by Mirko
Artwork: Me stesso
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Si posizionarono in riga,
affiancati dagli altri partecipanti draghi e i loro corrispettivi
cavalieri. La tromba aveva suonato all’improvviso,
emettendo un suono che aveva rimbombato nell’aria per
qualche secondo. Le creature alate spiccarono il volo senza
perdere tempo: tutti avevano il desiderio di vincere.
Arrivati a una determinata altezza si erano ritrovati davanti
agli ostacoli, posti lì per rendere difficile il percorso. Erano
degli isolotti fluttuanti posti a scacchiera. I partecipanti
avevano notato, fin da subito, che essi si muovevano
nell’aria quasi dotati di una leggerezza apparente. Arrivati
a quel punto, ovvero la parte più difficile del percorso,
avevano iniziato a rimbombare nell’aria le urla esultanti
degli spettatori, che li avevano messi in soggezione, poiché
gli avevano ricordato di essere visti da molte persone.
Victoria aveva posto la sua attenzione quasi unicamente su
quelle grida, non badando più agli ostacoli che le si
presentavano davanti. Si accorse che molte di queste erano
rivolte a lei e al suo drago, purtroppo però erano negative.
Criticavano il suo modo di cavalcare, l’aspetto del suo
drago, il modo in cui superavano gli ostacoli e l’incitavano
a perdere. Di quest’ultima critica se ne era quasi convinta,
ormai aveva quasi perso le speranze di potercela fare. Il
suo triste stato d’animo si era trasmesso al drago, insicuro
già in precedenza, così aveva iniziato a planare, volava
sempre più in basso e ogni minuto che passava si
allontanavo sempre di più dalla vittoria. Tutti questi
pensieri negativi presero il sopravvento, invadendogli la
testa, facendogli perdere la concezione di dove si stessero
recando. Se ne resero conto solo a pochi metri di distanza
dall’impatto, ormai inevitabile, contro un isolotto. Si erano
schiantati, rotolando sul prato umido di esso. Si erano
accasciati, poi, con la schiena contro il tronco dell’albero
che caratterizzava l’isolotto. Era molto alto: la sua chioma
si vedeva a stento e il rosa, delle sue foglie, sembrava una
distesa omogenea. Credevano di aver perso e avevano
iniziato a chiedersi il motivo di questa loro arresa. Era
davvero finita lì? Dopo tutto il tempo passato ad allenarsi,
si sarebbero davvero arresi per delle critiche ricevute?
Avevano riflettuto a lungo su questa loro domanda, per poi
giungere ad una risposta comune: era chiaramente un no.
Questa volta le urla negative erano state messe da parte
per concentrarsi su altro, infatti, riponendo maggiore
attenzione alle acclamazioni del pubblico, le loro orecchie
udivano gli incoraggiamenti di coloro che tifavano per loro.
Presi di coraggio si erano alzati entrambi, come se fossero
in sintonia, così da lì a poco avevano ricominciato a
gareggiare più forti di prima. Dunque il draghetto aveva
adottato una strategia: utilizzare gli isolotti come appoggio
per volare con maggiore slancio e arrivare più in alto. In
breve, erano riusciti a recuperare il tempo perso per via
dell’accaduto. Volavano come il vento, senza mai fermarsi,
diventando un tutt’uno con l’aria ed erano riusciti a
recuperare un notevole tratto di percorso. Intravedevano il
traguardo, un nastro rosso fluttuante, ma ecco che non
erano i soli a star per raggiungere la vittoria. Gregorian si
era accorto che il suo cavaliere non aveva tanta fiducia nel
poter rre,
avevano assunto i fantastici e accesi colori dell’arcobaleno!
Sempre dal riflesso del lago si era accorto che proprio
adesso sopra di loro ne era comparso uno e fatto ancora
più affascinante, esso si muoveva con lui. Aveva raggiunto
il pubblico, che lo aveva accolto e si era congratulato. Lì ad
attenderli vi era il sovrano di Ardesia che portava in capo
la sua splendida corona di rubini e li accolse dicendo “Un
applauso ai vincitori!”, il pubblico era esploso in un boato
di battiti di mani “Tutti voi presenti vi chiederete il perché
di questo improvviso cambiamento di Gregorian, dico
bene?”, la folla attendeva spiegazioni “La loro vittoria è
sicuramente da riconoscere, non è da poco, sono stati
spettacolari! Quel che voi non sapete è che non era da tutti
i vincitori poter subire questo cambiamento, poiché, solo
chi avrebbe creduto veramente in sé stesso, avrebbe
ottenuto questo “premio”, portando con sé il compito di far
gioire tutti con un semplice ma bellissimo arcobaleno”. Da
quel giorno Gregorian aveva arricchito il cielo con quei
vivaci colori, illuminando i volti felici di tutti coloro che non
sorridevano da un po’.
