digitale alternativo in cui i token potevano essere utilizzati per varie funzionalità, tra cui eventi, showroom virtuali e addirittura l’acquisto di lotti di terreno digitale. In alcuni casi, sono stati utilizzati da brand di lusso per pubblicizzare i propri prodotti in maniera assolutamente esclusiva.

Gli NFT rappresentano certamente uno strumento interessante, utilizzabile in svariati settori e dall’alta praticità.

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Smart Contracts

 

 

Tra le varie funzionalità introdotte dalla tecnologia blockchain dobbiamo annoverare i contratti intelligenti, detti anche “smart contracts”.

I contratti intelligenti altro non sono che frazioni di codice che utilizzano la blockchain come base di appoggio per garantire trasparenza e massima sicurezza. Servono a stipulare veri e propri accordi che renderanno il programma effettivo nel caso in cui si verifichino eventi regolamentati dal codice stesso. L’automatizzazione del processo è l’altra grande caratteristica degli smart contracts che, saltando il processo di intermediazione da parte di terzi, può rendere qualsiasi tipo di accordo molto più rapido e sicuro che in passato.

 

Utilizzando gli smart contracts si gode degli stessi benefici in materia di sicurezza propri della tecnologia blockchain. Sicurezza e trasparenza sono garantiti, oltre che la possibilità di evitare la presenza di un garante terzo come un avvocato, un commercialista o un notaio.

Tuttavia, è bene ricordare che gli smart contracts, nella maggior parte dei casi non rappresentano accordi legali ufficiali. Il loro utilizzo dovrebbe pertanto rappresentare soltanto la fase iniziale di una contrattazione più complessa.

 

Il concetto di contratto intelligente nasce inizialmente nel 1994. Ideato teoricamente da Nick Szabo, il funzionamento di questo embrionale progetto di contratto intelligente prevedeva lo sviluppo di un libro mastro decentralizzato su cui basare ogni operazione.

Oggi, gli smart contract devono ancora esprimere tutto il loro potenziale. I contesti in cui tali strumenti possono venire utilizzati con successo sono potenzialmente illimitati, tuttavia è giusto sottolineare come le normative vigenti non sempre rendono possibile il loro pieno utilizzo come accordi con valore legale.

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