La piccola avventuriera

LA PICCOLA AVVENTURIERA

1.

Questa è la storia di una buffa bambina che amava vestirsi sempre di rosso, ma soprattutto amava indossare una lunga mantellina, proprio come quella di Cappuccetto Rosso, ma no, non era Cappuccetto Rosso, lei infatti Cappuccetto Rosso neanche la conosceva!

Si chiamava Aria e proprio come l’Aria era sempre in movimento, non si fermava mai, nemmeno nel sonno si fermava, tanto che la mamma ogni mattina al suo risveglio la trovava in un punto diverso del letto o addirittura sotto al letto tutta avvolticchiata nella sua mantellina.

Aria era proprio una buffa bambina: saltellava anziché camminare, giocava roteando su di sé come fanno le foglie al vento e poi cantava, parlava, rideva, di stare zitta non ne voleva sapere.

Amava così tanto parlare che parlava con tutti: animali, alberi, insomma con ogni forma di vita che incontrasse.

A dirla tutta aveva fatto amicizia anche con un enorme sasso, nel bosco vicino casa sua, lo aveva chiamato Rotoletto!

Con lui Aria giocava a fare i ruzzoloni, per questo il nome Rotoletto.

2.

Un bel giorno, Aria mentre era al parco con il nonno conobbe Nino, un bambino che veniva da un altro paese, un paese molto lontano dal suo, dall’altra parte del mondo, come le diceva sempre suo nonno.

Nino aveva i capelli lunghi e neri come la notte, la sua pelle era lucente come fosse d’oro e i suoi occhi sembravano parlare tutte le lingue del mondo.

Insomma, Nino era così carino che Aria ogni volta che lo incontrava cominciava a tremare: le sue gambe diventavano rigide e ferme come due tavolette di legno, la sua lingua si paralizzava, né un passo né una parola, Aria diventava immobile di fronte a Nino come fosse una statua.

Nino però voleva giocare con lei, avrebbe voluto parlarle, scherzarci insieme e provava a farlo: le tirava la palla, a volte anche un po’ di terra, ma niente, Aria pareva non si accorgesse di lui.

I giorni passavano ed ogni volta che Aria incontrava Nino succedeva sempre la stessa cosa: rimaneva ferma, immobile, sembrava che nemmeno respirasse.

Nino aveva capito che c’era qualcosa di strano in Aria, anche perché quando di nascosto la guardava giocare con gli altri bambini vedeva che Aria rideva, parlava, correva e faceva tutti quei giochi strampalati che le piaceva tanto inventare.

Allora Nino decise di coglierla di sorpresa per vedere se lo stupore cambiasse le cose.

3.

Come ogni pomeriggio, Aria era al parco con il nonno e giocava a fare la piccola avventuriera: camminava a testa bassa per scoprire le tracce di qualche nuovo animale, oppure i segni di chissà quale fantastica creatura, quando si imbatté in un paio di piedi, un bel paio di piedi, taglia 35.

Aria sollevò lo sguardo, ritrovandosi ad un palmo di naso con Nino.

Di nuovo immobile, questa volta Aria non sbatteva neanche le palpebre.

Nino restò anche lui immobile, fisso sugli occhi di Aria, senza dire una parola, senza muoversi, proprio come lei e nella sua stessa posizione.

Dopo qualche attimo, all’improvviso, Aria scoppiò a ridere, a ridere e rideva a crepapelle senza riuscire a smettere. Rideva così tanto che anche Nino non poté resistere e cominciò a ridere insieme a lei.

Nino c’era riuscito: restare immobile di fronte a lei, naso a naso, nella stessa posizione aveva divertito Aria così tanto che, come per incanto, quel turbinio di emozioni e di pensieri che la paralizzavano sembrava non ci fosse mai stato.

Da quel giorno Aria e Nino diventarono amici per la pelle e trascorrevano le loro giornate a fantasticare ed inventare nuove avventure.