Il pugnale scomparso

Simone Pisu, ex cuoco famoso, ora in pensione, ma lavorando come investigatore segreto per mantenersi, visto che la pensione non è un granché…è alla ricerca di un vecchio omicidio avvenuto all’epoca in cui insegnava al Cfp di Monte Olimpino: l’omicidio della professoressa Alessia Buzzi, avvenuto a bordo dell’aereo privato sul quale la vittima viaggiava in compagnia del marito Massimo Tettamanti e di alcuni colleghi.

All’epoca dei fatti fu condannato Carlo Acierno, professore di matematica, pilota e proprietario dell’aereo, ma nonostante che le prove fossero al quanto deboli; Carlo fu ritenuto il solo ad essersi sbarazzato dell’arma del delitto, gettandola fuori dal finestrino della cabina di pilotaggio.

Pisu dopo aver riflettuto a lungo sul caso, ritiene di aver capito chi è il vero colpevole; quindi, convoca i testimoni e i sospettati dell’epoca al Cfp, per poi rivelare come l’arma del delitto scomparve…la stessa sera, dopo aver telefonato al suo vecchio amico Roberto Binfaré, senza trovarlo…Pisu verrà ucciso.

Binfaré, professore e consulente dell’ispettore Alessandro Vitiello, svolgono le indagini, partendo da un solo indizio, un peso in piombo da pesca, il quale Pisu aveva mostrato ai suoi “ospiti” (al Cfp), descrivendolo come l’oggetto della verità per il caso da cui era tormentato.

L’ispettore e il consulente iniziano ad indagare su Carlo Acierno, dopo che ha scontato la sua pena è ancora fra i sospettati principali…e non ha perso il suo brutto carattere collerico; fra gli altri indiziati vi sono Barbara Rossini, che ha preso il posto della Professoressa Buzzi sposandone il marito (Massimo Tettamanti), e il signor Sergio Moriani, che ricattò la defunta rubandogli una ricetta segreta per poi ottenere il posto di cattedra a lei assegnato.

Durante le indagini, Vitiello visita l’hangar in cui è custodito l’aereo dove avvenne il delitto, notando un operaio, che si rivelò poi Mimmo Cunti, che stava rivoluzionando e modernizzando la ricetta segreta, per poi scoprire che i veri ideatori di essa furono Mimmo e Barbara, ma non se ne presero il merito.

Vitiello ormai disperato, senza aver trovato una soluzione per i due casi, vuole quasi chiudere il caso e catalogarlo come “irrisolto”; incontra un vecchio amico, che fa il prestigiatore…e nel chiacchierare salta fuori che gli illusionisti prima dello spettacolo, preparano degli oggetti di scena che spariscono senza lasciare tracce.

Durante una seconda visita all’hangar, per prendere le ultime deposizioni, Vitiello e Binfaré subiscono una sparatoria, uscendone sani e salvi, ma notando che la macchina usata per la fuga è del Professor Acierno.

Vitiello, convinto di aver risolto i casi e convinto che il colpevole sia il Professor Acierno, avendo pure un alibi molto debole, si accorge, perquisendo la macchina di Acierno che il sedile è troppo spostato in avanti per l’altezza di Acierno e che ha dimenticato di rimetterlo come prima; quindi viene scagionato dalle indagini.

Tornando una terza volta all’hangar, Vitiello, ispezionando per la millesima volta l’aereo, nota della polvere bianca, forse di gesso, nel vano di carico.

Binfaré ragionando insieme a Vitiello, arrivano alla soluzione dei due casi irrisolti; Sergio Moriani, uomo non molto alto, è colpevole di aver ricattato la Buzzi e di aver sparato ai due investigatori e di aver usato la macchina di Acierno per fuggire.

Il sospettato degli omicidi, è Barbara Rossini, che dal canto suo, desiderosa di vendicarsi di Alessia Buzzi, costruì l’arma del delitto, ovvero una lama fatta in un materiale pesante, forse piombo, ricavata da uno stampo di gesso. Barbara attirò Alessia nel vano bagagli dell’aereo, la pugnalò e si disfò dell’arma, trasformandola in quel peso da pescatore rivenuto successivamente dal Professor Pisu; quando anni dopo Pisu rivelò la soluzione del delitto, Barbara capì che stava per essere smascherata e mentre Tettamanti la aspettava all’auto, uccise Pisu, per poi andarsene e partire per una vacanza alle Maldive, per destare i sospetti.