Prunus spinosa
La nostra scuola ha aderito al progetto “Mettiamo radici per il futuro”, indetto dalla regione Emilia Romagna. Da un vivaio abbiamo ricevuto dei piccoli arbusti:
Rosa canina, Prunus spinosa, Maggiociondolo, Palla di neve, Corniolo.
Io ho deciso di fare la ricerca sul Prunus spinosa
Il prugnolo selvatico, prunus spinosa, è un’ antica pianta arbustiva diffusa in tutta Europa.
Ha un legno molto forte, adoperato in falegnameria artigianale per produrre piccoli attrezzi.
La corteccia è grigio scura, i rami, più chiari sul rossastro, sono sottili e molto spinosi.
Le spine sono pungenti ed acute, e a volte formano un groviglio con le ramificazioni.
Il pruno è uno dei primi.
I fiori bianchi compaiono già alberi a fiorire in primavera.
nel mese di marzo, prima delle foglie.
La fioritura continua per tutto il mese di maggio.
Questi fiori emanano un delicato odore che ricorda il miele, molto graditi anche alle api, in quanto producono nettare in abbondanza.
Il frutto, per colore e dimensione ricorda il susino.
La buccia è ricoperta da una pellicina chiara.
Il suo colore è bluastro, tendente al nero vicino alla piena maturazione, che avviene nel primo autunno.
Se infatti, dall’ estate compaiono i primi frutti, bisogna aspettare il mese di ottobre affinchè questi siano dolci e gradevoli per il consumo fresco.
Le spine possono essere sfruttate come barriera protettiva, oltre naturalmente le sue forti ente ai deliziosi e numerosi frutti, utilizzabili per la preparazione di conserve invernali.
La ritroviamo ai margini dei boschi, dei campi incolti, in mezzo ai roveti, in luoghi sassosi.
In condizioni ottimale il prugnolo selvatico può formare, nel giro di qualche anno, un intreccio a forma di siepe molto fitto, per questo, anticamente, quest’ arbusto veniva utilizzato dai contadini per proteggere i confini dei terreni.
Anticamente al prugnolo selvatico venivano attribuite influenze magiche.
Si credeva che nell’ intreccio dei suoi rami vi fossero custoditi il bene e il male.
Un prugnolo, con la sua dote di spine, significa proteggere l’abitazione dal fuoco e dai fulmini e gli abitanti della casa.
Nella realtà della tradizione popolare il prugnolo selvatico veniva ampiamente usato in medicina, ad esempio per curare ogni tipo d’ infezione dovuta a una ferita.
Era frequentemente nei boschi tagliarsi e medicarsi con la poltiglia della bacca.
La corteccia invece, poteva essere usata come febbrifugo.
I fiori erano impiegati come potenti lassativi e vermifughi, diuretici e depurativi.
Con le bacche essiccate si possono preparare ottimi liquori o sciroppi dolci.
Con il frutto fresco, infine, ci si può cimentare nella preparazione di marmellate e confetture.
Published: Mar 28, 2022
Latest Revision: Mar 28, 2022
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