by CESARE FAUNI
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Associazione Dino Sarti
Pianopiano Cultura
Catalogo della mostra
“Piazza Maggiore di Bologna
nelle immagini d’epoca
della collezione Fausto Malpensa”
Prologo del Prof. Marco Poli
Dopo la morte dell’imperatore Enrico VI (1197) il libero Comune di Bologna decise di affidare alla realizzazione di una grande piazza e del palazzo comunale il segno della propria autonomia e della fiducia in un futuro di progresso e di benessere; per realizzare la nuova piazza non fu scelto uno spazio libero, bensì un luogo affollato da costruzioni di vario tipo, limitrofo al Quadrilatero e compreso fra due “cardini” romani che corrispondono alle attuali via D’Azeglio e via dell’Archiginnasio. L’obiettivo fu quello di realizzare una nuova “insula” urbana rettangolare: ma la decisione più ardita non fu quella di costruire, bensì di abbattere.
La piazza avrebbe ospitato anche un grande mercato fino ad allora confinato in piazza di porta Ravegnana in un’area divenuta insufficiente.
Fra il 28 aprile 1200 ed il 20 febbraio 1203 i funzionari comunali procedettero all’acquisto degli immobili che sarebbero poi stati espropriati e abbattuti: furono redatti 49 atti di pubblica utilità (“pro curia et palatio communis faciendo”) dai quali si ricavano i costi degli espropri: per lo più costi medio-bassi, a testimonianza che l’area era abitata non dal ceto nobile o magnatizio con l’unica eccezione (lire 1.500) di un gruppo di edifici. Nell’area della futura piazza sorgevano anche cinque chiese (Santa Giustina, San Silvestro, Santa Croce, Santa Maria dei Rusticani, Sant’Apollinare) che furono poi abbattute.
Alla fine del 1201 il palazzo del Podestà aveva già la propria fisionomia, e furono affittati alcuni spazi sotto il portico: il primo “inquilino” fu un notaio al quale seguirono venditori di sale, olio e altri generi; uno spazio fu destinato ad ospitare la zecca.
La scelta dell’ubicazione della “platea maior” si rivelò felice e da allora ha rappresentato la centralità sia urbana, sia simbolica di Bologna. Dunque, la realizzazione della piazza Maggiore fu una grande operazione di riassetto se non di rivoluzione urbana: ciò poté accadere in virtù di uno speciale clima economico, politico e sociale. Infatti, Bologna aveva prospettive di crescita, di autonomia, di progresso, e perciò intendeva aprire una fase storica nuova proiettata verso un futuro improntato alla fiducia, al benessere e all’ambizione. Non a caso alla guida del Comune vi era il ceto produttivo, mercantile artigianale, intellettuale (docenti, notai…) che aveva sostituito quello nobiliare.
Al palazzo del Podestà, costruito fra 1201-1203, ma ristrutturato per volontà di Giovanni II Bentivoglio fra il 1472-1484 in stile rinascimentale, fece seguito la costruzione del “palazzo nuovo” che poi fu chiamato palazzo Re Enzo (1244-1246).
Nel 1287 il Comune acquistò le case del giurista Francesco per farne il magazzino delle granaglie (palatium bladii): nei secoli successivi divenne il palazzo-fortezza dei Legati pontifici, poi il palazzo Comunale.
Nella seconda metà del ‘200 vi erano già due edifici appartenenti all’ordine dei notai; in seguito, su progetto di Antonio di Vincenzo, dal 1384 al 1422 si decise il rifacimento del palazzo.
La costruzione della basilica di San Petronio fu avviata nel 1390, mentre il portico e il palazzo dei Banchi prese corpo nel 1412, ma il loro rifacimento nelle forme che ora vediamo fu opera del Vignola (1568). La piazza e la fontana del Nettuno furono realizzate fra il 1563 e il 1566. Il “crescentone” risale al 1934.
1)Foto antecedente al 1877 anno in cui il Mercato delle Erbe e delle Stoffe venne trasferito dalla Piazza. Nel 1876 iniziarono i lavori di restauro di Palazzo d’Accursio e nel 1885 vennero aperte le arcate del portico
Piazza del Nettuno e il Mercato delle erbe prima del 1877, anno in cui venne rimosso. La cancellata del Nettuno fu installata nel 1604 e rimossa nel 1888. Oggi è rimasta solo una delle 4 fontanelle che la ornavano
La grande nevicata del 1877
La statua del Pontefice Gregorio XIII (Ugo Boncompagni),
opera di Alessandro Menganti, venne posta sul portale d’ingresso del Palazzo d’Accursio nel 1580. Nel 1796 la statua venne camuffata nel Patrono di Bologna., aggiungendo la Mitra e il Pastorale per tema che venisse rimossa dai francesi di Napoleone, in quanto simbolo del dominio papale, per fonderla e ricavarne cannoni. Solo nel 1895 venne ripristinata nel suo aspetto originario
Piazza del Nettuno con i tram a cavalli alla fine dell’800
Cambio dei cavalli di Tram in sosta davanti al palazzo del Podestà nel 1903
Giorno di festa in piazza con bella animazione agli inizi del ‘900
Un dipendente comunale distribuisce il mangime ai piccioni nel 1900 circa. A mezzogiorno era un rito e un vero spettacolo che richiamava tanta gente.
Particolare del portico del Palazzo del Podestà circa 1900
I tram a cavalli stazionano davanti al Palazzo del Podestà
Ufficio delle Regie Poste inizio ‘900
Una bella animazione con edicola dei fratelli Cattaneo in piazza del Nettuno 1906 circa
Discussione animata in Piazza agli inizi del ‘900
Il Corteo Funebre di Giosuè Carducci nel 1907
Rito funebre il 23 luglio 1937 per Guglielmo Marconi, dopo il trasferimento della salma da Roma come secondo le sue volontà
I tram circolano nella Piazza nel secondo decennio del ‘900
Il Palazzo del Podestà e il monumento a Vittorio Emanuele II
24) Suggestiva veduta notturna degli anni ’30
Veduta della piazza e del Crescentone con auto in sosta nel 1950
Ipotetica e bizzarra “Se a Bologna ci fosse il mare”degli anni ’50
La mostra della Floricoltura negli anni ’50
Negli anni ’50 si poteva parcheggiare in Piazza e circolare liberamente
I piccioni in Piazza Maggiore negli anni ’50
Published: Apr 12, 2022
Latest Revision: May 8, 2022
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Mostra molto bella