Molto tempo fa, in un mondo in cui la magia aveva dato origine a fenomeni spettacolari, tanti draghi attendevano con ansia il sonoro fischio di una tromba dorata, che avrebbe segnato il “via” all’evento tanto atteso. Proprio quel giorno, infatti, ad Ardesia, mai prima di allora, si sarebbe tenuta un’importante competizione: la corsa dei draghi. Il più veloce ed abile, che avrebbe superato con successo tutti gli ostacoli previsti, classificandosi al primo posto, avrebbe vinto… un premio a tutti sconosciuto. Tra i tanti partecipanti era presente il piccolo Gregorian, che, stando in disparte, si preparava alla corsa. Il draghetto aveva il corpo ricoperto di squame, le quali richiamavano il colore del mare, e piccole ali, che, proprio quel giorno, gli avrebbero fatto spiccare il volo in cielo, in quella splendida giornata di sole.
Molti furono gli atteggiamenti che fecero intuire al suo cavaliere, Victoria, che Gregorian fosse particolarmente insicuro riguardo a quella competizione ma uno in particolare: quello chiudeva le sue ali, ripiegate sul corpo, come se si volesse nascondere. Ella non ci aveva pensato due volte ad incoraggiarlo, lo raggiunse e disse: “Ehi, piccolo! Cos’è che non va?”. Gregorian l’aveva guardata ricambiando uno sguardo intimorito. Victoria aveva capito che il suo drago aveva paura per la gara, quindi si rivolse a lui in modo molto dolce, dicendo: “A prescindere dall’esito della competizione, vinta o persa che sarà, io resterò sempre al tuo fianco e il nostro rapporto non cambierà mai”. Da lì a poco la tromba avrebbe suonato, annunciando l’inizio della disputa. Dopo aver posizionato una sella di cuoio sul draghetto, la fanciulla gli era salita in groppa, pronta a cavalcarlo. I due si posizionarono sulla linea di partenza, affiancati dagli altri draghi partecipanti e dai loro rispettivi cavalieri. La tromba emise all’improvviso un suono, che aveva rimbombato nell’aria per qualche secondo.
Le creature alate spiccarono il volo senza perdere tempo: tutti avevano il desiderio di vincere. Arrivati a una determinata altezza, si erano ritrovati davanti agli ostacoli, posti lì per rendere difficile il percorso. Erano degli isolotti fluttuanti, collocati a scacchiera. I partecipanti avevano notato, fin da subito, che essi si muovevano nell’aria quasi dotati di una leggerezza apparente. Arrivati a quel punto, ovvero alla parte più difficile del percorso, avevano iniziato a rimbombare nell’aria le urla esultanti degli spettatori, che li avevano messi in soggezione, poiché avevano ricordato loro che a seguirli c’erano moltissime persone. Victoria aveva posto la sua attenzione quasi unicamente su quelle grida, non badando più agli ostacoli che le si presentavano davanti. Si era accorta, purtroppo, che la maggior parte di quelle erano rivolte a lei e al suo drago con intenzione negativa. Criticavano il suo modo di cavalcare, l’aspetto di Gregorian, il modo in cui essi superavano gli ostacoli e incitavano loro a perdere.
Victoria aveva, ormai, quasi perso la speranza di potercela fare. Inoltre aveva trasmesso al suo drago, già insicuro in partenza, il suo stato d’animo triste e sfiduciato, a tal punto che questi aveva iniziato a planare, a volare più in basso, allontanandosi sempre di più dal traguardo. Tanti pensieri negativi presero il sopravvento, invadendo loro la testa, facendo perdere loro la concezione di dove si stessero recando. Se ne resero conto solo a pochi metri di distanza dall’impatto, ormai inevitabile, contro un isolotto. Si erano schiantati, rotolando su un prato umido. Si erano accasciati, poi, con la schiena contro il tronco di un albero caratteristico del posto. Era molto alto: la sua chioma si vedeva a stento e il rosa delle sue foglie creava una distesa omogenea. I due credevano di aver perso e si chiedevano il motivo di quel loro arrendersi.
