Esopo
Esopo, il più antico autore di favole dell’antica Grecia e del
mondo occidentale, ha scritto 400 favole in prosa. Esopo
sarebbe stato uno schiavo, vissuto in Grecia nel VI secolo a.C.
Le sue favole costituiscono ancora il modello del genere
letterario e rispecchiano comunque la morale tradizionale
dell’antica Grecia.
Platone ci informa che lo stesso Socrate aveva messo in versi
alcune favole di Esopo.
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Il lupo e il cane
C’era una volta un lupo, magro e affamato: erano diversi
giorni che non trovava nulla da mettere sotto i denti.
Una sera, passò davanti al cortile di una casa e vide un
cane: era ben pasciuto e grassottello. “Come mai sei così
pasciuto? Dove trovi tanto da mangiare?” chiese il lupo al
cane.
“Il mio padrone è un brav’uomo: riempie la mia ciotola ogni
giorno” gli rispose l’altro. Il lupo, però, si accorse che la
pelliccia del cane, sul collo, era tutta rovinata.
“Cos’hai fatto al collo?” gli domandò. “E’ il collare: il mio
padrone me lo mette di giorno, quando mi lega alla catena.
La notte, invece, mi libera, così faccio la guardia”. Il lupo si
allontanò e tornò nel bosco: preferisco mille volte andare
dove voglio che avere la pancia piena ma vivere alla catena.
La libertà non ha prezzo.
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Fedro
Anche il favolista latino Fedro (I secolo d.C.) sarebbe stato uno schiavo: nato in Tracia, condotto prigioniero a Roma, affrancato da Augusto, scrisse durante il regno di Tiberio delle favole molte delle quali sono andate perdute. Le favole di Fedro riprendono il modello di quelle di Esopo, ma con un diverso atteggiamento: Fedro non è infatti, come Esopo, il favolista di un mondo contadino, ma di uno stato evoluto dove dominano l’avidità e la sopraffazione. Fedro fu perseguitato da Seiano, il prefetto del pretorio di Tiberio. Nelle favole di Fedro il prepotente trionfa sempre sul debole, che è invitato alla rassegnazione o, nella migliore delle ipotesi, a cercare un compromesso accettabile con il potere.
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Il lupo e l’agnello
(favola di Fedro)
Un lupo e un agnello, stimolati dalla sete, erano giunti a uno stesso ruscello. Più in alto stava il lupo, molto più in basso l’agnello.
Allora il primo, prepotente e spinto dall’insaziabile gola, addusse un pretesto di contesa: “Perché – disse – mi hai intorbidito l’acqua mentre bevevo?”
E l’agnello timoroso: “Ma scusa, o lupo, come posso fare quello di cui ti lamenti? L’acqua scorre in giù dalle tue alle mie labbra”.
E l’altro, vinto dalla forza della verità: “Sei mesi fa – riprese – hai detto male di me”.
Rispose l’agnello: “Ma se non era ancora nato!”
“Tuo padre allora – replica – disse male di me”. E senza dire altro, afferra il povero agnello e lo mangia ingiustamente.
Questa favola è stata scritta per quegli uomini che con falsi pretesti opprimono gli innocenti.
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Published: Jun 8, 2022
Latest Revision: Jun 8, 2022
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