Novecento
Pubblicato nel 1994, è nato come monologo per il teatro, poi divulgato in tutto il mondo sotto forma di un libricino che si legge tutto d’un fiato, che secondo l’autore «sta in bilico tra una vera messa in scena e un racconto da leggere ad alta voce». Nel 1998 Giuseppe Tornatore ne ha tratto un film, La leggenda del pianista sull’oceano.
La colonna sonora, quindi, nel suo ruolo centrale, avrebbe dovuto presentare gli elementi che ricaviamo dal testo, ma anche una musica il più possibile universale e assoluta, invalicabile nel tempo e nello spazio: cosa che è riuscito ad ottenere il grande Maestro Ennio Morricone, al quale Giuseppe Tornatore si è affidato, con l’ausilio dei pianisti Amedeo Tommasi e Gilda Buttà. La composizione della colonna sonora è iniziata, ma si è anche conclusa, diversi mesi prima della lavorazione del film, anche per dare modo a Tim Roth, interprete di Novecento, di studiare le parti da filmare al pianoforte. L’orchestrazione e la tematizzazione sono quelle tipiche della musica per film, capaci di trasportare tutti nella favola di Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento, il pianista nato e cresciuto sul transatlantico Virginian, che non ha mai abbandonato l’Oceano, ma ha conosciuto il mondo attraverso i passeggeri e la musica.
L’ incipit del libro è molto significativo
https://www.youtube.com/watch?v=Dzs4faAzYE8 (incipit recitato)
La colonna sonora nei film
Il suono ha sempre avuto rilevanza nel cinema. Persino nell’epoca del muto. La pratica di accompagnare la proiezione con un sonoro fuori campo, ingaggiando un musicista e a volte un’ intera orchestra era molto utilizzata. Ciò conferiva al film l’aspetto di un vero e proprio spettacolo. L’immagine era strettamente legata al suono e veniva concepita già con l’idea di collegarla a una musica.
Questo fatto fa riflettere e dimostra che la musicalità è sempre stata di grande rilievo.
Intorno agli anni ’20 la ricerca produce risultati degni di nota e si diffonde la pratica di usare dei dischi fonografici per l’accompagnamento musicale.
La strada verso il sonoro è spianata.
La musica ha il potere di influenzare il racconto, di darci informazioni che non sono presenti nelle immagini, di rivoluzionare il messaggio visivo, sovvertirlo. La musica non è soltanto in grado di rafforzare ciò che è già dentro l’immagine, può regalare strumenti di comprensione sia da un punto di vista estetico sia espressivo.
La colonna sonora del film ‘La leggenda del pianista sull’ oceano’ è composta da 26 traccie, realizzate interamente da Ennio Morricone, alcune delle più importanti sono: 1900’s theme, the legend of the pianist e the crave.
Il brano più importante, nonchè il motivo per cui ho deciso di portare questo argomento, è la canzone “the crisis”.
Il fascino dell’imperfezione nel brano the crisis, colonna sonora del film la leggenda del pianista sull’ oceano
Il brano in questione è “The Crisis”, composto da Ennio Morricone ed utilizzato come colonna sonora nei film “La leggenda del pianista sull’oceano”. Esso gira, interamente, sulla presenza di una nota sbagliata. Una nota che rappresenta un’imperfezione, che può sembrare un errore ma che, con il crescere della musica e con la melodia prodotta dagli altri strumenti, viene valorizzata e resa più dolce nella sua stonatura. È difficile limitare il concetto prodotto da un atto come questo solamente al campo musicale. Un’imperfezione, nella musica, è di solito considerata una mancanza di attenzione, o addirittura una mancanza di talento. Invece, quando ci si immerge in questo brano (non solo con l’udito, ma anche con le emozioni, i ricordi, un pizzico della propria personalità e delle proprie vicissitudini), ci si scopre molto più vicini alla nota sbagliata di quanto si potesse immaginare. Questo perché, nonostante le sovrastrutture, le apparenze e le belle cose che possono circondare qualsiasi persona, quella nota sbagliata, in qualche misura, la portiamo tutti quanti dentro. Può essere un ricordo, può essere un rimpianto, può essere quel qualcosa che non è andato esattamente come sarebbe dovuto andare e che ci ha lasciati un po’ stonati, che ci ha regalato un po’ di imperfezione interiore. Morricone, nella composizione di questo brano, ha deciso di utilizzare un linguaggio comprensibile non soltanto ai musicisti (per quanto le ragioni tecniche di questa stonatura, probabilmente, possano essere comprese solamente dagli appartenenti a questa categoria), ma anche a chi, trovandosi a guardare uno dei due film precedentemente citati o venendo a conoscenza di tale traccia in altro modo, ha trovato (o ritrovato) una parte di sé che reca quella stessa imperfezione, quella stessa nota sbagliata. Probabilmente bisognerebbe essere nella testa del maestro Ennio Morricone per capire appieno le sue ragioni, che cosa lo abbia ispirato ed in quale magico cassetto della sua testa abbia trovato le note giuste per comporre un simile capolavoro. Capolavoro non solo sa di musica, ma che può raccontare qualcosa di chiunque lo ascolti. Di chiunque porti dentro di sé un’imperfezione così dolce.
Published: Jun 1, 2021
Latest Revision: Jun 2, 2021
Ourboox Unique Identifier: OB-1159722
Copyright © 2021