Era davvero finita così? Dopo tutto il tempo passato ad allenarsi, si sarebbero davvero ritirati per delle critiche ricevute? Avevano riflettuto a lungo su quella domanda per, poi, giungere ad una risposta comune: era chiaramente un “no”. Le urla negative dovevano essere messe da parte per concentrarsi su altro; infatti, riponendo maggiore attenzione alle acclamazioni del pubblico, i loro orecchi udirono gli incoraggiamenti di coloro che tifavano per loro. Con tanto coraggio, si alzarono entrambi, come se fossero in sintonia, e così ricominciarono a gareggiare più forti di prima. Il draghetto, dunque, adottò una strategia: utilizzare gli isolotti come appoggio per volare con maggiore slancio e arrivare più in alto. In breve i due concorrenti erano riusciti a recuperare il tempo perso. Volavano come il vento, senza mai fermarsi, diventando un tutt’uno con l’aria ed erano riusciti a recuperare un notevole tratto di percorso. Intravedevano già il traguardo, un nastro rosso fluttuante, ma ecco che non erano i soli sul punto di ottenere la vittoria.
Gregorian si era accorto che il suo cavaliere non aveva tanta fiducia che loro avrebbero potuto raggiungere l’obiettivo, così, per dimostrarle che lui era capace di fare di più rispetto a ciò che credeva Victoria, iniziò a roteare più velocemente su se stesso, ottenendo maggiore velocità, così da riuscire a oltrepassare il nastro che avrebbe segnato la loro vincita. Non appena toccata la fascia, il draghetto aveva sentito un brivido scorrergli lungo tutto il corpo. Non capiva che cosa fosse successo. Aveva cercato di incrociare lo sguardo di Victoria e aveva notato che ella aveva stampata sul viso un’espressione stupefatta. Qualcosa in lui era cambiato e di ciò ne aveva la certezza. Rivolse la sua attenzione al pubblico, il quale era stupito tanto quanto il cavaliere. Incuriosito, si era, poi, recato al lago di Ardesia e, avvicinatosi alla distesa d’acqua, notò un qualcosa per cui anche lui rimase meravigliato.
La causa era…il cambiamento improvviso delle sue squame. Queste avevano un colore diverso le une dalle altre, ossia avevano assunto i fantastici e accesi colori dell’arcobaleno! Sempre attraverso il riflesso del lago, si era accorto che, proprio in quel momento, sopra di loro ne era comparso uno e, fatto ancora più affascinante, esso si muoveva con lui. Raggiunsero, poi, il pubblico, che li aveva accolti e che si era congratulato con loro. Ad attenderli vi era il sovrano di Ardesia, il quale portava in capo la sua splendida corona di rubini. Disse: “Un applauso ai vincitori!”. Il pubblico esplose in un boato di battiti di mani. “Tutti voi presenti vi chiederete il perché di questo improvviso cambiamento di Gregorian. Dico bene?”- chiese il re. La folla attendeva spiegazioni. Aggiunse: “La vittoria di questi due partecipanti è sicuramente da riconoscere, non è un qualcosa di poco conto. I due concorrenti sono stati spettacolari! Quel che voi non sapete è che non è scontato che tutti i vincitori subiscano questo cambiamento, poiché soltanto chi avesse creduto veramente in se stesso, avrebbe ottenuto il “premio”, ossia il compito di far gioire tutti con un semplice ma bellissimo arcobaleno”. Da quel giorno Gregorian aveva arricchito il cielo con quei vivaci colori, illuminando i volti felici di tutti coloro che non sorridevano da un po’.
“Eroi anticritiche”
A volte le critiche fanno molto male,
ma, per stare bene, bisogna ignorare.
Fanno male come un appuntito e lungo ago,
ma bisogna affrontarle come ha fatto il piccolo drago.
Inoltre, per scacciarle dal proprio pensiero,
bisogna pensare a quelle persone che ci amano davvero,
le quali, con un solo e tenero sguardo,
ci guidano fino al traguardo
e, poi, festeggiano, felici con noi,
perché abbiamo sconfitto il male come degli eroi.
Published: May 5, 2022
Latest Revision: May 5, 2022
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