Tanto tempo fa, in un mondo in cui la magia ha dato origine
a fenomeni spettacolari, tanti draghi attendevano con ansia
il sonoro fischio di una tromba dorata, che avrebbe segnato
il via alla tanta attesa partenza. Proprio quel giorno, infatti,
lì ad Ardesia, si sarebbe tenuta un’importante competizione,
come mai prima di allora: la corsa dei draghi! Il più veloce
ed abile che avrebbe superato tutti gli ostacoli previsti, con
successo, classificandosi al primo posto, avrebbe vinto… un
premio a loro sconosciuto. Tra i tanti partecipanti, era
presente il piccolo Gregorian che, stando in disparte, si
preparava alla corsa. Il draghetto aveva il corpo ricoperto
di squame che richiamavano il colore del mare e piccole ali
che, proprio quel giorno, gli avrebbero fatto spiccare il volo
nel cielo di quella splendida giornata di sole. Molti furono
gli atteggiamenti che fecero intuire al suo cavaliere,
Victoria, di essere particolarmente insicuro riguardo questa
competizione, uno in particolare: riponeva le sue ali
ripiegate al corpo come se si volesse nascondere. Ella non
ci aveva pensato due volte ad incoraggiarlo, lo raggiunse e
disse “Ehi piccolo, cos’è che non va?”, Gregorian l’aveva
guardata ricambiando uno sguardo intimorito. Victoria
aveva capito così che il suo drago avesse paura per la gara,
si rivolse a lui in modo molto dolce, dicendo “A prescindere
dall’esito della gara, vinta o persa, io resterò al tuo fianco
e il nostro rapporto non cambierà”. Da lì a poco la tromba
avrebbe suonato, annunciando l’inizio della gara. Dopo aver
posizionato una sella di cuoio su di esso, ella gli si era salita
ingroppa pronta a cavalcarlo. Si posizionarono in riga,
affiancati dagli altri partecipanti draghi e i loro corrispettivi
cavalieri. La tromba aveva suonato all’improvviso,
emettendo un suono che aveva rimbombato nell’aria per
qualche secondo. Le creature alate spiccarono il volo senza
perdere tempo: tutti avevano il desiderio di vincere.
Arrivati a una determinata altezza si erano ritrovati davanti
agli ostacoli, posti lì per rendere difficile il percorso. Erano
degli isolotti fluttuanti posti a scacchiera. I partecipanti
avevano notato, fin da subito, che essi si muovevano
nell’aria quasi dotati di una leggerezza apparente. Arrivati
a quel punto, ovvero la parte più difficile del percorso,
avevano iniziato a rimbombare nell’aria le urla esultanti
degli spettatori, che li avevano messi in soggezione, poiché
gli avevano ricordato di essere visti da molte persone.
Victoria aveva posto la sua attenzione quasi unicamente su
quelle grida, non badando più agli ostacoli che le si
presentavano davanti. Si accorse che molte di queste erano
rivolte a lei e al suo drago, purtroppo però erano negative.
Criticavano il suo modo di cavalcare, l’aspetto del suo
comune: era chiaramente un no.
Questa volta le urla negative erano state messe da parte
per concentrarsi su altro, infatti, riponendo maggiore
attenzione alle acclamazioni del pubblico, le loro orecchie
udivano gli incoraggiamenti di coloro che tifavano per loro.
Presi di coraggio si erano alzati entrambi, come se fossero
in sintonia, così da lì a poco avevano ricominciato a
gareggiare più forti di prima. Dunque il draghetto aveva
adottato una strategia: utilizzare gli isolotti come appoggio
per volare con maggiore slancio e arrivare più in alto. In
breve, erano riusciti a recuperare il tempo perso per via
dell’accaduto. Volavano come il vento, senza mai fermarsi,
diventando un tutt’uno con l’aria ed erano riusciti a
recuperare un notevole tratto di percorso. Intravedevano il
traguardo, un nastro rosso fluttuante, ma ecco che non
erano i soli a star per raggiungere la vittoria. Gregorian si
era accorto che il suo cavaliere non aveva tanta fiducia nel
poter raggiungere l’obbiettivo e così, per dimostrarle che
lui era capace di fare di più rispetto a ciò che credeva
Victoria, aveva iniziato a roteare più veloce su sé stesso,
arricchito il cielo con quei
vivaci colori, illuminando i volti felici di tutti coloro che non
sorridevano da un po’.
Published: Mar 28, 2022
Latest Revision: Mar 28, 2022
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