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Aborto e cristianesimo

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Artwork: Samannà Maria

  • Joined Jun 2022
  • Published Books 3

ABORTO E CRISTIANESIMO

Nel cristianesimo, la Chiesa cattolica fu a lungo divisa sul tema.

Se la chiesa degli esordi tendeva a equiparare il feto a una persona, di particolare influenza furono le teorie di Aristotele sulla distinzione tra feto animato e feto inanimato (animato dopo i 40 giorni se maschio, 80 giorni se femmina), tesi accolte e promulgate dallo stesso San Tommaso d’Aquino nel medioevo.

L’influenza di d’Aquino giunse a numerosi teologi cattolici che nei secoli successivi, pur riconoscendo l’immoralità dell’aborto in quanto contrario alla legge naturale, sosterranno la possibilità dell’aborto del feto non ancora animato, senza condannarne la pratica.

Tra essi sant’Antonino di Firenze, Giovanni di Napoli, Silverstro da Prieras, Martín de Azpilcueta e il discusso teologo cinquecentesco Tomás Sánchez che, per esempio, si spinse a considerare il feto pars viscerum matris, eliminabile come ogni altra viscera malata, quando compromessa la salute della madre.

Dopo il Decretum Gratiani del 1140, solo nel 1869 Papa Pio IX affermò, nella costituzione Apostolicae Sedis, che il feto ha un’anima fino dal concepimento. La posizione della Chiesa è stata ribadita nell’Istruzione sul rispetto della vita umana nascente e la dignità della procreazione, che dal 1987 equipara quindi il feto a una persona sin dal momento del concepimento.

La vita, dunque, è un dono di Dio, un bene in sé di cui all’uomo non è dato disporre.

 

Secondo la dottrina moderna ne consegue che l’aborto, come scelta volontaria dell’uomo volta a impedire lo sviluppo della vita, equivale ad un omicidio ed è considerato peccato mortale. La vita di ogni essere umano è un bene indisponibile per l’uomo e questi è chiamato a difenderla dal concepimento alla morte naturale. Allo stesso modo i cosiddetti metodi di contraccezione d’emergenza, che impediscono l’annidamento del concepito nell’utero materno, vengono considerati abortivi perché impediscono lo sviluppo iniziale della vita del nascituro.

Giovanni Paolo II ha spiegato la posizione cattolica nell’enciclica Evangelium Vitae, specialmente nei numeri 58-63 e 68-74.

Nella nota del 1993 Circa l'”isolamento uterino” , emessa dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, guidata dall’allora cardinale Joseph Ratzinger, si afferma che è lecito eseguire l’isterectomia (ovvero l’asportazione dell’utero), nel solo caso che il suo danneggiamento (in seguito al parto, per esempio) rappresenti un grave pericolo attuale per la vita o la salute della donna.

Durante il Giubileo del 2016 Papa Francesco ha concesso a tutti i preti del mondo la facoltà di assolvere le donne che hanno abortito e ha detto: “Conosco bene i condizionamenti che le hanno portato a questa decisione. So che è un dramma esistenziale e morale. Ho incontrato tante donne che portavano nel loro cuore la cicatrice per questa scelta sofferta e dolorosa. Ciò che è avvenuto è profondamente ingiusto; eppure, solo il comprenderlo nella sua verità può consentire di non perdere la speranza. Il perdono di Dio a chiunque è pentito non può essere negato, soprattutto quando con cuore sincero si accosta al sacramento della confessione per ottenere la riconciliazione con il Padre”

 

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